Fiducia / Sospetto (1)

fiduciaUn lamento a volte ti giunge all’orecchio ed è sconsolante. “Non ci si può più fidare di nessuno”. Lo pronuncia, sconsolato, l’ingenuo, incapace di giudizi oggettivi e lo urla il ‘ribelle’, l’angosciato, lo stanco, il deluso.

E’ la prova inappellabile che di fiducia ne abbiamo bisogno tutti, grandi e piccini, dotti o scarsi in cultura. Tutte e tutti abbiamo bisogno di persone su cui contare.

La persona umana è identicamente frutto di una relazione e tale rimane. Creata a immagine e somiglianza di Dio Creatore che è Trinità – tre persone uguali e distinte, dice il Catechismo, – vive di relazioni. L’uomo si realizza come unità, ma unità dialogica. Le persone sono legate l’una all’altra da un comune destino che richiede relazioni significative, che sono, in se stesse, dinamiche d’amore. Ma l’amore è esigente, include, comporta, ‘esige’ la fiducia. Senza fiducia non vi è neppure amore.

La fiducia ha bisogno di un supporto. Innanzitutto fiducia in se stessi, avallata da esiti positivi – nelle proprie capacità, conosciute e ammesse, – nonostante le propria mescolanza di risorse e di fragilità. Il fallimento porta all’amarezza, allo sconforto, alla demoralizzazione, alla ‘sfiducia’, appunto.

La fiducia negli altri deve avere la prova della fedeltà: “tu resti lo stesso”, prega un salmo nei confronti di Dio. Il tradimento, palese o simulato, fa pensare a Giuda, l’apostolo, il più grande traditore della storia. Ma la fiducia non si decreta, si ottiene con l’esperienza, con la testimonianza di una vita lineare e fedele, non manipolata, aperta e sincera, ‘vera’ in tutte le sue dimensioni e in tutti i momenti.

Esiste un Essere che non può mai venire meno e il beato Charles de Foucauld lo pregava così:

“Rimetto la mia vita nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
E’ per me una esigenza di amore, il donarmi a te,
l’affidarmi alle tue mani, senza misura,
con infinita misura,
con infinita fiducia: perché tu sei mio Padre”.

Il sospetto? E’ l’antitesi. E’ una crepa, una incrinatura della relazione, quindi dell’amore.

Biancarosa Magliano
Direttore responsabile

 

Fiducia/sospetto sono due parole su cui, da Adamo ed Eva in poi, ogni essere umano si gioca la vita. Il peccato originale, infatti, manifesta un radicato sospetto nei confronti di Dio e delle sue intenzioni e ha come effetto una profonda ferita nel modo di concepire le relazioni: esso incrina il rapporto di fraternità fra gli esseri umani, il dominio armonioso dell’uomo sulla natura e la relazione filiale con Dio. Così è anche per noi oggiAggiungi un appuntamento per oggiesistenza. Per questo motivo, anche se il sospetto sembra offrire sicurezze e tutelare perché ci induce a difenderci da tutto e tutti, possiamo affermare invece che “è la fiducia a salvare il mondo”. Essa, infatti, invita alla relazione, ristabilisce i legami, fa superare le paure e permette di credere all’amore come unica forza in grado di renderci felici e di dare significato all’esistenza.

Anna Bissi
annabissi50@gmail.com

 

Sospetto-fiducia sono due sentimenti che coabitano nel cuore umano. Tuttavia l’uno può prevalere sull’altro e ciò determina la qualità relazionale di una persona. Il sospetto è una sorta di paura dell’altro, è sentimento “antico”, ha le sue radici in Genesi 3. Il serpente, il tentatore, l’astuto ha insinuato nel cuore di Adamo e di Eva il sospetto  su Dio, sulle sue intenzioni, sulla sua parola. L’uomo, accogliendo le insinuazioni del serpente, ha lasciato entrare nel suo cuore il sospetto e con il sospetto la paura di Dio e del “fratello” (Gen 4). Di conseguenza le relazioni  tra gli uomini e con Dio sono avvelenate per l’invidia e la gelosia. Diventa allora molto difficile fidarsi ed affidarsi, consegnarsi e accogliere, sia nell’ambito della vita familiare, sia nel lavoro, sia nella vita fraterna in comunità per i religiosi e religiose.

La fiduciaaltro.  “Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu Signore, hai preso Israele tra tutte le nazioni e i nostri padri tra tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto per loro tutto quello che avevi promesso” (Ester 4,17). La persona che vive prevalentemente nella fiducia può dire con Paolo: …” orientamento e lo stile della nostra vita.

Madre PIERINA SCARMIGNAN ofmi
Consigliera USMI nazionale

 

La fiducia è fondamentale nel costruire relazioni e consentire la vita e nel progettare il futuro, un futuro che sia migliore. La fiducia è collegata alla fede in un Dio creatore che sostiene e protegge la propria creatura. Si costruisce nei primi anni di vita nel rapporto tra genitori e figli, se ne prende consapevolezza da adulti, nel tessere relazioni di amicizia e sociali nel mondo del lavoro, della politica e dell’economia.

Gli scambi tra gli esseri umani si alimentano di fiducia e senza la fiducia non ci può essere crescita economica e prosperità. Le crisi finanziarie ed economiche vengono alimentate da un tradimento di fiducia, ad es. dei risparmiatori e da una conseguente prolungata mancanza di fiducia. Dopo una guerra, una catastrofe, una crisi, una malattia si riparte sempre costruendo fiducia che rafforzi un patto sociale prima di tutto che rimetta in circolo le energie, le azioni, gli scambi e anche l’economia.

Il sospetto divide, logora, fa ammalare. Il sospetto, la tentazione del sospetto allontanano da uno stato di pienezza e di amore, contaminano, tolgono forza ed energia, fanno soffrire. Inducono al male, talora per proteggersi da un timore, evocano fantasmi. Satana nella sua radice ebraica vuol dire colui che si oppone, ma anche l’accusatore. Nella sua radice greca diavolo significa colui che divide, trafigge. Si evoca il sospetto, che dirompe nella nostra mente accecandoci e mina alla base la fiducia, la possibilità di fiducia, affidamento, amore, costruzione, cammino in progressione. Il sospetto porta smarrimento, abisso, divisione, cessazione della vita.

Le relazioni si fondano sulla fiducia e senza fiducia entrano in crisi. Per ricostruirle ci vuole tanta pazienza, un atto di fiducia e tempo che consolidi tale fiducia. Adamo ed Eva dopo avere mangiato della mela hanno perso la fiducia e si sentono nudi, scoperti, sospettano del Dio creatore.

Nel mondo dell’economia e della finanza nel quale lavoro, se manca la fiducia si blocca tutto. La crisi economica nella quale ci dibattiamo attualmente ha a mio modo di vedere anche delle radici culturali. Senza fiducia è impossibile costruire un mondo migliore, più equo e giusto.

Ancor una volta affidarsi alla preghiera, chiedere fede, speranza e carità può alimentare la fiducia che sta alla base del nostro vivere come esseri umani e sociali e ci può aiutare nei momenti di difficoltà della vita. Gesù scaccia da sé la tentazione e si fa trafiggere nel corpo, ma resta vittorioso nello spirito. La Vergine Madre ha fiducia e su questa fiducia porta in grembo il Dio fattosi uomo.

La nostra mentalità molto influenzata dall’illuminismo, dal ‘cogito ergo sum’ ma anche del ‘dubito ergo cogito, ergo sum’ cartesiano, fatica a comprendere il mistero e forse alla base della fiducia ci vuole una semplice dichiarazione di impotenza della creatura che chiede aiuto al proprio Creatore e in Lui ripone fiducia. Da questo atto di umiltà e di semplicità si può dare alimento alla piantina della fiducia dentro di noi.

Daniela Carosio
Director Sustainable Equity Value Ltd.

 

Tutti siamo pienamente convinti dell’importanza dell’avere e del dare fiducia l’uno all’altro all’interno dell’esistenza umana: la fiducia è quella corrente sotterranea che permette a ciascuno di mettere in campo le proprie idee, prospettive, aspirazioni e di poter anche impegnarsi per esse con quella libertà e forza interiore, senza delle quali nulla di veramente umano viene mai alla luce. D’altro canto è proprio così, cioè avendo fiducia nella propria mamma, nel proprio papà, nelle persone più grandi che gradualmente iniziano a prendersi cura di lui, che il bambino impara ad affacciarsi con coraggio e senza paura sul mondo e sul mistero della vita umana.

Eppure con lucidità dobbiamo affermare che  oggi la fiducia – e qui pensiamo soprattutto al livello pubblico, sociale, politico della convivenza umana – vive una stagione di grande crisi. Luigi Zoja parla di una mutazione antropologica così profonda, dovuta all’imporsi del sistema economico-mercantile su tutte le altre realtà, da provocare ciò che lui chiama “la morte del prossimo”: il fatto cioè che non avvertiamo più il contatto e l’incontro con l’altro come essenziale per il pieno sviluppo della nostra umanità. Christopher Lasch ha definito il nostro come tempo del narcisismo, il cui effetto più immediato è quello di avere occhi solo per noi stessi, mentre gli altri semplicemente non li vediamo. Colette Soler ha rincarato la dose, parlando di società del “narcinismo”: l’attuale narcisismo sarebbe cioè caratterizzato da un pesante atteggiamento cinico, che ci trasforma in avidi consumatori e inappagati ricercatori di godimento immediato a spese dei poveri e dei disagiati. In questo clima non sorprende che al posto della fiducia tra di noi a prevalere siano dinamiche di sospetto e di incredibile competizione.

Le dure parole che papa Francesco ha pronunciato, nell’Evangelii gaudium, contro l’attuale sistema economico si spiegano anche per queste ragioni. Mentre il mercato cresce, cresce pure il deserto. La domanda di fondo ogginon è più perciò che cosa possiamo fare noi con questa economia, quanto piuttosto che cosa questa economia può fare di noi.

Armando Matteo
docente di Teologia Fondamentale alla PUG,
Assistente nazionale FUCI

 

La fiducia è un sentimento necessario alla buona convivenza. Ed è ciò che rende la vita serena. Ma diventa indispensabile all’interno di talune situazioni di relazione. Ad esempio nella coppia. Qualora venga meno la fiducia reciproca, sbiadisce anche quel sentimento fondante che è l’amore. L’amore “crea” il rapporto di coppia, è fondativo nella relazione, ma la fiducia ne è il collante.

Oggi molti fantasmi popolano la mente delle persone, troppi input da ogni dove, inclusa la rete telematica che avviluppa il pianeta col rischio di avviluppare anche la mente e il cuore in improbabili sogni di felicità… virtuale. Col rischio di minare la stessa realtà. E diventa più difficile “fidarsi”.

Ed ecco che talvolta sorge il sospetto, giustificato o meno.

Che cos’è il sospetto se non la difficoltà di fidarsi… E questo sentimento, di per sé negativo, ingigantisce nella sua negatività fino a creare rancori non solo all’interno della coppia, ma dovunque vi sia una relazione: di amicizia, di lavoro, di collaborazione artistica, sociale, politica, religiosa… Il sospetto è un tarlo che rode e avvelena la mente con pensieri sempre più negativi. E la persona si isola: non si fida più di nessuno!

In questo caso non c’è ancora di salvezza se non quella di recuperare la fiducia. Come? Col dissipare le ombre del sospetto (fondato o meno). Avere il coraggio di fare chiarezza per poter proseguire il cammino con serenità.

Beatrice Immediata
Scrittrice

Fiducia o sospetto: è in gioco la Vita!

La riflessione sulla fiducia, conduce a riflettere sulla Vita e in particolare la vita umana. Noi, di fatto, nasciamo grazie ad un supremo atto di fiducia e di amore reciproco di un uomo e di una donna. I nostri genitori che ci hanno permesso di vedere la luce. Prima ancora, vediamo la luce,  perché un Padre Buono continua a dare fiducia all’uomo e gli affida il Creato perché, fatti a Sua immagine, collaboriamo all’opera della creazione.

E anche se capita sempre più spesso che un bimbo nasca nella violazione della fiducia, egli è comunque soggetto dell’Amore e della Fiducia che Dio pone in lui e se viene al mondo è perché una donna è capace di andare oltre una ferita e dare fiducia alla nuova vita che germoglia in lei. La nostra Vita più autentica è fatta di tante nuove nascite: a noi stessi; alla relazione con l’altro; alla fede/Fiducia in un Dio che incontro se so dare fiducia ad una Testimonianza di chi prima di me ha veduto e creduto; ed è questione di fiducia anche il nascere all’eternità e proprio da questa consegna estrema dipende la serenità o, per contro, la disperazione, con cui si muore.

Il sospetto invece, non può che aprirsi in uno scenario di paralisi e di morte:

  • A Dio prima di tutto – lo si capisce dal brano di Genesi in cui il tentatore può aprirsi una breccia nel cuore della donna proprio grazie al seme del sospetto seminato in lei. Egli instilla il dubbio e la menzogna nei confronti della reale Bontà di Dio nei loro confronti. Il sospetto mira ad eliminare l’Altro/altro dalla nostra vita
  • a se stessi, perché se manca questa fiducia esistenziale, è difficile aprirsi alla vita e alla novità che essa e l’incontro con gli altri comporta
  • agli altri, perché nel sospetto non è possibile aprirsi e collaborare con gli altri e la nostra vita è radicalmente dipendente dall’altro/a e allo stesso tempo, che ne siamo consapevoli o meno, è fatta per dar compimento all’altro/a.

sr Maria Grazia Neglia
Figlie di S. Giuseppe del Caburlotto

 

Il sospetto è insito nell’uomo. Eva è vittima del sospetto che abita in lei prima di esserlo del serpente ingannatore. Fondato sulla paura di mostrare le proprie fragilità e, soprattutto, di accettare l’incapacità di dominare l’altro perché non pienamente conoscibile, il dubbio guida ogni uomo verso una valutazione sbagliata di ciò che accade intorno a lui. Questa lettura distorta della realtà frantuma ogni possibilità di comunione con l’altro che, trascinato all’interno di una spirale infinita di sospetti, diviene un nemico insopportabile.

La vita delle parrocchie sfortunatamente non è estranea a questo atteggiamento: si pensi ai sacerdoti vittime del sospetto dei propri parrocchiani oppure a quei collaboratori che, per il troppo zelo, sono tacciati di bramosia.

Se non prontamente chiarita, l’incomprensione retta dal sospetto è destinata a costruire muri invalicabili i quali, rinforzati da pregiudizi, equivoci e invidie, rendono impossibile ogni possibilità di incontro. Donare fiducia è  quel beato atteggiamento in grado di produrre una breccia in questi muri. Offrire fiducia è faticoso: destabilizza. Fidarsi infatti costringe alla rinuncia di ogni forma di controllo e apre alla possibilità della sofferenza. Eppure, solo abbandonandosi a questo rischio, solo osando misericordia con fede, si dona vita.

Paola Locatelli
Postulante Suore Missionarie dell’Immacolata PIME

“In una famosa storiella ebraica, un padre chiede al figlio di saltare dalla finestra. All’inizio il ragazzo, spaventato, esita. ‘Non ti fidi di tuo padre?’ gli chiede quest’ultimo per rassicurarlo. E il ragazzo si decide a saltare. Cadendo, si ferisce. ‘Ecco, adesso lo sai,’ dice il padre al figlio in lacrime ‘non devi fidarti di nessuno. Nemmeno di tuo padre!”

Questa storiella sgomenta eppure descrive la realtà della persona umana. La nostra è una società dove dominano paura e sfiducia verso l’altro perché sono sentimenti che indirizziamo anzitutto verso noi stessi.

Siamo costantemente proiettati verso qualcosa o verso qualcuno per colmare quel vuoto che si trasforma in un abisso, quello della disperazione. Incapaci di darci fiducia, siamo altrettanto incapaci di guardare realmente all’altro perché troppo ripiegati verso il proprio vuoto, occupato dal sospetto e che non lascia spazio all’affidarsi. Si perché la fiducia domanda anzitutto la capacità di “confidare” (“cum” e “fidere”, cioè affidare a qualcuno qualcosa di prezioso). La fiducia è un investimento a fondo perduto. Un termine questo che stride in una società del tornaconto e del do ut des.

Pur tuttavia questa resta l’unica possibilità per restituirci e restituire dignità, consapevoli che il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso.

Suor Anna Monia Alfieri
Responsabile Ufficio Scuola USMI Lombardia

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