Un binomio quanto mai insolito e intrigante. Ma sono davvero termini antitetici? Nell’ottica evangelica il servo non è il sottomesso, lo schiavo, chi ha perduto la propria dignità umana, la libertà. Al contrario, è colui che liberamente si mette a disposizione degli altri, asseconda le vicende della vita, cerca di interpretare, alla luce del vangelo, gli eventi che succedono nel mondo, non guarda ai propri interessi personali, non segue le proprie ideologie. Il servo è,per eccellenza,la persona decentrata da sé, che mette al primo posto il bene dell’altro e cerca di capire le sue ragioni per costruire insieme un’umanità migliore. Se una persona vive così ha fatto suo l’insegnamento di Gesù che ha detto di farci servi gli uni gli altri: “Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv 13,15). Non solo ma questa persona cammina nella verità, è nella verità, se intendiamo per verità non un insieme di concetti ben definiti ma la persona stessa di Gesù che ha detto di sé: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14, 6). Innestati in Cristo-Verità anche noi possiamo essere gli uni per gli altri verità, padroni della verità, cioè possessori di un grande tesoro da condividere. Essere “padroni della verità” non è un privilegio, un atto di arroganza e prepotenza, una chiusura ma consapevolezza di possedere un bene prezioso, la vita divina in noi, che desidera semplicemente di essere manifestata e vissuta nell’ottica del servizio.
Nadia Bonaldo
Esperta in comunicazione
«Finché gli italiani non vinceranno la battaglia delle libertà scolastiche in tutti i gradi e in tutte le forme, resteranno sempre servi (…) di tutti perché non avranno respirato la vera libertà che fa padroni di se stessi e rispettosi e tolleranti degli altri, fin dai banchi della scuola, di una scuola veramente libera». Con queste parole di Luigi Sturzo vorrei condividere con voi cosa significa per me essere Servi o Padroni della verità.
Luigi Sturzo intravedeva nell’educazione la possibilità di liberare l’essere umano dai pregiudizi e da ogni miope ideologia, perché un approccio costruttivo implica una capacità di leggere la realtà in modo critico, razionale e costruttivo.
La storia, come un fiume in piena, restituisce alla spiaggia i detriti dell’intolleranza, della violenza inaudita, dei soprusi compiuti in nome della verità. Il 27 Gennaio abbiamo celebrato il giorno della Memoria per non dimenticare le vittime di un uomo e di una leadership che, illudendosi di possedere la verità, in modo bieco se ne sono impossessati sterminando tutti coloro che erano considerati fuori da questa verità. Paradossale, eppure ogni giorno assistiamo ad episodi penosi e tragici: nel nome di un Dio verità si uccide; di una ideologia issata a bandiera della verità si dividono i popoli; di un pregiudizio che diventa “la verità” si ledono i diritti quale quello della libertà di scelta educativa in un pluralismo educativo, e poco importa se ci si guadagna lo stemma dell’unica grave eccezione in Europa, producendo oneri pesantissimi per l’economia statale già fiaccata. In nome di questa presunta verità si ledono diritti e dignità, si tassano i cittadini, si alza il livello della povertà. Una verità parziale, assunta come “Assoluto”, uccide la persona e le menti. Le parole del neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un parallelismo singolare con l’essenzialità e la chiarezza cui ci sta abituando Papa Francesco, parla di comunità, di una vita insieme serena, di famiglia quale risorsa della società, di libertà garantita ai cittadini, di diritto allo studio e al lavoro, di sussidiarietà e solidarietà. Parole che rimandano ad una verità cercata, trovata e ancora cercata per essere servita perché è solo degli intelligenti e dei saggi porsi dalla parte giusta.
Solo con un coraggioso esercizio di riflessione e di umiltà – caratteristiche delle persone di fede e di cultura – potremo trovare la via maestra che, per restare tale e concorrere ad un Paese più giusto ed equo, dove si sta bene insieme, domanda la capacità di uscire da logiche individualistiche, per un nuovo umanesimo che vede l’uomo immagine di Dio al centro, onorato e servito con il rispetto che gli è dovuto.
Suor Anna Monia Alfieri
Responsabile Ufficio Scuola Usmi Lombardia
La Verità! «cos’è la verità» aveva chiesto Pilato proprio a quel Gesù che pochi giorni prima si era presentato come “la Verità” e che ora gli mette un’inquietudine dentro: «se tu la conoscessi!». Scriveva S. Agostino: «Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione». La Verità rende liberi ma è anche scomoda e spesso ha un prezzo che si è disponibili a pagare solo se la si accoglie dopo averla cercata, la si ama e la si comprende come luce che guida l’esistenza. Stiamo parlando di una Verità prima che pone nell’uomo la sete di ricerca e scintilla di sé il creato, e allo stesso tempo Verità ultima che offre significato al destino finale dell’uomo e delle cose. In una ricerca sincera l’uomo può ingannarsi, pensare di trovarla al lato opposto della strada, ma prima o poi la trova, anzi viene da Lei trovato. Allora viene naturale mettersi a suo servizio perché i suoi primi frutti sono libertà, gioia e apertura verso l’altro. Un servizio che se parte dalla sua ottica offre le coordinate anche per il vivere sociale, leggiamo, per es., nella Caritas in Veritate: «La fedeltà all’uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà e della possibilità di uno sviluppo umano integrale». Cosa indica se si è veramente a suo servizio? Sintonia tra verità professata e verità vissuta, umiltà perché essa trascende l‘uomo e non la si possiede mai completamente, coraggio perché si rischia di essere accusati di oscurantismo, di perdere la reputazione, se non la propria vita. La curiosità, insita nell’intelligenza umana, è una via per scoprire quelle scintille di verità di cui parlavamo, che possono migliorare la vita dell’uomo e del pianeta, attraverso scoperte scientifiche e nuovi saperi che mai sono compiuti ma sempre “in progress”. Oggi, ancor più di ieri, ci troviamo di fronte a verità costruite su misura per ogni esigenza o desiderio personale o di lobby, per giustificare idee, comportamenti, scelte. Quando si è convinti di possedere la verità sull’uomo, sulla scienza, sull’etica senza mettersi o metterla in discussione o a confronto, ne risulta una tirannia e un totalitarismo ideologico e politico, supportato da quello economico che limita e incatena la libertà. Non c’è spazio per altro, nemmeno per il vero amore. Diceva Edith Stein: «non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva». La verità costruita dall’uomo può avere vita lunga ma ha la consistenza dell’erba del campo, prima o poi secca e muore portando nella tomba tutto ciò che ha costruito e chi di lei si è servito.
Sr Maria Luisa Gatto
Serve di Maria Riparatrici
Ciconia-Orvieto g.mluisa@smr.it
Is 5,20-21 “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre; che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro”.
Da sempre i gruppi predominanti nella società indirizzano la versione dei fatti a seconda dei loro interessi, a danno della verità oggettiva. I popoli spesso subiscono l’orientamento fazioso della verità, poiché gli strumenti culturali per controbattere non esistono oppure sono gravemente limitati dal potere.
Gli esempi sono tanti anche nel mondo di oggi ma, forse, uno degli aspetti più odiosi nel contrabbandare la verità è il messaggio che si trasmette alle nuove generazioni.
Pochi giorni fa il Card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, ha denunciato una colonizzazione ideologica a proposito della martellante ideologia gender, spesso divulgata attraverso testi scolastici. Ha detto: “Si vuole colonizzare la mente dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta, senza aver prima ricevuto l’autorizzazione dei genitori”.
Negare i diversi ruoli dell’uomo e della donna, i diversi aspetti della paternità e della maternità allo scopo di capovolgere la verità sull’uomo e diffonderne una ideologicamente opposta.
La verità non può essere soggetta alle mode del momento, alle predominanti tendenze di opinione, alle convenienze del presente. La verità è l’ossigeno della libertà della persona umana, senza se e senza ma. “La verità vi farà liberi” (Gv 8,32):
Corrado Stillo
Bibliotecario Archivista
L’affermazione evangelica “La verità vi farà liberi” è davvero una provocazione che in qualche modo riesce a mettere in discussione uno dei principali valori della società occidentale.
La libertà, in qualche modo, non renderebbe l’uomo libero di eludere la verità. Di più… una volta riconosciuta una verità, di qualsivoglia forma, i margini di libertà vengono in qualche modo incanalati lungo determinati binari di certezze la cui difesa, una volta che si sono fatte proprie, diventa una missione, un vincolo, ossimoricamente e paradossalmente una schiavitù! Nei nostri giorni di disordinata confusione identitaria ci appelliamo, almeno idealmente, ad una verità politica e sociale ma anche ad una verità religiosa. L’esperienza del pacifico convivere civile e democratico ci insegna che farsi portabandiera di verità incontrovertibili e inamovibili è qualcosa che non può mai spingersi oltre la sfera del nostro personale sentire etico e morale. Nel momento in cui si pretenderebbe di possedere la verità certa, da imporre anche al pensiero altrui, si precipiterebbe inesorabilmente nella tirannide e nella sopraffazione dispotica. Lo abbiamo visto, purtroppo solo di recente, sia nei sempre più aspri conflitti di carattere religioso ma anche nella tensione politica, spesso degenerata in estremismi e totalitarismi. Eppure l’apostolo Giovanni dà alla libertà la configurazione precisa di valore. Libertà come assunzione di responsabilità e inizio di un cammino interiore che parte da uno svincolamento di qualsiasi legge. L’uomo è figlio di Dio e non suo servo. L’autorità del proprio padre la si arriva a riconoscere attraverso un’apertura di amore, mai per imposizione. Ciò che passa dalla via dell’amore, ciò che ci spinge ad amare non è una legge scritta dall’uomo a cui dobbiamo osservanza, è qualcosa che parte dal nostro interiore, da una coscienza di sé che diventa autodeterminazione. Ecco che allora la verità dell’uomo è la sua libertà, la sua indefinitezza da plasmare lungo un processo articolato, qualcosa cui si tende e che sempre si perfeziona. Schiavitù è invece idolatria di se stessi, mancanza di umiltà. Si genera da un rapporto impari, da un atto di forza, sia anche trascritto sotto forma di legge. L’uomo è figlio e nella sua natura umana sono racchiuse tutte le capacità per elevarsi ad un oltre. A quell’amore che Gesù ha testimoniato in Croce e a cui tutti noi figli siamo chiamati per possedere quella verità/eredità dataci dal Padre. Un messaggio che si apre anche al di sopra di un sentire puramente religioso, che chiama in causa la nostra identità votata al bene e che fa risuonare l’arcano metafisico che possiamo ritrovare anche nella bella frase di Sartre che pure fu un esistenzialista ateo: «Gettati verso il cielo e allora sarai libero».
Romina Baldoni
Staff Biblioteca USMI
“Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32).
Sono molti coloro che, di questi tempi, si fanno farsi promotori della “verità”, soprattutto se la verità a cui ci si riferisce non è quella annunciata dal Vangelo e dai credenti in Colui che un giorno si è addirittura proclamato la Verità (cfr. Gv 14,6).
Potremmo anche farci venire il dubbio su cosa è la verità e fare come Pilato (cfr. Gv 18,38): non affrontare la verità di noi stessi, che, come dice Gesù, rende liberi dalla tentazione di possederla per diventarne i padroni.
Farsi servi della Verità, invece, significa essere davvero Suoi discepoli perché vivono della Sua Parola e la cercano con tutto il cuore. Chi sono questi cercatori della verità?
Cerca la verità chi non vuole sfuggire alle proprie responsabilità e ha il coraggio (parresìa) di viverne tutte le conseguenze.
Cerca la verità chi vuole percorrere la via stretta e anfrattuosa, piuttosto che la via larga e comoda dei compromessi.
Cerca la verità chi crede, ancora, che la coscienza è la voce di Dio e ne ascolta i dettami.
Cerca la verità chi si decentra per uscire verso le periferie esistenziali.
Cerca la verità chi ascolta gli ultimi, i “perdenti”, gli “scarti” e si pronuncia sempre in loro favore.
Cerca la verità chi non ha paura di testimoniare la fede in Gesù Cristo e, soprattutto, non si vergogna.
Se rimanete nella mia parola… Quella di Gesù è una parola vera che non muta con le mode e le ideologie. Quella di Gesù è una parola che rende liberi interiormente, accolta e capita da chi è umile, semplice, piccolo…. Ed io quale verità sto cercando?
Sr. M. Carmela Tornatore, sdg
Segretaria USMI regione Sardegna
Innanzitutto chiediamoci che cosa intendiamo per Verità, perché se la Verità è un insieme di affermazioni su Dio e su un Dio astratto che impone di credere in Lui, allora non si pone neanche il problema se essere servi o padroni della verità. Di fatto si tratterebbe di una Verità impersonale, calata dall’alto che fa di chi la propugna, un padrone della verità. Ma poiché la Verità, come ha asserito Benedetto XVI, è una Persona, ed è Cristo stesso, che nel vangelo di Giovanni dice di sé: “IO sono la VIA, la VERITA’ e la VITA”, allora vi è solo la possibilità che essere servi della Verità, perché Lui, che è la Verità, si è proposto come servo e ha sempre proposto il Vangelo di Dio a partire dal “SE VUOI”, e quindi a partire dalla libertà dell’uomo di aderire o meno alla sua Persona.
E non si è accontentato di chiedere: “se vuoi, accetta come vere le mie parole”, ma ha detto “seguimi”, ossia vivi con me e dietro a me quello che io vivo e allora scoprirai la Verità su Dio che è Padre e che ha tanto amato il mondo, cioè l’uomo, da dare il suo Figlio unigenito nel sacrificio della croce. (cf. Gv 3,16)
Ai piedi della croce si comprende che la verità non si comunica facendosi Padroni di essa (e tale sarebbe stato Gesù se avesse obbedito a chi gli diceva: staccati, scendi dalla croce e ti crederemo!) ma rimanendo sulla Croce, Gesù, ci ha mostrato che per far comprendere la Verità che Dio ci Ama e che cerca solo dei figli che aderiscano al suo Amore, bisogna comunicare la verità da servi, ossia donando la vita.
Sr Mariagrazia Neglia
Suore di san Giuseppe del Caburlotto
Spesso si usa la parola verità nel nostro linguaggio quotidiano nella relazione con se stessi e con gli altri… Voglio fare verità dentro di me…dimmi la verità…cerco la verità…sono frasi che noi utilizziamo e che in fondo manifestano il desiderio che c’è in ciascuna persona di una ricerca che va oltre se stessi e gli altri e che ci porta oltre, nell’infinito, per conoscere Dio e la Sua Parola. In questa ricerca interiore e profonda, noi siamo chiamati a far conoscere la Verità all’uomo, che è Dio nella persona di Gesù: Io sono la via, la vita e la verità… La nostra missione di evangelizzazione è questo servizio alla Verità che ci porta con amore e trasparenza ad annunciare l’Amore che Dio ci ha donato, attraverso la morte e risurrezione di Cristo per salvare l’umanità. Il Cristo che non inganna, ma che rivela a noi l’identità di Dio che è Amore, che non tradisce, ma che ama fino a lasciarsi tradire, che è misericordioso e non si stanca di perdonarci ogni volta che la nostra vita si intrappola e non sceglie la via dell’Amore e del servizio, ma dell’essere padroni degli altri fino a sostituirsi a Dio. Spesso si è portati a mercanteggiare la verità, per soddisfare i propri interessi i propri bisogni umani, ledendo la libertà dell’altro e denudando il volto tenero di Dio che ama ciascuna creatura nella sua unicità.
Sr Mimma Scalera ASC
Consigliera regionale
Commenti recenti