PostHeaderIcon La storia è come un fiume…

 

Sr M. Agnes Quaglini fsp

Scorre rapida e quella che viviamo già non è più. Una cosa però è certa: la nostra storia, quella che si dipana con la nostra umanità spesso sconvolta, la storia delle nostre istituzioni e delle nostre vite è storia di salvezza. In essa Dio è presente.

Non è presunzione riconoscere, quindi, la presenza di Dio nella mia piccola storia, vissuta all’USMI e in particolare al Centro Studi e alla direzione della rivista “Consacrazione e Servizio”. È iniziata per me nell’ottobre del 1977 e si è conclusa nel luglio 1988, quando altre si sono succedute, dedicandosi al servizio della Parola per le consacrate in Italia, ma anche nel mondo.

Era un momento non facile, per motivi rilevanti e anche contingenti. I primi emergono anche dal tema dei Convegni di studio per le superiore maggiori, realizzati nel 1979 sul tema: La ri-fondazione della vita consacrata e dal Seminario di studio sul futuro della vita religiosa, per i quali offrii anch’io un piccolo contributo. Numerosi cambiamenti interpellavano fortemente i religiosi e le religiose. Si avvertiva la necessità di approfondire il ruolo di una vita rinnovata, nel contesto storico contemporaneo, e perciò chiamata a rivedere o cambiare le sue strutture e a rendere più trasparente la stessa spiritualità, se si voleva continuare ad essere lievito per il rinnovamento del mondo. Si è vissuto un momento forte di ricerca e di riflessione. Non sono stati tracciati nuovi progetti di vita religiosa, convinte che è lo Spirito a guidarne il cammino. A noi è richiesto un continuo e più attento ascolto di ciò che vuole sussurrare, attraverso l’apporto di tutti, perché la vita consacrata ritrovi sempre l’originaria verginità e un nuovo dinamismo autenticamente evangelico.

Motivo contingente era il passaggio della direzione del Centro Studi e della Rivista, che erano sempre stati gestiti da Sacerdoti, a una religiosa. Ringrazio per la fiducia veramente fraterna e incondizionata che ho potuto avere dall’indimenticabile Presidente la M. Mariangela Campanile, delle Suore di Maria Bambina e dalla M. Filomena Annoni delle Canossiane, delle quali conservo in cuore il ricordo della loro straordinaria testimonianza al servizio di Dio e della Chiesa e della loro preziosa amicizia.

Altre esperienze hanno poi arricchito la mia vita e mi hanno offerto la possibilità di comunicare il molto che ho ricevuto, nella ricerca dell’identità della vita consacrata, nell’impegno di promozione spirituale e culturale, nell’assillo costante o vivo desiderio di seguire l’invito di Dio ad accogliere soprattutto la sua persona, ad ascoltare la sua Parola, a camminare sui suoi passi per essere presenza profetica nella Chiesa e nella società.

In occasione del mio giubileo di consacrazione avevo scritto che celebrare un giubileo (e questo vale anche per il giubileo dell’USMI) significa, tra l’altro, riandare a visitare tante pagine della nostra piccola storia: pagine di ricerca e di incontri, di fedeltà e di nostalgia per un di più fortemente agognato e talvolta non conseguito. Leggendo la nostra storia nella storia di Dio, avvertiamo un’onda impetuosa di emozioni, di gratitudine immensa, di gioia profonda e intensa per tutto quello che il Signore ci ha donato di vivere e comunicare, per averci chiamate con una vocazione stupenda, e, soprattutto, per aver colmato i nostri giorni della sua presenza. Auguro all’USmi, al Centro Studi e alla Rivista di poter continuare a sviluppare il loro compito di animazione – formazione sulla vita consacrata. E’ stato scritto e citato da molti che “la formazione è il futuro del presente”. Certamente la multiforme azione dell’USMI continuerà ad essere Kairos, dono di salvezza, stimolo alla crescita nello Spirito, per divenire “uomo perfetto”, donne perfette, capaci di essere sempre nuova luce che irradia lo splendore del Vangelo. E questo, senza restare ai margini della storia in movimento, ma ricercando, con umile pazienza, le nuove opportunità e anche i nuovi linguaggi, per dire Dio con la totalità della propria vita e della missione.

In questo nostro tempo, come in altri del passato, la vita consacrata sembra vivere una situazione di transito, come in mezzo al guado, talvolta un po’ sperduta, come incapace di vedere la riva o di indovinare la direzione giusta del suo andare. È importante saper guardare avanti e ricercare, dentro il nostro presente, i segni di novità e di continuità che contengono germi di futuro. Perché la vita consacrata avrà sempre un futuro. Potranno cadere alcune istituzioni, cambiare le forme di vita e di testimonianza, le modalità con cui la vita religiosa si esprime oggi nel mondo; ma è certo che il Vangelo resta e resterà sempre la sua forza trascinante e coinvolgente per chi ha la grazia di accoglierlo e di uniformarvi la vita. Dio continuerà a chiamare e sempre vi sarà qualcuno che ascolterà la sua voce e si porrà alla sua sequela con amore indiviso. Nasceranno forse nuove forme di aggregazione o di vita comune, forse anche comunità virtuali, con progetti digitali per condividere il pensiero, la spiritualità; altre forme di testimonianza, di apostolato, di vita…

La vita consacrata, tenendo viva la speranza cristiana, lungo il fluire del tempo, ha acceso un fuoco sulla terra. Ha costruito storia e, alimentando vincoli di comunione in un mondo spesso diviso, è divenuta epifania dell’amore totalmente gratuito di Dio. L’Usmi continuerà la sua missione e saprà divenire un “segnale” sempre più trasparente che indichi la via dell’identità religiosa nell’oggi, creando le premesse che la pongano in grado di riconoscere il “nuovo di Dio” che il futuro ci riserva. Auguro quindi, in questo anniversario della sua nascita, di vivere la situazione presente nella speranza, sapendo che, nel Cristo, “le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende” (Gv 2,8).

 

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