Nelle periferie più periferiche …
… le zone di guerra. Dal dicembre del 2013 in Sud Sudan, giovane Paese africano, la guerra civile non ha tregua. Secondo l’ONU “oltre 4 milioni di sud sudanesi hanno bisogno di aiuto alimentare urgente, a causa delle conseguenze delle violenze in atto da un anno e mezzo”. Sr Anna Gastaldello e sr Elena Balatti, ambedue missionarie comboniane residenti a Juba, in pieno continuo servizio, parlano di situazioni agghiaccianti in tutte le zone di detto Stato. Forse l’opposizione vuole bloccare il flusso di petrolio perché il governo rimanga senza denaro per continuare la guerra e il popolo fugge di zona in zona nella ricerca non solo di pace, ma di vita – porre in salvo la propria esistenza, innanzitutto – ma anche di cibo. Sr Anna testimonia: “la povera gente continua a scappare da un angolo all’altro: si rifugiano in un posto, poi ricominciano i combattimenti e scappano da un’altra parte e così via. Inoltre, la situazione economica generale del Paese è collassata, i prezzi di cibo e altri prodotti sono altissimi, per cui l’intera popolazione del Sud Sudan in questo momento sta soffrendo molto”.
Di fronte a tanta sofferenza e quant’altra nel mondo intero, in piccole e grandi porzioni di terra, sorge, bruciante, un interrogativo: quando il cuore umano conoscerà soltanto la pace, la fraternità, la concordia? (B.M.)
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