Dal carcere di Paliano…
Grande festa il 6 dicembre 2014 nella Casa di Reclusione di Paliano per la cresima impartita ad alcuni detenuti da Mons Domenico Sigalini, vescovo della diocesi di Palestrina. Al nostro arrivo tutto era pronto. Tutti ci aspettavano! Sembrava chissà quale autorità dovessero aspettare! Grande è stata la sorpresa vedere la direttrice del Carcere di Paliano, Nadia Cersosimo, un dirigente davvero speciale per una casa di detenzione, venirci incontro con un’affabilità non comune. Lei stessa ha fatto gli onori di casa offrendoci un caffè e facendoci visitare i locali, in primis la cucina, ove alcuni detenuti erano alle prese con il pranzo da offrire agli ospiti convenuti per l’occasione: il Coro polifonico “Musica Insieme” guidato dal direttore Ida Scanu, proveniente da una zona di Roma, che ha animato la Liturgia dell’Eucarestia con il Rito della Confermazione con bellissimi canti, la Radio Vaticana rappresentata dai giornalisti Davide Dionisi e Stefano Leszcynski e Rai Tre da Isabella Di Chio. Tutto è stato molto partecipato e vissuto con grande commozione. Ancor più emozionante è stato il Coro delle persone detenute che, con il canto “Dolce sentire” e alla Madonna “Mia madre” ha toccato il cuore di tutti per l’intensità espressiva delle loro voci e la profondità delle parole da loro stessi coniate. La Cappella che risale al Castello dei Colonna era decorata con fiori natalizi e quindi si respirava un’aria di grande Attesa. Del resto, chi meglio di una persona ristretta può capire l’attesa e viverla con trepidazione? L’attesa diventa per loro motivo di speranza, di vita rinnovata e migliore. A fine celebrazione, Sr Rita Del Grosso, volontaria da molti anni nelle carceri e collaboratrice anche in questo evento, ha voluto lasciare in dono una corona, segno di unione e comunione tra tutti.
Con la spontaneità e giovialità da subito sperimentata, la Direttrice ci ha invitati a passare “dalla mistica alla mastica” (così simpaticamente si è espressa) e a raggiungere una sala che i detenuti hanno allestito per il pranzo da loro stessi preparato con arte e servito con grande galanteria. Ci dicono che in quel carcere tutto è da loro fatto e confezionato e tutti lavarono e questa è già una grande soddisfazione. Le loro attività sono tutte dedicate alla manutenzione, a corsi di formazione e all’apprendimento di arti e mestieri in modo da poter ricevere a chi vi partecipa un titolo spendibile all’esterno. Come è noto, il carcere di Paliano è interamente dedicato ad ospitare collaboratori di giustizia. Parlando con alcuni di loro, ci dicono di non vivere questo tempo di pena come un’ingiustizia nei loro confronti, piuttosto ammettono che è doveroso pagare per errori commessi di cui ora sono seriamente pentiti. Si avverte in loro un desiderio forte di purificazione e di cambiamento. C’è voglia e ansia di intraprendere una vita nuova, un cammino diverso e propositivo. Ci conferma questo l’unica educatrice che incontriamo, Fatima Cesari: “Sono contentissima di lavorare qui. Quando sono arrivata ero abbastanza giovane e obbiettivamente un po’ spaventata. Invece mi sono trovata benissimo, al di là di tutto il contesto lavorativo, qui ci sono dei rapporti umani splendidi con tutti, anche con i detenuti”.
Insomma, una grande famiglia è il carcere di Paliano. Questa è la prima impressione che si riceve quando si entra. Credo che la grande protagonista del carcere sia proprio l’accoglienza squisita, cordiale e rispettosa a partire dalla Direttrice, all’Ispettore, al personale addetto alla sicurezza e agli stessi detenuti. Un lavoro intenso e delicato, riferisce la direttrice, facilitato però dagli ottimi rapporti umani con il personale e con gli stessi detenuti. E’ proprio questa la formula magica: creare rapporti basati sulla semplicità, onestà, sulla fermezza, ma anche su tanto amore e rispetto della persona. Non vorrei fare qui l’apologia della Direttrice, ma una donna come lei ce ne vorrebbero dentro e fuori del carcere. Una donna estremamente semplice, ma grande per umanità ed eccezionale professionalità, un’amministratrice energica, instancabile e soprattutto entusiasta del suo lavoro. La sua è una chiamata speciale, una vocazione vera al servizio degli “ultimi”. Alla domanda come sia riuscita a creare questo clima di grande collaborazione e familiarità, ha risposto di definirsi un direttore “ruspante”, da battaglia, non un direttore convenzionale, un direttore senza schemi preordinati. Questo è il carcere di Paliano. La realtà del carcere non è quella che spesso si descrive quando qualcuno ne danneggia l’immagine, è piuttosto un mondo da conoscere, amare e rispettare perché lì dove c’è una persona, lì c’è la “carne di Cristo” con tutte le sue ferite e sofferenze. A noi dal Natale arriva l’invito a non guardare oltre la capanna, ma a fermarci e inchinarci a riflettere su quel bambino e a vederci già il volto sfigurato di Cristo, il volto dei nostri fratelli sfortunati che chiedono comprensione, amore e perdono.
Intendo ringraziare di cuore, anche a nome di Sr Rita, la direttrice Cersosimo, l’Ispettore e i suoi collaboratori, non solo per l’ottima ospitalità ma per quel che riescono a fare di quella Casa di Reclusione. Personalmente mi farò promotrice presso le istituzioni affinché tengano in considerazione questo mondo un po’ troppo sommerso e sconosciuto.
Sr Emma Zordan
Referente Carceri Usmi Nazionale