L’appello è stato accolto…

Suor Yvonne Reungoat,  Superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha scritto una lettera a tutto l’Istituto in cui esprime l’accettazione piena dell’appello di papa Francesco ad aprire le comunità religiose alle famiglie degli immigrati.

Ella è convinta che l’appello “certamente ha già trovato eco in tutte noi, nelle Chiese locali dove siamo inserite, nei gruppi della Famiglia salesiana, nelle persone che condividono la nostra missione educativa…”. Anche perché “stiamo vivendo – aggiunge – un momento storico inedito che ci coinvolge profondamente per la situazione di sofferenza di tante persone: bambini, giovani, adulti, famiglie che fuggono dai loro Paesi d’origine a causa di guerre, violenze fisiche e psicologiche e per restare fedeli alla fede in Cristo. Hanno lasciato tutto, nella speranza di trovare in altre terre condizioni migliori di vita e prospettive di futuro”. Ella sa che “in parecchie comunità stiamo già dando risposte concrete alla grande sfida della migrazione nel continente europeo”.

La diversità delle situazioni esige una diversificazione di risposte. Per questo “le modalità di risposta possono essere differenziate, l’importante è essere disponibili e aperte all’accoglienza di Gesù che oggi ha per noi il volto dei migranti…. Non siamo sole: possiamo collegarci con altri gruppi della Famiglia salesiana e in particolare con i Confratelli Salesiani, le Ex allieve/i, i Salesiani Cooperatori, i laici delle nostre comunità educanti”.

E questo perché “i poveri non possono aspettare! Gesù ci rassicura: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40)…. Possiamo incontrare delle difficoltà, ma «a Dio nulla è impossibile», ha risposto l’Angelo a Maria. Importante è la nostra determinazione generosa nel lasciarci prendere dalla compassione verso coloro che soffrono e hanno bisogno di sperimentare l’amore di Dio che s’incarna oggi nella Chiesa, in ognuna di noi e ogni comunità…. Vogliamo essere oggi il ‘buon Samaritano’ che si china su chi è sulla strada ferito, abbandonato, in attesa di un aiuto per risollevarsi”.  (B.M.)

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