Archive for dicembre, 2013

Con gioia e speranza

giovedì, dicembre 26th, 2013

Le Ancelle della Carità sono arrivate in Ecuador il 14 dicembre 1984 e il 15 di marzo 1985 sono state ricevute dalla popolazione di Paloquemado. Qui hanno fatto la scelta carismatica: quella dei bambini, dei giovani, dei malati, dei poveri, dei poveri tra i più poveri. Quel territorio è stato il ‘libro aperto sul quale viene letto il dolore e le afflizioni di un popolo’. È lì dove ‘il dolore non ha parole, ma lamenti’. Inoltre vi hanno assunto il compito dell’evangelizzazione nell’organizzazione di scelte pastorali: sanità, lavoro con le donne, pastorale giovanile, pastorale della famiglia; opere di promozione sociale con lo sviluppo di attività tendenti alla formazione e alla crescita della consapevolezza dell’autogestione e della corresponsabilità nell’organizzazione e nello sviluppo del popolo. Con il passare degli anni hanno fondato altre comunità, anche con l’arrivo di giovani, significativamente “contagiate” dalla parola del Vangelo. Ad esse hanno dedicato efficaci iniziative di formazione. “Lo scopo della Congregazione – scrivono – è costruire comunità religiose aperte e solidali”. Questo significa “aprire le porte della comunità per attendere le provocazioni della vita nelle sue mancanze e impossibilità, per l’educazione al dialogo e alla preghiera, le attività religiose comunitarie, la collaborazione solidale, l’accoglienza ai bambini, ai giovani e adulti che desiderano conoscere la vita religiosa; cioè essere parte del conglomerato umano, intraprendere la formazione di missionari laici ecc”.

E ammettono: ”con gioia e speranza le giovani camminano in un processo di formazione umana e religiosa prendendo consapevolezza che il ‘carisma unifica e fortifica l’albero dell’Istituto’, che il vincolo tra le Ancelle e il popolo è la carità. La carità è la missione dell’Istituto. L’Ancella della Carità nel cuore della Chiesa e dell’umanità per il dono dello Spirito si ‘vende alla carità’, si consacra a Dio rivelato in Gesù Cristo, amato e adorato nel mistero della Croce e dell’Eucaristia”.  (dal sito) (B.M.).

Incontrare i giovani

martedì, dicembre 17th, 2013

INCONTRARE I GIOVANI DOVE LORO SI INCONTRANO

questo è lo slogan che la Vita Consacrata in Genova (USMI CIIS CISM)

ha assunto per la pastorale Vocazionale.

In occasione dell’inizio di AVVENTO l’Arcivescovo, Cardinal Angelo Bagnasco, ha convocato i giovani nella Cattedrale di S. Lorenzo per una veglia di preghiera che è iniziata in piazza degustando una squisita cioccolata calda (graditissima considerando la serata molto fredda).

Erano presenti i giovani della Pastorale giovanile, dell’Azione Cattolica e i Giovani Religiosi, tutti coordinati da Mons. Nicolò Anselmi.

Il programma della serata prevedeva la proiezione di alcuni filmati nei quali erano protagonisti i giovani all’opera in occasione del terremoto dell’Abruzzo e ragazzi che hanno partecipato alla GMG del Brasile a cui è stato chiesto un loro pensiero sulla fede. Si è poi aperta la porta centrale della Cattedrale da cui scendevano quattro grandi striscioni colorati con la scritta Anno della Famiglia 2014.

La veglia è proseguita con l’adorazione al Santissimo, il canto dei vespri, l’omelia del Cardinale Arcivescovo a cui è seguito un segno particolare: una tavola apparecchiata per indicare come la mensa sia il momento importante in cui la famiglia si riunisce, si relaziona,  cresce e stabilisce rapporti.

A ciascun partecipante è stata quindi offerta una tovaglia da portare nella propria famiglia, sottolineando che era stata cucita dalle carcerate di Pontedecimo – Ge – con la stoffa della GMG di Madrid. Un gesto, come ha spiegato il Cappellano del carcere, don Giacomo, che servirà per aiutarle a ritrovare la loro dignità e per un cammino di riabilitazione.

C’è stata poi la testimonianza di una giovane genovese, magistrato, che ha ricordato la sua prima visita in carcere; ciò che l’ha colpita sono state tre cose: l’odore del carcere, la ricerca di Dio, e la condizione particolare in cui vivono queste persone.

Le Religiose presenti hanno potuto avvicinare i giovani, relazionarsi con loro scambiandosi esperienze costruttive.

Sr M. Olivia Bondrano

… È venerabile

martedì, dicembre 10th, 2013

Il 9 dicembre c.a. M. M Regina Cesarato, Superiora generale delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro (e Presidente USMI) con immensa gioia comunica al suo Istituto che quello stesso giorno “Papa Francesco nell’udienza concessa al Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato “la promulgazione del Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Scolastica della Divina Provvidenza (al secolo: Orsola Maria Rivata), Religiosa professa e Prima Superiora Generale delle Pie Discepole del Divin Maestro; italiana (1897-1987)”. Come tutte e tutti sappiamo con la promulgazione del Decreto Madre Scolastica diventa “Venerabile”.

Come Usmi esprimiamo la nostra comune gioia a M. M. Regina e a tutto l’Istituto presente nei cinque continenti e in 37 nazioni. Con tutte loro ringraziamo e lodiamo il Divino Maestro per questo grande dono che Egli ha fatto alla Chiesa tutta. (B.M.)

Le sfide continuano

lunedì, dicembre 9th, 2013

Nel dicembre del 1963, quattro Adoratrici del Sangue di Cristo della Regione Croazia sono partite per l’Australia. Volevano rispondere alle esigenze degli immigrati croati che avevano abbandonato la loro patria tra gli anni ’50 e ’60 e che desideravano catechesi per i propri figli, ed essere accompagnati per crescere nella fede, nella preghiera; in sintesi, nel loro rapporto con Dio.

Dopo 50 anni di presenza e di ministero in quel continente le suore hanno tanti e forti motivi per festeggiare e ringraziare con gioia Dio. Molti, non solo croati, si uniscono con affetto e stima alle celebrazioni tenute a Sydney e ad Adelaide. Durante questi 50 anni le suore hanno affrontato ardue sfide, ma hanno anche sperimentato la potente mano di Dio che le guidava. Hanno condiviso le stesse difficoltà degli immigrati: una nuova cultura e lingua straniera, metodi di lavoro differenti. Fin dall’inizio, gli immigrati hanno imparato ad aiutarsi a vicenda e le suore sono state sempre presenti in mezzo a loro per rispondere ai bisogni lì dove potevano, secondo il loro carisma.

Oggi molti immigrati vivono dignitosamente e possono aiutare i più bisognosi, tra cui gli anziani, verso i quali le Adoratrici si adoperano con maggiore impegno e particolare dedizione.

Inoltre gli immigrati croati hanno lavorato insieme per costruire la chiesa a Sydney. E al momento richiesto hanno costruito un villaggio per loro, giustamente denominato “Villaggio del Cardinale Stepinać”.  Il villaggio è stato organizzato in base ai bisogni delle persone, e fino ad oggi la maggior parte degli impiegati sono croati. Le suore sono responsabili della pastorale e nel coordinare la ergoterapia. Lavorare con i laici permette alle suore di essere anche per loro un “orecchio che ascolta”.

Le sfide continuano, e le suore cercano la forza e la luce per affrontarle con la preghiera comunitaria, e soprattutto con la condivisione di fede sulla Parola di Dio. Vogliono essere Adoratrici in un paese con molti immigrati. (B.M:)