Archive for giugno, 2015

Ancora religiosi santi

domenica, giugno 28th, 2015

Sabato 27 giugno 2015 durante la celebrazione dell’Ora Terza, papa Francesco ha tenuto il  Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione del beato Vincenzo Grossi, sacerdote diocesano, fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio. Fondato a Lodi nel 1885, l’Istituto esprime così il suo carisma: “partecipazione all’immolazione di Cristo per l’educazione cristiana della gioventù e la santificazione dei sacerdoti”. Le religiose vivono  questo loro carisma con opere appropriate: scuole, collaborazione pastorale, parrocchiale, pastorale giovanile, oratorio. Sono presenti anche in Argentina ed in Ecuador.

In quello stesso Concistoro il papa ha decretato di iscrivere nell’albo dei santi la beata Maria dell’Immacolata Concezione, religiosa, superiora generale della Congregazione delle Sorelle della Compagnia della Croce. Sorte a Siviglia (Spagna) nel 1875, il loro carisma consiste nella “imitazione di Cristo crocifisso e nel servizio agli infermi poveri con assistenza gratuita di giorno e di notte, con visite e istruzione, sostenute  dall’elemosina chiesta porta per porta”. Oltre che nel loro Paese di origine, sono presenti in Italia e in Argentina.

L’USMI gioisce con ambedue le Congregazioni; si felicita in modo particolare con sr Rita Bonfrate, delle Figlie dell’Oratorio, che da anni presta il suo servizio competente, sereno, gratuito nell’Ufficio Formazione presso la sede dell’USMI nazionale. (B. M.)

www.figliedelloratorio.it

Donne ad Alta Quota…

mercoledì, giugno 24th, 2015

‘Donne ad Alta Quota’ è la denominazione del riconoscimento con cui la Fondazione Marisa Bellisario ammette che alcune donne si sono distinte per una determinata opera. Concretamente vengono premiate “donne manager e imprenditrici, che, con il loro lavoro, sono un esempio di un’Italia che lavora e produce”. Con il passare degli anni – dichiara Lella Golfo, presidente e anima di detta Fondazione – l’iniziativa ha prodotto “una piccola e grande rivoluzione silenziosa, che ha creato una nuova classe dirigente femminile”. Sono le donne che mettono a servizio degli altri il loro innato senso di responsabilità, non ambiscono gloria né celebrità; privilegiano l’interesse globale, comunitario su quello personale; sono vigili e accorte nell’ utilizzo sia del potere che del denaro….

Questa del 2015 è un’altra grande tappa nella quale viene riconosciuto il lavoro assiduo,  diurno e a volte notturno, coraggioso oltre ogni dire, anche di sr Eugenia Bonetti,missionaria della Consolata, responsabile Ufficio Tratta donne e minori dell’USMI nazionale,  presidente Associazione “slaves no more” –  davvero donna ad alta quota che, da oltre 15 anni, si spende e sopraspende perché ogni donna non sia ritenuta mai più e in nessun luogo ’merce’ da sfruttare e da godere. La donna, ogni donna, infatti, deve essere riconosciuta nello splendore della propria identità. Presidente della Associazione slaves no mores, sr Eugenia c’è sempre quando la sua presenza è opportuna, se non necessaria, in Italia e all’estero, in Nigeria o negli USA, in Romania o a Ponte Galeria, in ambienti ecclesiali, civili, politici, ricreativi.

A nome di tutte le donne del mondo, in modo particolare di tutte le religiose presenti e operanti in Italia –  e soprattutto con quelle che come te e  con te, sr Eugenia, lavorano all’USMI – noi ti diciamo GRAZIE. Continua nella tua ‘opera di bene’ finché le tue forze e il tuo ardire te lo permettono o richiedono. (B.M.)

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Come ogni anno, il premio Bellisario si avvale dell’Adesione della Presidenza della Repubblica. A consegnare le ambite Mele d’Oro, personalità del Governo, delle istituzioni, dell’economia, della comunicazione e dello spettacolo. La consegna del premio andrà in onda in seconda serata su Raidue il prossimo 24 giugno.

tratta@usminazionale.it

ebonettimc@pcn.net

Roma, 23 giugno 2015

Fraternità a Ceuta

lunedì, giugno 15th, 2015

Dalla Spagna a Ceuta nel Nord Africa. Là sono arrivate lo scorso 19 aprile le Piccole Sorelle di Gesù dopo di più di un anno di preparazione e di discernimento e là, in quel luogo di frontiera, porta dell’Africa per l’Europa, hanno dato inizio a una nuova Fraternità. Ceuta è una città molto complessa di 80.000 abitanti, interculturale e inter-religiosa; metà sono musulmani; vi sono inoltre presenti una comunità cristiana, una comunità ebraica e un’altra Indù sindhi. 40 moschee, 7 chiese, una sinagoga e un tempio indù ne costituiscono il luogo delle rispettive celebrazioni.

Il loro stile di vita e la semplicità che da sempre le identifica, facilitano gli incontri con la gente del quartiere in cui si sono stabilite, le persone che frequentano la parrocchia, gli stessi migranti. Ammettono che l’essere ben accolte da tutti le “porta continuamente a rendere grazie per il dono della Fraternità”.

Da Ceuta possono non solo vedere il Marocco, ma, anche, raggiungerlo e ciò permette loro di avvicinare “centinaia e centinaia di giovani nascosti nella foresta – raccontano le suore – aspettando il giorno benedetto del passaggio da noi…”. Poco per volta e in momenti diversi hanno incontrato volti che resteranno per sempre incisi nel loro cuore. Raccontano: “Fermarsi sulla spiaggia per pregare, per cogliere i frutti della giornata e contemplare la bellezza di questa natura, ci fa anche avvicinare alla tragedia che, nel Mediterraneo, si vive e dove muoiono continuamente persone senza che se ne sappia il nome e che ora cominciamo a conoscere… Quasi tutti coloro che abbiamo conosciuto hanno vissuto lungo la loro traversata l’esperienza della morte di un amico, di un membro della propria famiglia… è troppo difficile scrivere ciò che abbiamo ascoltato!”.

“In questi giorni – ammettono – abbiamo sperimentato che la morte non ha l’ultima parola, la forza della vita e della loro fede sono talmente grandi che la nostra speranza cresce; noi entriamo nel mistero pasquale con ognuno di loro, e questa è una grazia che ci cambia nel più profondo di noi stessi!”.

“E’ vero, – concludono il loro racconto Gloria, Luigina, Maria, Paloma e Rosaura – cominciare una Fraternità senza altra cosa che andare incontro, cercando un luogo dove abitare e un lavoro per vivere, facendo del quotidiano lo spazio dove il nostro cuore si unifica per vivere come figli amati dal Padre… è una grazia che risveglia in noi tutti i desideri di seguire GESU’ e di fissare il nostro sguardo solamente su di LUI…”. (B.M.).

www.piccolesorelle.org

Nelle periferie più periferiche …

venerdì, giugno 12th, 2015

… le zone di guerra. Dal dicembre del 2013 in Sud Sudan, giovane Paese africano, la guerra civile non ha tregua. Secondo l’ONU “oltre 4 milioni di sud sudanesi hanno bisogno di aiuto alimentare urgente, a causa delle conseguenze delle violenze in atto da un anno e mezzo”. Sr Anna Gastaldello e sr Elena Balatti, ambedue missionarie comboniane residenti a Juba, in pieno continuo servizio, parlano di situazioni agghiaccianti in tutte le zone di detto Stato. Forse l’opposizione vuole bloccare il flusso di petrolio perché il governo rimanga senza denaro per continuare la guerra e il popolo fugge di zona in zona nella ricerca non solo di pace, ma di vita – porre in salvo la propria esistenza, innanzitutto – ma anche di cibo. Sr Anna testimonia: “la povera gente continua a scappare da un angolo all’altro: si rifugiano in un posto, poi ricominciano i combattimenti e scappano da un’altra parte e così via. Inoltre, la situazione economica generale del Paese è collassata, i prezzi di cibo e altri prodotti sono altissimi, per cui l’intera popolazione del Sud Sudan in questo momento sta soffrendo molto”.

Di fronte a tanta sofferenza e quant’altra nel mondo intero, in piccole e grandi porzioni di terra, sorge, bruciante, un interrogativo: quando il cuore umano conoscerà soltanto la pace, la fraternità, la concordia? (B.M.)

www.comboniane.org

Nella realtà canossiana…

mercoledì, giugno 3rd, 2015

Siamo Francesca e Caterina, due neo ostetriche di Verona che hanno deciso di partire come volontarie di Encarnacion, Paraguay.

Ciò che ci ha spinto verso questa esperienza era la volontà di renderci disponibili ad aiutare, anche attraverso la nostra professione, la gente che si trova in condizioni e realtà meno fortunate di noi. In questa missione siamo ospitate nel centro di Santa Maddalena, che si trova nel barrio Fatima di Encarnacion.

In questa realtà sono attivi diversi progetti a cui partecipiamo e a cui ci dedichiamo con molto entusiasmo. É presente un centro di salute aperto durante la settimana, mattina e pomeriggio, punto di riferimento di famiglie, donne e bambini che abitano nel barrio Sagrada Familia, ovvero il quartiere più povero della città. Qui collaborano diversi medici specializzati in medicina familiare e odontologia, nutrizioniste e fisioterapiste. Qui specificamente ci dedichiamo ad accogliere coloro che hanno bisogno di cure rilevando i parametri vitali e instaurando con loro un rapporto confidenziale e di aiuto. Ci é concesso in questo modo di conoscere la loro storia, la loro realtà e i loro bisogni.

Durante la settimana partecipiamo alla classe di apoyo, ovvero classi di rinforzo per ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento ed economiche e che non potrebbero istruirsi altrimenti, dove aiutiamo nell’insegnamento della matematica e a leggere o scrivere. Una o due volte alla settimana andiamo a trovare e a distribuire beni di prima necessità alla famiglie più bisognose del barrio Sagrada Familia, per far capire la nostra presenza e disponibilità in caso di difficoltà e bisogno.

Sono attivi inoltre corsi di cucito e di parrucchiera; questo da alle donne la possibilità di apprendere una professione e introdursi nell’ambiente lavorativo, rendendosi indipendenti economicamente e realizzate a livello professionale.

Grazie all’aiuto delle madri e di una dottoressa che lavora al centro di salute, siamo inoltre riuscite ad ottenere il permesso di lavorare nell’ospedale regionale della città, assistendo da ostetriche le donne, e soprattutto ragazze e bambine, che affrontano il travaglio e il parto. Il nostro volontariato è un’esperienza che ci prende a 360 gradi, che ci sta aiutando a crescere, conoscere e soprattutto imparare. (Da: www.fdcc.org)

Francesca e Caterina

preso da:

http://www.fondazionecanossiana.org/it/comunicazione/news/item/615-francesca-e-caterina-dal-paraguay.html