India: marcia e veglia di preghiera

In India, il 1° giugno scorso è stata fatta una marcia silenziosa e una veglia di preghiera per esprimere solidarietà alle Suore Missionarie Salesiane di Maria Immacolata e per chiedere giustizia: con questo spirito oltre 2000 persone si sono riunite nei pressi della cattedrale di San Francesco a Nagpur, città nello Stato indiano di Maharashtra, a 15 giorni dall’aggressione a una religiosa. All’iniziativa ha preso parte anche l’arcivescovo di Nagpur, mons. Abraham Viruthakulangara che ha condannato fermamente l’aggressione alla suora 43enne avvenuta nella notte tra il 19 e il 20 giugno, all’ospedale maternità di Raipur.

Mons. Viruthakulangara ha ammesso che “il governo dovrebbe garantire la sicurezza e la protezione di tutti, specificamente dei più vulnerabili come bambini, donne e minoranze”.

Alla marcia hanno preso parte giovani, donne e bambini di varie comunità: indù, musulmani, sikh e cristiani di varie confessioni. “Noi cristiani siamo una comunità pacifica, siamo parte integrante di questa antica terra madre. Non è tollerabile che la nostra vita tranquilla sia disturbata da attacchi pianificati” ha concluso l’arcivescovo. Esponenti delle diverse comunità presenti hanno condiviso questi sentimenti e lanciato un appello al governo perché “faccia di più per tutelare i cittadini, in particolare i più deboli”. Tutti hanno ricordato che le donne in India subiscono molestie e discriminazioni e hanno chiesto di fermare la violenza contro le donne, avviando una raccolta di firme e accendendo ceri per esprimere solidarietà alle vittime di abusi e violenze. (da R.P.bollettinoradiogiornale 02.07.2015)

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