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Giubilei Suore Benedettine della Divina Provvidenza

martedì, febbraio 1st, 2011

Le suore Benedettine della Divina Provvidenza considerano il 2011 anno giubilare-missionario. Ricordano infatti alcuni particolari anniversari:

* il 75° di approvazione pontificia dell’Istituto e delle Costituzioni;

* il 75° della prima apertura missionaria dell’Istituto, in Brasile;

* il 75° della parifica (riconoscimento giuridico) dell’Istituto Sacra Famiglia di Voghera, il primo di tanti altri centri educativi.   

L’USMI nazionale le accompagna, in queste celebrazioni, con gioia per il traguardo raggiunto, con la preghiera e l’augurio che possano con sempre maggior intensità essere fedeli al loro carisma: fiducioso abbandono alla Divina provvidenza in semplicità e umiltà di vita, a servizio dei fratelli; in opere di assistenza ed educazione dell’infanzia e della gioventù, specialmente povera, disadattata, o in condizioni pericolose.

Lettera aperta

martedì, febbraio 1st, 2011

Caserta, 27 gennaio 2011   Festa di Sant’Angela Merici    

“Se verrete a conoscere chiaramente che sono in pericolo la salvezza e l’onestà delle figliole,

non dovrete per niente consentire, né sopportare, né aver riguardo alcuno, se non potrete provvedere voi, ricorrete alle madri principali  e, senza riguardo alcuno, siate insistenti, anche importune e fastidiose(S.Angela Merici).

Da anni, insieme a tre mie consorelle (suore Orsoline del S. Cuore di Maria), sono impegnata in un territorio a dire di molti  ‘senza speranza’. Un territorio, quello casertano, sempre più in ginocchio per il suo grave degrado ambientale, sociale e culturale, dove anche la piaga dello sfruttamento sessuale, perpetrato a danno di tante giovani donne migranti, è assai presente con i suoi segni di violenza e di vera schiavitù.

Come donna, come consacrata, provocata dal Vangelo di Gesù che parla di liberazione e di speranza, insieme alle mie consorelle, ho scelto di ‘farmi presenza amica’ accanto a queste giovani donne straniere, spesso minorenni, per offrire loro il vino della speranza, il pane della vita e il profumo della dignità.

Oggi, osservando il volto di Susan chinarsi e illuminarsi  nel volto del suo piccolo Francis, scelto e accolto con amore, ripensando alla sua storia, una tra le tante storie accolte, la quale ancora bambina (16 anni) si è trovata sulle nostre strade come merce da comprare, da violare e da usare da parte di tanti uomini italiani, sono stata assalita da un sentimento di profonda vergogna, ma anche di rabbia.

Ho sentito il bisogno, come donna, come consacrata e come cittadina italiana, di chiedere perdono a Susan per l’indecoroso spettacolo a cui tutti, in questi giorni, stiamo assistendo.  E non solo a Susan, ma anche alle tante donne che hanno trovato aiuto e liberazione e alle tante, troppe donne, ancora schiave sulle nostre strade. Ma anche ai numerosi volontari e ai tanti giovani che insieme a noi religiose credono nel valore della persone, in particolare della donna, riconosciuta e rispettata nella sua dignità e libertà.

Sono sconcertata nell’assistere come da ‘ville’ del potere alcuni rappresentanti del governo, eletti per cercare e fare unicamente il bene per il nostro Paese, soprattutto in un momento di così grave crisi, offendano, umilino e deturpino l’immagine della donna. Inquieta vedere esercitare un potere  in maniera così sfacciata e arrogante che riduce la donna a merce e dove fiumi di denaro e di promesse intrecciano corpi trasformati in  oggetti di godimento.

Di fronte a tale e tanto spettacolo l’indignazione è grande!

Come non andare con la mente all’immagine di un altro ‘palazzo’ del potere dove circa 2000 anni fa al potente di turno, incarnato nel re Erode, il Battista gridò con tutta la sua voce: “non ti è lecito, non ti è lecito!”

Anch’io oggi, anche a nome di Susan, sento di alzare la mia voce e dire ai nostri potenti, agli Erodi di turno, non ti è lecito! Non ti è lecito offendere e umiliare la ‘bellezza’ della donna; non ti è lecito trasformare le relazioni in merce di scambio guidate da interessi e denaro; e soprattutto oggi non ti è lecito soffocare il cammino dei giovani nei loro desideri di autenticità, di bellezza, di trasparenza, di onesta; tutto questo è il tradimento del Vangelo, della vita e della speranza!

Ma davanti a questo spettacolo una domanda mi rode dentro: dove sono gli uomini, dove sono i maschi? Poche sono le loro voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti.  Nei loro silenzi c’è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia. Credo che dentro questo mondo maschile, dove le relazioni e i rapporti sono spesso esercitati nel segno del potere, c’è un grande bisogno di liberazione. 

E allora grazie a te Susan, sorella e amica, per aver dato voce alla mia e nostra indignazione, ora posso, come donna consacrata e come cittadina, guardarti negli occhi e insieme al piccolo Francis respirare il profumo della dignità e della libertà.

   Sr Rita  e sorelle comunità Rut

Consiglio Generale Esteso

martedì, dicembre 21st, 2010

Le suore Adoratrici del Sangue di Cristo dopo l’assemblea generale del 2005 stanno sperimentando la ‘bellezza’ della organizzazione di strutture nuove che permettono una maggiore collaborazione, migliore partecipazione: in esse sperimentano la collegialità, la sussidiarietà, la corresponsabilità in modo nuovo. Tra le iniziative messe in atto c’è il Consiglio Generale Esteso (CGE). Sanno che “camminare verso la direzione che lo Spirito indica richiede un atteggiamento di discernimento, di apertura e di ascolto. Il Consiglio diventa così uno spazio di discernimento per eccellenza, di ascolto dei segni dei tempi e di comunione effettiva. Discernimento, ricerca comune della volontà di Dio in un movimento che ha permesso loro di guardare e rispettare le realtà locali per costruire una visione comune con lo scopo di identificare e scegliere una direzione unica per tutta la Congregazione. Sono così passate da una visione territoriale e culturale ben precisa e limitata ad una visione d’insieme e interculturale. Guardare la Congregazione come un corpo è una immagine che descrive molto bene il ruolo di questo Consiglio. Un unico corpo, non frammentato, cioè, nell’unità in cui tutte le membra sono collegate, ma non solo, sono vitali per il buon funzionamento dell’intero corpo e diventano uno strumento prezioso e insostituibile per lo svolgimento della missione che il Signore ha loro affidato. Alcuni momenti di tensioni, di conflitti, di paura sono stati occasione per crescere nella conoscenza e nella stima reciproca e questo ha loro permesso di passare dalla comunione effettiva ad una comunione anche affettiva.

Nuove venerabili

martedì, dicembre 21st, 2010

Grazie al riconoscimento delle virtù eroiche, è stato attribuito il titolo di  venerabile a due religiose già serve di Dio:

  • La religiosa veneta Maria Elisa Andreoli, fondatrice delle suore Serve di Maria Riparatrici. Il suo tragitto esistenziale è stato attraversato da sofferenze e incomprensioni – le prime a causa di problemi familiari – sino a quando, incontrandosi con Maria Inglese, ha la certezza che la sua vita e il suo Istituto – iniziato in un primo momento come terziarie laiche dei Servi di Maria con la madre Margherita e due compagne – deve avere come specificità del suo carisma la riparazione. Nelle alterne vicende tra rotture e rappacificazioni con le autorità ecclesiastiche, ella ha sempre avuto la certezza che ‘Qualcuno la proteggeva, vigilava su di lei, alleviava il suo dolore’. Con la certezza che il suo istituto era voluto dal Signore con coraggio e fede inviò 6 sorelle in Brasile per aprire là nuovi centri di solidarietà, di promozione umana e cristiana sotto la protezione di Maria Vergine Addolorata.
     
  • La religiosa spagnola Maria Pilar del Sacro Cuore, religiosa dell’Istituto delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie, nata a Saragozza in Spagna il 22 dicembre 1881 e morta a Logroño il 20 novembre 1966. Anch’essa ha speso tutta la lunga sua vita nella fedeltà al carisma che si esprime nell’educazione della gioventù, nella promozione della donna, nello spirito di san Giuseppe Calasanzio ed esplicano la loro missione in Europa, Asia, Africa, Americhe.

Nuove beate

martedì, dicembre 21st, 2010

Grazie al riconoscimento dei rispettivi miracoli, la Chiesa sarà prossimamente in festa anche per la proclamazione a beate di religiose:

  • La spagnola Anna Maria Janer Anglarill, fondatrice dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Urgell. Nata a Cervera il 18 dicembre 1800 e morta a Talarn l’11 gennaio 1885.  Personalità molto interessante, seppe vivere con intensità e con forte passione il proprio periodo storico sconvolto da avvenimenti drammatici. Seguiva i feriti durante le guerre civili; come risposta a urgenze fondò ospedali da campo, orfanotrofi, scuole per ragazze povere. La seguirono altre donne coraggiose e determinate nella società e nella vita della Chiesa e con esse nacque la nuova Congregazione.
     
  • La portoghese Maria Chiara di Gesù Bambino (al secolo Libânia do Carmo Galvão Meixa De Moura Telles e Albuquerque) fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Ospedaliere dell’Immacolata Concezione. Istituto molto esteso (nel 2005 i mebri erano 1525) con presenze in Europa, in Africa, in Asia e nelle Americhe. Si dedicano, come dice lo stesso nome, soprattutto agli ammalati
  • La brasiliana  Dulce (Maria Rita  Lopes Pontes, suora professa della Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio.  La religiosa è una vera testimone per i cristiani, e la sua storia di vita è ciò che giustifica la beatificazione e il processo di canonizzazione. Come ogni santo anch’ella è un esempio di Cristo, per quella dedizione quotidiana per tutta la vita ai poveri e ai sofferenti. Ha svolto, infatti, un’ampia opera assistenziale a favore dei più poveri, soprattutto in campo sanitario. Nel 1991, già sul letto di morte, ha ricevuto la visita di Papa Giovanni Paolo II durante il secondo viaggio del Pontefice in Brasile. La causa di beatificazione della religiosa brasiliana è stata avviata nel gennaio 2000 appena 8 anni dopo la morte avvenuta nel 1992. 
    Nel 1988 era stata proposta per il Premio Nobel per la Pace.

Migrantes tra migranti

martedì, dicembre 21st, 2010

 Fra le tante donne che lasciarono l’Italia ‘migrantes tra migranti’ c’erano anche suore che vi andavano con un obiettivo proprio: ‘porsi a servizio’ offrendo assistenza religiosa e sociale, arginando i molti e gravi disagi. Soprattutto negli Stati Uniti seppero sviluppare vere e proprie capacità imprenditoriali e contribuirono all’intera impalcatura sociale e istituzionale della Chiesa cattolica in quella nazione.

Tra le religiose meritano particolare menzione

  • le suore Pallottine che, dopo alterne vicende nella chiesa locale, riuscirono a imporsi per la loro fedeltà, per la loro energica e umile collaborazione e disponibilità nei vari segmenti sociali, didattici, sanitari, assistenziali;
     
  • le Missionarie del Sacro Cuore; con la loro abilità e avvedutezza, forte senso di universalità, riuscirono ad ottenere il sostegno necessario per portare a termine progetti che spaziavano dall’Europa alle Americhe con una ampiezza straordinaria di iniziative: scuole, orfanotrofi, ospedali, opere di ogni genere secondo i bisogni e le circostanze;
     
  • le Maestre Pie Filippini che, dopo molte e gravi difficoltà e anche rifiuti, riuscirono ad imporsi con determinazione e inconsueta flessibilità lavorando soprattutto a favore degli anziani, degli orfani e dei malati, ma anche con scuole, tanto da valersi la stima come “l’istituto più adatto all’insegnamento nei confronti degli immigrati italiani”. (da Rapporto ITALIANI NEL MONDO 2010).

Esperienza di vita sana e libera

venerdì, novembre 26th, 2010

Il Centro di recupero per tossicodipendenti a Marjanovac, Bos Aleksandrovac, nella regione di Zagabria diretto dalle suore Adoratrici del sangue di Cristo ha celebrato, nel mese di ottobre 2010, il 10° anniversario della sua attività. Nel 2000 le suore avevano deciso di mettere a disposizione la propria casa per un progetto di lotta alla tossicodipendenza. In collaborazione con il Centro Italiano di Solidarietà di Roma, questo Centro ha applicato il programma terapeutico basato sulla filosofia e sulla metodologia del “Progetto Uomo” e qui hanno trovato alloggio 34 ragazzi e 18 ragazze tossicodipendenti. Vi lavorano sette operatori, tra cui due suore Adoratrici. Religiose e laici hanno la sensibilità di “coniugare scienza e pratica”. Negli ultimi 10 anni il Centro ha visto 500 pazienti, dei quali 80 hanno completato l’intero programma. I valori fondamentali del centro sono la dignità umana e la responsabilità per il bene comune. E la comunità funziona con successo realizzando i tre principi sui quali Don Mario Picchi, inventore del “Progetto Uomo”, ha basato il suo lavoro: il desiderio e la motivazione delle persone; l’esistenza di strutture e l’alloggio per i tossicodipendenti; i programmi per le famiglie dei tossicodipendenti. Il lavoro degli operatori si basa sulla competenza professionale e l’approccio empatico. Qui si fa esperienza di una vita sana e libera, di relazioni interpersonali, di responsabilità e di ottimismo verso la vita.

Il primo decennio ha dato i suoi frutti

venerdì, novembre 26th, 2010

Sono trascorsi ormai alcuni anni da quando le Suore Ancelle della Carità hanno mosso i loro primi passi in Rwanda e qualcuno ha scrutato la loro donazione generosa, coltivando in cuore il desiderio di fare altrettanto, con semplicità, con entusiasmo e così rispondere ad un forte appello di Gesù. E’ stata necessario così aprire nel 2002 una Casa di Formazione per accogliere giovani fortemente motivate e dare loro un’adeguata preparazione cristiana, religiosa, teologica, improntata sulla conoscenza del Carisma dell’Istituto. Ora un buon gruppo di giovani Rwandesi si trova in Postulato, in Noviziato; altre già hanno raggiunto il traguardo della Professione religiosa. Col passare degli anni, la missione africana si è impiantata in Burundi, con problemi e bisogni altrettanto grandi. Qui nel 2002 ha posto la sua tenda la Comunità di Kiremba, villaggio di 72.000 abitanti. Le religiose prestano la loro opera nell’Ospedale del luogo, famoso per l’impegno, la donazione, il servizio che molte realtà religiose e laiche riversano sullo stesso. Nello stesso stabile, si trova il Centro nutrizionale, complesso sanitario che si colloca come realtà di grande servizio per una larga fascia di bisogni, di precarietà fisica, psichica, nutrizionale. E’ un piccolo paese sperduto dove pulsa un’umanità, una carità, degna del Carisma di Santa Maria Crocifissa, loro fondatrice. Si potrebbe dire che “la povertà e la fame si è fermata qui” – scrivono – ma la carità delle Suore ne ha preso pieno possesso. Anche in Burundi, parecchie giovani osservano ammirate e vanno coltivando in cuore il desiderio di dare una loro risposta generosa al Dio che sempre attrae ed invita alla sua sequela.

Audacia nel ripensarsi

venerdì, novembre 26th, 2010

Gestione innovativa, coordinamento per la comunione, processi decisionali, accompagnamento all’innovazione… sono alcune delle questioni in gioco nel seminario nazionale di formazione per Consigli ispettoriali delle Figlie di Maria Ausiliatrice vissuto a Roma nei giorni 11-14 novembre 2010. Hanno vissuto tempi di lavoro, di preghiera e di fraternità molto ricchi. Dopo un periodo di riflessione e formazione sulla risignificazione e ristrutturazione delle presenze fma in Italia, hanno cercato di fare un passo avanti chiedendosi: quale sia la sfida della comunione nella gestione innovativa per vivere meglio la missione.

Il clima di lavoro è stato di grande serenità, fraternità e spirito di famiglia, perché ognuna ha messo in gioco se stessa dando il meglio di sé. Il sogno è che nelle loro ispettorie e nelle comunità locali si possa sperimentare la stessa serenità e la stessa audacia nel ripensarsi e nel riflettere sulla sfida della comunione nella nuova gestione.

Dalla tradizione l’identità

venerdì, novembre 26th, 2010

La tradizione costituisce l’identità. Ossia: le tradizioni sono uno degli elementi base che costituiscono l’identità di un gruppo e che aiutano a trasmetterla di generazione in generazione. Con questa convinzione e alla luce di questa affermazione le suore della Compagnia di Maria hanno fatto memoria dei cento anni di presenza educativa in Gualeguaychu nella Provincia di Entre Rios, in Argentina. Le prime suore infatti raggiungevo la città nel mese di gennaio del 1910 e nel mese di marzo iniziarono le attività scolastiche. Scolaresche. Tra le tradizioni cui danno importanza è la celebrazione della festa della Presentazione di Maria Bambina, (ogni anno il 21 novembre) già presente nelle loro origini; oggi la celebrano e la esprimono in forme diverse però il significato è ancora quello: Maria Nostra signora è sempre presente nei nostri progetti.