Fraternità a Ceuta
Dalla Spagna a Ceuta nel Nord Africa. Là sono arrivate lo scorso 19 aprile le Piccole Sorelle di Gesù dopo di più di un anno di preparazione e di discernimento e là, in quel luogo di frontiera, porta dell’Africa per l’Europa, hanno dato inizio a una nuova Fraternità. Ceuta è una città molto complessa di 80.000 abitanti, interculturale e inter-religiosa; metà sono musulmani; vi sono inoltre presenti una comunità cristiana, una comunità ebraica e un’altra Indù sindhi. 40 moschee, 7 chiese, una sinagoga e un tempio indù ne costituiscono il luogo delle rispettive celebrazioni.
Il loro stile di vita e la semplicità che da sempre le identifica, facilitano gli incontri con la gente del quartiere in cui si sono stabilite, le persone che frequentano la parrocchia, gli stessi migranti. Ammettono che l’essere ben accolte da tutti le “porta continuamente a rendere grazie per il dono della Fraternità”.
Da Ceuta possono non solo vedere il Marocco, ma, anche, raggiungerlo e ciò permette loro di avvicinare “centinaia e centinaia di giovani nascosti nella foresta – raccontano le suore – aspettando il giorno benedetto del passaggio da noi…”. Poco per volta e in momenti diversi hanno incontrato volti che resteranno per sempre incisi nel loro cuore. Raccontano: “Fermarsi sulla spiaggia per pregare, per cogliere i frutti della giornata e contemplare la bellezza di questa natura, ci fa anche avvicinare alla tragedia che, nel Mediterraneo, si vive e dove muoiono continuamente persone senza che se ne sappia il nome e che ora cominciamo a conoscere… Quasi tutti coloro che abbiamo conosciuto hanno vissuto lungo la loro traversata l’esperienza della morte di un amico, di un membro della propria famiglia… è troppo difficile scrivere ciò che abbiamo ascoltato!”.
“In questi giorni – ammettono – abbiamo sperimentato che la morte non ha l’ultima parola, la forza della vita e della loro fede sono talmente grandi che la nostra speranza cresce; noi entriamo nel mistero pasquale con ognuno di loro, e questa è una grazia che ci cambia nel più profondo di noi stessi!”.
“E’ vero, – concludono il loro racconto Gloria, Luigina, Maria, Paloma e Rosaura – cominciare una Fraternità senza altra cosa che andare incontro, cercando un luogo dove abitare e un lavoro per vivere, facendo del quotidiano lo spazio dove il nostro cuore si unifica per vivere come figli amati dal Padre… è una grazia che risveglia in noi tutti i desideri di seguire GESU’ e di fissare il nostro sguardo solamente su di LUI…”. (B.M.).
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