Archive for the ‘Senza categoria’ Category

Una vita non facile

martedì, aprile 28th, 2015

“Vi lascio per mio testamento la carità. Questa casa è andata avanti nel nome della carità; cessando questa, cesserà la casa” disse poche ora prima di entrare nell’eternità. E, dopo pochi istanti aggiunse: “Vi benedico tutte col nome di Dio”. E’ la conclusione dell’esistenza terrena di suor Maria Teresa Spinelli, fondatrice delle Suore Agostiniane Serve di Gesù e di Maria. “Serve come Gesù, il Servo del Padre – commenta sr Marta Gadaleta nel volume che ne ritrae la biografia – che è venuto per servire e non per essere servito; serve come Maria che si definisce la “serva del Signore” e che con il suo sì rende possibile l’incarnazione di Dio”.

Una vita non facile, quella della Spinelli; faticosa in famiglia prima, faticosa poi come sposa, e come madre, faticosa quando divenne vedova, ma sempre forte e sollecita per quanti avessero bisogno del suo aiuto, del suo ‘servizio’, anche eroico, in famiglia e negli altri ambienti in cui visse prima e dopo la fondazione del suo Istituto. Erano tempi difficili socialmente e politicamente, ma sr Teresa non demordeva mai. Lo esigeva ‘il voto del più perfetto e di vittima consistente nel cercare di osservare nel modo più perfetto i voti religiosi e ogni virtù’.

Le suore si dedicano oggi, come agli inizi, all’istruzione e all’educazione cristiana della gioventù in scuole, convitti, orfanotrofi e laboratori.

Oltre che in Italia, sono presenti in Australia, Brasile, Congo, Filippine, India, Malta, Regno Unito e Stati Uniti d’America; la sede generalizia è a Roma. Alla fine del 2008 la congregazione contava 369 religiose in 39 case.

Parlano di lei i due volumi scritti da suor Marta Gadaleta e disponibili in biblioteca USMI.

- Suor Maria Teresa Spinelli, - elledici-Velar, Roma, pp 48

- L’avventura di Teresa, illustrato per ragazzi, ed Marna, pp. 102

Un prossimo Capitolo

giovedì, aprile 23rd, 2015

COMPAGNIE
DES FILLES DE LA CHARITÉ
DE SAINT VINCENT DE PAUL
140, RUE DU BAC
75340 PARIS Cedex  07
Tél :  33 149 54 78 78
Fax : 33 149 54 78 19
E-mail : secretairegene@cfdlc.org
Site web : www.filles-de-la-charite.org

Assemblea generale 2015

Comunicato

Presente in 94 paesi, con circa 16.000 Suore, la Compagnia delle Figlie della Carità è al servizio dei più poveri, nei cinque continenti.

Le Figlie della Carità terranno la loro Assemblea generale a Parigi, rue du Bac 140, loro Casa Madre, dal 5 maggio al 12 giugno 2015.

Secondo le Costituzioni, quest’Assemblea verificherà e promuoverà la fedeltà al carisma e la vitalità apostolica dell’intera Compagnia.

Una settimana di ritiro spirituale introdurrà cinque settimane di riflessione sul tema: «L’audacia della Carità per un nuovo slancio missionario». I membri dell’Assemblea discerneranno insieme come rispondere meglio agli appelli di coloro che soffrono lo scandalo della povertà e delle schiavitù moderne: rifugiati, immigrati, emarginati, vittime della tratta …in fedeltà alla Chiesa e al loro carisma.

Durante quest’Assemblea avrà luogo l’elezione della Superiora generale e del suo Consiglio. Quest’ultimo è responsabile dell’animazione spirituale della Compagnia delle Figlie della Carità e del coordinamento dell’impegno missionario tra le diverse Province.

Questo avvenimento internazionale è anche l’occasione per approfondire il messaggio dei Fondatori, san Vincenzo de Paoli e santa Luisa de Marillac, per vivere il presente con audacia, definire degli orientamenti per rispondere alle sfide missionarie e spirituali di oggi ed entrare nel futuro con gioia e fiducia.

aprile 2015

Fra “Le piccolissime”…

mercoledì, aprile 22nd, 2015

Omaggio a una giovane suora clarissa cappuccina (1903-1946) è stato reso domenica 19 aprile c.a. nella città di Torino. Suor Consolata Betrone, – dichiarata ufficialmente  serva di Dio – si era posta, sin dalla giovinezza, sulla stessa scia battesimale della santa di Lisieux, Teresa Martin. Vivere la spiritualità cristiana, nella fiducia totale, espressa in termini suoi come  “la piccolissima via d’amore”. Le frequenti comunicazioni con il “suo Diletto” l’hanno portata ad una testimonianza così forte, intensa e decisiva che ha dato origine a quante si accomunano a lei nel nome “Le piccolissime”. Esse, infatti si propongono di “seguire la stessa piccolissima via d’amore manifestata da Gesù a sr Consolata e a testimoniarla e diffonderla nel mondo”.

A Torino, nei locali dove suor Consolata visse la sua giovinezza (1917-1928), è stato inaugurato un centro di diffusione della sua spiritualità per iniziativa delle suore clarisse cappuccine di Moncalieri, istituto al quale essa stessa appartenne. (B. M.)

Sui passi di Tecla

giovedì, aprile 16th, 2015

Pellegrinaggio a piedi da Castagnito ad Alba con le Paoline

Domenica 12 aprile si è realizzato il pellegrinaggio a piedi da Castagnito ad Alba, organizzato dalle Figlie di San Paolo, per ricordare la figura della Venerabile Tecla Merlo, originaria di Castagnito, che fu una delle prime seguaci di don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina.

100 anni fa, esattamente il 27 giugno 1915, Tecla si è recata a piedi da Castagnito ad Alba per incontrare la prima volta il Fondatore, presso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Lì Tecla ha detto il suo «sì» alla proposta di don Alberione: portare Cristo con la stampa e con i moderni strumenti e tecnologie di comunicazione. Dopo quell’incontro, nel 1915, insieme ad altre giovani ha seguito Don Giacomo Alberione nell’avvio del ramo femminile della sua istituzione, le Figlie di San Paolo, e fu la prima superiora generale.

In occasione del Centenario di fondazione delle Figlie di San Paolo (1915-2015), oltre 100 persone hanno preso parte al pellegrinaggio sui passi di Tecla. Hanno partecipato all’evento giovani provenienti dalle zone limitrofe a Castagnito e ad Alba, famiglie, alcuni consacrati della Diocesi di Alba, un gruppo di giovani suore Paoline, provenienti da 14 nazioni del mondo (Colombia, Pakistan, Filippine, Nigeria, Camerun, Congo, Repubblica Ceca, Vietnam, Romania, Madagascar, Singapore, Stati Uniti, Malesia, Mozambico) che si preparano ai voti solenni, un gruppo di 9 giovani dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia. Per tutto il percorso il sindaco di Castagnito, Pierfelice Isnardi, ha camminato con il gruppo dei pellegrini.

Dopo la celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale dove Tecla ha ricevuto il battesimo, i partecipanti si sono messi in cammino sostando per una visita guidata alla sua casa natale, per poi arrivare alla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ad Alba, dove li ha raggiunti l’assessore comunale della città, Leopoldo Foglino, rappresentante del sindaco. Da lì si è camminato verso la Casa Madre delle Figlie di San Paolo.

Per tutto il pellegrinaggio una grande Bibbia, portata aperta a turno dai partecipanti, ha reso visibile il motivo dei milioni di passi compiuti sulle strade del mondo dalle Figlie di San Paolo in 100 anni.

Per tutti è stata un’esperienza indimenticabile di gioia e di fraternità, di universalità e di fede.

Da “Mammagialla” di Viterbo

mercoledì, aprile 15th, 2015

Una toccante e partecipata Celebrazione Eucaristica si è svolta nella mattina di lunedì santo 2015 nella cappella della Casa Circondariale “Mammagialla” di Viterbo, in cui due detenuti Michele e Libero hanno ricevuto il sacramento della Cresima e quest’ultimo anche il Battesimo e la Prima Comunione, testimonianza che anche da detenuti un percorso virtuoso è possibile. A presiedere la celebrazione è stato il Vescovo, mons. Lino Fumagalli, a concelebrare insieme a lui P. Antonio Bagnulo, cappellano del carcere e il segretario vescovile, coadiuvati da alcuni Seminaristi dei Missionari del Prez.mo Sangue, Gianluca, Gaetano ed Enzo, che prestano il loro servizio domenicale nel carcere penale di Rebibbia.

Erano presenti la direttrice, dott.ssa Teresa Mascolo, e il suo staff, il personale della casa circondariale e tanti volontari. Ad accompagnare i canti un piccolo coro che al solo suono della chitarra, oltre ad attrarre l’attenzione di tutti, ha avuto la capacità di rendere partecipi, in modo sorprendente, anche i detenuti che sono riusciti a rendere così la piccola cappella una cattedrale, come la Direttrice, ringraziando i cantori, l’ha definita. Qui non possiamo tacere un grazie sentito a sr Rita Del Grosso che, con la tenacia di sempre, ha contribuito  a rendere più vivi e partecipi questi momenti topici.

Nell’omelia, il Vescovo, con fare paterno, ha spiegato il significato dei Sacramenti che stava per amministrare ponendo l’accento sulla speranza che mai deve venir meno in chi vive la detenzione. Se in chi sconta la pena viene cancellata la speranza, viene cancellato l’uomo, viene cancellata la persona. La speranza è che la fiammella accesa oggi abbia un seguito.

Quella di vedere due ragazzi ristretti in un carcere scegliere di diventare cristiani e seguaci di Cristo è stata un’esperienza esaltante e molto commovente: è stata una vera autentica Pentecoste. Sono storie di Risurrezione germogliate nel deserto della disperazione e della dimenticanza. Abbiamo toccato con mano che il Signore è venuto a salvare non i giusti, ma i peccatori. Ce lo sta ripetendo anche papa Francesco che ci esorta in continuazione ad essere misericordiosi: sono i malati che hanno bisogno del medico non i sani.

A conclusione della Celebrazione Eucaristica c’è stata la consegna di un’immaginetta di Gesù per ciascuno e le magliette Papaboys, a ricordo di un giorno così importante e decisivo nella vita di questi fratelli meno fortunati. L’accoglienza manifestata già all’arrivo da parte del personale del carcere ha raggiunto una brillante squisitezza quando la Direttrice e il cappellano hanno voluto intrattenerci nella sala bar con un momento di piacevole e ricca agape fraterna.

Sr Emma Zordan, asc

Referente carceri USMI Nazionale

SENSAZIONI REGALATE DAL CARCERE DI REBIBBIA

mercoledì, aprile 15th, 2015

Quattro detenuti che si trovano rinchiusi nella casa di reclusione di Rebibbia hanno ricevuto il 5 aprile 2015 il Sacramento della Cresima dal Vescovo, mons. Guerino Di Tora. Una Pasqua davvero speciale che ha visto in molti attenti e commossi a partecipare e condividere quanto con trepidazione i giovani ragazzi stavano per vivere. Un evento speciale per non dire straordinario quello di ammettere alla cerimonia, all’interno della struttura ove si trova la cappella, i familiari dei cresimandi.  Il Direttore del Carcere, dott. Stefano Ricca, sensibile e rispettoso della dignità della persona, nel ringraziare i ragazzi per essersi impegnati in un cammino che li ha portati ad accogliere i Sacramenti, ai parenti presenti ha raccomandato di accompagnare questa scelta sia dentro sia fuori del carcere. Ammettendo, in maniera davvero del tutto eccezionale, i congiunti alla partecipazione dell’evento, il direttore ha voluto significativamente renderli partecipi, e responsabili nell’accompagnarli sia durante il periodo di detenzione sia accogliendoli fuori, una volta conquistata la libertà, riconoscendo loro doveri e diritti insieme.

Durante la concelebrazione, animata da canti da un gruppo di detenuti e dai seminaristi dell’Istituto del Preziosissimo Sangue, si è svolto il rito della Confermazione, con l’unzione sulla fronte con il sacro crisma. “Ricevete il sigillo dello Spirito Santo – ha ricordato il Vescovo – che ci unisce alla Chiesa e ci rende testimoni di Gesù nel mondo“. Il conferimento della Cresima – ha aggiunto il Vescovo – è un motivo di speranza, il segno di quello che Gesù ha fatto subito dopo essere risorto mandando il suo Spirito. Solo quando abbiamo motivi per sperare riusciamo a vivere! Solo Gesù Cristo può dare ragioni di vita, di speranza anche nei momenti di disperazione, dentro queste mura. Senza questi atteggiamenti – ha concluso il Vescovo – non si fa altro che contribuire ancora di più a crescere, se non nella disperazione, nell’indebolimento della speranza.

Ho chiesto a uno dei quattro cresimandi, ad Andrea, di esprimere sensazioni, sentimenti ed emozioni nell’accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e, per la prima volta, al Sacramento della Santa Comunione.

Questa la sua riflessione:

“La preparazione ai due sacramenti – dice – è stato un cammino fondamentale per me, soprattutto perché mi ha portato a una meta significativa per la vita di un cristiano. Ho capito che, senza questi due sacramenti, è come se si rimanesse a metà dell’opera, come se non ci si affidasse del tutto al nostro buon Dio, lasciando dentro di noi un vuoto incolmabile. Questo è stato per me un cammino di fede e di conversione e, anche, un cammino introspettivo. Affidandomi alla Parola di Signore, alla sua immensa misericordia, mi sono ritrovato davanti a me stesso, alla mia vita. Con l’aiuto impagabile di Sr Emma e don Nicola, ho capito quali devono essere le priorità nella mia vita. Sono certo che se non avessi affidato il mio cuore al Signore, ora non vedrei la mia vita con occhi nuovi. Da quando ho ricevuto la cresima e la prima comunione – sembra scontato dirlo – mi sento molto meglio, perché so che ora potrò finalmente cominciare una vita nuova sotto l’occhio amorevole del Signore nostro Dio. Senza Sr Emma a guidarmi in questo cammino, con il suo affetto e la sua pazienza, la sua immensa fede, credo fermamente che sarebbe stato tutto molto difficile. Mi piace pensare che non l’abbia incontrata per caso, ma che è stato il nostro Dio a farmi incontrare un suo angelo e non smetterò mai di ringraziarlo per questo. In questi mesi di cammino mi sono molto legato a lei e posso tranquillamente dire che le voglio bene come potrei volere bene ad una mamma (nulla togliendo a mia madre). Come lei ce ne sono una su un milione ed io le sarò eternamente grato, perché so che nella mia vita nulla si può dare per scontato e nulla ci è dovuto, quindi, a maggior ragione, penso che lei sia un vero angelo di Dio.

Queste le sensazioni regalate da Giuseppe, un detenuto che ha preso parte al rito della Confermazione nel quale erano direttamente coinvolti e protagonisti i quattro giovani.

Giuseppe scrive:

Ogni cerimonia religiosa di una certa importanza produce sempre emozioni, ed induce, certamente e in proporzione alla sensibilità e allo spessore religioso dello spettatore, riflessioni e considerazioni. Quando la funzione religiosa riguarda i giovani, acquista sempre un significato ancora più particolare, perché spinge lo spettatore indietro con i ricordi, riportandolo al suo passato e alla sua gioventù, sia perché un giovane che si accosta con fede a un sacramento è sempre un motivo non solo di maggior fede, ma anche di maggior fiducia in una futura società migliore. Assistere in un carcere penale alla Cresima di quattro giovani detenuti, già segnati dalla vita e provati dalla Provvidenza, spinge, anzi … costringe, ad ancora maggiori riflessioni.

Guardando bene la loro serenità, la loro palese gioia, la presenza dei familiari cui la direzione aveva concesso di assistere alla funzione liturgica, è stato giocoforza pensare che non tutto è perduto, come troppo spesso siamo portati a pensare leggendo le cronache: anche in un carcere, anche in giovani dalla vita travagliata, anche in cuori che si penserebbe avulsi dal credere e dal voler credere sempre di più, la Provvidenza sa colpire, sa portare il proprio messaggio, sa far entrare la Grazia di Dio e il Credo più vero, più convinto, più rieducativo, non solo per il credente stesso, ma per chi ne segue l’insperabile cambiamento. Dio può entrare in tutti i cuori, il Suo messaggio può sradicare ogni scetticismo e ogni resistenza, e assistere alla Cresima in un carcere è una splendida lezione di vita e di fiducia nell’Onnipotenza di Dio.

Personalmente, ringrazio Andrea, Fatmir Marco e Vincenzo che hanno seguito e creduto nel percorso di formazione cristiana. Li ringrazio per il loro impegno e soprattutto per la loro serenità, la loro accoglienza e il loro grande affetto e gratitudine dimostratimi.

Sr Emma Zordan, asc

Referente Carceri USMI Nazionale

Convegno Formatori

martedì, marzo 31st, 2015


CONGREGAZIONE

PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA

E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Comunicato Stampa

Convegno dei formatori a Roma

Città del Vaticano, 31 marzo 2015

Dall’8 all’11 aprile si svolgerà a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel, il Convegno dei formatori e formatrici alla Vita consacrata. L’evento, che si colloca all’interno dell’Anno della Vita Consacrata, vedrà riuniti circa 1.200 formatori e formatrici provenienti da ogni parte del mondo che si confronteranno sui fondamenti dell’identità della Vita consacrata e sulle esigenze formative nel mondo contemporaneo. Oltre alle relazioni, più di 50 saranno i ‘laboratori’ in cui si affronteranno tematiche di grande attualità per la Vita consacrata. Chiuderà il Convegno un forum su ‘La formazione nella visione interdicasteriale’, cui parteciperanno S. E. Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, S.E. José Rodriguez Carballo, OFM, Arcivescovo Segretario CIVCSVA, S.E. A. Vincenzo Zani, Arcivescovo Segretario Congregazione per l’Educazione cattolica.

Formarsi, cioè prendere la ‘forma’ di vita del Vangelo, per essere uomini e donne veramente liberi; maturare la propria identità per poter dialogare con tutte le culture e divenire, nell’oggi dei flussi migratori, segno profetico di accoglienza e di comunione.

L’evento sarà preceduto da una veglia di preghiera, cui tutti potranno partecipare, martedì 7 aprile alle ore 20.30 nella parrocchia di S. Gregorio VII.

Sabato 11 aprile alle ore 9.30, sarà possibile partecipare alla Celebrazione eucaristica nella Basilica Papale di S. Pietro presieduta dal Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

Un anticipo del prossimo anno giubilare

martedì, marzo 31st, 2015

Il 21 marzo 2015, mentre Papa Francesco visitava le persone detenute nel carcere di Poggioreale a Napoli, la Croce delle GMG, portata da una decina di giovani volontari (i Papaboys) del Centro Internazionale San Lorenzo in Roma, custodi della Croce istituita da Giovanni Paolo II durante la prima giornata Mondiale della Gioventù, raggiungeva la Casa Circondariale di Frosinone. Un sentire all’unisono con il Papa verso gli ultimi ci dice e ci stimola a considerare questa realtà una priorità nella nostra azione apostolica.

Desiderosi di continuare a essere “Missionari della Croce”, presso le persone sofferenti, questi giovani, non hanno esitato a rispondere all’invito di Sr Rita Del Grosso, religiosa Canossiana, quando per l’ennesima volta chiedeva loro di ripetere l’iniziativa di portare la Croce della GMG anche tra i detenuti del carcere di Frosinone.

Ad accogliere la Croce e l’icona di Maria Salus Popoli Romani il Vescovo della Diocesi, Mons. Ambrogio Spreafico, il Cappellano delle carceri, don Guido Secontino, il Comandante, in sostituzione del direttore dell’Istituto, signor Francesco Cocco, impegnato in attività fuori sede, una Educatrice e un considerevole numero di agenti della Polizia Penitenziaria.

Sono stati gli stessi detenuti a prendere la croce tra le mani e dare inizio alla processione che dall’ingresso dell’Istituto portava a varcare la porta ferrata del carcere fino alla Cappella, luogo dell’incontro. Accompagnava la croce con la recita di preghiere al Sangue di Cristo, don Benedetto Labate, Missionario del preziosissimo Sangue, che con una toccante riflessione sulla Croce, innalzata ed esposta all’adorazione, ha preparato le persone ristrette al Sacramento della Riconciliazione affinché potessero toccare con mano, attraverso la Croce, la grande misericordia di Dio e ricevere così una speranza nuova. Invitati a sporcarsi le mani, mettendole dentro un vaso ripieno di terra, sono andati con semplicità e spontaneità a liberarsi dello “sporco”, che ciascuno porta con sé, consegnandolo all’amore misericordioso. E’ stata la manifestazione più forte di quanto sia veramente illimitata la misericordia di Dio che qualunque cosa abbiano fatto queste persone, qualunque cosa abbia fatto ciascuno di noi, non fa venire meno la pazienza di Colui che per primo ci ha amato. Vedere questi uomini rendersene conto e fare un passo verso il suo Amore, è stato veramente commovente.

Il Vescovo, che è di casa in questo luogo di detenzione, nel salutare i convenuti a questo straordinario appuntamento e rivolgendosi in modo particolare agli abitanti di questa struttura che accoglie fratelli in situazione di detenzione, assicura che la Croce è donarsi e che Cristo con la sua visita è venuto a donarsi a ciascuno senza distinzione e che da questo dono è nata la speranza della Resurrezione e la certezza che il figlio di Dio non ci abbandonerà mai.

La liturgia penitenziale, iniziata con la proiezione del DVD sulle Giornate Mondiale dei Giovani e sul valore, il senso e l’importanza della Croce, ha avuto grande impatto sui detenuti rappresentativi di tutte le realtà del carcere, senza voler escludere nessuno (ci ha tenuto a precisare il Comandante), neppure quelli in stato di massima sicurezza. Queste persone sono apparse profondamente colpite dalla forza delle testimonianze dei giovani sul loro incontro con Cristo e dalla verità delle parole di Cristo in Croce. E’ venuto spontaneo proporre anche a loro di portarsi ai piedi della Croce per venerare il simbolo della Passione di Cristo. Sono stati invitati anche a scrivere le loro intenzioni di preghiera, le loro preoccupazioni, le loro sofferenze, le loro attese e a consegnarle all’amore misericordioso.

La Croce, sempre portata dai detenuti, che la baciavano e accarezzavano, ha attraversato corridoi immensi, passando per varie stanze del carcere quasi a voler toccare con li bracci i vari spazi abitati e vissuti con grande sofferenza da chi forse è stato nella vita meno fortunato di noi, raggiungendo la cappella dove è stata celebrata la Santa Messa. A presiedere la liturgia Eucaristica è stato don Romano Sacchetti, missionario del Preziosissimo Sangue che nell’omelia ha sottolineato la necessità per il chicco di grano di consumarsi, di morire per fiorire e produrre molto frutto. L’accento non è stato posto sulla morte, ma sul produrre la vita. Quel chicco di grano, che è Cristo morto per dare a noi la vita, siamo anche noi, ciascuno di noi, chiamato a produrre molto frutto con il nostro impegno, la nostra dedizione e il nostro servizio di amore ai fratelli affidati alle nostre cure.

I detenuti, che non potranno andare alle Giornate mondiali della gioventù, hanno avuto il privilegio che la Croce andasse a incontrarli “personalmente” per affidare anche a loro l’impegno a essere missionari tra i compagni meno fortunati e più bisognosi.

Vedere la croce lasciare il carcere, sempre portata dai detenuti e accompagnata dalla recita di preghiere al Sangue di Cristo, prezzo della nostra salvezza, ha suscitato una emozione tale che in alcuni erano visibili le lacrime scendere sul volto.

Con questo evento ci dice soddisfatta Suor Rita - abbiamo provveduto ad anticipare l’anno Santo della Misericordia. Siamo profondamente grate a Papa Francesco che non perde occasione di presentarci un Padre, ricco di misericordia, perché anche noi possiamo essere misericordiosi verso le nostre e altrui debolezze.

E allora, a tutti i giovani impegnati, ai sacerdoti presenti, ai membri dell’Istituto carcerario, in particolare al cappellano, che tutto ha predisposto per la riuscita della giornata, e a quanti hanno contribuito a difendere l’ambiente, il nostro grazie. Ma un grazie del tutto eccezionale va ai detenuti che, con gli occhi rossi e alcuni commossi fino alle lacrime, hanno detto di non riuscire a credere che quella Croce, che ha viaggiato in tutti i continenti, fosse andata a trovarli in un luogo che, per molti versi, sembra tagliato fuori dal mondo. Nel congedarsi, ci hanno chiesto di continuare a pregare per loro affidandoli alla Croce perché le loro croci possano essere portate con dignità.

Sr Emma Zordan, asc

Referente carceri- USMI Nazionale

Weekend di spiritualità e …

giovedì, marzo 26th, 2015

Weekend di spiritualità e formazione
sulla Vita Consacrata

24-26 Aprile 2015

Sr. Antonietta Potente op

Per alcuni/e sono voti, per altri/e opzioni di vita,

ma per tutti e tutte è un’inquietudine verso il farsi della storia.

PROGRAMMA :

  1. CONTESTUALIZZAZIONE: L’ISPIRAZIONE CI VIENE DALLA STORIA
  2. LA VITA HA UNA SUA PROFONDITA’
  3. LE RISPOSTE DELL’UMANITA’ ALLA SUA SETE
  4. QUELLI CHE QUALCUNO HA CHIAMATO VOTI: E OGGI?
  5. UN POSSIBILE STILE DI VITA: PERCHE’ L’UMANITA’ E LA CREAZIONE CONTINUINO A VIVERE

Il corso si tiene a

nell’Oasi Divin Maestro,

Via Montanino, 11

tel 0575 556016

52014 Camaldoli

Arrivi: 24 pomeriggio – partenza 26 pomeriggio

Costo: 120 euro compresa iscrizione.

Per info rivolgersi a

Sr. Myriam Manca
Oasi Divin Maestro
via Montanino, 11
52014 Camaldoli
0575 556016
miriam.manca@piediscepole.it

Per il bene di tutti

lunedì, marzo 23rd, 2015

L’ondata di violenza che da mesi si è scatenata sui consacrati che vivono in Haiti è sconcertante. Dal novembre scorso (2014) 20 comunità, soprattutto femminili, sono state derubate e le religiose aggredite, violentate; tante di loro sono ora sotto cure mediche; perché  malate non sono più in grado di tornare a lavorare. Gli aggressori, infatti, sono molto violenti: arrivano in bande; invadono le case e in genere lo fanno di notte, quando Haiti è al buio. Nel Paese vi è molta fame, una estrema miseria. La situazione delle famiglie è degradante, senza speranza, e tutto ciò favorisce e scatena la violenza. Che però non è mai la soluzione esatta; non è la soluzione proposta dal vangelo. La Conferenza dei religiosi di quel paese ha convocato le diverse superiore provinciali e insieme hanno organizzato marce silenziose con la presenza di tutte le religiose.

La conferenza dei Vescovi – sempre in radio a chiedere rispetto, rispetto, rispetto – consapevole dei ‘meriti’ delle religiose, soprattutto per quella continua dedizione – anche eroica in alcuni momenti più duri – negozia con il governo e con la società civile perché insieme si possano avere interventi efficaci e continuativi nel tempo (Fonte: radio vaticana 12.03.2015). L’USMI esprime la propria solidale partecipazione; invoca dal Signore della vita la ripresa del dialogo, la mutua comprensione e accoglienza, sino a giungere alla sincera collaborazione di tutte le forze per il bene di tutti. (B.M.)