Vegliate dunque! (Mt. 24,42)
Quante volte nella liturgia ed in modo particolare in quella di Avvento ritorna l’invito di Gesù a svegliarci e a vegliare!
Quante volte Gesù stesso lo ha ripetuto ai suoi discepoli appesantiti come noi, non solo nel fisico per gli anni che passano, ma soprattutto nella mente, nel cuore e nell’azione.
Guardiamoci attorno.
Non vi sembra più che attuale anche l’esortazione accalorata di Paolo ai Romani, in questa prima domenica di Avvento?: “..consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno..la notte è avanzata, il giorno è vicino” (Rm.13,11-12).
Il nostro è un tempo affollato di contraddizioni al punto che ci percepiamo e ci definiamo ormai come gente disorientata.
La tentazione che ci assale è proprio quella di sonnecchiare. Meccanismo di fuga? Sì, perché sono troppi i fronti che chiederebbero azione. Un profondo senso di inadeguatezza rallenta le nostre decisioni e lo scoraggiamento è più vicino a noi di quanto non lo pensiamo.
Per scoraggiamento intendo quell’atteggiamento interiore che induce al ripiegamento su noi stesse, fino a non vedere più e a lasciar perdere ciò che invece rimane la cosa più importante per noi: donarci.
La Parola ci sussurra in questo inizio di Avvento che il giorno è vicino!
Solo la speranza di una luce, di un giorno che certamente viene, ci può mantenere deste, ci può mantenere in vita, può risvegliare in noi la vita.
Celebrare l’Avvento cristiano allora non si può ridurre ad una ritualità bella e che si ripete ogni anno, magari con segni e canti nuovi. Sarebbe troppo poco e la celebrazione liturgica stessa sarebbe svuotata del suo significato più vero. Non possiamo e non dobbiamo accontentarci delle nostre belle liturgie quando tutto rischia di finire lì.
L’Avvento ci richiama in modo prepotente e meraviglioso all’Incarnazione del Verbo; orienta definitivamente il nostro sguardo a Colui che viene, viene sempre, e si fa presente assumendo su di sé ogni realtà della vita dell’uomo.
Pochi giorni fa ho avuto la gioia di partecipare al Convegno, promosso dall’USMI-Ufficio Tratta nel ricordo dei 10 anni della sua attività.
Abbiamo celebrato, ma abbiamo anche riflettuto molto.
Di fronte al fenomeno che oggi, in maniera tragicamente dilagante, coinvolge migliaia di donne nel nostro Paese e nel mondo rendendole schiave di un potere perverso, non possiamo permetterci di rimanere addormentate. Sono nostre sorelle a cui viene tolta ogni dignità umana e ridotte a larve che si contorcono nel dolore di ferite che forse non guariranno mai più. Come può un grido così acuto non svegliarci dal sonno?
E questo non è l’unico fenomeno, oggi, dalle cui viscere sale il pianto che fa dire a Dio: “Chi manderò? Chi andrà per me?”
Il nostro Avvento?
Sarà davvero tempo di attesa, di grazia e di speranza nella misura in cui, la liturgia, l’ascolto della Parola e il nostro canto del Maranathà si trasformeranno in vigilante discernimento/decisione per una azione/presenza personale, comunitaria ed anche di Congregazione accanto a coloro che Gesù ha preferito venendo, Figlio dell’Uomo, ad abitare in mezzo agli uomini.
Poter presentare a Gesù per il Natale 2010 una decisione presa in questa direzione sarà per Lui il regalo più bello.
Buon Avvento!
“Non abbiamo nè la forza dell’esercito israeliano nè il potere delle tradizioni che ci tengono confinate in certi ruoli. Comunque sia, noi sappiamo che una donna in piedi di fianco ad un’altra donna, in una linea di solidarietà, è una forza più potente di entrambi.” Kifah Addara, At-Tuwani Women’s Coperative
Sr M. Viviana Ballarin o.p.
Presidente Nazionale USMI