Da “Mammagialla” di Viterbo

Una toccante e partecipata Celebrazione Eucaristica si è svolta nella mattina di lunedì santo 2015 nella cappella della Casa Circondariale “Mammagialla” di Viterbo, in cui due detenuti Michele e Libero hanno ricevuto il sacramento della Cresima e quest’ultimo anche il Battesimo e la Prima Comunione, testimonianza che anche da detenuti un percorso virtuoso è possibile. A presiedere la celebrazione è stato il Vescovo, mons. Lino Fumagalli, a concelebrare insieme a lui P. Antonio Bagnulo, cappellano del carcere e il segretario vescovile, coadiuvati da alcuni Seminaristi dei Missionari del Prez.mo Sangue, Gianluca, Gaetano ed Enzo, che prestano il loro servizio domenicale nel carcere penale di Rebibbia.

Erano presenti la direttrice, dott.ssa Teresa Mascolo, e il suo staff, il personale della casa circondariale e tanti volontari. Ad accompagnare i canti un piccolo coro che al solo suono della chitarra, oltre ad attrarre l’attenzione di tutti, ha avuto la capacità di rendere partecipi, in modo sorprendente, anche i detenuti che sono riusciti a rendere così la piccola cappella una cattedrale, come la Direttrice, ringraziando i cantori, l’ha definita. Qui non possiamo tacere un grazie sentito a sr Rita Del Grosso che, con la tenacia di sempre, ha contribuito  a rendere più vivi e partecipi questi momenti topici.

Nell’omelia, il Vescovo, con fare paterno, ha spiegato il significato dei Sacramenti che stava per amministrare ponendo l’accento sulla speranza che mai deve venir meno in chi vive la detenzione. Se in chi sconta la pena viene cancellata la speranza, viene cancellato l’uomo, viene cancellata la persona. La speranza è che la fiammella accesa oggi abbia un seguito.

Quella di vedere due ragazzi ristretti in un carcere scegliere di diventare cristiani e seguaci di Cristo è stata un’esperienza esaltante e molto commovente: è stata una vera autentica Pentecoste. Sono storie di Risurrezione germogliate nel deserto della disperazione e della dimenticanza. Abbiamo toccato con mano che il Signore è venuto a salvare non i giusti, ma i peccatori. Ce lo sta ripetendo anche papa Francesco che ci esorta in continuazione ad essere misericordiosi: sono i malati che hanno bisogno del medico non i sani.

A conclusione della Celebrazione Eucaristica c’è stata la consegna di un’immaginetta di Gesù per ciascuno e le magliette Papaboys, a ricordo di un giorno così importante e decisivo nella vita di questi fratelli meno fortunati. L’accoglienza manifestata già all’arrivo da parte del personale del carcere ha raggiunto una brillante squisitezza quando la Direttrice e il cappellano hanno voluto intrattenerci nella sala bar con un momento di piacevole e ricca agape fraterna.

Sr Emma Zordan, asc

Referente carceri USMI Nazionale

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