Tra collaborazione e gratitudine
Era alla fine degli anni ’70 che mi sono affacciato alla redazione di Consacrazione e Servizio: da poco era entrata come direttrice sr. Agnes Quaglini e poi c’era la presidenza di madre Campanile e la guida di padre A. De Marchi. Tre personalità davvero, che subito mi hanno fatto una bella impressione.
Mi sono sempre sentito onorato nel lavorare con la redazione di questa rivista Consacrazione e Servizio che costituisce per me un fenomeno interessante nel panorama della vita religiosa, e non solo italiana. Perché si tratta di una rivista diretta e pensata dalle religiose, ma non destinata solo a loro. Delle donne che mostrino autonomia e originalità nel riflettere e interpretare i grandi valori come pure le vicende più rilevanti del vivere sociale, culturale e storico, mi è sempre sembrata una cosa originale e insolita.
Proprio per questo non solo ho sempre collaborato volentieri con il gruppo della redazione per tutti questi trenta anni e più, ma anche ho sempre incoraggiato a vigilare su questa propria autonomia, per non finire prima unite e poi subalterne grazie ad iniziative che volevano mettere insieme le testate della vita religiosa in Italia. Che delle suore abbiano avuto capacità, creatività e originalità nel portare avanti per così tanto tempo una rivista bella, solida, vivace, ammirata da tanti in Italia e all’estero, mi pare una gran bella cosa, che ha anche dell’incredibile. E devono continuare a proseguire in autonomia serena.
Via via con il passare di mano della redazione da una direttrice all’altra, temi e stili sono certo cambiati, ma sempre c’è stata qualità e originalità, passione e competenza. I seminari del tempo di sr. Agnes e poi i supplementi speciali di sr. Bianca Rosa e ora i molti dossier di sr. Marcellina, sono sempre collegati con temi ispirativi e strumenti di aggiornamento e di discernimento che ritengo indispensabili per chi vuole orientarsi nelle tematiche che ci riguardano come religiosi e come cristiani.
E poi l’apertura a molteplici collaborazioni, molte anche di prestigio, è un pregio che non si può disconoscere:frutto della abilità tutta femminile di ottenere collaborazioni, ma anche ricchezza mentale nell’accogliere stili e suggestioni da chiunque abbia qualche cosa di buono e utile da proporre. Certe volte anzi mi ha sorpreso vedere tra le firme anche qualche penna un po’ graffiante, qualche nome non del tutto allineato: eppure sempre i contenuti dei loro contributi mi hanno aiutato a capire, mi hanno orientato in maniera sapiente e feconda. E questa è una delle cose che mi hanno sempre incoraggiato a continuare la collaborazione, attraverso le varie direzioni.
Infine vorrei dire del clima sempre gentile e accogliente che si respira nei lavori di redazione: un tocco femminile di delicatezza e convincimento che non può che far bene, e incoraggia a perseverare con passione e dedizione. E quindi sono grato per essere stato coinvolto per oltre trent’anni in questa bella avventura. Mi ha aiutato a rimanere mentalmente duttile, a conoscere da vicino l’evoluzione, i nodi e le speranze della vita religiosa, ad apprezzare il “genio femminile” che abita anche fra di noi, e contribuisce a rendere questa Chiesa e le nostre famiglie religiose, testimoni fedeli e credibili del Vangelo.
p. Bruno Secondin ocarm