Archive for novembre, 2014

Miglioriamo la qualità della vita

venerdì, novembre 28th, 2014

“Miglioriamo la qualità della vita. Un libro per volta” è lo slogan dell’iniziativa solidale “Banco editoriale” proposto dalle Figlie di san Paolo in collaborazione con FIAGOP Onlus (Federazione Italiana Associazione Genitori Oncoematologia Pediatrica). Nell’ambito delle iniziative di solidarietà sono molte le attività di raccolta e distribuzione di generi alimentari, o comunque di prima necessità, verso tante persone in difficoltà economica. Nella società tuttavia esistono forme di vulnerabilità, di sofferenza, spesso nascosta, soprattutto quando la malattia bussa alla porta di casa e colpisce i più piccoli. Per questo è necessario estendere la “fantasia della carità” ad altre forme di sostegno, che offrano nutrimento per l’anima e gesti di aiuto in condizioni di fragilità. In questa ottica le Paoline organizzano in tutte le proprie librerie sul territorio nazionale l’iniziativa Banco Editoriale. Nel concreto, chi entra in una Libreria Paoline, dal 27 novembre al 6 dicembre 2014 può acquistare libri da consegnare, tramite volontari incaricati, alla FIAGOP. La casa editrice, inoltre, si impegna a donare direttamente alla stessa FIAGOP in più un numero di libri pari a quelli già raccolti attraverso l’acquisto dei singoli utenti.

Tale iniziativa si innesta all’interno delle tante iniziative legate al Centenario della Famiglia Paolina e vuole essere un segno di solidarietà verso una di quelle periferie e esistenziali più volte indicate d papa Francesco come ‘territorio verso cui muoversi e di cui prendersi cura”. (Da: www.vidimusdominum.it).

Carcere: luogo di Dio

lunedì, novembre 24th, 2014

INCONTRO SUORE RESPONSABILI REGIONALI

VOLONTARIE IN CARCERE

Roma, Via Zanardelli, 32 – 6 Novembre 2014

Giovedì 6 novembre 2014, nonostante il ‘diluvio universale’, le scuole chiuse per l’allerta meteo, le Suore responsabili regionali, sfidando ogni intemperie, hanno raggiunto la sede dell’USMI in Via Zanardelli, segno questo della buona collaborazione che sta iniziando tra l’USMI e l’Ispettorato dei Cappellani.

Nell’incontro si è fatta una valutazione del Convegno Nazionale “Consacrate, volontarie in carcere”- “Il carcere: luogo di Dio, Incarnazione del tuo carismasvolto in settembre al collegio Maria Mater Ecclesiae. Le opinioni non potevano essere che positive in quanto dal Convegno è emerso, con sempre maggiore convinzione, che il servizio in una delle periferie esistenziali, quale quella del carcere, deve interrogare e impegnare quanto più persone a sporcarsi le mani. Il carcere, pur non essendo un posto “normale” è comunque parte dei nostri territori e ha bisogno di attenzione come ogni altro luogo dove si consuma l’esistenza. Ma per chi ha scelto di stare accanto a questi nostri fratelli, sa che qualunque luogo può diventare missione e che chi ha di fronte è comunque un essere umano che chiede aiuto.

Stare insieme ha permesso di chiederci verso quali strade andare, verso quali tipi di servizi, con quale significato, riscoprendo anche il carisma di ciascun Istituto religioso rispetto alle persone che si trovano in difficoltà, in particolare le persone in carcere.

Dal Convegno Nazionale era nato il pensiero che ad affiancare l’Ispettorato generale dei cappellani ci fosse anche una Religiosa.

Don Virgilio Balducchi, Ispettore generale dei cappellani in Italia, ha chiesto che si chiarisse il ruolo e le aspettative nei confronti di questa nuova figura specificando che comunque non sarà una figura istituzionale riconosciuta giuridicamente.

E’ stato subito offerto un profilo, che riassumo brevemente, della Referente Nazionale delle Religiose che operano nelle carceri:

-         Non sostituisce l’Ispettore, ma collabora con UMILTA’.

-        Tiene i contatti con l’USMI e con le referenti regionali facendo da supporto nell’aiutare chi può avere bisogno.

-         Deve avere MOLTA disponibilità di tempo e di economia per muoversi e andare dove si renderà necessaria la sua presenza.

E’ stata eletta Suor Annuccia Maestroni, della Congregazione “Suore Poverelle del Palazzolo”, che attualmente svolge la sua missione a Vicenza.

L’incontro si è concluso con un ringraziamento all’Usmi per la gradita ospitalità che ha fatto sentire tutte come a casa loro e con un momento conviviale offerto dall’Ispettorato.

Sr Emma Zordan, ASC
Referente carceri -Usmi Nazionale

Festa per…

mercoledì, novembre 12th, 2014

Le suore del Santo Rosario di Gerusalemme dei Latini vivono uno dei periodi più festosi della loro storia. La congregazione venne fondata il 24 luglio 1880 a Gerusalemme da Joseph Tannous Yammin , sacerdote del patriarcato di Gerusalemme dei Latini, per dare la possibilità alle aspiranti religiose palestinesi di entrare in un Istituto. Le giovani del luogo, infatti, venivano generalmente respinte dalle religiose europee perché non conoscevano le lingue occidentali. Tra le prime religiose era presente Maryam Sultanah Danil Ghattas (1843-1927), in religione madre Maria Alfonsina. Ella, ritenuta cofondatrice della congregazione, ora beta, verrà proclamata santa probabilmente entro il 2015. Le suore operano in scuole, orfanotrofi, cliniche e a favore delle madri povere, senza distinzione di religione. Sono presenti in Egitto, Giordania, Italia, Kuwait, Libano,Palestina, Siria.  La sede generalizia è a Gerusalemme.

Altra beata che verrà proclamata santa nel corso dello stesso anno è Mariam Bawardi, conosciuta come Maria di Gesù Crocifisso. Ella è riconosciuta come fondatrice del Carmelo di Betlemme.

Ambedue le canonizzande, che hanno percorso la storia nella seconda metà del XIX secolo, hanno vissuto esperienze mistiche, convalidate in una esistenza concreta e serena (Da: www.vidimusdominum.it).

NB. L’approvazione definitiva dei risultati del processo canonico portato a termine presso la Congregazione per le Cause dei Santi avverrà durante il Concistoro dei Cardinali che si riunirà in dicembre. (B.M.)

Da 25 anni in India…

martedì, novembre 11th, 2014

Scrive Suor M. Inez Rosso Responsabile Settore Missionario delle Figlie del Divino Zelo:

“Per l’anno 2014, 25° anniversario della presenza delle Figlie del Divino Zelo in India, abbiamo scelto di realizzare e sostenere con la preghiera e l’aiuto economico il Progetto MIRIAM, un progetto a favore della giovane donna indiana.

Con la costruzione di un Centro di Formazione per la promozione dei diritti della donna a Cochin, nel Kerala, vogliamo, ancora una volta, dare il nostro contributo a sostegno della FAMIGLIA, cercando di offrire alle giovani donne strumenti per diventare “protagoniste della propria storia”.

La donna è una risorsa per lo sviluppo di una società più giusta e rispettosa dei diritti umani. Il presente progetto si inserisce nel programma della chiesa cattolica che in India ha lanciato diverse iniziative per introdurre cambiamenti positivi nella situazione di donne e ragazze.

Tutti uniti in un grande e fraterno abbraccio, vogliamo rinnovare il nostro amore e la nostra speranza per fare il nostro “molto” che sarà una goccia nell’oceano di tanti bisogni, goccia significativa e necessaria per raggiungere l’obiettivo che ci proponiamo di realizzare, a favore

…e in Rwanda

Con una serie di incontri sulla vita religiosa, sull’approfondimento del proprio carisma,  sulla figura di Madre M. Nazarena Majone, loro cofondatrice e su altre tematiche si stanno preparando a fare memoria dei 25 anni della loro presenza in Rwanda.

Esse scrivono: “Sono riflessioni che stanno spingendo ognuna di noi a continuare ad approfondire la nostra realtà carismatica per crescere nella nostra d’identità che dà qualità, forza e senso di appartenenza al nostro Istituto”.

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Un carisma, il loro, forse ancor più necessario oggi, quando l’attivismo, la superficialità, la frenesia pericolosamente sconnettono dal contatto con Dio, e tutti lamentiamo la scarsità di vocazioni.

Echi da Lampedusa!

lunedì, novembre 10th, 2014

Sono Suor Paola, della comunità “Don Morinello” di Lampedusa. A distanza di 8 mesi di presenza sull’isola desidero condividere alcuni eventi significativi che abbiamo vissuto e condiviso con la gente di Lampedusa. Quelli che più hanno segnato la nostra vita e memoria riguardano gli sbarchi dei migranti avvenuti fino adesso e con i quali abbiamo avuto la possibilità di condividere generi di prima necessità. Ciò che rimane impresso nel cuore sono gli sguardi dei migranti, a volte preoccupati, a volte sereni, a volte perfino allegri. E la loro serenità è comprensibile perché l’approdo sull’isola significa la fine di un incubo, di un pericolo, di una forte paura di non farcela. Alcuni, con i loro album fotografici fra le mani, non potevano fare a meno di ripensare con nostalgia, a genitori, fratelli, figli, e anche noi ne eravamo assorbite in questi loro sentimenti profondamente umani e pienamente condivisi. Certamente la questione dei migranti solleva in Italia idee contrastanti che vanno dovere dall’accoglienza incondizionata, per alcuni, al rifiuto apertamente espresso o comunque coltivato nel cuore da parte di altri. Non possiamo negare che esso sta diventando un vero e proprio business: un conto è il rispetto della dignità della persona umana, l’accoglienza e il sostegno di chi sfugge alla guerra, alla fame, ad una vita senza alcuna dignità e tutt’altra cosa è far diventare questo fenomeno occasione per dividere fette ingenti di denaro lasciando ai margini  ed escludendo dal sostengo proprio coloro ai quali esso è indirizzato. Ciò dovrebbe far riflettere!

Un evento celebrativo significativo qui a Lampedusa, è stato la settimana di preparazione e riflessione in occasione dell’anniversario della venuta del Papa a Lampedusa l’8 luglio 2013. Sono stati giorni carichi di eventi, incontri, riflessioni, informazione sulle cause attuali dell’evento migrazione da parte di diverse persone, associazioni e rappresentanti di associazioni. E’ stata allestita per questa occasione una mostra fotografica aperta da luglio fino a metà ottobre 2014. La mostra fotografica presentava istantanee dei momenti tragici di arrivi di migranti nelle condizioni reali in cui arrivavano, che rivelano lo stile spontaneo di accoglienza della gente di Lampedusa, ma anche momenti della presenza del Papa sull’Isola con le diverse celebrazioni in memoria dei migranti che hanno perso la vita nel Mare Mediterraneo.

Un altro evento è stato il memoriale della tragedia avvenuta il 3 ottobre 2013 nel suo primo anniversario caratterizzato da vari incontri e testimonianza: incontro interreligioso di preghiera al quale hanno partecipato rappresentanti di tante religioni presenti in Italia, ma anche dall’estero; dibattito sull’immigrazione a cui hanno preso parola anche alcuni esponenti politici; omaggio floreale da parte delle persone che hanno vissuto la tragedia, parenti delle vittime e anche da parte delle autorità religiose, civili e politiche per le 368 vittime che hanno perso la vita il 3 ottobre 2013; marcia al Giardino della Memoria, un posto dove, sono stati piantati 368 alberi in memoria delle vittime; incontro di preghiera interconfessionale nella Parrocchia, organizzato dalla Comunità di S. Egidio, al centro del quale sono stati proclamati i nomi di tutte le 368 vittime del 3 ottobre 2013 mentre venivano accese 368 candele in loro memoria; la marcia guidata da due sacerdoti eritrei, dalla Chiesa verso la Porta d’Europa, eretta come simbolo del passaggio dalla terra africana in Europa, un altro punto che ricorda la tragedia di tante persone che sono partite in un viaggio della speranza e che si è trasformato nell’ultimo viaggio della loro vita. Noi, suore e abitanti di Lampedusa ammiravamo in silenzio e davamo lode a Dio per la tenacia con cui si pregava sotto la pioggia sferzante, i lampi che squarciavano il cielo nel mare davanti a noi e sopra di noi, proprio alla Porta d’Europa. Quanto più aumentava l’intensità del temporale, tanto più si rispondeva con forza alla preghiera, senza preoccuparsi delle intemperie. Nessuno sconto, nessuna riduzione del tempo della preghiera, anzi! E anche se non capivamo le preghiere che venivano fatte, partecipavamo in silenzio insieme a loro. Non bastano le parole per descrivere quei momenti, la loro intensità, e anche la loro drammaticità. Potrei dire soltanto che avevamo la sensazione di compartecipare anche noi, in minima parte, a quello che hanno provato loro l’anno scorso; soltanto che noi eravamo su terraferma, mentre loro lo avevano vissuto in mezzo alle onde con l’angosciante interrogativo se si salvavano oppure no. Al ritorno, continuava a piovere forte; sempre a piedi, tutti uniti tra di loro camminavano cantando a voce alta, imponente, canzoni nella loro lingua, mentre noi, in mezzo a loro partecipavamo silenziosamente.

Parlando con un giovane che fa da intermediario e interprete dei gruppi di profughi eritrei, diceva che questi tre momenti: l’omaggio floreale nel mare, la marcia alla Porta d’Europa e la preghiera al Giardino della Memoria sono stati dei momenti forti in cui i ragazzi hanno scaricato moltissimo la tensione e hanno avuto modo di elaborare lo shoc della tragedia vissuta l’anno scorso.

Molte volte Lampedusa si trova coinvolta senza volere in tante situazioni ed eventi che nemmeno immaginava ed è proprio questa realtà che ha formato la gente all’accoglienza incondizionata lasciandosi toccare il cuore dall’appello spesso disperato di chi viene catapultato dal mare sulle coste di Lampedusa in situazioni di totale povertà, ma con la grande speranza nel cuore di un futuro migliore in cui possa ritrovare la propria dignità e diritto di vivere. Noi Suore di Don Morinello rendiamo grazie a Dio per l’opportunità di essere qui a Lampedusa e condividere la nostra vita con quanti abitano o sono di passaggio sull’isola.

Sr. Paola

Verso il futuro

martedì, novembre 4th, 2014

Come ogni evento umano, il Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice sta volgendo al termine. Aperto il 22 settembre scorso, le molte sorelle in rappresentanza di tutta la Congregazione – suddivisa in 83 Province religiose in 94 nazioni, nei cinque continenti con un totale di 1408 comunità locali – hanno approfondito temi specifici, dibattuto dove il dibattito era necessario, votato se richiesto. Molto interessante lo scambio di esperienze multiculturali presentate dalle consorelle interispettoriali dei singoli continenti.

Con lo sguardo rivolto al futuro, hanno eletto il nuovo Governo dell’Istituto, costituito dalla superiora generale e dalle singole consigliere con mansioni diverse: vicaria generale, formazione, pastorale giovanile, famiglia salesiana, missione ad gentes, comunicazione sociale, amministrazione, visitatrici. Come superiora generale è stata confermata m. Yvonne Reungoat. Donna di molta esperienza di governo all’interno dell’Istituto, nel ringraziare le Capitolari per questo ulteriore gesto di fiducia, ella ha affermato che accoglie il mandato come risposta all’invito di Maria alle nozze di Cana: “Fate quello che egli vi dirà”.

La conclusione del capitolo avverrà sabato 15 novembre c.a., festa della Beata Maddalena Morano fma.

L’USMI porge loro l’augurio di continuare nella Chiesa lo specifico servizio che le caratterizza: forte senso ecclesiale, passione per la gioventù, apertura alla comunicazione sociale. (B.M.)