Prima Beatificazione in una giovane Chiesa

In data 4 settembre 2014, Papa Francesco ha autorizzato la Beatificazione di Suor Irene Stefani, Missionaria della Consolata che avverrà sabato 23 maggio 2015 a Nyeri – Kenya,  terra di missione, dei primi missionari e missionarie della Consolata.

Chi era e chi è Sr. Irene per le missionarie della Consolata e più ancora per la Chiesa del Kenya che la venera come esempio di santità e donazione e quale prima Beata di questa giovane Chiesa del continente Africano?

Sr. Irene è una delle prime missionarie della Consolata fondate nel 1910, a Torino, dal Beato Giuseppe Allamano. La sua breve ma intensa vita missionaria, può riassumersi in poche righe: amore totale a Cristo e all’annuncio evangelico, attraverso il servizio alla Chiesa e alla missione in Africa, intessuto di tanti gesti di carità, di misericordia e di servizio instancabile ai più poveri, fino a donare la sua giovane vita.

Sr. Irene, al secolo Mercede Stefani, nasce il 22 agosto 1891 ad Anfo nella Val Sabbia (Brescia). Nel 1911 entra nell’incipiente “Istituto delle Missionarie della Consolata” e il 12 gennaio 1912 veste l’abito religioso prendendo il nome di Irene. Il 29 gennaio 1914 emette la professione religiosa e, alla fine dell’anno, parte per le Missioni in Kenya, dove allora l’evangelizzazione era agli inizi e, quasi inesistenti, le scuole e i servizi sanitari.

Dal 1914 al 1920, si dedica all’assistenza negli ospedali militari, che dell’ospedale avevano solo il nome, trattandosi di capannoni organizzati alla meglio, per i portatori africani, denominati ‘carriers’, arruolati per trasportare materiale bellico al tempo della Prima Guerra Mondiale. In questo ‘inferno’ sociale, suor Irene trascorreva le sue giornate, di giovane missionaria, negli ospedali di Voi, Kilwa e Dar-es-Salaam in Tanzania; lavando, medicando, fasciando piaghe e ferite, distribuendo medicine e cibo ma soprattutto, donando amore, attenzione, compassione e consolazione e molti, prima che morissero tra le sue braccia materne, ricevevano il Battesimo.

La seconda tappa della sua vita, dal 1920 al 1930, la trascorre nella missione di Gekondi, diocesi di Niery, dedicandosi all’insegnamento scolastico e alle visite dei villaggi, con una particolare cura per le donne e i bambini. Istruiva le giovani consorelle giunte da lei per il tirocinio missionario, circondandole di affetto e attenzioni. Pur con le difficoltà di quel tempo, continuò a seguire per corrispondenza, i suoi ‘figli’ africani che si spostavano più lontano, nelle città del Kenya: Mombasa, Nairobi, ecc., facendo anche giungere notizie delle loro famiglie. E tutta la corrispondenza la scriveva di notte, al lume di una candela.

Curando un ammalato di peste, contrasse il morbo e, dopo tre giorni di agonia, morì il 31 ottobre 1930, vigilia della festa di tutti i Santi, a 39 anni d’età, di cui 16 trascorsi ininterrottamente in Kenya.

La famiglia delle Missionarie e dei Missionari della Consolata si uniscono alla gioia della Chiesa Africana, per questo evento di grazia; ringraziando il Signore e la Vergine Consolata per questo dono alla Chiesa e alla missione nell’anno dedicato alla vita consacrata.

Possa la vita e l’esempio di questa pioniera della missione essere di esempio a tante giovani chiamate, anche oggi, a lavorare tra i poveri e gli ultimi.

Sr. Eugenia Bonetti mc

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