Svelare la bellezza

Il 19 febbraio scorso la Congregazione delle Suore Passioniste di S. Paolo della Croce ha celebrato con gioia la chiusura del processo diocesano per la beatificazione della Fondatrice Serva di Dio Maria Maddalena Frescobaldi Capponi. Il 17 marzo è di nuovo in festa per diversi motivi. In primo luogo il 17 marzo ricorre la data di fondazione della Congregazione avvenuta nel 1815, frutto, come afferma Maria Maddalena stessa, dell’amore scaturito dalla Passione di Gesù e dal dolore di Maria Desolata.  In secondo luogo lo stesso giorno a Casa Madre, situata sulla collina di Castel di Signa, verrà benedetta una statua scolpita in suo onore.

L’artista Vighen Avetis, di origine armena e residente a Firenze, ha saputo interpretare magnificamente lo spirito di Maria Maddalena Frescobaldi Capponi. Nella presentazione del bozzetto l’artista così si esprimeva:

La figura di Maria Maddalena Frescobaldi Capponi colpisce per la tipologia

delle persone che lei ha deciso di aiutare condizionata anche dalla sofferenza

per la scomparsa delle tre figlie e dall’esilio.

Sarà stato il suo nome di battesimo che le ha fatto pensare a quelle donne

che Cristo ha inteso riabilitare o sarà stato il fatto di voler annullare le

differenze fra la sua privilegiata condizione sociale ed una condizione di

cui, all’epoca, si preferiva ignorare l’esistenza.

Di fatto si è rivolta alle persone più rifiutate e abbandonate.

Certamente l’accettazione della volontà di Dio, la compassione solidale e misericordiosa per la sofferenza umana, soprattutto quella causata dall’ingiustizia e dal sopruso, hanno favorito in lei sentimenti di squisita umanità. La scomparsa delle tre figlie teneramente amate ha generato in lei sentimenti intensi di una rinnovata maternità che essa ha profuso sulle giovani donne  cadute nel giro della prostituzione e animate dal desiderio di cambiare vita.

La cerimonia del giorno 17 si svolge all’insegna di uno slogan significativo: svelare la bellezza. Maria Maddalena era una persona che amava il vero e il bello, tuttavia essa era innamorata di una bellezza senza tramonto, di una bellezza che secondo la logica del nostro tempo sembra una contraddizione. Scriveva: la passione del Crocifisso Signore e il dolore di Maria la madre desolata sono la bellezza, la forza ed il vigore dell’Istituto delle Suore Passioniste. Parlava così perché essa, in prima persona, aveva sperimentato la forza della croce, la bellezza di un Dio umanato e amante della vita e dell’umanità da lui redenta a prezzo del suo sangue.

Dio ci vuole nella sua bellezza. Dio ci vuole nella sua santità. Dio ci vuole amanti della vita come Lui.

Il messaggio che scaturisce dall’opera di Vighen Avetis richiama questa bellezza. Egli la rappresenta in un gesto di grande tenerezza e di grande nobiltà. È seduta e guarda verso la porta di ingresso. La mano sinistra ha in mano un cuore, – è sempre l’artista che interpreta – segno della passione con la quale portava avanti  la sua missione, tanto da farla diventare il simbolo della comunità da lei fondata.

Lo sguardo è nobile, sereno, consapevole ed è rivolto verso la porta d’ingresso pronto ad accogliere coloro che hanno bisogno di aiuto.

La mano destra, invece abbraccia con tenerezza una giovane donna gettata ai suoi piedi che cerca di celare il volto con il braccio destro. La mano di Maria Maddalena protegge, difende e guarisce quel dolore che urla la fame di una vita piena di senso e di dignità. Maria Maddalena indossa gli abiti tipici del suo tempo. La giovane donna, prostrata ai suoi piedi, indossa invece abiti moderni. Ancora il commento dell’artista: Il tempo non esiste. Il messaggio è eterno.

Concordiamo con questa affermazione. Il messaggio di Maria Maddalena, proprio perché scaturisce dal Vangelo è attuale sempre, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. È soprattutto bello perché è il riflesso dell’agire dell’uomo-Dio che nella sua vita terrena privilegiò i poveri, i piccoli, le donne messe al margine della società del suo tempo e di tutti i tempi.  È bello perché parla di femminilità, di maternità, di vita riscattata e rinnovata, parla di santità a donne considerate dalla società le ultime, semplici oggetti da usare e gettare.

Il 17 marzo la nostra Italia celebra l’anniversario della sua unità. È auspicabile che la nostra nazione, travagliata da episodi disumani nei confronti della donna, possa riscoprire, anche sull’esempio di Maria Maddalena, la sua capacità di umanità vera.

La bellezza che la Fondatrice delle Suore Passioniste, laica, sposa e madre, ci propone consiste nell’attenzione vera e autentica alle urgenze delle persone che ci vivono accanto. Essa fu attenta ai bisogni della sua gente, della sua città ed ebbe il coraggio di superare le barriere, dovute al suo rango, per chinarsi misericordiosa e materna sulle ferite delle sue giovani e proporre loro vertici di grande umanizzazione. Chi avrebbe il coraggio di proporre la santità ad una giovane donna segnata dalla vita di strada? Solo chi, come Gesù percorre la via della bellezza evangelica che è umiltà, servizio e amore.

 Suore Passioniste

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