Archive for agosto, 2015

In prima linea…

lunedì, agosto 24th, 2015

… nel fare il bene e nel giusto riconoscimento. Nota per le sue campagne contro le estrazioni minerarie nella regione filippina meridionale di Mindanao suor Stella Mattutina, religiosa benedettina di 47 anni, è la vincitrice dell’edizione 2015 del  Premio Weimar per i diritti umani. Il riconoscimento, sponsorizzato dall’organizzazione caritativa tedesca Missio, le è stato conferito “per il suo straordinario impegno in difesa dei diritti delle popolazioni indigene, nonostante le costanti minacce di morte ricevute per la sua attività”. Infatti, era già stata minacciata per questo suo ‘spendersi e sopraspendersi’ in difesa degli indigeni, dei poveri e dei contadini e di quanti fanno tutto il possibile per difendere i diritti umani e l’ambiente. All’agenzia Ucan ella ha dichiarato che “più che un riconoscimento personale, il premio riconosce i ‘sacrifici collettivi’ di tutti i difensori della libertà e dell’ambiente contro il tentativo sistematico di limitare lo spazio democratico e di fronte alle minacce alla sicurezza”.

Oltre a condurre campagne contro l’invasione dei territori indigeni da parte dell’industria mineraria, suor Stella Mattutina si è battuta contro la conversione dei terreni agricoli di Mindanao in piantagioni di palme da olio, banane e ananas. Per questo suo impegno non solo è stata minacciata, ma anche accusata di simpatie con la guerriglia locale. In questa sua specifica ‘fatica’ ella segue “la Chiesa da tempo impegnata nella difesa e nella promozione umana dei diritti degli aborigeni”, tanto da aver istituito nel 1995 una speciale Commissione. Tale Commissioneuesta,uesta in numerose occasioni, “ha esortato il governo centrale a devolvere più risorse per queste popolazioni vittime di povertà ed emarginazione, soprattutto nel campo dell’istruzione, della salute e nella conservazione della loro identità culturale”. Decisamente un umano anticipo della ‘Laudato si’ fatto con sapienza e coraggio. (Da: Bollettino radiogiornale, 10.08 2015). (B.M.)

“Non voglio scappare…”

lunedì, agosto 17th, 2015

Suor Dorothy Stang, statunitense di origine, naturalizzata brasiliana, appartenente alla Congregazione di Notre Dame de Namur, è la religiosa che ha pagato con la propria vita l’amore per la Amazzonia e i suoi abitanti. Fu infatti assassinata il 2 febbraio 2005, dopo aver mostrato come suo strumento di difesa la Bibbia. “Non voglio scappare e non voglio mollare la lotta di quegli agricoltori che non son protetti nei boschi. Hanno il loro sacro diritto ad una vita migliore in una terra dove possano vivere con dignità e produrre senza causare danni”. E’ stata attiva per 20 anni nei movimenti sociali in Parà, in dialogo con leader contadini, politici e religiosi nella ricerca di una soluzione agraria equa e coerente. Era infatti membro della Commissione pastorale della Terra della Conferenza episcopale del Brasile e sin dall’inizio ha potuto accompagnare con intelligenza, coraggio e solidarietà la riforma agraria. Anche quest’ anno – come in ognuno di questi ultimi 10 anni – la Chiesa cattolica brasiliana ha compiuto in memoria del suo martirio, il “Pellegrinaggio della foresta” cui hanno preso parte “molti giovani, tanti agricoltori e numerosi partecipanti della società civile”.

Lo stesso papa Francesco al n. 38 della enciclica Laudato si’ ne richiama e deplora chiaramente la situazione. Egli ammette che esistono «proposte di internazionalizzazione dell’Amazzonia, che servono solo agli interessi economici delle multinazionali» (n.38). (Da: Radiogiornale quotidiano 31.07.2015) (B.M.)

Succede in Indonesia

martedì, agosto 11th, 2015

“Il mio punto di vista è chiaro e semplice. Voglio educare contadini e agricoltori alla produzione di alimenti biologici, nel contesto di un programma di sviluppo ambientale ecosostenibile”. E’ quanto ha affermato sr Alfonsa Triatmi, religiosa appartenente alla Congregazione delle Figlie di Maria e Giuseppe (Pmy), nata e presente in Indonesia, con studi da educatrice e pedagoga alle spalle. Afferma che l’entusiasmo e la passione per l’agricoltura sono nate in famiglia, perché i suoi genitori erano contadini. Ora con due consorelle e un laico ha dato vita a una iniziativa colma di attenzione per la salvaguardia del creato (compresa la salute dei suoi abitanti): intendono “salvaguardare l’ambiente e provvedere al sostentamento della popolazione”. Una sorta di apostolato laico e ‘del mondo’, come sono solite chiamarlo, che ha attirato l’attenzione di molti contadini – la maggior parte dei quali musulmani – e che “di recente ha anche ottenuto il certificato di qualità governativo”. Nel gruppo i cattolici sono un numero ridotto.

Concretamente, dopo anni di riflessioni, di condivisioni, di studio vero e proprio, vogliono che il bene comune di un cibo biologico possa raggiungere tutti e non solo una certa fascia della popolazione; non dovrà più essere privilegio per le classi ricche, a causa del costo della produzione. (da: www.vidimusdominum.it). (B.M.).