“Chi ha cuore grande…

… fa grandi cose”. E’ una della forti e suggestive affermazioni di p. Arsenio da Trigolo, fondatore delle suore di Santa Maria Consolatrice. Esse hanno voluto ricordarne la figura e l’opera, e presentarla con particolare sfaccettatura in un convegno organizzato in una delle loro sedi educative a Milano il 10 dicembre c.a. Il tema verteva sulla ‘scelta vocazionale’ ed era così espresso: Scegliere o non scegliere? Quando la vocazione riguarda ciascuno di noi. L’esempio di padre Arsenio da Trigolo. Tema interessante soprattutto per i liceali presenti. “Vocazione e scelta”, anche scelta professionale o di vita fuori dagli schemi, dalle linee comuni, quindi, chiamata e risposta; chiamata da parte di Dio e risposta da parte della creatura; chiamata e risposta possono sempre includere suggestione e dubbi; scoperta e stupore; invito e accettazione, proposta e, anche, dissenso. Tutti elementi di una scelta di vita o di professione che si estende nel tempo a venire ed esige, in parte chiarezza, lungimiranza, ma anche molta fede e tanto coraggio.

Di lui hanno parlato la superiore generale M. Silvianita Galimberti, p. Costanzo Natali, vice postulatore della causa di beatificazione, p. Sergio Pesenti, vicario dei cappuccini per la provincia della Lombardia e il regista Sante Altizio e due ‘testimoni’ di diversa provenienza ma suggestiva: un comico, Enrico Bertolino e un ex portiere, Paolo Orlandoni, i cui figli frequentano le scuole tenute dalle suore.

Lo sfondo di tutti gli interventi: la testimonianza di p. Arsenio; una vita non facile la sua, anzi ben travagliata, per i vari segmenti che ne hanno costituito tutta l’ossatura. Seminarista e sacerdote, coadiutore in un paio di parrocchie; poi gesuita, studente in Francia. Infine costretto a lasciare la Compagnia per il suo appoggio alla tesi politica ‘libera Chiesa in libero Stato’. Dopo una dolorosa e non compresa esperienza a Torino che confluirà nella fondazione delle Istituto santa Maria Consolatrice va esule a Milano. E qui vive l’ultimo segmento della sua vita. A 53 anni entra nei Cappuccini. Alle suore raccomanderà comunque sempre di “lasciarsi lavorare da Dio”. In poche essenziali parole consiglia uno stile di vita: il suo.
Al convegno hanno partecipato i ragazzi delle scuole gestite dalle suore, i genitori degli alunni, religiosi e laici amici dell’Istituto. (B.M.)

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