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Note storiche: 1988-1998
Rievocare e ripercorrere, sia pure un tassello della storia dell’USMI Nazionale, è come rivivere una parte importante della vita personale , ma più ancora della vita dell’UNIONE SUPERIORE MAGGIORI D’ITALIA:
Le Superiore Maggiori partecipanti all’Assemblea Nazionale del 1978, hanno “generosamente” votato come Presidente Nazionale,la Madre Lilia Capretti, Superiora Generale della Congregazione delle Suore dell’Apostolato Cattolico (Pallottine). Agli applausi ed alle programmazioni dell’Assemblea, seguono gli intensi impegni di lavoro, sia per conoscere l’USMI dall’interno, sia per prendere visione di tanti punti, anche nodali, da affrontare e che esigevano attenzione e coraggio. Ma la grazia di Dio è stata sempre presente, generosa ed operante, così pure l’entusiasmo e la gioia della collaborazione per il bene della Chiesa e della vita consacrata in Italia non sono venute mai meno.
La stagione ecclesiale si profilava ricca di eventi, sia nelle oculate programmazioni sia nello svolgimento di esse. La vita religiosa, proprio attraverso l’organismo USMI , è stata sempre presente e, per quanto possibile, collaborante. Punto di riferimento, come ribadito anche dai Pontifici, fu sempre il Vat. II che aveva indicato la rotta, offerto abbondanza di contenuti e spinte di innovazione nella Chiesa e nel suo rapporto con il mondo. Orala Chiesaaveva bisogno anche di illuminati traghettatori per rettamente interpretare e guidare il cammino della Chiesa, ma anche quello della vita religiosa. E questi, grazie a Dio non mancarono. La Chiesa Italianafu aperta e sensibile nel rispondere agli inviti ed alle sfide del momento. Attraversola Conferenza Episcopaleconvoca tutti i membri della Chiesa e mobilita ogni categoria di appartenenti alla Chiesa, e nella preparazione e nello svolgimento di Convegni ecclesiali nazionali . Solo per ricordarli: Nel 1976 il Convegno ecclesiale di Roma, su “Evangelizzazione e promozione umana” nel 1985 quello di Loreto: “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”; nel 1995 quello di Palermo: “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”. La vita religiosa fu numerosa nella partecipazione ed efficace nella collaborazione. Ricordiamo anche i periodi cruciali, come quelli del terrorismo. L’USMI ha aiutato le religiose non solo nella conoscenza delle vicende storiche, a leggere i8 messaggi e gli appelli chela Chiesalanciava alla società ed alla vita religiosa, ma anche a rispondere secondo il carisma delle Congregazioni.
Uno degli impegni che l’USMI ha ritenuto di primaria importanza ed indilazionabile in un mondo in continuo cambiamento fu quello della formazione ad ogni livello. Le Superiore Maggiori dovevano guidare le Congregazioni, le religiose, di fronte ai cambiamenti in atto avevano forte bisogno di chiarezza e le giovani candidate dovevano essere illuminate nelle loro scelte e nella comprensione della vita religiosa nell’interno della Chiesa e nel mondo. Per venire incontro ad alcune di queste esigenze, nella sede dell’UNIONE si organizzò la “scuola di formazione” per Novizie, E’ da ricordare che già i Noviziati in Italia erano diventati internazionali e contenevano candidate di varia provenienza. Le difficoltà che cominciavano ad affiorare, insieme a buone speranze e prospettive, richiesero un’attenzione ed un impegno molto forte da parte dell’UNIONE, la quale coinvolse anche membri della CVCSVA.
Tra le varie operazioni che l’UNIONE doveva mettere in atto e con buon discernimento, ricordiamo:
—La chiusura della Scuola di scienze religiose “REGINA APOSTOLORUM” saggiamente guidata da Padre Tenzi….
—il lungo e faticoso discernimento per la soluzione della Scuola di Servizio sociale, guidata dalla FIRAS. La questione fu poi positivamente risolta con il passaggio alla LUMSA come specifica facoltà universitaria.
La sede dell’USMI doveva essere ristrutturata, e questo ha richiesto tempo, studio e costi, ma l’operazione condotta dall’Ingegnere Ignazio fagiolo, di venerata memoria, fu bene riuscita.
— L’USMI ha dovuto affrontare il delicato ed impegnativo lavoro della revisione dello Statuto che regolamenta la vita interna e di relazione dell’UNIONE. Il compito non è stato né semplice né di breve durata. Ha richiesto la collaborazione di esperti qualificati e tanta dedizione da parte di tutte le collaboratrici di Presidenza e dei vari uffici. Né possiamo dire che il lavoro è stato ultimato poiché richiede sempre nuovi ritocchi o modifiche, anche per adattamenti alle mutate situazioni della vita consacrata e delle relazioni interecclesiali. Con la revisione dello Statuto si è pervenuti anche alla ristrutturazione dei vari settori operativi. Le stesse “federazioni”: FIRE , FIRAS. FIROS si sono allineate agli altri settori, divenendo “UFFICI” con particolari competenze religiose o sociali, e con riferimento agli Uffici della CEI. Questo fu un notevole passo di comunione e di collaborazione, sia a livello nazionale che locale. Infatti ogni settore, sempre in comunione conla Presidenza, organizzava Convegni ben preparati, qualificati e molto partecipati. In ognuno di essila Presidenzasi faceva presente, non solo per un fugace saluto, ma come partecipazione dell’USMI alla vita religiosa in Italia. In ogni occasione l’USMI si è rivelata come una grande famiglia che vuole crescere, maturare e operare in piena comunione con tutti gli Istituti e con le religiose. Questo è stato molto avvertito da tutte , anche perché ogni situazione si prendeva a cuore,e quello che si faceva era all’insegna comunione ecclesiale, della fraternità e della cordialità.
— Altro impegno specifico e proprio del momento, fu la particolare attenzione chela Presidenzariservò ai “piccoli Istituti” Così ci si esprimeva all’epoca. Comprensibile fu lo stato d’animo di chi vedeva assottigliare e ridurre al minimo il numero dei propri membri. Senza dimenticare che la crisi stava colpendo tutti, ma sempre nelle proporzioni. Salutare fu la loro convocazione e l’aiuto che fu offerto, soprattutto per mezzo di Padre Pierluigi Nava, Monfortano: la lettura di fede delle situazioni, i suggerimenti, l’incoraggiamento, e il sostegno dato anche individualmente ai singoli Istituti e alle persone, la valorizzazione del carisma e altro aiutò molto a discernere ed accettare la propria realtà, come povertà evangelica, propria dei seguaci di Gesù Cristo.
— Altro impegno chela Presidenzaportò avanti con le Superiore Maggiori ,fu la rilettura delle Costituzioni riformulate nel postconcilio, la necessità di un aggiornamento e lo studio dei criteri e delle linee teologiche e carismatiche da seguire. Così pure fu importante rivedere e approfondire i criteri per un buon Capitolo Generale e per la scelta delle Superiore, in un tempo diverso dal passato. Anche in questi ambiti fu preziosa la collaborazione e l’accompagnamento di Padre Nava.
— Molto buona è stata la collaborazione con la CISM, organismo che unisce i Superiori Maggiori d’Italia , degli Istituti maschili. In modo particolare si è resa efficace la collaborazione con Padre Cabra e Padre Bisignano. Molte sono state le iniziative realizzate congiuntamente. Di rilievo è stato il Convegno in occasione del 25 anniversario del Decreto “Perfectae Caritatis”, ampiamente e gioiosamente partecipato da religiose , religiosi e consacrati dei vari Istituti. Di coronamento è stata l’udienza del S. Padre, Giovanni Paolo II nella sala Paolo VI.
Altro evento da mettere in nota è stato il SINODO dei Vescovi sulla Vita consacrata. Una grande mobilitazione, promossa dall’USMI e dalla CISM ha messo in movimento tutti i consacrati d’Italia. Dinamica e feconda è stata la preparazione, le riflessioni, le proposte. Molta carta si è riversata alla
Segreteria del Sinodo, ma anche molta vitalità si è rivelata. Veramente “Apes argumentosae” sono state le religiose in questo evento ecclesiale. Lo svolgimento del Sinodo, nel 1994, i Messaggi pervenuti, le notizie o le dirette partecipazioni, tutto ha contribuito a rendere più speranzosa e più concreta l’appartenenza alla Chiesa e la gioia della consacrazione a Dio. Nel 1996 giunge l’attesa Esortazione Apostolica “Vita Consecrata”. E’ stata accolta, letta, studiata, condivisa con molta attenzione e gioia. E’ stata oggetto di vari Convegni a livello Nazionale e locale, ed ha trovato ottimi espositori, ma molta attenzione nella comprensione e nell’incarnazione di questo prezioso documento, definito da tutti: bello. Un particolare da non dimenticare è stata la visita della Presidente Nazionale nelle Filippine, a Manila, ove molte religiose e religiosi hanno aperto case di formazione. Queste, con l’appoggio della CVCSVA hanno rivolto l’invito alla USMI perché tramitela Presidentecondividesse con loro la ricchezza del Sinodo, a cui aveva partecipato come ascoltatrice, e esponesse l’E.A.V.C:
Secondo come prescritto nello Statuto,la Presidentecon qualche Consigliera, si è recata nelle varie Regioni d’Italia per la regolare elezione della Presidente USMI regionale e delle Consigliere. Anche questi sono stati tempi di comunione e di grazia per tutte.
Oltre e dentro le molteplici attività posso dire che, sia con il Consiglio di Presidenza, sia con le collaboratrici dei vari uffici, come pure con quante è stato possibile raggiungere, l’USMI ha vissuto una feconda stagione di comunione, di fraternità, di ricerca seria e promettente.
Vorrei concludere questo breve escursus riportando un pensiero chela Presidente, rieletta per un II quinquennio, 1993-98 espresse al termine della assemblea nazionale elettiva : “Sono passati i tempi delle novità conciliari, come pure quelli delle sperimentazioni, della stesura dei nuovi testi legislativi, i tempi della paura e dell’esuberanza spesso irrequieta, ma non sono finiti i tempi della ricerca…né il tempo del rinnovamento. A quasi trent’anni dal Vaticano II, la vita religiosa si è fatta più riflessiva e matura, ed è, quindi, nonostante le prove purificatrici che sta vivendo, più serena; ma ciò non vuol dire che è rassegnata di fronte ai problemi reali, sia interni che esterni, anche se è latente la tendenza e il rischio del riflusso conservatore e del ripiegamento sulle situazioni di disagio.”
La consegna lanciata allora all’Assemblea è stata di andare avanti con fiducia nella presenza salvifica del Signore, ma anche con la determinazione di affrontare, senza più attendere, i problemi che la vita religiosa ha davanti.
Madre Lilia Capretti esac
Tra collaborazione e gratitudine
Era alla fine degli anni ’70 che mi sono affacciato alla redazione di Consacrazione e Servizio: da poco era entrata come direttrice sr. Agnes Quaglini e poi c’era la presidenza di madre Campanile e la guida di padre A. De Marchi. Tre personalità davvero, che subito mi hanno fatto una bella impressione.
Mi sono sempre sentito onorato nel lavorare con la redazione di questa rivista Consacrazione e Servizio che costituisce per me un fenomeno interessante nel panorama della vita religiosa, e non solo italiana. Perché si tratta di una rivista diretta e pensata dalle religiose, ma non destinata solo a loro. Delle donne che mostrino autonomia e originalità nel riflettere e interpretare i grandi valori come pure le vicende più rilevanti del vivere sociale, culturale e storico, mi è sempre sembrata una cosa originale e insolita.
Proprio per questo non solo ho sempre collaborato volentieri con il gruppo della redazione per tutti questi trenta anni e più, ma anche ho sempre incoraggiato a vigilare su questa propria autonomia, per non finire prima unite e poi subalterne grazie ad iniziative che volevano mettere insieme le testate della vita religiosa in Italia. Che delle suore abbiano avuto capacità, creatività e originalità nel portare avanti per così tanto tempo una rivista bella, solida, vivace, ammirata da tanti in Italia e all’estero, mi pare una gran bella cosa, che ha anche dell’incredibile. E devono continuare a proseguire in autonomia serena.
Via via con il passare di mano della redazione da una direttrice all’altra, temi e stili sono certo cambiati, ma sempre c’è stata qualità e originalità, passione e competenza. I seminari del tempo di sr. Agnes e poi i supplementi speciali di sr. Bianca Rosa e ora i molti dossier di sr. Marcellina, sono sempre collegati con temi ispirativi e strumenti di aggiornamento e di discernimento che ritengo indispensabili per chi vuole orientarsi nelle tematiche che ci riguardano come religiosi e come cristiani.
E poi l’apertura a molteplici collaborazioni, molte anche di prestigio, è un pregio che non si può disconoscere:frutto della abilità tutta femminile di ottenere collaborazioni, ma anche ricchezza mentale nell’accogliere stili e suggestioni da chiunque abbia qualche cosa di buono e utile da proporre. Certe volte anzi mi ha sorpreso vedere tra le firme anche qualche penna un po’ graffiante, qualche nome non del tutto allineato: eppure sempre i contenuti dei loro contributi mi hanno aiutato a capire, mi hanno orientato in maniera sapiente e feconda. E questa è una delle cose che mi hanno sempre incoraggiato a continuare la collaborazione, attraverso le varie direzioni.
Infine vorrei dire del clima sempre gentile e accogliente che si respira nei lavori di redazione: un tocco femminile di delicatezza e convincimento che non può che far bene, e incoraggia a perseverare con passione e dedizione. E quindi sono grato per essere stato coinvolto per oltre trent’anni in questa bella avventura. Mi ha aiutato a rimanere mentalmente duttile, a conoscere da vicino l’evoluzione, i nodi e le speranze della vita religiosa, ad apprezzare il “genio femminile” che abita anche fra di noi, e contribuisce a rendere questa Chiesa e le nostre famiglie religiose, testimoni fedeli e credibili del Vangelo.
p. Bruno Secondin ocarm
Testimonianza di sr Eugenia Lorenzi
Rendo anzitutto grazie al Signore e alla mia Congregazione che mi ha concesso di “restare” all’USMI per 17 anni (1986 – 2002 ) per un servizio alla Vita Consacrata, alla Chiesa, al mondo.
Al passaggio della Presidenza di Madre Angelamaria Campanile ( mia Superiora generale) a quella di Madre Filomena Annoni ( 1983 ); da quest’ultima è stata fatta una richiesta-promessa per me provvidenziale: appena terminato il mio mandato di Presidente USMI Calabria e di Superiora provinciale al Sud-Italia, avrei dovuto spostarmi a Roma per incarichi che lei mi avrebbe affidato:
- coordinare le USMI regionali, nate dal 1970 al 1986
- prendermi in carico le suore che hanno seguito i nostri emigrati in Europa
- collaborare con la Caritas nelle “emergenze”.
Presidente USMI dal1988 al 1998 è stata Madre Lilia Capretti: a lei un grazie grande per la fiducia piena che mi ha regalato, accompagnata sempre da stima e coraggio, in tutte le attività che ha seguito personalmente
Coordinamento USMI regionali
Dal 1883 al 1986, ho offerto una presenza saltuaria ( essendo ancora Superiora provinciale al Sud); dal novembre 1986 ho iniziato con entusiasmo, a fianco della Presidente Madre Annoni,e dell’allora segretaria generale, Sr. Mariarosa Zucchetti, a entrare concretamente nella vita religiosa delle regioni: un primo passo che mi ha coinvolto e, contemporaneamente, spalancato la vita, facendomi prendere diretta coscienza ( con immersione nel concreto della vita della gente), delle problematiche che stavano già affiorando, delle prospettive nuove che si delineavano…Tutto un fervore e un “patire” da condividere e da “portare”.
Sono stati anni di grande, fortissima passione…fino a quando il “coordinamento” è stato sostituito – per facilitare un lavoro “ in rete” degli uffici – dalle “tre aree”: formazione, area pastorale ordinaria, area pastorale d’ambiente.
Gli “incontri dei “Consigli regionali” mi hanno permesso di cogliere la “diversità” delle regioni (nel numero delle persone e delle opere, degli “inserimenti mirati”, nella capacità di riflettere sull’evoluzione in atto e, di conseguenza, nella volontà di sperimentazioni concrete….
Una “miniera di esperienze” che, di volta in volta, mi spalancava mente e cuore, perché davano fiato e forza a entrare in campi apostolici di frontiera.
Abbiamo tentato anche, con esperti, di aiutare, specialmente le Superiore maggiori con “laboratori” per intravedere le vie del futuro della vita religiosa, attraverso il ridimensionamento delle opere; trimestri sabbatici per suore stressate, bisognose di ritrovare se stesse per poi aprirsi a nuovi orizzonti apostolici.
Suore italiane in emigrazione
La collaborazione con loro, sparse in Europa e nel mondo, ha ulteriormente arricchito le mie conoscenze; ho visitato circa 50 comunità, inserite nella M.C.I. (Missioni cattoliche italiani), in Francia,Belgio, Germania, Inghilterra, Svizzera, Canada-Toronto, vivendo a fianco delle Suore nei loro Convegni nazionali, nel loro contatto con gli emigrati, portatori di esperienze sofferte, di distacchi mai superati, di accoglienze spesso dure e negative; ho tenuto contatti con le loro Superiore maggiori, per informazioni impegnative, urgenti e delicate; ho organizzato con la Migrantes convegni a livello europeo: importante quello di Lussemburgo (1992), in cui sono riuscita a far partecipare una decina di suore provenienti dall’Est , perché ci informassero sul loro vissuto!) e nazionali, per avviare ad assumere una coscienza europea.
Immigrazione
Mi sono preparata così a tutte le problematiche degli “immigrati” di oggi, che vivono sulla loro pelle ciò che i nostri italiani hanno vissuto e sofferto nel secolo scorso.
Negli organismi ecclesiali che si interessano alle “migrazioni” ho vissuto e ancora vivo anch’io, sulla mia pelle, lo “scotto” che molti clandestini o irregolari stanno pagando, a caro prezzo, la loro venuta in Italia, per sfuggire alla miseria , alla guerra e alla sottomissione ai dittatori.
Condividere, in profondità e in modo concreto, questi problemi è l’ascesi che anche la vita religiosa è chiamata, oggi, ad assumere e ciò significa non avere spazi per sé, essere lì dove più urgente è il bisogno, è dare il sangue e la vita per il prossimo!
Emergenze Europa dell’Est
La caduta del “muro di Berlino” ( nov. 1989! Ero in Germania, in visita a una comunità, quando è arrivata, di sorpresa, la notizia…) mi ha aperto le porte dell’Est.
La Caritas italiana ( allora rappresentavo l’USMI nel “Consiglio nazionale”….un’esperienza unica per aprirsi al mondo intero!!!) mi ha subito coinvolto, invitandomi a prendere coscienza della vita religiosa nei paesi dell’Est, perché essa, dove aveva resistito all’urto del comunismo, si mettesse al fianco delle Caritas diocesane, immediatamente invitate a farsi carico delle situazioni più disastrate, attraverso un servizio di assistenza “mirato” e, in seguito, di promozione.
Così ho iniziato, subito nel marzo 1990, aperegrinare in Romania, in Albania, in Bulgaria, in Slovenia e, in particolare e a lungo, in Croazia e Bosnia dove era scoppiata la guerra detta “dei Balcani”.. Il mio cuore è ancora gonfio di tutta la sofferenza che ho incontrato, condiviso e che porto “dentro” come la cosa più preziosa che il Signore mi ha regalato…
Ho visitato più volte quelle popolazioni, quelle terre, specialmente Mostar e Sarajevo,ho tessuto relazioni a tutti i livelli: ecclesiale, sociale ecc….ho tentato soprattutto di collegare, di moltiplicare i contatti, sensibilizzando, non lasciando cadere nessuna richiesta, comunicando soprattutto coraggio e speranza.
La vita religiosa italiana, sensibilizzata e orientata all’emergenza, si è fatta “presente” in mille modi, per alleviare, aiutare, accogliere, sia la vita religiosa dell’Est, calpestata, umiliata, osteggiata per decenni, ma rimasta “viva e fedele”, sia la gente che, impreparata perché sottomessa per anni e anni, si affacciava alla ricerca di libertà.
Rileggo i “diari” di quei viaggi: persone e luoghi di massacri sono più che mai “vivi”, dentro di me e dentro la mia preghiera che, nel tempo, assume dimensioni sempre più vaste.
Ma emergenze anche nel mondo: per es. in Salvador, dopo il terremoto che ha distrutto molte case di formazione per le suore; o in Eritrea per aiutare le suore del posto, durante la guerra.
La “tratta”
Nel 1994/95 il fenomeno della “tratta” ci ha fatto vibrare: l’abbiamo affrontato immediatamente, sul piano della riflessione ( a livello interministeriale italiano ed europeo ) e, soprattutto, sul piano concreto: la vita religiosa si è spalancata anche alle “nuove schiave”.
In collaborazione con la Caritase la Migrantese altre associazioni è nato un “coordinamento” che si è dato il compito di tenere costantemente sotto osservazione il fenomeno e di preparare operatrici e operatori ad accogliere in “comunità preparate” le donne che abbiamo definito “prostituite”, in quanto costrette a prostituirsi e che chiedevano aiuto…Queste Comunità di accoglienza lavorano “in rete”, collegandosi anche con tutto ciò che il territorio offre.
Forum Albaniae
Per l’Albania, in particolare, la CEI,attraverso la “Commissione Missionaria per le Chiese sorelle”, ha dato vita al “Forum Albaniae: una commissione che si è allargata a varie associazioni, di cui ho fatto parte anch’io, come rappresentante l’USMI.
Visitando le comunità dove religiosi/e italiani operano promozione ed evangelizzazione in località privilegiate, ci è sembrato di “leggere” gli Atti degli Apostoli del 2001; tanto erano fresche di vita cristiana e tanto era l’entusiasmo dei bambini e dei giovani per scoprire e vivere il Vangelo di Gesù.
Conclusione
Ho dato la precedenza ad alcuni fatti soltanto, ma tra riga e riga si può leggere ciò che in un articolo è impossibile sintetizzare.
Poiché gli impegni e servizi dal 1986 si sono moltiplicati, nel 2001 ho iniziato a cercarmi Suore che mi sostituissero, perché si rendessero pronte a leggere le situazioni per poi intervenire con intelligenza e con coraggio.
Mi preme sottolineare che, se mi è stato possibile “portare” più servizi per lungo tempo, è perché ho imparato, attraverso molteplici “laboratori” ( circa n. 20 in varie parti d’Italia e all’estero con categorie diverse di persone, aiutata da un esperto, Padre Angelo Cupini,) a lavorare “in rete”; oggi, più di ieri, il lavoro “in rete” deve diventare una connotazione fondamentale del nostro apostolato! E ciò richiede: umiltà, capacità di relazione e di collaborazione, competenza da acquisire ogni giorno, sia sul piano ecclesiale-pastorale, sia sul piano civile-sociale.
Dal settore della Pastorale Sociale e del Lavoro
Dal 1987 fino al 1996 sono stata incaricata dall’USMI e dal mio Istituto per l’animazione del settore della Pastorale Sociale e del Lavoro a livello nazionale. E’ stata un’esperienza molto interessante e arricchente perché mi ha dato la possibilità di entrare e di leggere il mondo del lavoro e delle problematiche sociali da un’angolatura particolare, cioè dalla parte delle religiose e come religiose impegnate in questo settore.
Pur essendo un ambito di pastorale non molto diffuso, le religiose hanno risposto in maniera straordinaria dando testimonianze originali in favore di gruppi di persone o settori della società diversi da quelli tradizionali nei quali si è soliti collocare o pensare le religiose.
Sono stati anni di profonde riflessioni su come testimoniare la nostra consacrazione a Dio in modo comprensibile e autentico a una società in continuo cambiamento. Tanti interrogativi ci ponevamo perché tante erano le risposte che eravamo chiamate a dare.
Con il corrispettivo Ufficio della CEI abbiamo collaborato per quanto ci è stato possibile, certe che abbiamo ricevuto molto e ci ha facilitato il riconoscimento del nostro lavoro nelle diocesi e nelle parrocchie.
Sono grata all’USMI per avermi dato l’occasione provvidenziale di vivere questa esperienza al servizio delle religiose italiane, di aver potuto toccare con mano quanto è grande, generoso e fecondo il loro impegno per il regno di Dio spesso vissuto nel silenzio e nella semplicità.
sr M. Gina Casumaro, smr
Testimonianza di sr. Giuseppina Alberghina
Il nostro Dio è il Dio della vita e il Dio della storia. Ha dato origine alla vita – quella vita di cui siamo entusiaste – e ha accompagnato-guidato la storia umana. Anche quella dell’USMI. Una storia gloriosa dove donne senza numero e, a volte, senza nome, hanno vissuto di ricerche e di fatiche, hanno sognato e lavorato in piena gratuità per una vita religiosa femminile matura, rispondente ai tempi, ben inserita nella società e nella Chiesa. Soprattutto perché le religiose insieme, meglio, in comunione, fossero ‘memoria viva ed efficace di quanto il Signore ha fatto e fa per noi: col solo fatto di esserci, sanno di poter dare testimonianza all’assoluto primato che spetta a Dio su tutti e su tutto’ (B. Forte, SOGNARE SI PUO’, Prefazione).
Amare la vita religiosa, amare l’USMI
Dalla testimonianza di sr Giuseppina Alberghina:
comunione intercongregazionale e caldo afflato comunionale
Sin dal 1984 ho avuto la grazia di incontrare l’Usmi in modo coinvolgente, nella persona di Madre Eugenia Lorenzi, quando era fondatrice e prima Presidente dell’Usmi Calabria. Il suo entusiasmo mi contagiò a tal punto che dopo poco tempo ero già nel consiglio di presidenza della regione come vice presidente e, quando M. Eugenia concluse il suo mandato, come Presidente. Anni di intensa vita di comunione intercongregazionale, dove l’essere religiose in Calabria è un dono che plasma lo spirito nelle profondità contemplative della fede e della carità.
Nel 1993 venni a Roma perché eletta Superiora generale e portai con me quel prezioso bagaglio di vita vissuta, continuando a frequentare l’Usmi, questa volta a livello nazionale. Poi vennero gli anni della Vicepresidenza a fianco di Madre Teresa Simionato, dal 1998 al 2008. Anni di intensa comunione e collaborazione, opera dello Spirito, che mi fecero ampliare lo sguardo su tutta la vita religiosa femminile in Italia.
Nel servire la vita religiosa, l’offerta formativa si concentrò sui fondamenti della fede e della vita cristiana, convinte che tornando alla Sorgente della Vita le religiose potessero condurvi anche altri, per saziare la sete di Dio. Il caldo afflato comunionale nella molteplicità delle relazioni, la bellezza dei contenuti, la gioia della fraternità nell’unica vocazione alle vita religiosa, sono il frutto maturo che mi è dato di gustare, nella sequela del Signore Gesù, in questa stagione della mia vita.
sr Giuseppina Alberghina, sjbp
Roma 25 giugno 2011