Tra esse due suore

Voices of faith: un premio per donne che aiutano altre donne a raggiungere una vita più degna attraverso l’istruzione e un lavoro che faciliti il vivere in modo accettabile. Tra esse due suore: suor Marta Pelloni in Argentina ha dedicato la sua vita a salvare le vittime del traffico dello sfruttamento sessuale e commerciale. Attualmente gestisce 35 iniziative in varie province e città argentine ‘create per la sensibilizzazione, perché questa passi alla società, passi per il cuore, per i sentimenti; sono iniziative nell’ambito della tratta, del traffico, dello sfruttamento sessuale e commerciale di ragazze e ragazzi adolescenti, degli abusi sessuali domestici, della violenza di genere e della droga”. Con sagacia, per ampliarne i frutti gestisce “attività con gruppi interdisciplinari formati da assistenti sociali, lavoratrici sociali, avvocati e psicologi, onde lavorare gratuitamente, volontariamente”. Ella ammette che “fondamentalmente bisogna che siano presenti le forze vive in queste iniziative – la giustizia, la municipalità, il governo, l’educazione, la salute, i giudici, i quartieri, le donne, gli universitari, le Chiese al plurale – perché tutti si sensibilizzino e si impegnino in questi problemi, che sono sociali e che inoltre rappresentano la vita minacciata oggi”.

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Suor Hatune Dogan, “tramite la sua fondazione che porta il suo nome cerca con tutte le forze di aiutare e salvare le donne perseguitate e rapite nel mondo”. Nata in un villaggio nella Turchia meridionale, ha vissuto la persecuzione sulla propria pelle da parte dei villaggi musulmani vicini, perché cristiani. Emigrata in Germania nel 1985 perché perseguitata, lì ha studiato e ha creato la “Fondazione che si propone di aiutare i poveri, ovunque siano”. Oggi, presenti in 35 Paesi, contano sulla collaborazione di 5 mila volontari per cui possono “raggiungere oltre 6 milioni di persone povere, tra i più poveri del mondo e tra i perseguitati, con un’attenzione particolare alle ragazze rapite e violentate”. In India il loro “impegno è volto a migliorare la posizione delle donne nella società che in quel Paese si trovano a un livello molto basso”. Vi hanno “selezionato 23 scuole professionali per le donne: ogni anno rilasciamo certificati professionali a 2.300 ragazze, e questo le aiuta a vivere”. Con l’ingegno che la caratterizza “nel corso degli anni  arriva in molti Paesi Africani e tra i lebbrosi del Nepal, ma appena la situazione peggiora in Medio Oriente, – assicura – vi ritornerà. (BM)

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