Archive for aprile, 2015

Tanti colori…

martedì, aprile 28th, 2015

…un solo pianeta è lo slogan che – all’unanimità – spinge in questo momento le suore appartenenti alla Congregazione delle Figlie della Madonna del Divino Amore. Uno slogan che è espressione di una iniziativa con la quale esse intendono «creare uno spazio in cui storie, categorie, esperienze si intrecciano tra di loro dando vita alla miscellanea di colori che ogni cultura apporta. Uno spazio di confronto per favorire nuovi processi di integrazione, politiche di sviluppo e scambio di culture». E lo spiegano: si tratta di «un laboratorio virtuale in cui i giovani italiani e i giovani stranieri possono incontrarsi, far conoscere all’altro la propria cultura, le proprie radici, il proprio “mondo”». Vogliono così «superare la tradizionale definizione di società multiculturale, in cui si evidenzia la dicotomia io/altro per approdare ad una società interculturale in cui la transculturazione sia metodo e strumento di scambio, accettazione e rimozione degli ostacoli che possano creare incomunicabilità».

Vengono così promossi e valorizzati, i valori, le capacità, i diritti individuali. Infatti lo sviluppo della solidarietà passa anche attraverso le storie di migrazione e i vissuti dei giovani di altro Paese e le proprie! Inoltre nei ‘laboratori ricreativi’ «la musica, la danza, il teatro, le arti visive la cucina saranno le occasioni di incontro per rielaborare le varie culture e per divertirti insieme ad altri giovani». E negli ‘incontri formativi’ si «si presenteranno i risultati creati nei laboratori e sarà l’occasione per sapere tutto, ma proprio tutto di un Paese ancora per poco “straniero”»….

L’USMI si compiace con l’Istituto FMDA per questo concreto progetto che stanno realizzando con la ‘fantasia della carità’. E’ ‘uscire’ per incontrare e far incontrare; per promuovere un mondo più, più fraterno, più solidale. (B.M.)

Una vita non facile

martedì, aprile 28th, 2015

“Vi lascio per mio testamento la carità. Questa casa è andata avanti nel nome della carità; cessando questa, cesserà la casa” disse poche ora prima di entrare nell’eternità. E, dopo pochi istanti aggiunse: “Vi benedico tutte col nome di Dio”. E’ la conclusione dell’esistenza terrena di suor Maria Teresa Spinelli, fondatrice delle Suore Agostiniane Serve di Gesù e di Maria. “Serve come Gesù, il Servo del Padre – commenta sr Marta Gadaleta nel volume che ne ritrae la biografia – che è venuto per servire e non per essere servito; serve come Maria che si definisce la “serva del Signore” e che con il suo sì rende possibile l’incarnazione di Dio”.

Una vita non facile, quella della Spinelli; faticosa in famiglia prima, faticosa poi come sposa, e come madre, faticosa quando divenne vedova, ma sempre forte e sollecita per quanti avessero bisogno del suo aiuto, del suo ‘servizio’, anche eroico, in famiglia e negli altri ambienti in cui visse prima e dopo la fondazione del suo Istituto. Erano tempi difficili socialmente e politicamente, ma sr Teresa non demordeva mai. Lo esigeva ‘il voto del più perfetto e di vittima consistente nel cercare di osservare nel modo più perfetto i voti religiosi e ogni virtù’.

Le suore si dedicano oggi, come agli inizi, all’istruzione e all’educazione cristiana della gioventù in scuole, convitti, orfanotrofi e laboratori.

Oltre che in Italia, sono presenti in Australia, Brasile, Congo, Filippine, India, Malta, Regno Unito e Stati Uniti d’America; la sede generalizia è a Roma. Alla fine del 2008 la congregazione contava 369 religiose in 39 case.

Parlano di lei i due volumi scritti da suor Marta Gadaleta e disponibili in biblioteca USMI.

- Suor Maria Teresa Spinelli, - elledici-Velar, Roma, pp 48

- L’avventura di Teresa, illustrato per ragazzi, ed Marna, pp. 102

Un prossimo Capitolo

giovedì, aprile 23rd, 2015

COMPAGNIE
DES FILLES DE LA CHARITÉ
DE SAINT VINCENT DE PAUL
140, RUE DU BAC
75340 PARIS Cedex  07
Tél :  33 149 54 78 78
Fax : 33 149 54 78 19
E-mail : secretairegene@cfdlc.org
Site web : www.filles-de-la-charite.org

Assemblea generale 2015

Comunicato

Presente in 94 paesi, con circa 16.000 Suore, la Compagnia delle Figlie della Carità è al servizio dei più poveri, nei cinque continenti.

Le Figlie della Carità terranno la loro Assemblea generale a Parigi, rue du Bac 140, loro Casa Madre, dal 5 maggio al 12 giugno 2015.

Secondo le Costituzioni, quest’Assemblea verificherà e promuoverà la fedeltà al carisma e la vitalità apostolica dell’intera Compagnia.

Una settimana di ritiro spirituale introdurrà cinque settimane di riflessione sul tema: «L’audacia della Carità per un nuovo slancio missionario». I membri dell’Assemblea discerneranno insieme come rispondere meglio agli appelli di coloro che soffrono lo scandalo della povertà e delle schiavitù moderne: rifugiati, immigrati, emarginati, vittime della tratta …in fedeltà alla Chiesa e al loro carisma.

Durante quest’Assemblea avrà luogo l’elezione della Superiora generale e del suo Consiglio. Quest’ultimo è responsabile dell’animazione spirituale della Compagnia delle Figlie della Carità e del coordinamento dell’impegno missionario tra le diverse Province.

Questo avvenimento internazionale è anche l’occasione per approfondire il messaggio dei Fondatori, san Vincenzo de Paoli e santa Luisa de Marillac, per vivere il presente con audacia, definire degli orientamenti per rispondere alle sfide missionarie e spirituali di oggi ed entrare nel futuro con gioia e fiducia.

aprile 2015

Fra “Le piccolissime”…

mercoledì, aprile 22nd, 2015

Omaggio a una giovane suora clarissa cappuccina (1903-1946) è stato reso domenica 19 aprile c.a. nella città di Torino. Suor Consolata Betrone, – dichiarata ufficialmente  serva di Dio – si era posta, sin dalla giovinezza, sulla stessa scia battesimale della santa di Lisieux, Teresa Martin. Vivere la spiritualità cristiana, nella fiducia totale, espressa in termini suoi come  “la piccolissima via d’amore”. Le frequenti comunicazioni con il “suo Diletto” l’hanno portata ad una testimonianza così forte, intensa e decisiva che ha dato origine a quante si accomunano a lei nel nome “Le piccolissime”. Esse, infatti si propongono di “seguire la stessa piccolissima via d’amore manifestata da Gesù a sr Consolata e a testimoniarla e diffonderla nel mondo”.

A Torino, nei locali dove suor Consolata visse la sua giovinezza (1917-1928), è stato inaugurato un centro di diffusione della sua spiritualità per iniziativa delle suore clarisse cappuccine di Moncalieri, istituto al quale essa stessa appartenne. (B. M.)

Sui passi di Tecla

giovedì, aprile 16th, 2015

Pellegrinaggio a piedi da Castagnito ad Alba con le Paoline

Domenica 12 aprile si è realizzato il pellegrinaggio a piedi da Castagnito ad Alba, organizzato dalle Figlie di San Paolo, per ricordare la figura della Venerabile Tecla Merlo, originaria di Castagnito, che fu una delle prime seguaci di don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina.

100 anni fa, esattamente il 27 giugno 1915, Tecla si è recata a piedi da Castagnito ad Alba per incontrare la prima volta il Fondatore, presso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Lì Tecla ha detto il suo «sì» alla proposta di don Alberione: portare Cristo con la stampa e con i moderni strumenti e tecnologie di comunicazione. Dopo quell’incontro, nel 1915, insieme ad altre giovani ha seguito Don Giacomo Alberione nell’avvio del ramo femminile della sua istituzione, le Figlie di San Paolo, e fu la prima superiora generale.

In occasione del Centenario di fondazione delle Figlie di San Paolo (1915-2015), oltre 100 persone hanno preso parte al pellegrinaggio sui passi di Tecla. Hanno partecipato all’evento giovani provenienti dalle zone limitrofe a Castagnito e ad Alba, famiglie, alcuni consacrati della Diocesi di Alba, un gruppo di giovani suore Paoline, provenienti da 14 nazioni del mondo (Colombia, Pakistan, Filippine, Nigeria, Camerun, Congo, Repubblica Ceca, Vietnam, Romania, Madagascar, Singapore, Stati Uniti, Malesia, Mozambico) che si preparano ai voti solenni, un gruppo di 9 giovani dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia. Per tutto il percorso il sindaco di Castagnito, Pierfelice Isnardi, ha camminato con il gruppo dei pellegrini.

Dopo la celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale dove Tecla ha ricevuto il battesimo, i partecipanti si sono messi in cammino sostando per una visita guidata alla sua casa natale, per poi arrivare alla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ad Alba, dove li ha raggiunti l’assessore comunale della città, Leopoldo Foglino, rappresentante del sindaco. Da lì si è camminato verso la Casa Madre delle Figlie di San Paolo.

Per tutto il pellegrinaggio una grande Bibbia, portata aperta a turno dai partecipanti, ha reso visibile il motivo dei milioni di passi compiuti sulle strade del mondo dalle Figlie di San Paolo in 100 anni.

Per tutti è stata un’esperienza indimenticabile di gioia e di fraternità, di universalità e di fede.

Da “Mammagialla” di Viterbo

mercoledì, aprile 15th, 2015

Una toccante e partecipata Celebrazione Eucaristica si è svolta nella mattina di lunedì santo 2015 nella cappella della Casa Circondariale “Mammagialla” di Viterbo, in cui due detenuti Michele e Libero hanno ricevuto il sacramento della Cresima e quest’ultimo anche il Battesimo e la Prima Comunione, testimonianza che anche da detenuti un percorso virtuoso è possibile. A presiedere la celebrazione è stato il Vescovo, mons. Lino Fumagalli, a concelebrare insieme a lui P. Antonio Bagnulo, cappellano del carcere e il segretario vescovile, coadiuvati da alcuni Seminaristi dei Missionari del Prez.mo Sangue, Gianluca, Gaetano ed Enzo, che prestano il loro servizio domenicale nel carcere penale di Rebibbia.

Erano presenti la direttrice, dott.ssa Teresa Mascolo, e il suo staff, il personale della casa circondariale e tanti volontari. Ad accompagnare i canti un piccolo coro che al solo suono della chitarra, oltre ad attrarre l’attenzione di tutti, ha avuto la capacità di rendere partecipi, in modo sorprendente, anche i detenuti che sono riusciti a rendere così la piccola cappella una cattedrale, come la Direttrice, ringraziando i cantori, l’ha definita. Qui non possiamo tacere un grazie sentito a sr Rita Del Grosso che, con la tenacia di sempre, ha contribuito  a rendere più vivi e partecipi questi momenti topici.

Nell’omelia, il Vescovo, con fare paterno, ha spiegato il significato dei Sacramenti che stava per amministrare ponendo l’accento sulla speranza che mai deve venir meno in chi vive la detenzione. Se in chi sconta la pena viene cancellata la speranza, viene cancellato l’uomo, viene cancellata la persona. La speranza è che la fiammella accesa oggi abbia un seguito.

Quella di vedere due ragazzi ristretti in un carcere scegliere di diventare cristiani e seguaci di Cristo è stata un’esperienza esaltante e molto commovente: è stata una vera autentica Pentecoste. Sono storie di Risurrezione germogliate nel deserto della disperazione e della dimenticanza. Abbiamo toccato con mano che il Signore è venuto a salvare non i giusti, ma i peccatori. Ce lo sta ripetendo anche papa Francesco che ci esorta in continuazione ad essere misericordiosi: sono i malati che hanno bisogno del medico non i sani.

A conclusione della Celebrazione Eucaristica c’è stata la consegna di un’immaginetta di Gesù per ciascuno e le magliette Papaboys, a ricordo di un giorno così importante e decisivo nella vita di questi fratelli meno fortunati. L’accoglienza manifestata già all’arrivo da parte del personale del carcere ha raggiunto una brillante squisitezza quando la Direttrice e il cappellano hanno voluto intrattenerci nella sala bar con un momento di piacevole e ricca agape fraterna.

Sr Emma Zordan, asc

Referente carceri USMI Nazionale

SENSAZIONI REGALATE DAL CARCERE DI REBIBBIA

mercoledì, aprile 15th, 2015

Quattro detenuti che si trovano rinchiusi nella casa di reclusione di Rebibbia hanno ricevuto il 5 aprile 2015 il Sacramento della Cresima dal Vescovo, mons. Guerino Di Tora. Una Pasqua davvero speciale che ha visto in molti attenti e commossi a partecipare e condividere quanto con trepidazione i giovani ragazzi stavano per vivere. Un evento speciale per non dire straordinario quello di ammettere alla cerimonia, all’interno della struttura ove si trova la cappella, i familiari dei cresimandi.  Il Direttore del Carcere, dott. Stefano Ricca, sensibile e rispettoso della dignità della persona, nel ringraziare i ragazzi per essersi impegnati in un cammino che li ha portati ad accogliere i Sacramenti, ai parenti presenti ha raccomandato di accompagnare questa scelta sia dentro sia fuori del carcere. Ammettendo, in maniera davvero del tutto eccezionale, i congiunti alla partecipazione dell’evento, il direttore ha voluto significativamente renderli partecipi, e responsabili nell’accompagnarli sia durante il periodo di detenzione sia accogliendoli fuori, una volta conquistata la libertà, riconoscendo loro doveri e diritti insieme.

Durante la concelebrazione, animata da canti da un gruppo di detenuti e dai seminaristi dell’Istituto del Preziosissimo Sangue, si è svolto il rito della Confermazione, con l’unzione sulla fronte con il sacro crisma. “Ricevete il sigillo dello Spirito Santo – ha ricordato il Vescovo – che ci unisce alla Chiesa e ci rende testimoni di Gesù nel mondo“. Il conferimento della Cresima – ha aggiunto il Vescovo – è un motivo di speranza, il segno di quello che Gesù ha fatto subito dopo essere risorto mandando il suo Spirito. Solo quando abbiamo motivi per sperare riusciamo a vivere! Solo Gesù Cristo può dare ragioni di vita, di speranza anche nei momenti di disperazione, dentro queste mura. Senza questi atteggiamenti – ha concluso il Vescovo – non si fa altro che contribuire ancora di più a crescere, se non nella disperazione, nell’indebolimento della speranza.

Ho chiesto a uno dei quattro cresimandi, ad Andrea, di esprimere sensazioni, sentimenti ed emozioni nell’accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e, per la prima volta, al Sacramento della Santa Comunione.

Questa la sua riflessione:

“La preparazione ai due sacramenti – dice – è stato un cammino fondamentale per me, soprattutto perché mi ha portato a una meta significativa per la vita di un cristiano. Ho capito che, senza questi due sacramenti, è come se si rimanesse a metà dell’opera, come se non ci si affidasse del tutto al nostro buon Dio, lasciando dentro di noi un vuoto incolmabile. Questo è stato per me un cammino di fede e di conversione e, anche, un cammino introspettivo. Affidandomi alla Parola di Signore, alla sua immensa misericordia, mi sono ritrovato davanti a me stesso, alla mia vita. Con l’aiuto impagabile di Sr Emma e don Nicola, ho capito quali devono essere le priorità nella mia vita. Sono certo che se non avessi affidato il mio cuore al Signore, ora non vedrei la mia vita con occhi nuovi. Da quando ho ricevuto la cresima e la prima comunione – sembra scontato dirlo – mi sento molto meglio, perché so che ora potrò finalmente cominciare una vita nuova sotto l’occhio amorevole del Signore nostro Dio. Senza Sr Emma a guidarmi in questo cammino, con il suo affetto e la sua pazienza, la sua immensa fede, credo fermamente che sarebbe stato tutto molto difficile. Mi piace pensare che non l’abbia incontrata per caso, ma che è stato il nostro Dio a farmi incontrare un suo angelo e non smetterò mai di ringraziarlo per questo. In questi mesi di cammino mi sono molto legato a lei e posso tranquillamente dire che le voglio bene come potrei volere bene ad una mamma (nulla togliendo a mia madre). Come lei ce ne sono una su un milione ed io le sarò eternamente grato, perché so che nella mia vita nulla si può dare per scontato e nulla ci è dovuto, quindi, a maggior ragione, penso che lei sia un vero angelo di Dio.

Queste le sensazioni regalate da Giuseppe, un detenuto che ha preso parte al rito della Confermazione nel quale erano direttamente coinvolti e protagonisti i quattro giovani.

Giuseppe scrive:

Ogni cerimonia religiosa di una certa importanza produce sempre emozioni, ed induce, certamente e in proporzione alla sensibilità e allo spessore religioso dello spettatore, riflessioni e considerazioni. Quando la funzione religiosa riguarda i giovani, acquista sempre un significato ancora più particolare, perché spinge lo spettatore indietro con i ricordi, riportandolo al suo passato e alla sua gioventù, sia perché un giovane che si accosta con fede a un sacramento è sempre un motivo non solo di maggior fede, ma anche di maggior fiducia in una futura società migliore. Assistere in un carcere penale alla Cresima di quattro giovani detenuti, già segnati dalla vita e provati dalla Provvidenza, spinge, anzi … costringe, ad ancora maggiori riflessioni.

Guardando bene la loro serenità, la loro palese gioia, la presenza dei familiari cui la direzione aveva concesso di assistere alla funzione liturgica, è stato giocoforza pensare che non tutto è perduto, come troppo spesso siamo portati a pensare leggendo le cronache: anche in un carcere, anche in giovani dalla vita travagliata, anche in cuori che si penserebbe avulsi dal credere e dal voler credere sempre di più, la Provvidenza sa colpire, sa portare il proprio messaggio, sa far entrare la Grazia di Dio e il Credo più vero, più convinto, più rieducativo, non solo per il credente stesso, ma per chi ne segue l’insperabile cambiamento. Dio può entrare in tutti i cuori, il Suo messaggio può sradicare ogni scetticismo e ogni resistenza, e assistere alla Cresima in un carcere è una splendida lezione di vita e di fiducia nell’Onnipotenza di Dio.

Personalmente, ringrazio Andrea, Fatmir Marco e Vincenzo che hanno seguito e creduto nel percorso di formazione cristiana. Li ringrazio per il loro impegno e soprattutto per la loro serenità, la loro accoglienza e il loro grande affetto e gratitudine dimostratimi.

Sr Emma Zordan, asc

Referente Carceri USMI Nazionale