Testimonianza da Santiago del Cile

Lettera al P. Francisco Palau, OCD

Padre Francesco, io ti voglio bene e tu lo sai.

sr luciaTi sono grata perché mi hai permesso di far parte della tua famiglia religiosa: il Carmelo Missionario. Presso di te, con te, ho capito di più e meglio la Chiesa, mia Madre. Ho potuto così entrare in contatto con la sua bellezza e cogliere l’ampiezza del suo sguardo che abbraccia l’intera umanità: Dio e il prossimo. Leggendo i tuoi scritti e soffermandomi su di essi per la meditazione ho capito che tu sei una persona che sa pregare (di preghiera) sullo stile di Teresa di Gesù, che sei un predicatore infaticabile, tenace, un vero ‘missionario apostolico” instancabile… Come te, io ho sentito la voce che, con forza, mi diceva: “va’, io ti mando” e sono partita. Fin quando mi è stato possibile, mi hai immesso su strade diverse per un servizio missionario in Perù, Cile, Venezuela. Ti sono immensamente grata. Questa esperienza è stata un vero dono per me.

Padre Francesco, ora ti scrivo dalla mia terra, il Cile. Per me è una terra sacra e benedetta. La sua ‘geografia’, – una lunga e angusta striscia di terra – mi parla dell’austerità della vita, di ‘passi’ che mi permettono di ‘passare’ facilmente dalla montagna al mare, dall’arido deserto del nord ai fertili boschi del sud. L’alta ‘cordiliera’ mi fa pensare alle vette della santità raggiunte da Teresa delle Ande e Alberto Hurtado. Il suo mare aperto – l’oceano – mi parla di ampi orizzonti, di profonda voglia di navigare, come lo sperimentavi tu da El Vedrà. La sua bandiera riporta, su un cielo intensamente azzurro, una stella bianca: Maria del Monte Carmelo, nostra patrona-madre-sorella-compagna e amica. La sua letteratura mi fa ricordare Gabriela Mistral, donna semplice, capace di riflessione profonda, vicina alla sua gente e alla natura, amante dei bambini, ma soprattutto di Dio.

Padre Francesco, il Cile è una terra di cantori della divinità, di religiosità popolare; una terra che ama i balli folcloristici, gli altari di famiglia, le processioni belle come quelle che organizzavi tu a Es Cubells in onore della nostra Madre, la Vergine delle Virtù.

Padre Francesco, tu mi sei venuto incontro la prima volta a Viňa del Mar, durante la festa della ‘cueva’, nel Natale del 1961. Quelli furono il momento e il luogo in cui la conosenza si trasformò in amore e l’amore in sequela. Sono passarti 64 anni da quando Tu sei giunto come missionario in Cile e vi hai portato un carisma di amore ecclesiale. Le radici sono ora ben solide, non ne dubitare. Dal Nord al Sud noi, tue figlie, siamo presenti in piccole comunità, “chiese domestiche”, come ci volevi tu. Noi ti amiamo e cerchiamo di traformare in vita il mistero ecclesiale. Perdonaci per tutte quelle volte che non lo viviamo in pienezza, con la generosità richiesta.

La mia vita sta declinando e io sento che continuo ad amarti, forse ora con un amore oiù concreto, fatto più di opere che di parole, anche se debbo confessarti che sento ancora il bisogno di parlare di te, di farti conoscere e di condividere la cristallina bellezza di quella che tutti amiamo: la Chiesa.

In questo stesso momento ho la percezione che una forza – non certamente mia – irrompe nella mia intimità e io mi riconosco recettiva verso di essa. E’ la grazia di Dio che mi rinnova, mi spinge ad accogliere il presente con realismo e coraggio e mi fa intravvedere con serena generosità il futuro. Come te, io sento che la mia vita è ‘il minimo’ che io posso offrire a Dio in cambio del suo amore.

Padre, ti sono riconoscente perché tu hai immesso nel mio cuore l’illusione e la volontà di capire l’uomo e di capire Dio attraverso quella via che tu mi indichi come la più sicura: la via dell’amore. Ti chiedo perdono perché non sempre vi sono stata fedele.

Mentre celebro le Nozze d’Oro della mia consacrazione a Dio nella tua famiglia – le Carmelitane Missionarie – tu mi sei sempre presente e io ti prego per me con amore e gratitudine. Ammetto con gioia che la tua testimonianza è stata la guida su cui ho impostato la mia vita di religiosa: “In Cristo, con Maria, per la Chiesa”. Con gioia credo che così è stato e così è.

Voglio concludere questa lettera esprimendoti con filiale fiducia un desiderio: la fedeltà di Dio sia l’unica cosa che risplende in tutto il suo nitore nella mia vita e nella vita delle mie sorelle. Vorrei che questo obiettivo si traducesse in un rinnovato impegno nella ricerca della giustizia del Regno di Dio, nell’amare con tenerezza i nostri fratelli e così camminare umilmente con il popolo davanti a Dio.

Padre Francesco, benedicimi e concedimi la grazia di saper sempre ascoltare la tua voce: essa è un’eco sonora e precisa della voce di Dio che continua a dirmi di mettere a tacere la mia persona; mi sarà così più facile trovare il luogo su cui può mettere le sue radici la fraternità: l’umiltà. Aiutami, anche, a procedere decisa nella ricerca del volto di Cristo, scolpito sul volto di ogni uomo: il Cristo totale. E nello stesso tempo guardo con occhio contemplativo Maria, la stella e Madre della mia vocazione.

Sr Lucia Villanueva

Carmelitana missionaria

Condividi: :
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live
  • Twitter
This entry was posted on mercoledì, aprile 9th, 2014 at 9:43 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.

Comments are closed.