L’amore supera gli ostacoli
Appartengo alla Congregazione delle Suore di Nazareth, che è stata fondata il 19 marzo 1948 presso Paduavapuram nell’Arcidiocesi di Ernakulam, Kerala, India.
I nostri padri fondatori si sono impegnati a riscattare le famiglie dal loro pietoso degrado e a trasformarle seguendo il modello della Santa Famiglia di Nazareth.
Lo scopo istituzionale della mia Congregazione è quello di partecipare alla missione di Gesù il Nazareno, adoperandosi per il benessere spirituale, religioso, economico e sociale della famiglia che è la cellula base della società umana, soprattutto degli emarginati e degli indifesi attraverso l’adozione di misure efficaci in relazione alle disposizioni della Chiesa e alle esigenze delle persone bisognose.
Come delegata della Congregazione ho avuto l’opportunità di visitare le famiglie, ascoltare la popolazione e lavorare per loro come sorella di Nazareth.
Durante il mio apostolato ho avuto la possibilità di comunicare con le famiglie, per migliorare insieme l’educazione dei bambini e per esaudire i bisogni delle madri.
Ci sono tante possibilità per i bambini non desiderati e per le ragazze madri e cooperare con le istituzioni affinché si trovi una soluzione alle loro esigenze. Questo mi ha entusiasmato immensamente donandomi una gioia interiore che ricordo ancora…
E’ stata per me un’esperienza dolorosa lasciare il mio paese quando i miei superiori mi hanno comunicato che dovevo recarmi a Roma per studiare; lasciare il paese in cui abitavo, abbandonare le tradizioni e le persone che amavo… Ma essendo investita di un ministero religioso ho obbedito alla volontà di Dio attraverso i miei superiori.
Quando sono giunta in Italia sono stata accolta nella comunità “Religiose di Nazareth”;
consorelle gentili e disponibili le cui amorevoli cure mi hanno aiutato a superare tutte le paure e i pregiudizi circa la nuova cultura. Mi sono adattata alle nuove situazioni e grande è stata la mia soddisfazione quando riuscivo a comunicare con le persone.
Ho conosciuto famiglie senza figli instaurando con loro un ottimo rapporto e li ho invitati a fare visita al nostro Istituto in India esortandoli ad adottare i nostri bambini.
Ho visto il rapporto d’amore che si è instaurato tra i bambini adottati e le nuove famiglie, ho cercato di far superare loro le prime difficoltà dovute ad una nuova situazione familiare, culturale e sociale.
Durante gli ultimi due mesi in cui sono stata in India, ho saputo che ci sono tante altre famiglie che stanno adottando orfani dal nostro istituto attraverso varie agenzie.
Ora sto pensando di programmare un incontro tra tutte le famiglie che hanno adottato bambini della nostra comunità per consentire loro di conoscersi pur vivendo in diverse città d’Italia.
Dopo i primi anni di vita in Italia vorrei dare loro la possibilità di conoscere e visitare i luoghi dove sono nati e cresciuti primi di essere adottati.
Come diceva Papa Giovanni Paolo II, “Nel piano divino, la famiglia si costituisce come una vita umana perfetta e di amore. Pertanto, la famiglia ha l’obbligo fondamentale di preservare, manifestare e trasmettere l’amore ” (Familiaris Consortio.17).
Quando sono arrivata in Italia pensavo di essere sola ed ero certa di sentire la mancanza di qualcosa di prezioso per la mia vita, come l’amore e la cura e l’affetto dei miei cari. Ho anche avuto tanta paura sull’adattamento alla nuova cultura e alla gente; ma ho poi imparato molto dalla cultura italiana e mi sono arricchita nel contatto con le persone. Posso anche dire che se c’è amore puro di cuore, si è in grado di superare gli ostacoli, perché l’amore cerca gli altri, li ammira e li aiuta a passare il tempo per conoscersi e condividere senza quantificare il costo. A questo punto posso dire come diceva San Paolo nella lettera ai CORINZI 13 4-7 :
“L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; {l’amore} non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.”
sr Preetha Varajilan