PostHeaderIcon Da un luogo di speranza

 

In questi anni ho svolto il mio servizio in diverse città dell’Italia. L’anno scorso ho avuto la gioia e il dono di trascorrere tre mesi nelle Filippine, dove abbiamo una missione da circa quattro anni.

Appena scesa dall’aeroporto a Manila ho capito subito che mi trovavo in un altro mondo!

La notte trascorsa a Manila, in attesa dell’altro volo mi ha permesso di prepararmi con calma ad entrare in una realtà che la nostra mente può immaginare, ma vederla è un’altra cosa.

Arrivo a Dumaguete dopo due giorni di viaggio e trovo le mie sorelle ad accogliermi. Tutto intorno mi sembra strano, per strada non ci sono semafori, poche macchine e tanti pedicap  (dei motocicli con a fianco il posto per i passeggeri), la ricca vegetazione che circonda la città, frutta e fiori ovunque! Poi arrivo nella nostra nuova casa, dono della Provvidenza, tutto è nuovo e genera in me grande meraviglia!

Dopo i primi giorni di assestamento comincio a conoscere la realtà che mi circonda e rimango stupita in modo particolare dai forti contrasti tra povertà e ricchezza.

Se penso alla mia esperienza a Dumaguete mi vengono in mente tre immagini: il pedicap, le palme e il volto dei bimbi.

Pedicap:
La città è piena di questi motocicli che creano un grande traffico eppure non si percepisce il caos, tutto sembra tranquillo. Si percepisce invece calma e pazienza: una caratteristica che ho colto nel popolo filippino.

Le palme:
Il paesaggio che circonda la città è ricco di palme. Quando c’è stato il tifone, mi ha colpito il fatto che tante piante sono cadute e si sono spezzate, mentre le palme sono rimaste intatte, alte, belle!… Non si sono scomposte perché sono piante che si lasciano portare dal vento. Il popolo filippino assomiglia un po’ a queste palme: le vicende tristi, la povertà non li fanno scoraggiare, continuano ad avere fede e a sorridere alla vita. Amano tanto fare feste, danzare, cantare …

Il volto dei bambini:
la prima volta che arrivo in Cattedrale mi si avvicinano subito tanti bambini sorridenti che mi prendono la mano. Sono stupita, non capisco. La suora accanto a me mi dice di non preoccuparmi perché è il loro modo di salutare… Un gesto bello che mi ha commosso: prendono la mano e l’appoggiano sulla loro fronte per avere la benedizione!

Il sorriso dei bambini, si è stampato nel mio cuore. Sono stati loro una benedizione per me!

Ho potuto sperimentare questo ogni volta che sono andata con Sr. Maria a “Rifugio di Speranza” (Landong sa paglaum ) il centro diurno gestito da noi che accoglie bambini, ragazzi e famiglie che  vivono per strada.

All’inizio mi sembrava di non capire nulla, le sensazioni che invadevano il mio cuore erano tante. Quando  arrivavano i bambini sporchi e affamati, mi venivano incontro per abbracciarmi, sempre con il sorriso e la voglia di giocare. La mia ignoranza della lingua non è stato un ostacolo, i rapporti con i bambini sono stati immediati. È stato bellissimo giocare, riuscivano a divertirsi con poco, ridevamo  quando mi chiedevano il nome e facevano fatica a capirlo ma tentavano d’impararlo, storpiandolo in tutti i modi.

Mi è sembrato questo proprio un luogo di fede e di speranza, le persone che arrivano qui, oltre che  cibo, doccia, vestiti, possono trovare accoglienza, attenzione, famiglia.

Non so ancora con chiarezza dove il Signore mi porterà in futuro, ma sento che il mio cuore si è allargato e la mia vita non può essere più come prima. Grazie a tutti, in particolare alle mie sorelle che in questi anni stanno dando la vita in questa nuova missione. God bless you!

Sr Gabriella D’Agostino

srgabry.dag@gmail.com

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PostHeaderIcon Per sempre tu vivrai con Lui…. – Nikki, fsp

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PostHeaderIcon La mia “Terra Promessa”…

 

                      Era il mese di settembre 2000 quando cominciai il mio servizio di volontariato nell’ufficio della formazione. Premetto che in precedenza avevo avuto un colloquio molto cordiale nel mio Istituto con M. Viviana Ballarin, membro del Consiglio di Presidenza USMI nazionale di cui M.Teresa Simionato era Presidente.

Come è normale, il “nuovo”, il “diverso” incute sempre un po’ di timore, anche se poi ci si sente “rinnovate” riprendendo in mano la propria vita per rilanciarla nella nuova realtà. Mi trovavo di fronte ad una “ricchezza” unica e irrepetibile:“Formazione delle Novizie e Postulanti” per tutto ciò che riguardava il “carteggio”… programmazione per la scuola di formazione iniziale e permanente. A quell’epoca tra Novizie e Postulanti erano più di trecento; era un fiorire di vocazioni e venivano soprattutto dai quattro continenti. Potrei dire che qui, all’USMI, nell’ambito della Formazione avevo trovato la mia “Terra Promessa”…. dato che venivo da un un’esperienza del tutta diversa: Direttrice del Centro Professionale “Canossa” di Trento.

L’incontro con tante novizie, postulanti, maestre e docenti, era un campo che mi teneva viva… avevo ripreso a vivere in totalità la mia vita di fede e di consacrazione, per dare il meglio  di me stessa e il di più. La mia esperienza all’USMI non si limitava solo alla scuola di Formazione, ma mi offriva anche altre esperienze: due delle quali hanno lasciato in me una “traccia profonda”: l’incontro col S. Padre Benedetto XVI, il 2 febbraio del 2006. Andai come rappresentante dell’USMI. In quell’ occasione riuscii a baciare e stringere la mano del  S. Padre  alla fine della Celebrazione Eucaristica e chiesi al S. Padre una particolare benedizione per la mia Famiglia Religiosa e per tutte le persone a me care. Fu un momento di grande emozione… come pure il vedermi insieme a Sua Santità sull’Altare della Confessione, opera del Bernini, per la preghiera di intercessione e di ringraziamento per la vita consacrata. Non trovo parole per  descrivere tutta la gioia interiore che provai. Non posso in questo momento cogliere l’occasione, per la sua rinuncia al “Ministero Pietrino”, ricordarlo e ringraziarlo, per quello che ci ha donato di spiritualità, di saggezza, di esempio di grande umiltà e di grandezza d’animo. Grazie S. Padre e continui a camminare con noi!

Un altro momento molto intenso, vissuto in pienezza, furono i tre giorni del Consiglio Nazionale a Bari in coincidenza con il Congresso Eucaristico nazionale. Molti sono i pensieri e i sentimenti che si accumulano nel mio cuore… Voglio sottolineare una sola “immagine” che mi ha toccata in profondità:la Via Crucisper le strade della città di Bari. La via Crucis si snodò da un luogo di sofferenza: il Policlinico, e si concluse nella Casa Circondariale che “detiene” i nostri fratelli reclusi. Quanta sofferenza si leggeva in quelle mani e braccia tese dalle sbarre delle loro celle illuminate da ceri accesi, posti sulle finestre! Parlavano, urlavano; la distanza ci impediva di capire… ma si poteva immaginare… erano parole e grida di aiuto per attrarre la nostra attenzione alla loro sofferenza di essere penalizzati per aver “sbagliato”!

Anche gli incontri del Consiglio di Presidenza in occasione del Natale, della Pasqua e di altre occasioni erano dei momenti  di “fraternità “ della grande Famiglia dell’USMI. Pur appartenenti a diverse Congregazioni, avevamo un unico “scopo”: lavorare nella vigna del Signore come ci ha insegnato il S. Padre: ‘umile lavoratore nella Vigna del Signore’, e nel momento in cui le forze vengono meno  ritirarsi in disparte per “pregare” e “meditare”.

Nel 2007 cominciai ad aiutare Sr. Giampaola Periotto nel “Trimestre Sabbatico”: ciò mi comportava un lavoro supplementare, ma ero contenta perché avevo l’opportunità di avvicinare tante suore appartenenti a congregazioni e, quindi, con carismi diversi ma con un’esperienza alle spalle di missione e di anni nelle attività del proprio Istituto. Si “fermavano” per aggiornarsi ma soprattutto per entrare in se stesse riprendere in mano la propria vita, anche facilitate con la forte e unica esperienza del dell’andare in Pellegrinaggio nei luoghi santi. Con loro vi sono andata anche più volte… ma è sempre come la prima volta il percorrere i passi della terra dove Gesù è vissuto, ha predicato: “Convertitevi… Beati, siate misericordiosi come il Padre vostro, perdonate e sarete perdonati, amate i
vostri nemici ecc. dove è stato crocifisso, morte e risorto”.
Quello che ho visto e toccato lo annuncio anche a voi!

Per quanto riguardala Formazionepermanente: Convegno per le Formatrici, i Convegni per Juniores, Novizie, Postulanti e il “Trimestre Sabatico”, la programmazione era molto impegnativa. I contenuti si articolavano in quattro aree: biblico-spirituale, psicologico-antropologica, teologica e pedagogica. Le partecipanti erano numerose e provenienti da diversi paesi. Gli Atti del convegno delle maestre sono stati pubblicati da un numero speciale del Centro Studi.

I Convegni delle Juniores, Novizie e Postulanti sempre residenziali, si svolgevano in un grande clima di fraternità e di entusiasmo giovanile, che esplodeva nell’ultima sera con la “serata internazionale”; ogni gruppo presentava col canto, con le danze e i costumi tradizionali scenette e tradizioni della propria terra lontana.

 Sr. Rita Del Grosso fdcc
rdelgrosso@mclink.net

 

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PostHeaderIcon Eccomi, Signore – Sr. Chiara

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PostHeaderIcon Un po’ d’acqua fa bene anche al cuore

 

Un trimestre sabbatico a Roma, insieme ad altre 55 Sorelle di diverse Congregazioni, provenienze ed età: è l’esperienza vissuta da cinque Sorelle Canossiane italiane, due delle quali rientrate in Italia per questo motivo.

Perché un trimestre sabbatico?
Vorrei rispondere stralciando alcune righe da “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry  usandole come un’icona.

Il piccolo principe … Mi guardò e rispose al mio pensiero: “Anch’io ho sete … cerchiamo un pozzo …”. Ebbi un gesto di stanchezza: è assurdo cercare un pozzo, a caso, nell’immensità del deserto. Tuttavia ci mettemmo in cammino.
Dopo aver camminato per ore in silenzio, venne la notte, e le stelle cominciarono ad accendersi. Le vedevo come in sogno, attraverso la febbre che mi era venuta per la sete. Le parole del piccolo principe danzavano nella mia memoria.
“Hai sete anche tu?” gli domandai. Ma non rispose alla mia domanda. Mi disse semplicemente: “Un po’ d’acqua fa bene anche al cuore …”Non compresi la sua risposta, ma stetti zitto … sapevo bene che non bisognava interrogarlo.
Era stanco. Si sedette. Mi sedetti accanto a lui. E dopo un silenzio disse ancora: “Le stelle sono belle per un fiore che non si vede …”.
Risposi: “Già”, e guardai, senza parlare, le pieghe della sabbia sotto la luna.
“Il deserto è bello”, soggiunse.
Ed era vero. Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio …
“Ciò che abbellisce il deserto” disse il piccolo principe, “è che nasconde un pozzo in qualche luogo …”.
Fui sorpreso di capire d’un tratto quella misteriosa irradiazione della sabbia. Quando ero piccolo, abitavo in una casa antica e la leggenda raccontava che c’era un tesoro nascosto. Naturalmente nessuno ha mai potuto scoprirlo, né forse l’ha mai cercato. Eppure incantava tutta la casa. La mia casa nascondeva un segreto nel fondo del suo cuore …
“Sì”, dissi al piccolo principe, “che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile”….
“Questo che io vedo non è che la scorza. Il più importante è invisibile …”
E così, camminando, scoprii il pozzo al levar del sole.

Un trimestre: tre mesi per compiere un pellegrinaggio alla ricerca di quel pozzo che dà un’acqua che fa bene anche al cuore.
Da diversi anni l’USMI (Unione Superiore Maggiori Italiane) organizza questo itinerario che comprende diversi interventi formativi a livello spirituale, biblico, teologico, liturgico, antropologico, culturale, pastorale e due settimane residenziali: la prima per creare conoscenza e familiarità nel gruppo e la seconda, verso la fine del percorso, per gli Esercizi Spirituali.
In complesso si è dimostrata una proposta significativa anche perché ha offerto provocazioni, riflessioni e contenuti che potevano poi essere ripresi, sviluppati o integrati a livello personale, secondo l’esperienza e il desiderio di ciascuna partecipante.
Anche la scelta della città ha concorso alla buona riuscita dell’esperienza: Roma non è una città qualsiasi! Non lo è mai, e tanto meno quest’anno dedicato in modo particolare a S. Paolo e in questo periodo nel quale si è celebrato il XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio!

Abbiamo trovato il pozzo? Ci chiederete.

In realtà ci auguriamo di non smettere mai di desiderarlo, perché desiderarlo è già in qualche modo cercarlo e trovarlo.
Possiamo dire però che abbiamo respirato cosa vuol dire essere Chiesa: “una, santa, cattolica e apostolica”.
Abbiamo respirato il mondo: il macrocosmo riflesso in un frammento.
Abbiamo respirato a pieni polmoni la brezza leggera di una stagione favorevole che non è solo quella meteorologica …

Per terminare, vorremmo esprimere un grazie riconoscente ai nostri Superiori che ci hanno offerto questa opportunità e un grazie di cuore anche alla Comunità del Centro Internazionale che ci ha ospitato e ci ha accompagnato con discrezione, ma con grande accoglienza, rispetto e calore, nel nostro “pellegrinaggio”. GRAZIE!

Loredana
(una sorella che ha partecipato al trimestre sabbatico)

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PostHeaderIcon Giornata Mondiale per le vocazioni 2013

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PostHeaderIcon Radici e germogli

Carissime Sorelle in Cristo,

ricorrendo il 50º del riconoscimento canonico dell’USMI, di tutto cuore, insieme con la mia comunità, mi unisco a voi nel rendere grazie a Dio per il prezioso servizio che questo organismo ha compiuto e continua a compiere alle religiose di ogni Congregazione.

Giustamente avete dato a questo evento giubilare il titolo Memoria e profezia, poiché dalla memoria del già vissuto scaturisce la forza per un futuro ricco di speranza, nel continuo impegno di rinnovamento e di fedeltà al carisma specifico di ogni famiglia religiosa. La nostra comune chiamata consiste nell’incarnare il Vangelo conformandosi al Cristo fino alla piena maturità della fede e della carità fino a realizzare una comunione di vita in cui splenda la bellezza della Chiesa: la santità.

Sì, carissime, non bisogna esitare a riconoscere che oggi per evangelizzare il mondo urge soprattutto la testimonianza, ossia la santità dei cristiani, specialmente delle persone consacrate.

Secondo i nostri specifici carismi, noi tutte (di vita apostolica e contemplativa) dobbiamo, quindi, con risoluta decisione, puntare alla radicalità, alla fedeltà a tutta prova, vale a dire impegnarci nell’eroico quotidiano, per testimoniare la vita in Cristo.

Non c’è altro rimedio per fare da contrappeso al neo-paganesimo dilagante e alla tanta corruzione che c’è nel mondo. Ne siamo consapevoli e quindi responsabili. Proprio per questo voi, quali Superiore Maggiori, avete a cuore di promuovere nelle vostre rispettive famiglie religiose adeguati programmi di formazione iniziale e permanente, di arricchimento spirituale, affinché il vostro apostolato dia frutti di autentica santità in ogni ambito della vita ecclesiale e sociale dove siete impegnate.

Noi claustrali ci sentiamo in dovere di sostenervi con la nostra preghiera – e lo facciamo costantemente di vero cuore – ma ci sentiamo noi pure bisognose della vostra preghiera, per saper essere generose nella nostra offerta, sempre come sentinelle vigilanti nella notte del mondo.

Raccomandiamoci, dunque, vicendevolmente a Dio e affidiamoci tutte insieme alla Vergine Madre, perché Lei stessa interceda per noi e ci conduca, con materna sollecitudine e tenerezza, sulle orme del Cristo suo Figlio, nostra Vita, nostra Speranza!

 Vi abbraccio tutte con fraterno affetto.

Nel Signore vostra
Anna Maria Cànopi osb

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PostHeaderIcon INVITO allo SPETTACOLO del 6 aprile 2013

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PostHeaderIcon Per una comunicazione aperta e sincera

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PostHeaderIcon Ebbene, non è il mio caso…

Dal mio ingresso all’USMI nazionale in qualità di insegnante di Teologia della Vita Consacrata, avvenuto tramite l’invito di Sr. Giampaola Periotto, Responsabile dell’Ufficio Formazione e mia consorella nella Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Maria, sono passati sette anni.  La tradizione vuole che al settimo anno i matrimoni vadano in crisi, ovvero si comincino a registrare i primi segnali di una stanchezza che, se non si riesce a vincere, potrebbe appiattire, raffreddare e persino estinguere il rapporto.

Ebbene, non è il mio caso! Fuor di metafora: il mio settimo anno all’USMI mi entusiasma e mi coinvolge come fosse il primo. Certo, non ho più quell’inesperienza mista a trepidazione propria degli inizi, ma posso dire che, ogni volta che varco la soglia della classe e mi trovo decine e decine di giovani occhi, di tutte le forme e i colori, che si fissano su di me  provo un tuffo al cuore, simile un poco, così almeno mi piace pensare, allo sguardo di gioia e di amore, di ascolto e di partecipazione che doveva provare Gesù quando la gente gli si stringeva intorno per ascoltarela Parola.

È proprio questo amore verso le giovani che si affacciano all’esperienza della vita Consacrata che costituisce per me la chiave di interpretazione dell’entusiasmo e della gioia che mi spinge a mettere a loro disposizione non solo i contenuti teologici propri della disciplina che insegno ma anche la mia stessa esperienza nella vita consacrata.

Ciò che caratterizza e distingue i Corsi per Novizie e Juniores promossi dall’USMI Nazionale da altri corsi simili proposti da Istituti o Facoltà Teologiche sta proprio nel fatto che l’USMI si propone alle giovani in formazione e alle loro Formatrici non tanto e non solo come luogo di apprendimento di nozioni e contenuti, ma anzitutto come luogo di condivisione e di crescita in quell’esperienza singolare che è la vita consacrata in comunità religiose.

I Corsi all’USMI, con la loro ricchezza di presenze internazionali, con la multiforme varietà dei carismi, con la competenza (oso dire!) dei suoi Docenti, con le sue specifiche proposte spirituali  (Celebrazioni eucaristiche,  Ritiri spirituali, Pellegrinaggi)  pensati e realizzati in modo opportuno dall’Ufficio di Formazione, fanno sì che il Corso divenga un Percorso di vita, un cammino qualificato in ordine alla forma di vita che la giovane ha intrapreso a partire dal Postulantato sino agli anni dello Juniorato.

Ciò che unifica questa proposta formativa al percorso che le giovani stanno vivendo nelle rispettive Famiglie religiose, è il fatto che gli obiettivi dell’USMI Formazione (e quindi dei loro docenti) sono gli stessi obiettivi degli Istituti religiosi (e quindi delle loro Formatrici): far sì che la giovane in formazione cresca verso una libera e liberante, piena e trasparente, risposta alla vocazione che ha percepito e accolto nella sua vita. Bisogna tenere presente questo comune obiettivo per superare un duplice scoglio: che la giovane si perda in una frammentazione dell’esperienza formativa; che i docenti dell’USMI si preoccupino più di informare (passare nozioni) che di formare (passare vita).

E’ l’esperienza di San Paolo: rabbi cresciuto alla grande scuola di Gamaliele, fine conoscitore della Torah, dell’ Haggadà e della Mishnà, il quale divenuto discepolo di Cristo, come uno scriba che sa trarre dal suo tesoro cose nuove e cose antiche (Mt 13,52), dice semplicemente così: “Io vi ho trasmesso ciò che a mia volta ho ricevuto…” (1Cor 15,3). Ciò che Paolo trasmette è qualcosa di vivo: è il Corpo e il Sangue di Cristo, il cammino di crescita della Chiesa, la progressiva partecipazione al grande disegno della salvezza che il Padre gli ha rivelato in Cristo Gesù.

La mia esperienza di insegnante all’USMI Nazionale si colloca proprio in questa direzione:  trasmettere, comunicare, per dirla con San Giovanni, “quello che anche io ho avuto la grazia di udire, quello che anche io ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi, quello che ho contemplato e che le mie mani hanno toccato” ossia Cristo così come la Chiesa, mia madre, me lo ha donato. Insegnare all’USMI, alle giovani che compiono i loro primi passi nel mondo della vita consacrata, per me significa anzitutto raccontare di un incontro che ci ha cambiato la vita. Far passare di mano in mano, di orecchio in orecchio, di occhio in occhio, la luce e la grazia,la Parola e lo sguardo che ci ha conquistato!

Suor Lucia Antonioli, oscm
lucia.antonioli@orsoline.it

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