PostHeaderIcon Fraternità in formazione – sr Judit e sr Rosa

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PostHeaderIcon Gli ingredienti della vocazione – Federica

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PostHeaderIcon USMI: storia di vita e di vite

Si sa che la storia dei primi 50 anni dell’USMI è una “storia di vita e di vite”. Perché non farla  conoscere? Soprattutto farla conoscere a chi incontra le suore per strada, le vede ancora negli ospedali, nelle scuole, animatrici di belle celebrazioni liturgiche, o in diversi e difficili luoghi di frontiera, i luoghi più disparati, dove con coraggio, portato all’eroismo, offrono un servizio qualificato? E la domanda è stata: come rendere luminose e vere tante vite di persone e di istituti? Renderle luminose nella linea della verità e della giustizia. Si voleva un libro di non molte pagine. Fresco e vivo, come viva è la storia.

Posso dire e con gioia che l’USMI ha cadenzato la storia della mia vita dal 1961 ad oggi. Ero giovanissima maestra di formazione in Spagna e per decisione della venerabile Tecla Merlo, mia superiora generale, ho frequentato i tre corsi proposti dall’USMI negli anni 1961.62.63 per le maestre di formazione. Venivano le nostre anche dall’estero Giappone, Stati Uniti, Brasile, ecc. E so di aver valorizzato tanto in Spagna come in Argentina le lezioni di p. Ballestrero, p. P. Philippon, p. Gambari. Rientrata in Italia dalle mie esperienze dell’America Latina, (Argentina, Perù) dopo altre esperienze di animazione internazionale all’interno del mio Istituto fui mandata a Verona come superiora di una comunità non piccola la cui età media –allora- nel 1980 era di 39 anni – e là si collaborava molto bene conla FIR(Federazione Italiana Religiose) della quale era segretaria una deliziosa sr Leopoldina delle Orsoline Figlie di Maria Immacolata fondate da Don Zeferino Agostini. Dopo quasi 7 anni fui mandata ad Alba e lì la prima cosa che mi si chiese fu di fare la segretaria USMI diocesana e mi ci misi per intero e conla Presidente M.Beatrice delle suore Oblate di san Luigi Gonzaga, visitavamo le comunità e organizzavamo incontri formativi che si tenevano allora come oggi nella nostra casa. Dopo un anno ero a Bologna di nuovo superiora e lì’ subito mi si chiese la stessa cosa, accettai di fare l’animazione spirituale-liturgica. Allora era segretaria la ‘famosa’ sr Nicolina delle suore Minime dell’Addolorata fondate da santa Clelia Barbieri, canonizzata proprio in quegli anni, la fondatrice più giovane della storia, patrona dei catechisti dell’Emilia Romagna. Due religiose e due istituti non nominati nel libro, perché – ne eravamo coscienti – non potevano essere nominati tutti, ma che hanno inciso sul loro territorio e sulle strade di quel mondo. Dopo Bologna, dal 1991, sono all’USMI nazionale.

Nello scorrere i documenti – stampe e foto – che abbiamo avuto in mano posso affermare che dovremmo tutte e tutti inchinarci, ammirate e commosse. Per quello che tante suore dalle Alpi alla Sicilia, dalla Sardegna al Veneto e nelle varie sedi di Roma hanno fatto per la promozione della vita religiosa femminile, perché essa fosse all’altezza dei tempi, scopritrice dei segni dei tempi e desse le risposte che realmente hanno dato con generosità estrema, in molta sintonia e sinergia con la Chiesa. Ein periferia e in centro attente all’evolvere della storia, della cultura, del pensiero, della tecnica. In quale comunità oggi non si parla di internet per il quale sono stati fatti corsi di preparazione all’USMI? Penso a nomi recenti: m. Celestina Barella, presidente dell’USMI della Lombardia, m. Teresa Trombatore, presidente dell’USMI della Sicilia, penso a sr Concetta Liguori delle Ancelle del Sacro Cuore, presidente della regione Campania sino al 2011, e a sr Giselda Moretti fma, per anni responsabile economato nazionale, tutte e quattro decedute da poco. Ma penso a tante altre dal nord al sud il cui nome è e sarà scritto nei cieli e che non conosceremo mai. Quanta passione, creatività, dedizione. Soprattutto quanto volontariato, quanta gratuità. Mi permetto citare qui con emozione due sorelle: sr Teresa Costa delle Suore di Carità di S. Giovanna Antida e sr Sandra Grosso delle suore Adoratrici del Sangue di Cristo, donne limpide che, ormai ultraottantenni, hanno lavorato al Centro Studi, ma mai sotto i riflettori. Molto colta sr Teresa, già Preside, che se ne intendeva di film e di letteratura, di pedagogia e di musica, quella classica, quella italiana e quella russa, onesta, precisa con bella calligrafia…  ma lì sempre pronta a un giudizio obiettivo; i miei editoriali prima di andare in stampa passavano da lei… e sr Sandra Grosso delle Adoratrici del Sangue di Cristo con cui ho collaborato per 18 anni, sempre precisa, sempre pronta anche agli straordinari, perché le scadenze della rivista e i supplementi con gli strumenti di allora… non c’era il computer. In ufficio trovai giustamente una macchina da scrivere olivetti manuale. Erano gli anni in cui il 23,6 % quindi più di 23.000 religiose in Italia ogni mese leggevano Consacrazione e servizio (dal libro Cosa leggono le suore?). Senza pensare a quelle dell’estero dall’Australia alla Russia, al Brasile e all’Etiopia…  E lo hanno fatto in gratuità e tanta gioia. Sono nomi e sono figure – mai apparse in pubblico – scritte nel libro della vita di Dio e a Lui non sfugge proprio nulla. E penso a sr Cecilia Libreri, anch’essa delle suore di carità di S. G. A. Dal 1969 attraversa la porta d’ingresso per un servizio preciso, ordinato, sereno. E penso a chi collabora oggi e nomino sr Luciagnese Cedrone delle suore di Maria Consolatrice che con i suoi scritti, il suo dinamismo culturale, dà lustro al sito dell’USMI. Come non soffermarmi su M. Giuseppina Alberghina, da decenni ‘presente e operante’, donna di pensiero e di azione, esperta animatrice soprattutto nell’ambito della formazione e della spiritualità. E i laici, collaboratori preziosi, in settori diversi: segreteria, portineria, lavoro tecnico tra i quali ricordiamo Salvatpre Lamantia, da l1978 eccellente nella sua disponibilità alle varie richiese di servizio.

Ora l’USMI è aperta ad altri Paesi con i vari uffici: l’Ufficio Tratta Donne e minori, Servizi Sociali, Mobilità Etnica. La Rivista continua il suo viaggiare per il mondo, il Sito al quale accedono navigatori dalla Federazione Russa agli Stati Uniti, dall’Africa, all’America latina. Per questa apertura cito anchela Biblioteca frequentata nella sua maggior parte da studenti estere che frequentano le università romane. Questo aiuta la formazione di prossimi opinion leaders perché torneranno ai loro Paesi e avranno impegni di animazione nelle loro chiese locali o nei loro Istituti.

Ma non potevamo scrivere una storia senza consultare persone ancora viventi che per l’USMI hanno speso e/o stanno spendendo, amore e tempo, vita e passione.

Sono state chieste testimonianze. Gli interpellati e le interpellate hanno risposto. La trepidazione, a momenti l’angoscia, mi rimangono in cuore perché non è stato possibile pubblicare i loro testi per intero, data la caratteristica che il libro doveva avere. Saranno pubblicate sul sito dell’USMI. 

Nella sede attuale dell’USMI, ogni angolo, ogni ufficio, le scale, la cappella, l’aula magna, la biblioteca, o altre aule più ridotte frequentate da centinaia di novizie e decine di postulanti e juniores, per la loro formazione, sono testimoni di tanta vita, di tanta storia, di tanta passione e generosità da parte di chi si è impegnata e si sta impegnando perché la ‘formazione’ a giovani e non più giovani risulti efficace, attuale, integra, vera.

Sono vite sacrificate, sono vite ‘sprecate’ – uso un aggettivo caro a M. Viviana -  per Dio, perla Chiesa, per la umanizzazione e la cristianizzazione del mondo…

Sono convinta che oggi la vita religiosa femminile si trova di fronte ad interrogativi e sfide che emergono e che deve affrontare con coraggio e speranza senza pensare ai numeri (Abramo, Gedeone – Elisabetta). La sfida della speranza e della precarietà, della compartecipazione – non solo collaborazione – dei giovani, del mondo digitale e di una cultura che evolve esponenzialmente.

L’USMI non è sbocciata e non è cresciuta come erba di primavera. Ha una sua storia. Ed è giusto e doveroso soppesare il passato ma con l’equilibrio tranquillo di chi sa che c’è un futuro al di là delle apparenze. E questa non è solo speranza; è certezza, la nostra certezza.

Mentre l’uomo della strada a volte vive l’attimo fuggente in maniera emozionale e cangiante senza porsi troppi problemi sulla qualità della propria esperienza esistenziale, la persona consacrata propone valori altri, vive tensioni diverse: è attenta alle persone cariche di dolore, di drammi, di tragedie, forse di rimorsi. E allora eccola in carcere pronta all’ascolto, alla consolazione offerta con profondità di sentire e di pensiero; eccola nella case-famiglia ad accudire bimbi non suoi, a sostenere e formare mamme; eccola davanti a un personal computer per inviare un messaggi di pace e di fraternità; eccola impegnata a preparasi per offrire un buon apporto alla costruzione o ricostruzione della famiglia, dopo una frattura; eccola sulla strada di notte per sottrarre giovani donne al vilipendio di sé. Eccola docente universitaria, eccola accogliente con gli immigrati, se necessario od opportuno anche a Lampedusa.

Sappiamo in chi abbiamo posto la nostra fiducia. E come nel finale di una poesia di Sophia de Mello Breyner Andresen possiamo recitare:

“So soltanto che cammino
come chi è guardato, amato e conosciuto.
E perciò in ogni gesto colloco
solennità e rischio”.

Sr Biancarosa Magliano, fsp

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PostHeaderIcon Gli ingredienti della vocazione – Marta

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PostHeaderIcon Inviate per servire

Nel mio cuore rimane il ricordo indelebile dei bellissimi anni trascorsi a servizio dell’USMI Nazionale: dall’esperienza coinvolgente e arricchente dei Convegni per Postulanti, Novizie e Juniores alla Scuola per Novizie a Roma, alle dinamiche conferenze nelle diverse USMI diocesane, allo scrivere per Consacrazione e Servizio, alle esperienze indimenticabili di apertura di alcuni Capitoli Generali, all’accompagnamento del cammino delle giovani suore in diverse Congregazioni…
Con tanti incontrati all’USMI sono rimasta in contatto e di tanti seguo ancora il percorso di vita, di tutti ricordo con gioia l’amicizia e l’aver percorso un pezzo di strada insieme nella ricerca dell’autenticità, della radicalità, del vivere il Vangelo senza sconti.
Porto nel cuore gli incontri dinamici vissuti a Mondo Migliore. Ricordo le mie camminate avanti e indietro per la sala, non seduta staticamente dietro un tavolo e un microfono ma in mezzo per cercare insieme il bandolo della matassa di un impegno più vero e profondo, più autentico e radicale. Ricordo le condivisioni, le lacrime, la sofferenza di pronunciare un “si” all’Amore che tutto prende e tutto dona.
Sono Grazia Le Mura, di origine catanese, ancor giovane sono partita come “missionaria” nella città di Napoli. Lì ho vissuto esperienze molto forti a livello ecclesiale e sociale e ho collaborato con persone come mons. Pignatiello, da diversi anni ormai nella casa del Padre, don Bruno Forte, attuale vescovo di Chieti, e don Filippo Strofaldi, vescovo di Ischia fino a qualche mese fa. Per diversi anni ho insegnato alla Facoltà Teologica di Napoli e girato buona parte d’Italia per conferenze e seminari. Poi, il Signore ha pensato e deciso per me un’altra strada… e mi sono trovata catapultata “in missione”. Ho lasciato tutto, dal lavoro che amavo immensamente alla mia famiglia di origine, dalle amicizie alle varie sicurezze che mi ero costruita con fatica… adesso, senza nulla che mi appartiene e nella precarietà più assoluta, sono felicissima e il mio cuore è sempre in festa!
Vivo a Bobo Dioulasso (Burkina Faso; Africa occidentale), in un Centro di Accoglienza per ragazze-madri e bambini in difficoltà creato e gestito dall’Associazione “Tante mani per… uno sviluppo solidale” di cui sono socia fondatrice insieme ad altri amici. Il quartiere in cui vivo è detto “Sossorobougou”, che in djoula, la lingua locale significa il quartiere dove vive la gente seduta sulle ginocchia perché non ha neanche uno sgabello per sedersi.
Il Centro in cui abito e vivo si chiama “I Dansɛ“, che in djoula, significa “tu sei il/la benvenuto/a”. Al momento sono “mamma” di diciotto bambini, la più piccola ha diciannove mesi e il più grande tredici anni. Ah dimenticavo… il piccolo Emanuele trovato il 28 aprile scorso dietro il cancello del nostro Centro: è stato lasciato lì appena nato e da qualche mese “in affido” presso una famiglia burkinabè. Le ragazze-madri che vivono al Centro sono quattro e undici sono nella fase di re-inserimento sociale. Per il pranzo arrivano cinquanta ragazzini a condividere quello che per loro è l’unico pasto della giornata.

La mia vita è molto cambiata e dalla ricerca, dallo studio, dai libri da leggere e scrivere, dal microfono e dalla penna sempre in mano… adesso ho culetti da pulire, manine da lavare, pappine da preparare, stanze da mettere in ordine, bimbi da accompagnare a scuola o dal medico, famiglie da visitare a casa, mais da lavare e portare al mulino, fango da spalare quando piove… insomma uno scenario molto diverso!

Per anni ho detto, rimanendo in Italia a lavorare per l’USMI, per la mia diocesi, per la Facoltà Teologica, per il LaSoP, Laboratorio di Sociologia Pastorale che dirigevo… che la missione appartiene alla comunità ecclesiale e, quindi, ad ogni cristiano e che tutti i credenti in Cristo sono chiamati “a partire”, anche se alcuni sono chiamati a farlo con le valigie e altre senza valigie; alcuni “partono” e vanno in territori lontani e altri partono pur “restano” nel proprio territorio e nei propri ambiti di vita. Pensavo che a me spettasse la “missione senza valigie” nel mio territorio di sempre e, invece, mi sono ritrovata con la valigia in mano e un biglietto di sola andata!
La missione non è legata alle coordinate geografiche e non ha frontiere. Il territorio del mondo è tutto “territorio di missione”, da nord a sud, da oriente ad occidente. Non si è missionari solo quando si parte per terre lontane, ma quando si sviluppa e si vive fino in fondo l’apertura e la predisposizione al dialogo con ogni uomo e con tutto l’uomo, nello stile dell’accoglienza e della solidarietà, della condivisione e della promozione.

Tutti siamo missionari, vale a dire “inviati” per servire gli altri: innanzitutto, annunciando all’altro l’Amore di Dio e il suo messaggio di liberazione; poi, per compiere insieme all’altro un cammino di promozione umana e sviluppo sociale.

                                               Grazia Le Mura

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PostHeaderIcon Video Sognare si può – Sr. Pina Riccieri

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PostHeaderIcon Gli ingredienti della vocazione

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PostHeaderIcon Le linee guida dell’U.S.M.I. Regionale Lombardia

di Sr Germana Conteri

 

L’U.S.M.I. Regionale Lombardia lungo il corso degli anni, dal suo nascere ad oggi, ha conosciuto e vissuto lo slancio della primavera conciliare, rafforzando quella speranza scaturita da una fede salda e da un’audacia “ profetica” donatole, non da singole figure, ma dall’autorità magistrale della Chiesa di Roma e della Chiesa locale. Attenta ai “segni dei tempi” non si è mai rassegnata alla mediocrità, ma con coraggio e creatività ha seguito le Congregazioni religiose femminili, individuando per esse, senza timore, le risposte più significative e credibili. Ha instaurato, alimentato e sostenuto un clima di fiducia, di comunione e di seria condivisione, favorendo nelle Congregazioni un senso di appartenenza all’U.S.M.I. Regionale  e così riconoscendo in essa un organismo autorevole, idoneo all’animazione, all’accompagnamento spirituale e alla formazione. Premesso ciò possiamo evidenziare le linee di sensibilizzazione e di riflessione condivise dall’USMI con le tutte le Congregazioni religiose della Regione Lombardia. 

  • LA FORMAZIONE

-        il laboratorio, che precede l’Assemblea annuale delle Superiore Generali e Provinciali, è stata un ottima scelta per coinvolgere i Superiori nella preparazione e nell’attuazione dell’Assemblea. La positività dell’iniziativa è stata confermata dall’adesione sempre più numerosa e dai i risultati molto buoni, sia sotto il profilo dei contributi, sia sotto l’aspetto della condivisione;

-        l’Assemblea annuale, registra presenze numerose e qualificate, non solo per i Superiori Maggiori, ma per Delegate delle Diocesi Lombarde, le esperte di settore…L’Eucarestia celebrata a mezzogiorno, presieduta dal Delegato della C.E.L., e la mensa consumata insieme, offerta dall’U.S.M.I., creano un’atmosfera di vera fraternità;

-        le equipes di pastorale giovanile vocazionale: l’iniziativa è aperta a tutte le equipes delle singole Congregazioni che lavorano per la pastorale giovanile vocazionale sul territorio delle Diocesi Lombarde. Questo è un momento interessante di condivisione, di confronto, di ricerca di metodi e di strumenti nuovi per un lavoro più consono alle attuali esigenze dei giovani. Inoltre, la comunicazione e la messa in comune delle esperienze sia positive che fallimentari confortano le equipes nel loro procedere quotidiano;

-        la nuova scelta di metodo formativo per le giovani in formazione: non più la “la scuola delle novizie”, bensì un cammino a cadenza mensile itinerante delle giovani in formazione. L’attuazione del progetto formativo è affidato all’equipes delle Madri Maestre. Queste, sia per la seria preparazione pedagogica, spirituale e teologica, sia per l’età molto vicine alle giovani in formazione ne comprendono maggiormente la problematica.

-        giornata di spiritualità ogni fine anno: partecipato da tutto il Consiglio di Presidenza

-        I corsi residenziali di formazione per:

- Coordinatrici e insegnanti della scuola dell’Infanzia.

    – Responsabili e operatrici  che seguono gli anziani.

    Questa formazione si basa soprattutto su  tematiche pastorali, pedagogiche e umanistiche.

- Il Convegno annuale USMI- CISM- CIIS: è una iniziativa che rafforza la comunione e la fraternità non solo con i tre Organismi, bensì con tutti i Vicari Episcopali per la Vita Consacrata delle Diocesi lombarde e con il Delegato Episcopale della C.E.L.   

  • COLLABORAZIONE E  COMUNIONE  APERTE ALLA CHIESA LOCALE E AL TERRITORIO

-        Consigli di Presidenze Riuniti, U.S.M.I. – C.I.S.M. – C.I.I.S: sono uno strumento di preziosa e abituale collaborazione costruttiva fra i tre organismi. Si attuano ogni due mesi e risultano luoghi di analisi, di riflessione, di condivisione e di corresponsabilità su particolari problemi della Vita Consacrata sul territorio della Lombardia

-        Commissione Regionale per la Vita Consacrata (Commissione Mista regionale), istituita dalla Conferenza Episcopale Lombarda il 2 maggio 1997, attualmente presieduta da S.E. Mons Oscar Cantoni – Vescovo di Crema e Delegato della C.E.L. per la Vita Consacrata, composta dai Vicari e Delegati Episcopali delle dieci Diocesi lombarde, nonché dalle Presidenze e Segreterie CIIS, USMI e CISM regionali. Quest’anno tale Commissione, partendo dai contenuti espressi nella “Dichiarazione d’Intenti” già in vigore in altre Regioni, si è impegnata a studiare e a ipotizzare la stesura di un proprio documento di ” Dichiarazione d’Intenti”.

-        Centro di Spiritualità dell’Italia Settentrionale: realtà ideata nel 1995 in sinergia con la Conferenza Episcopale Lombarda, la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e l’U.S.M.I. – C.I.S.M. – C.I.I.S., è un’opportunità di grande valore. Favorisce la collaborazione e la partecipare della Vita Consacrata al cammino culturale, teologico e spirituale della stessa Facoltà Teologica e il confronto fra teologi e operatori pastorali sui temi relativi alla spiritualità e alla formazione.

-        Partecipazione al Tavolo Terzo Settore – Regione Lombardia: siamo presenti al Tavolo regionale del Terzo Settore dove vengono trattate le politiche sociali, regionali e nazionali: sanità e assistenza…l’incarico della partecipazione è affidata a una persona che, con alcuni esperti, è delegata dai due organismi U.S.M.I. e C.I.S.M. a farsi portavoce presso i Funzionari o gli Assessori regionali dei problemi socio-sanitari che coinvolgono anche la Vita Consacrata o a suggerire modifiche su proposte di leggi non rispettose della persona.

-        Consulta Beni Culturali e Paesaggistici: i tre Consigli U.S.M.I. – C.I.S.M. – C.I.I.S. sono attivamente presenti alla Consulta Regionale dei Beni Culturali Ecclesiastici. Partecipano, mediante un rappresentante, alla commissione paritetica e stanno collaborando nella stesura di un protocollo d’intesa fra C.E.L. e Direzione Regionale dei Bene Culturali e Paesaggistici della Lombardia.

-        L’Associazione “Vita consacrata in Lombardia”:è stata costituita il 6 dicembre 1995; è un  organismo di informazione e formazione e, con l’ampliarsi del riconoscimento giuridico della validità del libero associazionismo, si presenta, oggi, come valido strumento per:

     – incrementare il dialogo con le Istituzioni pubbliche regionali: si veda l’ingresso della Commissione Socio – Assistenziale Servizi alla Persona all’interno delle macro organizzazioni presenti al Tavolo del Terzo Settore della  Regione Lombardia;

      – attuare tutte le attività connesse alla operatività delle espressioni regionali della CISM, USMI, CIIS, nel rispetto dei loro Statuti, con un Regolamento approvato il 25 gennaio 2005 e aggiornato il 18 gennaio 2009, afferma la specifica finalità di elaborare riflessioni e iniziative  concrete comuni per sostenere e vitalizzare sempre più gli ideali della Vita Consacrata, anche nei confronti della Regione Lombardia;

      – la cura della pubblicazione del Notiziario, strumento essenziale ed apprezzato di collegamento per gli Istituti di Vita Consacrata nella Regione Lombardia ; nonché di informazione e formazione di tutti i Consacrati.

       – l’aggiornamento e pubblicazione della preziosa ed invidiata “Guida”: contiene tutti i dati relativi ai vari Istituti Religiosi e Secolari ed alle Comunità presenti ed operanti in Lombardia.

                                             Sr Germana Conteri

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PostHeaderIcon Testimonianza sr. Anna

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PostHeaderIcon Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!

Questo è il canto di lode che sento nascere dentro di me in questo giorno del mio ingresso in Noviziato! Sono certa che se sono arrivata fin qui è grazie a Lui, è perché Lui lo vuole e incessantemente mi chiama. Su questa certezza si basa la mia vita, anche e soprattutto nei momenti di dubbio e di difficoltà. Sto sperimentando nella mia vita che Dio sempre si prende cura di me e mi aiuta nelle scelte che devo fare. La mia gioia più grande è sperimentare la bellezza di un Dio che è Amore, che non giudica, non castiga, ma ama, perdona, accoglie. Per questo ho scelto di affidare il mio cammino di consacrazione al Padre misericordioso. Conosciamo tutti la parabola che ci parla di Lui. Dio è proprio questo per me: un Padre che non si lascia scalfire dai miei limiti, dai miei peccati, ma sempre mi accoglie, mi perdona e ha fiducia in me.

Il cammino che ho intrapreso non è facile: prove e difficoltà sono all’ordine del giorno. Nel libro dell’Apocalisse San Giovanni scrive: “Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo”. Questa per me è una chiave di lettura molto importante per capire che tutto, se letto con gli occhi della fede, serve ad un cammino di crescita e di comunione con Dio. Un giorno ad Assisi una clarissa mi ha detto: “In tanti anni di clausura non ho vissuto un giorno in pace: ogni giorno è una sfida, perché l’amore è esigente!”. Con altre parole San Paolo scrive: “L’amore di Cristo ci spinge”. L’amore da sapore alla vita e mi spinge a superarmi e a superare le difficoltà. L’amore è creativo, dinamico, cresce nella misura in cui lo gustiamo, è una forza collettiva, nessuno se lo può dare da sé, ma tutti abbiamo bisogno di sperimentarlo prima di darlo. E qui un altro preziosissimo grazie mi sorge nel cuore. Grazie alla mia famiglia, che con amore e dedizione si è presa cura di me, mi ha educata e incoraggiata in tanti momenti di difficoltà. Grazie specialmente ai miei genitori che mi hanno fatto dono del Battesimo e di tanti gesti di affetto che a volte io non ho saputo comprendere. E poi grazie alle suore e alle novizie che mi sono state vicine, che hanno pregato per me e che mi hanno accolta nell’istituto. Tutti questi sono stati segni importanti della presenza di Dio nel mio cammino.

Concludo con un testo delle fonti francescane in cui San Francesco ci dice ciò che saremo se perseveriamo nella via del Signore e che rappresenta per me un vero programma di vita.

“E saranno figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi, quando l’anima fedele si congiunge a Gesù Cristo per l’azione dello Spirito Santo. E siamo fratelli, quando facciamo la volontà del Padre suo, che è in cielo. Siamo madri, quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l’amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere in esempio per gli altri”.

                                                                           Pierpaola Mazzaro

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