Un evento storico

Città  del Vaticano

2 Dicembre 2014

Riflessioni su un evento storico

Carissime Sorelle delle case famiglia e a tutti voi che operate in modi diversi a servizio della donna e della sua dignità, giunga da Roma un caro saluto, ricordo e augurio per la festa dell’Immacolata.

Con gli auguri desidero pure condividere la gioia e la riconoscenza al Signore per un grande giorno di grazia che ho avuto il privilegio di vivere in prima persona in Vaticano insieme a Sr. Monica Chikwe. Martedì scorso, 2 dicembre 2014 sarà un giorno da ricordare per la sua portata storica, per il suo alto significato e per l’impatto che questo evento avrà sul nostro servizio a difesa e protezione di tante persone, specie donne e minori vittime di tratta e sfruttamento.

Papa Francesco ha voluto coinvolgere i capi delle varie Religioni di tutto il mondo per una firma congiunta che affermasse con forza come la tratta degli esseri umani e’ davvero un “crimine contro l’umanità” e che deve essere estirpato definitivamente dalla società con ogni sforzo e sotto tutte le forme.

Questa giornata storica e’ stata preceduta in Vaticano nella sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali da una giornata di preghiera e riflessione guidata da una comunità di monaci Buddisti. Un centinaio di persone si sono ritrovati insieme, tra cui molte Sorelle che offrono il loro servizio al Cie di Ponte Galeria, per riflettere su come essere oggi strumenti di pace ed armonia per contrastare la violenza che si manifesta in tanti modi e che distrugge la vita di tante persone, specie di donne e minori vittime di tratta.

Nella mattinata del 2 dicembre oltre 300 persone provenienti da tutti gli angoli della terra e appartenenti a diverse religioni e credi ci siamo ritrovanti in cammino verso il Vaticano, sotto una pioggia scrosciante. Per molte persone provenienti da paesi diversi questa pioggia era il simbolo di una particolare benedizione divina. E questa benedizione e’ stata sperimentata abbondantemente da tutti i partecipanti a questo evento unico nella storia che ha richiamato i fedeli di tutte le fedi ad un comune impegno a difesa e protezione di categorie di persone sfruttate e schiavizzate dai nostri sistemi di vita.

Subito dopo le ore 11, i capi delle religioni sono entrati nell’aula magna dell’Accademia in processione e in silenzio mentre tutti noi, testimoni di questo evento già presenti in aula, li abbiamo accolti in piedi. Momento di grande commozione nella consapevolezza che qualche cosa di molto grande ed importante stava avvenendo.

Durante i discorsi in varie lingue degli ospiti di onore e protagonisti di questo evento, la mia mente ha ripercorso il cammino degli ultimi 20’anni della mia vita missionaria che coincideva con l’inizio di un particolare periodo della storia delle migrazioni. Infatti, all’inizio degli anni 90’ e dopo la caduta del Muro di Berlino, molte donne straniere venivano portate in Italia come una merce qualsiasi per soddisfare la costante richiesta di sesso a pagamento. Queste giovani donne provenienti da paesi del’Africa e dai paesi dell’EST Europa reclutate e portate sia in Italia come pure in tante altri Paesi, specie per lo sfruttamento sessuale, erano ben visibili sui cigli delle nostre strade di città come pure nei paesi di campagna. Ricordo con commozione e riconoscenza al Signore il mio primo incontro con Maria, il cui grido di dolore e richiesta di aiuto in una piovosa serata di novembre del 1993, ha cambiato la mia vita missionaria e il mio concetto di missione.

Da allora quante storie di dolore ho ascoltato, quanti volti ho incontrato, quante lacrime asciugate e quanta fatica per capire il fenomeno di questa terribile forma di schiavitù del XXI secolo. Questa realtà stava distruggendo la vita di tante giovani donne straniere piene di speranza, ma intaccava pure i valori di una società opulenta ed edonistica dove tutto si poteva comperare, anche il corpo, i sogni e le speranze per un futuro migliore di tante donne, comprese le minorenni.

Nel 2000, anno del Grande Giubileo, ho iniziato il mio servizio all’USMI dove con tante altre religiose poter rispondere positivamente a questa nuova emergenza. Infatti, di fronte allo squallore di questo fenomeno, le religiose sono state tra le prime ad accogliere queste giovani che fuggivano dalla strada e dagli sfruttatori e chiedevano aiuto. Ma come prevenire questo terribile esodo di tante giovani donne dai paesi poveri, sperando in una terra promessa che poi si trasformava in schiavitù?

Consce della necessità di lavorare in rete, in collaborazione e non in competizione, con tutte le forze operanti in questo settore, abbiamo iniziato a creare contatti con le varie congregazioni religiose femminili, presenti in tutto il mondo. Sono stati creati i primi ponti di comunicazione tra i Paesi di origine, transito e destinazione in modo da creare una fitta rete e offrire risposte adeguate a chi era in difficoltà. I primi contatti sono stati con la Conferenza delle religiose Nigeriane che, rispondendo positivamente hanno iniziato a creare programmi di informazione, prevenzione e reintegrazione.

Nonostante la fatica di lunghi anni di sensibilizzazione per formare questa rete globale, nel 2009 “Talitha kum” e’ diventata una realtà concreta che ora, sotto la direzione dell’UISG, opera nei cinque continenti. Oggigiorno coordina il lavoro, le fatiche e le speranze di centinaia di congregazioni femminili di tutto il mondo e con alcune migliaia di religiose impegnate a tutelare o ripristinare la dignità della donna.

Un secondo desiderio che da anni mi portavo nel cuore era una maggior presa di posizione da parte della Chiesa cattolica, che unita alle atre Chiese e religioni potesse far emergere una forte voce di condanna per tutte le forme di schiavitù, soprattutto condannando la richiesta e l’abuso di queste nuove schiave per vili interessi. L’odierna firma di questa intesa tra i leaders delle varie Religioni ha coronato questo sogno e desiderio che finalmente e’ diventato realtà.

L’ultimo desidero che mi portavo ancora nel cuore era una giornata mondiale di sensibilizzazione al fenomeno della tratta di esseri umani coinvolgendo Conferenze Episcopali, Diocesi, Parrocchie, scuole, gruppi ecclesiali, associazioni e media. Grazie al sostegno di Papa Francesco e di alcuni dicasteri Vaticani nonché delle congregazioni religiose internazionali femminili e maschili, l’8 febbraio 2015, festa liturgica di Santa Bakhita questo evento si realizzerà’ nell’anno dedicato alla vita consacrata. Il lavoro di rete e’ e continuerà ad essere la nostra forza soprattutto in un mondo dove trafficanti e distruttori della dignità delle persone sono molto ben organizzati; noi pure vogliamo essere altrettanto uniti per poter dire “Mai più schiave”.

Dopo oltre vent’anni di servizio a migliaia di donne vittime di questo terribile crimine, questa giornata segna davvero il coronamento di tante fatiche e gioie condivise con molte Sorelle per il recupero di migliaia di donne una volta vittime di tratta, ma ora completamente recuperate alla vita.

Dopo la cerimonia mentre Papa Francesca usciva dalla sala ho potuto avvicinarlo e ringraziarlo a nome di tutte le religiose coinvolte in questo servizio e chiedere una speciale benedizione per tutte le donne aiutate e recuperate, nonché per quanti in modi diversi condividono con noi questo ministero di compassione e guarigione.

Grazie Papa Francesco per questa gioia e questa speranza per un mondo nuovo dove ogni persona e’ rispettata nella sua dignità.

Sr. Eugenia Bonetti mc – Roma, 5 dicembre 2014

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