Un vangelo vivente…
“Pensiamo alla forza e al coraggio delle sorelle, a quelle che vivono in situazioni socio-politiche pericolose, a quelle che nella malattia e anzianità si donano senza riserve e fanno della loro vita un vangelo vivente” (Sr Anna Maria Parenzan, Sup. Generale FSP).
Mi chiamo Sr Nicoletta Rossi, ho 51 anni, appartengo alla Congregazione delle Figlie di San Paolo, ho la gioia in questo momento di vivere nella comunità di Alba (CN), in Casa Madre, sono responsabile del nostro reparto di infermeria.
La frase che ho riportato sopra è della nostra Superiora Generale e contiene l’esperienza che ho vissuto e sto vivendo nel mio apostolato di infermiera accanto alle mie consorelle anziane e malate, che in ogni situazione dell’esistenza, nella gioia e nel dolore “fanno della loro vita un vangelo vivente”.
Dire che entrando nelle Figlie di San Paolo non avrei mai pensato di svolgere questo apostolato credo sia abbastanza scontato… ma quando mi è stata chiesta questa obbedienza, dopo due anni di professione temporanea, ho detto il mio “si”!
Il contatto quotidiano con sorelle che soffrono e che offrono la fatica di accogliere il venir meno delle forze e che muoiono, mi ha aiutata a crescere nella mia vita consacrata, a scegliere ciò che è essenziale, a discernere se vivo la mia giornata nella gratuità o se cerco me stessa.
Ho sperimentato che, in chi svolge questa missione, si può insinuare una tentazione: pensare che si possono risolvere tutti i problemi con medicine, esami e cose del genere e quando invece vieni spesso a contatto con la morte, pensi di non aver fatto abbastanza… ed è qui invece che ho avvertito il passaggio di Dio.
Stare accanto alle mie sorelle anche durante l’agonia e la morte mi ha insegnato che quel letto è un luogo santo in cui mi viene chiesto di ‘togliermi i sandali’ perché è il momento più importante della nostra vita, dove ci viene chiesto di dare compimento alla Professione Religiosa, ecco: tutto dono, offro e consacro.
In questi 25 anni il servizio alle mie sorelle, ha subito un’evoluzione e un cambiamento anche per la tipologia delle malattie da cui sono affette, prima c’era una prevalenza di persone con malattie, come Ictus o Parkinson, oggi con l’avanzare dell’età sono più presenti patologie come la Demenza Senile e l’Alzheimer.
Questo cambia il tipo di assistenza e anche l’impatto su chi assiste, vivo sulla mia pelle che stare accanto a persone, ancora relativamente giovani a volte e che hanno disturbi comportamentali, con cui non è possibile fare un discorso sensato, che camminano continuamente, e che la malattia può rendere aggressive, è complesso e difficile da gestire, sia a livello fisico, ma soprattutto psicologico.
Ma è proprio con loro che ho fatto esperienza di quanto è importante saper comunicare, con gesti di vicinanza, con un certo tono di voce, dimostrando affetto e interesse per loro. Tutto questo vale per ogni persona, per tutti, ma nel tempo in cui sperimentiamo la nostra fragilità e il venir meno del nostro corpo e della nostra mente, sentire la presenza e l’affetto di chi ti è accanto diviene come un balsamo che lenisce le ferite e che opera più del farmaco.
Tutto questo, nella fatica e nei momenti difficili che ho vissuto, è la modalità con cui sono apostola che annuncia il Vangelo della consolazione e della gioia, in un luogo dove molte si sentono ai margini della comunità e della Congregazione, perché non più a contatto diretto della gente, nelle librerie o nelle missioni all’estero.
Il passaggio, per motivi di salute o di avanzamento dell’età, da una comunità “normale” ad un ambiente come l’infermeria, per alcune sorelle è difficile e ci vuole del tempo per accogliere la realtà.
Sono convinta più che mai che è importante durante la prima formazione e anche dopo aiutarci ad essere persone equilibrate, che non si identificano con ciò che fanno, con il ruolo che hanno, per saper vivere poi ogni situazione della vita con un sano distacco, affidate solo al Signore.
Un altro aspetto che avverto importante per la mia vita consacrata è la collaborazione, nell’impegno che mi è chiesto, con i dipendenti che aiutano nella gestione del reparto, donne che provengono da diverse nazioni e di diverse religioni, una sfida e una ricchezza di interculturalità, ma anche una responsabilità: testimoniare con la vita, la mia, la nostra appartenenza a Cristo, dire con gesti e parole in Chi credo e in Chi pongo la mia speranza.
C’è un passaggio dell’Enciclica di Papa Francesco Evangelii Gaudium che ha illuminato gli occhi del mio cuore e confermato nella missione che il Signore mi ha donato:
“…Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri … e conosciamo la forza della tenerezza… Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere se stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo… quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri” (EG 270.273).
In questo anno 2015 ricorre per noi Figlie di San Paolo, l’Anno Centenario di Fondazione, essere qui ad Alba in Casa Madre significa per me, per noi, far memoria delle abbondanti ricchezze che il Signore ha elargito alla Congregazione e ripartire dalle radici, da quella fede e disponibilità alla chiamata del Signore del nostro Fondatore, Beato Don Giacomo Alberione e Cofondatrice Venerabile Sr. Tecla Merlo.
E allora l’impegno di questo tempo sarà quello di ravvivare la passione missionaria con un’intensa preghiera apostolica che porti Dio al mondo, consapevole che ‘io sono una missione sempre’. In qualunque luogo, apostolato viva, soffra e preghi mi è donato di essere Apostola del Vangelo, sapendo che “Da me nulla posso,ma con Dio posso tutto”
Sr. Nicoletta Rossi
Figlie di San Paolo
C.so Piave, 71 12051 Alba (CN)