CREAZIONE/CORRUZIONE

Creazione/corruzione. Due termini che usano quasi le stesse consonanti e le stesse CREAZIONE CORRUZIONEvocali: un dittongo la prima – una ‘o’ e una ‘u’ la seconda, e non come dittongo. Per il resto sono uguali. E nella loro identità stanno esattamente agli antipodi. La prima ha l’origine in due poli ugualmente opposti: Dio, e il nulla. Creare è far esistere ciò che ancora non è. Ratzinger ha scritto: “Egli – DIO – è l’autore dell’intera realtà!”. “Tutto – scrive Pozzoli– è intriso della sua presenza… il soffio creatore di Dio è il palpito vitale di tutte le cose”. Tutta la realtà in cui viviamo – il pulviscolo e la stella, il bimbo fragilissimo e l’uomo aitante – hanno origine che risale, dunque, a Colui che ha definito se stesso l’Essere: Io sono. Ed è bello spaziare tra tante meraviglie grandi e piccine; fermarsi sul petalo, sull’ape o sul gabbiano, sul sasso; vagare lontano in una serata di luci e colori: tutto è intriso del continuo dinamismo di Dio. Mirò scriveva: “chi prestasse un poco di attenzione sentirebbe respirar anche le pietre”. … “Alza il sasso e lì mi troverai, spezza il legno e lì io sono” è scritto nel vangelo apocrifo di Tommaso. “Tutte le cose: fiori, piante, vento, pioggia sono come lettere di Dio lasciate cadere per terra” (Whitman). Allora non resta che riempire gli occhi di bellezze, assaporare la molteplice funzionalità di ogni essere. Ricordando però che l’Essere originante è ancora e sempre lui che ha definito se stesso come essere. “Io sono colui che sono” disse a Mosè. Esiste per se stesso ed è origine e supporto di tutto l’esistente.

Dalla sua stanza un frate ammalato, di nome Francesco, compose il Cantico delle creature. Un altro Francesco – il papa – dall’alto del suo magistero – in una piazza gremita di gente ha detto: “Dio perdona sempre, le persone umane perdonano alcune volte, ma il creato non perdona mai: se tu non lo custodisci, lui ti distruggerà … (e allora sarebbe corruzione). La vocazione del ‘custodire’ ha una dimensione che precede la fede cristiana, è semplicemente umana. Riguarda tutti”.
Biancarosa Magliano
Direttore responsabile

Ogni giorno è creazione, ogni primo raggio di luce, ogni primo battito d’ala, ogni primo segno di vita, ogni primo respiro, ogni primo germoglio. E’ creazione.
Ogni giorno è anche corruzione, perché tutto inizia e tutto finisce in un giro senza posa come dice Qoelet. Un alternarsi senza tregua di vita e morte, di creazione e corruzione, un canto ininterrotto dall’Alleluja al Requiem.
Un misterioso passaggio dalle tenebre alla luce, da tenebre, anche le più fitte, che già celano nel loro più profondo il bagliore della prima luce .
Non c’è vita senza il suo opposto, non c’è creazione che non sia legata alla legge della condizione umana mortale e provvisoria.
Condizione che fa paura, ma con la quale l’uomo, consapevole della sua creaturalità, convive in una misteriosa, profonda intuizione di una creazione nuova e sempiterna.
C’è invece una corruzione che fa male, che logora il tessuto umano, che si oppone alla vita, che distrugge, che nega la creazione. Una corruzione che, come pianta maligna, nasce dal cuore stesso dell’uomo e combatte la verità e la luce .
Eterno conflitto tra luce e tenebre.
Ma “La luce fu “ e la Luce sempre sarà.
MADRE MARIA ANGELA AGOSTONI 

Creare evoca la costruzione di qualcosa ex novo, modellato come creta per assonanza. Qualcosa di concreto, esistente, reale, che possa essere visibile e tangibile. Qualcosa o qualcuno, come i piccoli intessuti nel grembo materno.
Corrompere indica l’immissione di un virus distruttivo nell’armonia della creazione. Vuol dire rosicchiare vita, far arrugginire speranze, gettare ombra sulla fiducia, polverizzare l’amore. In particolare, penso alla corruzione dei piccoli, degli adolescenti, a cui non è dato di scoprire un altro volto della realtà, la faccia creativa dell’essere al mondo.

Ma creazione e corruzione sussistono e coesistono in ciascuna anima. Dove la corruzione e la corruttibilità possono convertirsi in una nuova esistenza grazie al perdono, alla gratuità. Sono i miracoli spesso invisibili ai nostri occhi, che accadono continuamente nel segreto di tanti. Profondità in cui le contraddizioni e le incoerenze personali non hanno paura di essere chiamate meschinerie, di palesarsi nella loro autentica identità, per essere risanate, guarite, abbracciate da parole e gesti di misericordia.
Laura Badaracchi
Giornalista Avvenire

“Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti»” (Gen 2,16-17).
Fa pensare che l’uomo della Creazione sia stato sottoposto ad un unico divieto da parte del suo Dio.
Nella bellezza del giardino dell’Eden poteva avere tutto e guardare negli occhi il proprio Signore. L’albero del bene e del male invece lo ha reso caduco e fragile, ha insinuato in lui dubbi, lo ha costretto ad una continua ricerca, attraverso la fede, di un Dio che da quel momento diventava solo presunto. Il Dio amore voleva tenere il proprio protetto, la sua opera meglio riuscita, lontano dall’esperienza della morte. Con il suo nuovo risveglio mortale l’uomo ha avuto il dono dell’autodeterminazione, della capacità di dover decidere da sé cosa fosse giusto e moralmente equo e cosa fosse sbagliato e da rifuggire. La corruzione ha preso possesso di lui e di tutto ciò che nell’esperienza della propria vita lo andava circondando. La sua lotta impari è stata sfidare la corruzione per ritrovare solo con la sua morte quell’ideale di creazione che per eccesso di presunzione si era fatto sfuggire. Ora è l’uomo che viene chiamato a ‘costruire’ e questa costruzione si realizza attraverso un impegno immane di amore, di costanza, di sapienza esperienziale e di cultura che devono convivere -in legge di natura- con tutti i loro contrari, con la cupidigia e con l’avidità, con l’inclemenza del tempo e con la scorciatoia illusoria della via più breve ‘quella della predisposizione al male’, quella che in tutti i momenti più bui e di crisi il furbo serpente ci sventola sotto il naso per indurci in tentazione. E la tentazione attuale alla nostra autonomia e alla nostra creatività, quella che Dio ci consegnò in estremo atto di fiducia, in questo post-moderno inaridito e spaurito, ci arriva dall’alto! Ci arriva da una politica che ha perso riferimenti etici e orientamenti antropologici. Ci arriva dai poteri economici, ci arriva da un individualismo esasperato e vorace. Ci arriva da un’indolenza sempre più cinica al grido di dolore del nostro umano che scivola via. Solo provando e ri-trovando il dolore dell’amore possiamo riscoprire il volto di Dio, il senso della sua Rivelazione e compiere un passaggio ‘voluto’ verso l’incorruttibile, verso la via, verità e vita autentica.
Romina Baldoni
Biblioteca Usmi Nazionale

La creazione, un dono divino. L’incipit del Libro della Genesi ci ricorda che in principio Eloim creò la terra e i cieli e intorno c’era il caos, il tohuvavohu. Alla fine del processo è stata la volta della creatura fatta ad immagine e somiglianza divina, l’uomo, creatura di creta, creato dalla polvere. Il creato è bello! Il creato è un paradiso terrestre…poi inizia la corruzione e la creatura fatta ad immagine e somiglianza divina sedotta dal serpente, disobbedisce al comando divino. Viene rotto il patto e inizia la decadenza, l’allontanamento dalla pienezza divina.

L’opposto di creazione è distruzione. Mi chiedo quale sia l’opposto di corruzione, forse è integrità, in senso sia oggettivo che soggettivo. Il creatore crea e distrugge la sua opera, che in termini di analisi logica è ‘complemento oggetto’. Ma se la creazione diventa ‘soggetto’, può restare integra o corrompersi. La vita nel mondo, la vita nella carne include anche la corruzione della carne. Gesù, il Dio incarnato, supera la corruzione della carne per ritornare alla pienezza divina attraverso la resurrezione dalla carne. Per noi essere umani, la fede ricrea l’integrità originaria con il divino, cui aneliamo attraverso la nostra anima e la nostra spiritualità.
Il termine corruzione collegato alla politica e all’economia è molto utilizzato e la corruzione sembra essere una delle piaghe che più flagellano il nostro Paese. La ‘res publica’ è stata svuotata dalla corruzione, in quanto i soggetti che la rappresentano non sono più portatori di valori di spirito si servizio e di integrità.
Ma chi oggi più soffre del fenomeno della corruzione è l’ambiente. Gli alberi non sono portatori di diritti, le acque, i mari, la terra non parlano e non rivendicano qualcosa nella nostra attuale cacofonia. Gli interessi economici corrompono la creazione dall’interno, la contaminano, la deturpano, la terra, i mari, l’aria, il cielo, che a Pechino non si può più vedere attraverso la nebbia che produce lo smog.
La creazione oggi parte dalla salvaguardia dell’ambiente, il Papa sta completando una Enciclica sul Cambiamento Climatico.
Infine, credo che la creazione oggi inizi anche dalla salvaguardia e dal rispetto di ciò che ci fa creature. Non è facile re-imparare ogni giorno ad accogliere noi stessi e i nostri fratelli come creature, in questo mondo dove pubblicità e le comunicazioni di massa ci vogliono tutti un po’ ‘mostruosi’, nel senso di ‘monstrum’, fenomeno eccezionale o fenomeno da baraccone.
Daniela Carosio
Director Sustainable Equity Value Ltd.

Il binomio creazione corruzione è il medesimo avvenimento che pervade ogni istante di vita: nasce ciò che muore, si trasforma ciò che muore in altra creazione e così via. Nelle catacombe romane i primi cristiani scolpivano spesso la frase dies natalis per indicare la nuova vita spirituale dopo la corruzione del corpo fisico.
Se Giacomo Leopardi gridava la sua disperazione “O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti?”, il Cristianesimo solo dà un senso all’alternanza tra vita e morte che tutti noi cogliamo nella nostra esperienza quotidiana.”Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto”.
Tutta la Natura è un infinito mosaico di nascite e di morti, di trasformazioni e di cambiamenti, di creazioni e di corruzioni. Ma non sono eventi dettati dal caso o dalla pura e semplice causalità: chi crede in Dio sa che nell’incredibile sequenza delle alterne vicende, incomprensibili alla mente umana, c’è un piano superiore ad ogni conoscenza o esplorazione scientifica.
“E Dio vide che era cosa buona”, nella Creazione e nella sua conseguenza di inizio/fine/nuovo inizio.
Non si corromperebbe ciò che non è ma solo ciò che è, non per sua volontà ma per il fine ultimo per cui è nata la Creazione.
Corrado Stillo
Attuale Presidente dell’Associazione “Valore Salute”

Un giorno d’estate, da bambina, nelle Dolomiti, mia madre mi svegliò all’alba e spalancò le imposte. Davanti a noi, le Tofane nell’attimo in cui il primo sole le accende di rosa. E un silenzio, un silenzio immenso attorno, come devoto.
Mi è rimasta per sempre nel cuore, quell’alba. Mi sembrò di intravedere, per una frazione di secondo, il mondo intatto, appena nato. Prima che un’oscura rabbiosa rivolta lo mandasse in frantumi, in un fragore di cristalli infranti.

La corruzione invece la vedevo a fine estate nelle foglie sugli alberi, in quel loro moribondo raggrinzarsi come piccole vecchie rugose.
Ma ho imparato a aspettare, fedele, marzo. Quando i primi germogli pallidi e turgidi spuntano, e annunciano di nuovo, eterna, la vita.
Marina Corradi
Giornalista Avvenire