Archivio di giugno 2012

PostHeaderIcon Il Nostro Motore

Che sarebbe di noi? Che sarebbe della Vita Religiosa se Gesù non fosse il nostro fondamento?

La nostra fede è in Dio Padre attraverso Gesù il Cristo, l’Unto. Gesù il nome che ci salva. Noi cristiani, noi religiosi seguiamo le stesse orme di Gesù, dell’Emmanuele, del Dio con noi, il Dio vicino a tutta l’umanità. E per la vita religiosa se Gesù non fosse esistito, se non fosse il modello a cui ispirarci, la nostra consacrazione non avrebbe senso. Grazie alla sua incarnazione, infatti, Egli ha dato significanza alla nostra persona e alla nostra vita, al nostro impegno. Egli ci ha insegnato ad amare, a donarci… e anche ad agire con forte ed esplicito senso umanitario, ad avere atteggiamenti di compassione, di bontà, di rispetto…

Egli è il nostro modello che ci insegna come comportarci anche nelle situazioni difficili che ci vengono proposte dalla società molto complessa di oggi, nella quale i veri valori non hanno più importanza, ma sono passati in seconda linea. Egli ci insegna ad essere persone dalla forte carica umana… e ci insegna, come consacrate, a mettere tutta la nostra fiducia nelle mani di Dio.

Carissime giovani innamorate di Gesù, vi auguro un bel cammino nel Signore!

                   Luce

PostHeaderIcon La storia è come un fiume…

 

Sr M. Agnes Quaglini fsp

Scorre rapida e quella che viviamo già non è più. Una cosa però è certa: la nostra storia, quella che si dipana con la nostra umanità spesso sconvolta, la storia delle nostre istituzioni e delle nostre vite è storia di salvezza. In essa Dio è presente.

Non è presunzione riconoscere, quindi, la presenza di Dio nella mia piccola storia, vissuta all’USMI e in particolare al Centro Studi e alla direzione della rivista “Consacrazione e Servizio”. È iniziata per me nell’ottobre del 1977 e si è conclusa nel luglio 1988, quando altre si sono succedute, dedicandosi al servizio della Parola per le consacrate in Italia, ma anche nel mondo.

Era un momento non facile, per motivi rilevanti e anche contingenti. I primi emergono anche dal tema dei Convegni di studio per le superiore maggiori, realizzati nel 1979 sul tema: La ri-fondazione della vita consacrata e dal Seminario di studio sul futuro della vita religiosa, per i quali offrii anch’io un piccolo contributo. Numerosi cambiamenti interpellavano fortemente i religiosi e le religiose. Si avvertiva la necessità di approfondire il ruolo di una vita rinnovata, nel contesto storico contemporaneo, e perciò chiamata a rivedere o cambiare le sue strutture e a rendere più trasparente la stessa spiritualità, se si voleva continuare ad essere lievito per il rinnovamento del mondo. Si è vissuto un momento forte di ricerca e di riflessione. Non sono stati tracciati nuovi progetti di vita religiosa, convinte che è lo Spirito a guidarne il cammino. A noi è richiesto un continuo e più attento ascolto di ciò che vuole sussurrare, attraverso l’apporto di tutti, perché la vita consacrata ritrovi sempre l’originaria verginità e un nuovo dinamismo autenticamente evangelico.

Motivo contingente era il passaggio della direzione del Centro Studi e della Rivista, che erano sempre stati gestiti da Sacerdoti, a una religiosa. Ringrazio per la fiducia veramente fraterna e incondizionata che ho potuto avere dall’indimenticabile Presidente la M. Mariangela Campanile, delle Suore di Maria Bambina e dalla M. Filomena Annoni delle Canossiane, delle quali conservo in cuore il ricordo della loro straordinaria testimonianza al servizio di Dio e della Chiesa e della loro preziosa amicizia.

Altre esperienze hanno poi arricchito la mia vita e mi hanno offerto la possibilità di comunicare il molto che ho ricevuto, nella ricerca dell’identità della vita consacrata, nell’impegno di promozione spirituale e culturale, nell’assillo costante o vivo desiderio di seguire l’invito di Dio ad accogliere soprattutto la sua persona, ad ascoltare la sua Parola, a camminare sui suoi passi per essere presenza profetica nella Chiesa e nella società.

In occasione del mio giubileo di consacrazione avevo scritto che celebrare un giubileo (e questo vale anche per il giubileo dell’USMI) significa, tra l’altro, riandare a visitare tante pagine della nostra piccola storia: pagine di ricerca e di incontri, di fedeltà e di nostalgia per un di più fortemente agognato e talvolta non conseguito. Leggendo la nostra storia nella storia di Dio, avvertiamo un’onda impetuosa di emozioni, di gratitudine immensa, di gioia profonda e intensa per tutto quello che il Signore ci ha donato di vivere e comunicare, per averci chiamate con una vocazione stupenda, e, soprattutto, per aver colmato i nostri giorni della sua presenza. Auguro all’USmi, al Centro Studi e alla Rivista di poter continuare a sviluppare il loro compito di animazione – formazione sulla vita consacrata. E’ stato scritto e citato da molti che “la formazione è il futuro del presente”. Certamente la multiforme azione dell’USMI continuerà ad essere Kairos, dono di salvezza, stimolo alla crescita nello Spirito, per divenire “uomo perfetto”, donne perfette, capaci di essere sempre nuova luce che irradia lo splendore del Vangelo. E questo, senza restare ai margini della storia in movimento, ma ricercando, con umile pazienza, le nuove opportunità e anche i nuovi linguaggi, per dire Dio con la totalità della propria vita e della missione.

In questo nostro tempo, come in altri del passato, la vita consacrata sembra vivere una situazione di transito, come in mezzo al guado, talvolta un po’ sperduta, come incapace di vedere la riva o di indovinare la direzione giusta del suo andare. È importante saper guardare avanti e ricercare, dentro il nostro presente, i segni di novità e di continuità che contengono germi di futuro. Perché la vita consacrata avrà sempre un futuro. Potranno cadere alcune istituzioni, cambiare le forme di vita e di testimonianza, le modalità con cui la vita religiosa si esprime oggi nel mondo; ma è certo che il Vangelo resta e resterà sempre la sua forza trascinante e coinvolgente per chi ha la grazia di accoglierlo e di uniformarvi la vita. Dio continuerà a chiamare e sempre vi sarà qualcuno che ascolterà la sua voce e si porrà alla sua sequela con amore indiviso. Nasceranno forse nuove forme di aggregazione o di vita comune, forse anche comunità virtuali, con progetti digitali per condividere il pensiero, la spiritualità; altre forme di testimonianza, di apostolato, di vita…

La vita consacrata, tenendo viva la speranza cristiana, lungo il fluire del tempo, ha acceso un fuoco sulla terra. Ha costruito storia e, alimentando vincoli di comunione in un mondo spesso diviso, è divenuta epifania dell’amore totalmente gratuito di Dio. L’Usmi continuerà la sua missione e saprà divenire un “segnale” sempre più trasparente che indichi la via dell’identità religiosa nell’oggi, creando le premesse che la pongano in grado di riconoscere il “nuovo di Dio” che il futuro ci riserva. Auguro quindi, in questo anniversario della sua nascita, di vivere la situazione presente nella speranza, sapendo che, nel Cristo, “le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende” (Gv 2,8).

 

PostHeaderIcon Tra i malati oncologici

PostHeaderIcon L’Usmi dei miei anni

Mi trovavo in una nostra missione paolina a Trieste nel lontano 1959, dopo il cammino  formativo. Avevo 25 anni.

Dalla nostra Superiora generale venni chiamata a Roma per un servizio “speciale” alla Chiesa, in particolare alla Vita religiosa. Dovevo sostituire una sorella Sr Immacolatina  Bianco Figlia di San Paolo che da tempo prestava il suo servizio alla Rivista delle Religiose. Il compito che dovevo assumere era l’organizzazione e amministrazione della Rivista A.L.A. Ardeat Luceat Accendat – Rivista per la vita religiosa.

In quei tempi  nella Chiesa, c’era un ”fermento”, un’attesa che anticipava già il cammino preparativo del Concilio. Papa Roncalli, Giovanni XXIII, illuminato dallo Spirito sarà l’uomo di Dio che farà voltare pagina alla Storia della Chiesa.

La Vita religiosa attendeva. Dei significativi passi si continuavano a fare per creare “qualcosa di nuovo”. I Padri Gesuiti, Domenicani, Redentoristi, Francescani, Dehoniani e altri mettevano in comune questa “speranza”. Alcune Madri generali di Congregazioni si rendevano disponibili per una riflessione attorno all’attualità della vita religiosa e alle sue problematiche. Gli incontri avvenivano nell’ambito della Congregazione del Religiosi.

Un po’ di storia per la sede

In quel tempo 1959-1960 i Dicasteri Romani stavano trasferendosi in Piazza Pio XII, immobile occupato per i servizi dell’Anno Santo e ristrutturato per questo servizio universale della Chiesa.

Anche gli uffici della FIR  (federazione Italiana Religiose) che occupavano gli scantinati di Piazza S. Callisto, dovettero cercare una sede pur provvisoria. Le Figlie della Chiesa M. Oliva Bonaldo, in Viale Vaticano 62, mise a disposizione per un tempo, alcune sale della comunità per gli Uffici delle Religiose. Urgeva trovare una sede che ospitasse gli uffici delle Religiose.

Dopo Viale vaticano, i Padri Redentoristi ci ospitarono nelle loro recenti costruzioni di Via Ezio; da Via Ezio, poi, si passò in Via dell’Erba e Via dei Corridori (Ora Sede dell’Ecumenismo) per arrivare alla attuale sede di Via Zanardelli, 32.

La primavera della Chiesa

Posso dire d’aver vissuto gli “inizi” dell’Unione delle Religiose in un clima di largo respiro ecclesiale: l’ora del Concilio vissuta con persone che credevano al ruolo profetico della vita religiosa.

“L’USMI è stato l’organismo voluto dal Concilio Vaticano II con finalità ben precise: trasmettere il pensiero della Chiesa per costruire la comunione”. Le proposte conciliari e i documenti, erano materiale prezioso per trasmettere contenuti e suggerire applicazioni nelle Assemblee  annuali.

La Rivista  Ardeat Luceat Accendat che diventerà  Consacrazione e servizio   porterà una proposta continua sull’approfondimento della Consacrazione dalla quale deriva la qualità  del “servizio”- Con la Rivista  nasce il Centro Studi  che cura le pubblicazioni dell’USMI e delle sue federazioni (Firo, Firas, Fire e Firad) che rispecchiavano al tempo la qualifica dell’apostolato e della missione specifica di ogni congregazione nella Chiesa: Educazione, Apostolato Diretto Assistenza sociale e  Assistenza ospedaliera.

A parallelo cammino conciliare, si vedevano impegnate non solo le Superiore Maggiori, ma le intere congregazioni in un cammino di unione e di collaborazione, attraverso il dialogo. E  si sono incontrate Persone influenti, ricche di santità,  con un grande bagaglio di esperienza apostolica e comunitaria  per facilitare il nuovo percorso.

La mia congregazione, di giovane fondazione, s’inseriva tra le altre di grandi esperienze secolari per dire e comunicare il nuovo carisma “Evangelizzazione nel mondo della comunicazione sociale”, al punto da eleggere  la nostra Madre Generale: Madre Maestra Tecla Merlo, prima Presidente delle Superiore Maggiori d’Italia.

Io, Figlia di San Paolo, ho lavorato e vissuto per 12 anni una bella collaborazione inter-congregazionale ed ho visto “cadere” tante piccole e grandi barriere che esistevano tra le congregazioni. Si cominciava a guardare nella stessa direzione, ad avere le stesse preoccupazioni e amore per la Chiesa, vita religiosa – vita consacrata. Posso testimoniare di aver partecipato, agli inizi, cominciato da “Betlemme” l’opera  attraverso un crescente senso di appartenenza ecclesiale che ha fatto “crescere” la vita consacrata nel mondo.

Fu una esperienza forte ecclesiale che mi avrebbe accompagnato in MISSIONE (già da 35 anni) collaborando alle Unioni delle Superiore Maggiori in Africa, nella Repubblica Democratica del Congo. Il nome inculturato  sarà USUMA Union des  Superieures Majeures. Nelle ore decisive del paese l’USUMA ha dato un apporto di grande rilievo, collaborando in sinergia con la Chiesa locale. Oggi l’USUMA continua il suo cammino e promuove incontri a tutti i livelli e va facendo lettura dei “Segni dei tempi” attraverso i documenti della Chiesa e  la Storia, sentendosi  così membra vive  e operanti nelle Chiese sorelle.

Una parola di conclusione e augurio

  • Prima di tutto ringrazio il Signore della fiducia datami dai Superiori per questo “servizio” vissuto in clima conciliare
  • In secondo luogo ringrazio il Signore per le persone: Sacerdoti e Suore con i quali ho collaborato  in quei 12 anni, con intuizioni profetiche e amore alla Chiesa
  • L’augurio si fa preghiera perché oggi per la vita consacrata “la Santità” è urgente !

Sr Maria Rosaria Zambello fsp

Fèlicitations à Sr Biancarosa per la “continuità dell’opera! Grazie !

PostHeaderIcon Note storiche: 1988-1998

Rievocare  e ripercorrere, sia pure un tassello della storia dell’USMI Nazionale, è come rivivere una parte importante  della vita personale , ma più ancora della vita dell’UNIONE  SUPERIORE MAGGIORI D’ITALIA:

Le Superiore Maggiori  partecipanti all’Assemblea Nazionale del 1978, hanno “generosamente” votato come Presidente Nazionale,la Madre Lilia  Capretti, Superiora Generale della Congregazione delle Suore dell’Apostolato Cattolico (Pallottine). Agli applausi ed alle programmazioni dell’Assemblea, seguono gli intensi impegni di lavoro, sia per conoscere l’USMI dall’interno, sia per prendere visione di tanti  punti, anche nodali,  da affrontare e che esigevano attenzione e coraggio. Ma la grazia di Dio è stata sempre presente, generosa ed operante, così pure l’entusiasmo  e la gioia della collaborazione per il bene della Chiesa e della vita consacrata in Italia non sono venute mai meno.

La stagione ecclesiale si profilava  ricca di eventi, sia nelle oculate programmazioni  sia nello svolgimento di esse. La vita religiosa, proprio attraverso l’organismo USMI , è stata sempre presente e, per quanto possibile, collaborante.  Punto di riferimento, come ribadito anche dai Pontifici, fu sempre il Vat. II che aveva indicato la rotta, offerto abbondanza di contenuti e spinte di innovazione nella Chiesa e nel suo rapporto con il mondo. Orala Chiesaaveva bisogno anche di illuminati traghettatori per rettamente interpretare e guidare il cammino della Chiesa, ma anche quello della vita religiosa. E questi, grazie a Dio non mancarono. La Chiesa Italianafu aperta e sensibile nel rispondere agli inviti ed alle sfide del momento. Attraversola Conferenza Episcopaleconvoca tutti i membri della Chiesa e mobilita ogni categoria di appartenenti alla Chiesa, e nella preparazione e nello svolgimento di Convegni ecclesiali nazionali . Solo per ricordarli: Nel 1976 il  Convegno ecclesiale di Roma, su “Evangelizzazione e promozione umana” nel 1985 quello di Loreto: “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”;  nel  1995 quello di Palermo: “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”.  La vita religiosa fu numerosa nella partecipazione ed efficace nella collaborazione. Ricordiamo anche i periodi cruciali, come quelli del terrorismo. L’USMI ha aiutato le religiose non solo nella conoscenza delle vicende storiche, a leggere i8 messaggi e gli appelli chela Chiesalanciava  alla società ed alla vita religiosa, ma anche a rispondere  secondo il carisma delle Congregazioni.

Uno degli impegni che l’USMI  ha ritenuto di primaria importanza ed indilazionabile in un mondo in continuo cambiamento fu quello della formazione ad ogni livello. Le Superiore Maggiori  dovevano guidare le Congregazioni, le religiose,  di fronte ai cambiamenti  in atto avevano forte bisogno di chiarezza e le giovani candidate dovevano essere illuminate nelle loro scelte e nella comprensione della vita religiosa nell’interno della Chiesa e nel mondo. Per venire incontro ad alcune di queste esigenze, nella sede dell’UNIONE si organizzò  la “scuola di formazione” per Novizie, E’ da ricordare che già i Noviziati in Italia erano diventati internazionali e contenevano candidate di varia provenienza. Le difficoltà che cominciavano ad affiorare, insieme a buone speranze e prospettive, richiesero un’attenzione ed un impegno molto forte da parte dell’UNIONE, la quale coinvolse anche membri della CVCSVA.

Tra le varie operazioni che l’UNIONE doveva mettere in atto e con buon discernimento, ricordiamo:

—La chiusura della Scuola di scienze religiose “REGINA APOSTOLORUM” saggiamente guidata da Padre Tenzi….

—il lungo e faticoso discernimento per la  soluzione della Scuola di Servizio sociale, guidata dalla FIRAS. La questione fu poi positivamente risolta con il passaggio alla LUMSA come specifica facoltà universitaria.

La sede dell’USMI doveva essere ristrutturata, e questo ha richiesto tempo, studio e costi, ma l’operazione condotta dall’Ingegnere Ignazio fagiolo, di venerata memoria, fu bene riuscita.

—  L’USMI ha  dovuto  affrontare il delicato ed impegnativo lavoro della revisione dello Statuto che regolamenta la vita interna e di relazione dell’UNIONE.  Il compito non è stato né semplice né di breve durata. Ha richiesto la collaborazione di esperti qualificati  e tanta dedizione da parte di tutte le collaboratrici di Presidenza e dei vari uffici. Né possiamo dire che il lavoro è  stato ultimato poiché richiede sempre nuovi ritocchi o modifiche, anche per adattamenti alle mutate situazioni della vita consacrata e delle relazioni interecclesiali.  Con la revisione dello Statuto si è pervenuti anche alla ristrutturazione dei vari settori operativi. Le stesse “federazioni”: FIRE , FIRAS. FIROS si sono allineate agli altri settori, divenendo  “UFFICI” con particolari competenze religiose o sociali, e con riferimento agli Uffici della CEI. Questo fu un notevole passo di comunione e di collaborazione,  sia a livello nazionale che locale. Infatti ogni settore, sempre in comunione conla Presidenza, organizzava Convegni  ben preparati, qualificati e molto partecipati. In ognuno di essila Presidenzasi faceva presente, non solo per un fugace saluto, ma come partecipazione dell’USMI alla vita religiosa in Italia. In ogni occasione l’USMI si è rivelata come una grande famiglia che vuole crescere, maturare e operare in piena comunione con tutti gli Istituti e con le religiose. Questo è stato molto avvertito da tutte , anche perché ogni situazione  si prendeva a cuore,e quello che si faceva era all’insegna comunione ecclesiale, della fraternità e della cordialità.

— Altro impegno specifico e proprio del momento, fu la particolare attenzione chela Presidenzariservò ai “piccoli Istituti” Così ci si esprimeva all’epoca. Comprensibile  fu lo stato d’animo di chi vedeva assottigliare e ridurre al minimo il numero dei propri membri. Senza dimenticare che la crisi stava colpendo tutti, ma sempre nelle proporzioni. Salutare fu la loro convocazione e l’aiuto che fu offerto, soprattutto per mezzo di Padre Pierluigi Nava, Monfortano: la lettura di fede delle situazioni, i suggerimenti, l’incoraggiamento, e il sostegno dato anche individualmente ai singoli Istituti e alle persone, la valorizzazione del carisma e altro aiutò molto a discernere ed accettare la propria realtà, come povertà evangelica, propria dei seguaci di Gesù Cristo.

— Altro impegno chela Presidenzaportò avanti con le Superiore Maggiori ,fu la rilettura delle Costituzioni riformulate nel postconcilio, la necessità di un aggiornamento e lo studio dei criteri e delle linee teologiche e carismatiche da seguire.  Così pure fu importante rivedere e approfondire i criteri per un buon Capitolo Generale e per la scelta delle Superiore, in un tempo diverso dal passato. Anche in questi ambiti fu preziosa la collaborazione e l’accompagnamento di Padre Nava.

— Molto buona è stata la collaborazione con la  CISM, organismo che unisce i Superiori Maggiori d’Italia , degli Istituti maschili. In modo particolare si è resa efficace la collaborazione con Padre  Cabra e Padre Bisignano. Molte sono state le iniziative realizzate congiuntamente. Di rilievo è stato il Convegno in occasione del 25 anniversario del Decreto “Perfectae Caritatis”, ampiamente e gioiosamente partecipato da religiose , religiosi e consacrati dei vari Istituti. Di coronamento è stata l’udienza del S. Padre, Giovanni Paolo II nella sala Paolo VI.

Altro evento da mettere in nota è stato il SINODO dei Vescovi sulla Vita consacrata. Una grande mobilitazione, promossa dall’USMI e dalla CISM ha messo in movimento tutti i consacrati d’Italia. Dinamica e feconda è stata la preparazione, le riflessioni, le proposte. Molta carta si è riversata alla

Segreteria del Sinodo, ma anche molta vitalità si è rivelata. Veramente “Apes argumentosae” sono state le religiose in questo evento ecclesiale. Lo svolgimento del Sinodo, nel 1994,  i Messaggi pervenuti, le notizie o le dirette partecipazioni, tutto ha contribuito a rendere più speranzosa e più concreta l’appartenenza alla Chiesa e la gioia della consacrazione a Dio. Nel 1996 giunge l’attesa  Esortazione Apostolica “Vita Consecrata”. E’ stata accolta, letta, studiata, condivisa con molta attenzione e gioia. E’ stata oggetto di vari Convegni a livello Nazionale e locale, ed ha trovato ottimi espositori, ma molta attenzione nella comprensione e nell’incarnazione di questo prezioso documento, definito da tutti: bello. Un particolare da non dimenticare è stata la visita della Presidente Nazionale nelle Filippine, a Manila, ove molte religiose e religiosi hanno aperto case di formazione. Queste, con l’appoggio della CVCSVA hanno rivolto l’invito alla USMI perché tramitela Presidentecondividesse con loro  la ricchezza del Sinodo, a cui aveva partecipato come ascoltatrice, e esponesse l’E.A.V.C:

Secondo come prescritto nello Statuto,la Presidentecon qualche Consigliera, si è recata nelle varie Regioni d’Italia per la regolare elezione della Presidente USMI regionale e delle Consigliere. Anche questi sono stati tempi di comunione  e di grazia per tutte.

Oltre e dentro le molteplici attività posso dire che, sia con il Consiglio di Presidenza, sia con le collaboratrici dei vari uffici, come pure con  quante è stato possibile raggiungere, l’USMI ha vissuto una feconda stagione di comunione, di fraternità, di ricerca seria e promettente.

Vorrei concludere questo breve escursus riportando un pensiero chela Presidente,  rieletta per un II quinquennio,  1993-98 espresse al termine della assemblea nazionale elettiva : “Sono passati i tempi delle novità conciliari, come pure quelli delle sperimentazioni, della stesura dei nuovi testi legislativi, i tempi della paura e dell’esuberanza spesso irrequieta, ma non sono finiti i tempi della ricerca…né il tempo del rinnovamento. A quasi trent’anni  dal Vaticano II, la vita religiosa si è fatta più riflessiva e matura, ed è, quindi, nonostante le prove purificatrici che sta vivendo, più serena; ma ciò non vuol dire che è rassegnata di fronte ai problemi reali, sia interni che esterni, anche se è latente la tendenza e il rischio del riflusso conservatore e del ripiegamento sulle situazioni di disagio.”

La consegna lanciata allora all’Assemblea è stata di andare avanti con fiducia nella presenza salvifica del Signore, ma anche con la determinazione di affrontare, senza più attendere, i problemi che la vita religiosa ha davanti.

Madre Lilia Capretti esac

PostHeaderIcon “Ciò che hai imparato per esperienza diretta”

 

Personalmente, fra le tante cose importanti, c’è n’è una che ritengo fondamentale per rispondere con gratitudine al dono della mia vocazione religiosa: quella di vivere senza alcun interesse personale, con “cuore sincero davanti a Dio”. Immagino sempre il mio cuore come la piccola casetta di Dio, un edificio che va continuamente rinnovato, pulito, riordinato… una dimora in cui Lui può starci bene se vi trova pace, tranquillità, amore. Devo dire che non è facile vivere con cuore sincero perché richiede molta presenza a me stessa e a quanto sto vivendo e operando momento per momento, senza farmi distrarre da altro (difficoltà o preoccupazioni…) ma solo ponendomi alla presenza del Maestro e lasciando agire il cuore. Quando ci riesco, noto la differenza: ogni azione che faccio con cuore sincero davanti a Lui, riesce sempre bene anche se era destinata a fallire; ogni relazione vissuta col cuore, mi rende sempre più empatica e mi dona di comprendere a fondo chi mi sta davanti; ogni preghiera fatta con cuore sincero è ben accolta da Dio e molto spesso esaudita. Questo è ciò che sento di condividere e che cerco di vivere a piccoli passi, giorno dopo giorno, senza trascurare di chiedere a Dio la Sua grazia, poiché senza la Sua grazia, so bene che non è possibile correggersi, nemmeno negli atti più semplici o scontati.

Sr. Loretta

lorettafsp@gmail.com

 

PostHeaderIcon Gratitudine e gioia

Spesso mi ritrovo a percorrere con la mente i miei quasi 25 anni di vita religiosa. La prima parola che sale dal cuore è: Grazie.

Si, grazie a Gesù perché come Maestro buono mi ha scelta, per essere sua testimone nel mondo attuale. Nella gioia e nella difficoltà la certezza di essere stata chiamata da Gesù, per stare con Lui, e per essere inviata al mondo intero mi ha dato la  forza per dire il mio si quotidiano.

I momenti difficili non sono mancati, ma la forza per superarli l’ho trovata nella certezza che la   vocazione non è una mia idea, una mia convinzione… ma una chiamata ad annunciare la gioia di appartenere a Lui e a coloro che Gesù mi ha affidato.

E pensare agli altri mi ha fatto raggiungere i confini del mondo (Mc 16,15-18), facendomi il dono di vivere anche due anni in America Latina, esperienza molto ricca, e donandomi la gioia di incontrare  tante persone che mi hanno insegnato a dimenticare me stessa per crescere nell’amore gratuito. Questo è l’altro motivo di gratitudine che accompagna la mia vita consacrata.

                                                                                     Cettina Talarico

PostHeaderIcon Tra collaborazione e gratitudine

Era alla fine degli anni ’70 che mi sono affacciato alla redazione di Consacrazione e Servizio: da poco era entrata come direttrice sr. Agnes Quaglini e poi c’era la presidenza di madre Campanile e la guida di padre A. De Marchi. Tre personalità davvero, che subito mi hanno fatto una bella impressione.

Mi sono sempre sentito onorato nel lavorare con la redazione di questa rivista Consacrazione e Servizio che costituisce per me un fenomeno interessante nel panorama della vita religiosa, e non solo italiana. Perché si tratta di una rivista diretta e pensata dalle religiose, ma non destinata solo a loro. Delle donne che mostrino autonomia e originalità nel riflettere e interpretare i grandi valori come pure le vicende più rilevanti del vivere sociale, culturale e storico, mi è sempre sembrata una cosa originale e insolita.

Proprio per questo non solo ho sempre collaborato volentieri con il gruppo della redazione per tutti questi trenta anni e più, ma anche ho sempre incoraggiato a vigilare su questa propria autonomia, per non finire prima unite e poi subalterne grazie ad iniziative che volevano mettere insieme le testate della vita religiosa in Italia. Che delle suore abbiano avuto capacità, creatività e originalità nel portare avanti per così tanto tempo una rivista bella, solida, vivace, ammirata da tanti in Italia e all’estero, mi pare una gran bella cosa, che ha anche dell’incredibile. E devono continuare a proseguire in autonomia serena.

Via via con il passare di mano della redazione da una direttrice all’altra, temi e stili sono certo cambiati, ma sempre c’è stata qualità e originalità, passione e competenza. I seminari del tempo di sr. Agnes e poi i supplementi speciali di sr. Bianca Rosa e ora i molti dossier di sr. Marcellina, sono sempre collegati con temi ispirativi e strumenti di aggiornamento e di discernimento che ritengo indispensabili per chi vuole orientarsi nelle tematiche che ci riguardano come religiosi e come cristiani.

E poi l’apertura a molteplici collaborazioni, molte anche di prestigio, è un pregio che non si può disconoscere:frutto della abilità tutta femminile di ottenere collaborazioni, ma anche ricchezza mentale nell’accogliere stili e suggestioni da chiunque abbia qualche cosa di buono e utile da proporre. Certe volte anzi mi ha sorpreso vedere tra le firme anche qualche penna un po’  graffiante, qualche nome non del tutto allineato: eppure sempre i contenuti dei loro contributi mi hanno aiutato a capire, mi hanno orientato in maniera sapiente e feconda. E questa è una delle cose che mi hanno sempre incoraggiato a continuare la collaborazione, attraverso le varie direzioni.

Infine vorrei dire del clima sempre gentile e accogliente che si respira nei lavori di redazione: un tocco femminile di delicatezza e convincimento che non può che far bene, e incoraggia a perseverare con passione e dedizione. E quindi sono grato per essere stato coinvolto per oltre trent’anni in questa bella avventura. Mi ha aiutato a rimanere mentalmente duttile, a conoscere da vicino l’evoluzione, i nodi e le speranze della vita religiosa, ad apprezzare il “genio femminile” che abita anche fra di noi, e contribuisce a rendere questa Chiesa e le nostre famiglie religiose, testimoni fedeli e credibili del Vangelo.

p. Bruno Secondin ocarm