PostHeaderIcon MEMORIA E FUTURO

Il mio primo incontro con l’USMI Nazionale risale al 1974 quando venni invitato a tenere alcune lezioni sulla vocazione alle Maestre di formazione. L’invito mi giunse da P. Andretta, l’Assistente Generale e dalla Presidente. Da allora iniziai un lungo cammino con l’USMI condividendo iniziative e scelte, sogni e ricerca, sofferenze e speranza, titubanze e coraggio. Conobbi l’amore per la vita consacrata delle Presidenti, quali Madre Angela Maria Campanile, Madre Annoni, Madre Lilia Capretti e di chi è venuta dopo.

Ricordare un nome è rendere presente tutte le persone che con loro operavano, soffrivano, cercavano le vie per rinnovare la vita consacrata e le opere apostoliche, per dare fiducia e aprire prospettive. La mia collaborazione ricopriva principalmente il campo della formazione iniziale, ma in seguito anche ambiti più vasti, soprattutto quale Presidente Nazionale della CISM. Ricordo qualche particolare: lo sviluppo dell’Ufficio Formazione e le iniziative per le postulanti, la scuola per le novizie, i Convegni  di Collevalenza le cui destinatarie erano prima di tutto le Maestre di Formazione e successivamente le juniores e le novizie. Nacque con queste ultime il desiderio di incontrare il Papa; avvenne nell’udienza riservata alle novizie il 10 aprile 1989; il discorso di Giovanni Paolo II rimane una fonte d’ispirazione. Le novizie gli dedicarono due canti – a Pietro e a Maria – composti da loro.

Il coinvolgimento delle nuove generazioni restava un obiettivo principale. Ricordo che alcuni religiosi italiani in Roma scrissero al Papa, alla vigilia del Sinodo sulla Vita Consacrata,  per dirgli che come gli “adulti” avevano i loro Convegni di preparazione (l’USG aveva organizzato, ad esempio,  il I Convegno Mondiale. Carismi nella Chiesa per il mondo), così volevano anche loro dare un proprio contributo. Essendo i tempi piuttosto ristretti, Giovanni Paolo II incaricò il Prefetto della CIVCSVA , il Card. Martinez Somalo – e questi l’USG ela UISG– a provvedervi dopo il Sinodo. Nacque così il Congresso Internazionale del 1997: “Vidimus Dominum” (il cui nome è stato assunto per il sito dell’USG/UISG). Tutti noi ne siamo stati coinvolti attivamente. La memoria di queste realtà  fa toccare con mano che il Signore opera nella storia, anche se per noi appare buia, e che tutto ha un sento ed una meta. Anche le stesse  crisi, i nuovi  germogli ed altre espressioni, nuove o classiche, di vita consacrata che fiorivano nel mondo, rientrano in un disegno di Dio. Per aiutare e  promuovere la vita consacrata nella Chiesa, durante la nostra presidenza, rispettivamente della CISM e dell’ USMI, inseriti in alcune strutture della CEI abbiamo cercato di portare avanti alcune iniziative. Tra l’altro, la preparazione, sotto la responsabilità della Commissione Mista Vescovi-Religiosi, di un volume – un sorta di manuale – sulla vita consacrata per i seminari (una copia è stata sta data a tutti i Padri Sinodali).

Durante l’Assemblea Generale della CEI sulla vita consacrata (ottobre 1993) il Presidente, il Card. Camillo Ruini, chiese di presentare, con una relazione documentata, la situazione e le prospettive della vita consacrata in Italia. A questa esperienza, aggiungo quella della costituzione di un organismo di collaborazione tra tutti gli enti che si occupano delle nostre Istituzioni: è la nascita del Comitato di Coordinamento sotto la responsabilità dei nostri due organismi che l’avevano maturata; in alcuni momenti il lavoro del Comitato è stato determinante anche di fronte alle autorità civili. Sono solo dei cenni di una esperienza personale vissuta  con altri consacrati e consacrate, con laici e sacerdoti,  ma dentrola Chiesaperché non abbia a impallidirsi il dono della vita consacrata e la vita religiosa “non lasci mancare un raggio della divina bellezza  che illumini il cammino dell’esistenza umana” (VC 109). Ringrazio le Presidenti e tutte le religiose che hanno dato fiducia e con cui abbiamo camminato insieme. Sono delle Testimoni.

L’identità e il ruolo di questi nostri Organismi certamente matura con il tempo, ma la collaborazione va voluta e ricercata in chiave di comunione perché è una esigenza della natura comunionale della Chiesa ed una testimonianza profetica (cf. VC 53). E quanto più ogni  persona ed ogni istituzione è se stessa secondo il disegno di Dio, tanto più il segno diventa luminoso e l’operare evangelico tra la gente diventa fecondo, guidato dalle leggi d’amore del mistero pasquale. La memoria rimanda alle radici evangeliche e carismatiche della vita consacrata  e porta a costruire nel presente protesi in avanti. L’augurio è di non lasciare mai nulla di intentato per annunciare il Cristo Redentore ed il Padre suo e, con la forza dello Spirito, percorrere le strade dei Popoli di oggi e delle culture in trasformazione con semplicità, fede profonda, gioia,  nel dono di noi.

P. Sante Bisignano OMI

Condividi su:
  • Print
  • Digg
  • Sphinn
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Mixx
  • Google Bookmarks
  • Blogplay
  • BarraPunto
  • LinkedIn
  • MySpace
  • Twitter
  • Yahoo! Bookmarks
  • Yahoo! Buzz

I Commenti sono chiusi