La parola di papa Francesco…

Papa Francesco nei suoi viaggi non omette mai l’incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi. Così è successo nei tre Paesi recentemente visitati: Ecuador, Bolivia, Paraguay. Paesi con problematiche affini, con situazioni correlate, ai quali da decenni la Chiesa guarda con interesse e con speranza. Li incontra insieme giustamente, perché ad essi compete un mandato particolare: annunciare la Bella notizia con chiara e visibile testimonianza, con modalità che rispondano al loro stesso stile di vita. In tutti e tre i Paesi l’incontro inizia con la narrazione di testimonianze simboliche, significative, tanto da parte dei sacerdoti, come dei seminaristi, delle religiose o dei religiosi.

Il papa ascolta partecipe con il suo consueto profondo vero interesse. E la risposta ha sempre come sottofondo il vangelo: Bartimeo che si libera del mantello e segue Gesù perché ne ha colto il messaggio. E così il papa invita tutte e tutti a ‘non passare oltre’ di fronte a situazioni di miseria, di sofferenza, di precarietà che a volte raggiungono il limite della non sopportazione. Gli input sono molti, ma convergenti: non avere paura di lasciarsi coinvolgere dal dolore della gente… vivere con umiltà e realismo il proprio ruolo di ‘servitori’, impegnarsi con quella libertà che rende capaci di stare a fianco di chi soffre, perché il dolore non deve essere silenziato. E’ vivere e agire con quella libertà che nasce dall’amore e sempre e ovunque obbliga ad essere testimoni della misericordia di Gesù. Inoltre il papa invita a superare i personalismi, l’individualismo, le autoreferenzialità; ammette che esistono situazioni difficili che vanno affrontare con coraggio, con ricchezza spirituale, con la preghiera. Di sé dice appunto che spesso – dopo aver presenziato a situazioni difficili – si pone di fronte a Gesù, gliele presenta e prega. Tutti, infatti, dice lui, dobbiamo lasciarci convertire… (B.M.)

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