PostHeaderIcon Inviate per servire

Nel mio cuore rimane il ricordo indelebile dei bellissimi anni trascorsi a servizio dell’USMI Nazionale: dall’esperienza coinvolgente e arricchente dei Convegni per Postulanti, Novizie e Juniores alla Scuola per Novizie a Roma, alle dinamiche conferenze nelle diverse USMI diocesane, allo scrivere per Consacrazione e Servizio, alle esperienze indimenticabili di apertura di alcuni Capitoli Generali, all’accompagnamento del cammino delle giovani suore in diverse Congregazioni…
Con tanti incontrati all’USMI sono rimasta in contatto e di tanti seguo ancora il percorso di vita, di tutti ricordo con gioia l’amicizia e l’aver percorso un pezzo di strada insieme nella ricerca dell’autenticità, della radicalità, del vivere il Vangelo senza sconti.
Porto nel cuore gli incontri dinamici vissuti a Mondo Migliore. Ricordo le mie camminate avanti e indietro per la sala, non seduta staticamente dietro un tavolo e un microfono ma in mezzo per cercare insieme il bandolo della matassa di un impegno più vero e profondo, più autentico e radicale. Ricordo le condivisioni, le lacrime, la sofferenza di pronunciare un “si” all’Amore che tutto prende e tutto dona.
Sono Grazia Le Mura, di origine catanese, ancor giovane sono partita come “missionaria” nella città di Napoli. Lì ho vissuto esperienze molto forti a livello ecclesiale e sociale e ho collaborato con persone come mons. Pignatiello, da diversi anni ormai nella casa del Padre, don Bruno Forte, attuale vescovo di Chieti, e don Filippo Strofaldi, vescovo di Ischia fino a qualche mese fa. Per diversi anni ho insegnato alla Facoltà Teologica di Napoli e girato buona parte d’Italia per conferenze e seminari. Poi, il Signore ha pensato e deciso per me un’altra strada… e mi sono trovata catapultata “in missione”. Ho lasciato tutto, dal lavoro che amavo immensamente alla mia famiglia di origine, dalle amicizie alle varie sicurezze che mi ero costruita con fatica… adesso, senza nulla che mi appartiene e nella precarietà più assoluta, sono felicissima e il mio cuore è sempre in festa!
Vivo a Bobo Dioulasso (Burkina Faso; Africa occidentale), in un Centro di Accoglienza per ragazze-madri e bambini in difficoltà creato e gestito dall’Associazione “Tante mani per… uno sviluppo solidale” di cui sono socia fondatrice insieme ad altri amici. Il quartiere in cui vivo è detto “Sossorobougou”, che in djoula, la lingua locale significa il quartiere dove vive la gente seduta sulle ginocchia perché non ha neanche uno sgabello per sedersi.
Il Centro in cui abito e vivo si chiama “I Dansɛ“, che in djoula, significa “tu sei il/la benvenuto/a”. Al momento sono “mamma” di diciotto bambini, la più piccola ha diciannove mesi e il più grande tredici anni. Ah dimenticavo… il piccolo Emanuele trovato il 28 aprile scorso dietro il cancello del nostro Centro: è stato lasciato lì appena nato e da qualche mese “in affido” presso una famiglia burkinabè. Le ragazze-madri che vivono al Centro sono quattro e undici sono nella fase di re-inserimento sociale. Per il pranzo arrivano cinquanta ragazzini a condividere quello che per loro è l’unico pasto della giornata.

La mia vita è molto cambiata e dalla ricerca, dallo studio, dai libri da leggere e scrivere, dal microfono e dalla penna sempre in mano… adesso ho culetti da pulire, manine da lavare, pappine da preparare, stanze da mettere in ordine, bimbi da accompagnare a scuola o dal medico, famiglie da visitare a casa, mais da lavare e portare al mulino, fango da spalare quando piove… insomma uno scenario molto diverso!

Per anni ho detto, rimanendo in Italia a lavorare per l’USMI, per la mia diocesi, per la Facoltà Teologica, per il LaSoP, Laboratorio di Sociologia Pastorale che dirigevo… che la missione appartiene alla comunità ecclesiale e, quindi, ad ogni cristiano e che tutti i credenti in Cristo sono chiamati “a partire”, anche se alcuni sono chiamati a farlo con le valigie e altre senza valigie; alcuni “partono” e vanno in territori lontani e altri partono pur “restano” nel proprio territorio e nei propri ambiti di vita. Pensavo che a me spettasse la “missione senza valigie” nel mio territorio di sempre e, invece, mi sono ritrovata con la valigia in mano e un biglietto di sola andata!
La missione non è legata alle coordinate geografiche e non ha frontiere. Il territorio del mondo è tutto “territorio di missione”, da nord a sud, da oriente ad occidente. Non si è missionari solo quando si parte per terre lontane, ma quando si sviluppa e si vive fino in fondo l’apertura e la predisposizione al dialogo con ogni uomo e con tutto l’uomo, nello stile dell’accoglienza e della solidarietà, della condivisione e della promozione.

Tutti siamo missionari, vale a dire “inviati” per servire gli altri: innanzitutto, annunciando all’altro l’Amore di Dio e il suo messaggio di liberazione; poi, per compiere insieme all’altro un cammino di promozione umana e sviluppo sociale.

                                               Grazia Le Mura

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