…Come uno spiraglio di luce

Le suore Maestre di Santa Dorotea sono in festosa e ben motivata attesa. Il prossimo 13 aprile avrà luogo la beatificazione del loro Fondatore il Conte Don Luca Passi, a Venezia, nella Basilica di san Marco e nella Piazza san Marco dato il numero straordinario di presenze (circa 4.000 persone).

Presiederà il Card. A. Amato, concelebreranno il Patriarca di Venezia, il vescovo di Bergamo e molti altri Vescovi…

L’USMI partecipa intensamente a questa “esaltazione” del loro Fondatore, anche ricordando i 10 anni che la loro attuale superiora generale m. Teresa Simionato ha servito la vita religiosa femminile in Italia, come Presidente USMI.

Scrive sr Fernanda Barbiero, Consigliera generale smsd:

Luca Passi è stato una figura importante nella Chiesa Cattolica italiana del secolo XIX. La sua biografia è racchiusa tra il 1789 anno della Rivoluzione francese e il 1866 anno della Terza guerra di indipendenza. In un periodo difficile e controverso Don Luca insieme ai fratelli Don Marco e Don Giuseppe appare come uno spiraglio di luce sulla situazione sociale ed ecclesiale di quel tempo. Nobile di famiglia ha saputo mantenere l’umile eleganza che caratterizza ogni uomo di sicuro spessore spirituale, ogni uomo di fede. I genitori gli hanno donato la fede in Dio, il Padre Conte Enrico gli ha insegnato a riporre la speranza nell’Onnipotente che con un fiat ha fatto il cielo e la terra, e a credere in lui: a dire sempre “sì” a Dio. Sua madre Caterina Cornaro nobile veneziana gli ha inculcato l’amore per i poveri. In Seminario perfeziona la sua formazione dedicandosi con senso di responsabilità allo studio e all’esercizio delle virtù tra cui un posto preferenziale è dato alla carità spirituale nella forma quotidiana dell’amore che si prende cura della debolezza del fratello.

Dotato di solida cultura, non palesava tanto l’erudizione ma una straordinaria capacità di riflettere su tutte le istanze interiori dell’uomo e di suscitare domande e risposte originali. In questo modo Don Luca scrive una sua personale pagina nella ricca storia di spiritualità e di apostolato della Chiesa bergamasca. Come molti suoi confratelli anch’egli ha come obiettivo di condurre i giovani ad amare Cristo e a trovare in questo amore la felicità più profonda e duratura. Lui per primo coltivò questo intimo legame d’amore con Cristo attinto nelle lunghe ore trascorse in adorazione del Santissimo Sacramento. Appassionato dall’ineffabile mistero di Gesù, che “per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal Cielo”, la salvezza delle anime diventa per lui il tesoro nascosto nel campo, per il quale tutto dev’essere lasciato; l’affare importante che “decide tutto di noi per tutta l’eternità”.

Ordinato sacerdote il 13 marzo 1813, Don Luca sente la grandezza, la responsabilità di un tale ministero e consacra tutto se stesso agli interessi di Dio e alle anime. Fin dai primi anni del suo sacerdozio avverte l’urgenza di una riforma morale dei costumi. Sono anni attraversati da profondi cambiamenti sociali, politici, culturali: tempi di incertezza, confusione. A Bergamo a seguito della soppressione della Compagnia di Gesù prende vita il Collegio Apostolico. Un gruppo sacerdoti che emettevano oltre i tre voti un quarto “voto di carità”, di impegnarsi cioè a totale servizio delle anime. La sua vita concentrata tutta sulla testimonianza e sull’annuncio della Parola che salva, ha saputo mettersi in ascolto dei segni dei tempi, per essere parte del grande respiro della Chiesa di tutti i tempi inviata a liberare dalla miseria il popolo. Il popolo povero è stata la bussola della sua infaticabile azione pastorale e sociale. Don Luca guardava a una chiesa “amica dell’uomo” una chiesa che cammina “insieme” con tutte le vocazioni. Grande predicatore, quale egli era, affascinava gli ascoltatori e li persuadeva alla pratica di una esistenza rinnovata dalla fede. E proprio per questo egli fu davvero mosso dal desiderio di mantenere viva, nel popolo che lo ascoltava, la fiamma della perseveranza nel bene. La concretizzazione più forte della saldezza nel bene fu l’impegno per la nascita dell’Opera di S. Dorotea.

Vi è un inscindibile nesso tra la predicazione di Don Luca Passi e la diffusione della Pia Opera di S. Dorotea. L’Opera, infatti, era lo strumento radicato nella comunità ecclesiale, che manteneva vivo l’impegno di vivere quanto la predicazione aveva acceso. A Venezia l’Opera conobbe uno sviluppo straordinario. Sempre a Venezia, Don Luca Passi consegna alle sue Suore il Testamento spirituale. Alle Suore di S. Dorotea resta il compito di custodire il suo pensiero più franco, più libero, più confidenziale. Nelle sue parole ultime, egli ricorda che ciò che conta è “dar la vita per la salvezza delle anime”. Dilatare, anche a costo del sacrificio della propria vita, la risurrezione di Gesù perché ogni uomo ne sia toccato. “Dar la vita” perché la forza della risurrezione si “dilati” nel cuore di tutti. È il compito entusiasmante a cui ancora oggi ogni “dorotea” è chiamata.

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One Response to “…Come uno spiraglio di luce”

  1. Biancarosa scrive:

    Ricordo la tua partecipazione cordiale gioiosa alla beatificazione del nostro Fondatore, ora beato don Giacomo Alberione, anche in quell’incontro di preghiera nella basilica di san Paolo. Io non potrò venire a Venezia, ma vi sono gioiosamente presente nella preghiera, nella stima per tutto il vostro Istituto.