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Souvenir
Vorrei solo sottolineare l’importanza del cammino formativo. La formazione prima di tutto ti distrugge, ti mette in disordine, o meglio in confusione perché tocca il tuo intimo, la profondità del tuo essere e la tua storia, ossia ciò che sei veramente. Poi essa ti rimodella, ti restaura, ti rende bella interiormente. In altre parole essa porta in sé una conversione, ossia un cambiamento di direzione: sguardo, mentalità…Per me questo cambiamento è avvenuto e avviene grazie all’apertura a chi mi accompagna camminando. Non sono ancora del tutto cambiata e non lo sarò mai pienamente, però percepisco che qualcosa sta cambiando in me non tanto perché l’età va sempre avanti, ma in quanto la formazione non mi lascia indifferente…Auguro a tutte un fruttuoso cammino di formazione. Su! Approfittiamo dell’età giovanile!
Sr Cici
Quando mi daranno dell’asino…
Domenica delle Palme 2012. Nella celebrazione eucaristica il Vangelo dell’entrata di Gesù in Gerusalemme a dorso di un asinello. In TV l’intervista ad un allevatore di asini di razza autoctona – l’Asino di Martina Franca: forte, robusto, frugale, latte simile a quello materno, da cui si ricavano prodotti d’eccellenza; un animale – si dice – a rischio di estinzione…
Fra i due, in questo giorno mi è stato donato di scoprire la mia vocazione nella vita: essere ASINO di razza molto simile a quello di Martina Franca!
Sì, un asino autoctono: mia terra è la Chiesa e, in essa, la famiglia e la mia Congregazione. Di razza: senza incroci, leggi estranee o compromessi. Robusto e resistente nella fede e nella fedeltà quotidiana alla mia vocazione. Ardisco aggiungere (a denti stretti): nell’umiltà. E poi chissà se con il “mio” – per modo di dire – latte, si potrà fare qualcosa di buono!… Lo scoprirò, o lo scoprirà qualcun altro insieme a me, per me… (sembra quasi una minaccia!). Sì, non sarà facile il mio cammino, come non lo è stato finora; non sarà una passeggiata.
Del resto abbiamo celebrato l’ingresso che Gesù fece in Gerusalemme montando un… asinello non un cavallo di razza, nonostante si trattasse di un’entrata trionfale! Perché l’asino?…non è un animale elegante e, se s’impunta, sono cavoli amari. Ma ha tutte quelle doti di cui ho scritto sopra e che solo Lui, Gesù, conosceva e sapeva apprezzare.
Del resto, pensandoci bene, a dorso di quale bestia da soma Maria si recò a Betlemme, in Egitto, a Nazareth? Quale animale, oltre al bue, riscaldò il piccolo Gesù? Quale animale s’inchinò davanti al Santissimo? Sempre e solo… un ASINO, un povero e semplice ASINO.
Quando saprò di aver raggiunto la meta? Quando mi daranno dell’asino ed io ne saprò gioire, ma fino ad allora …
Anisa