Archive for luglio, 2014

Terra nostra ‘casa’

Senza categoria | Posted by usmionline
lug 28 2014

ecologia (1)Forse è incapace di riposo, di speranza, di giustizia, eppure ogni uomo possiede la capacità  naturale di conoscere la verità e di essere felice; sa che il vero sapere non è il potere, ma la sapienza che comprende in modo nuovo la natura… Saprà il genere umano diventare saggio e dare finalmente il via al futuro ecologico del pianeta Terra?

Umiltà cosmica…
Con i suoi occhi ognuno vede le ‘cose’ del mondo, ma forse per nessuno è altrettanto facile imparare a guardare; rimanere in silenzio e percepire la bellezza di un albero, l’essenza di un fiore; lasciarsi impressionare da quanto e da chi ci  sta di fronte; abbracciare il mondo intero e sentire che Dio attende ognuno in tutto ciò che è dato incontrare sul proprio cammino; e amarLo, con tutti i sensi, nelle creature del suo amore. La terra è la ‘casa’ degli uomini: c’è forse un riconoscimento maggiore e un amore più forte della fede nella presenza di Dio nella terra e nelle sue condizioni di vita? Ma oggi, al “cuore inquieto” degli uomini, sempre più corrisponde un mondo inquieto, e anche l’urgente bisogno di una nuova teologia ecologica. Pascal insegna che Dio si nasconde “in uno strano segreto”, ma “si rivela a coloro che lo cercano”, a chi ha l’animo disposto ad accoglierlo.

Terra è cielo …
“Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra” (Sal 104, 29.30). Secondo le tradizioni bibliche Dio non ha infuso il suo spirito divino soltanto nell’uomo, ma in tutte le sue creature. E l’uomo c’è soltanto perché ci sono gli animali e le piante, l’aria e l’acqua, la luce e l’alternarsi del giorno e della notte, e il sole, la luna e le stelle… Se la terra con tutte le sue creature può vivere senza gli uomini – e lo ha fatto per milioni di anni – l’uomo invece non può vivere senza la terra. In fondo egli è solo l’ultima creatura di Dio e anche la più dipendente. Eppure dalla caducità e dalla morte non sarà salvato “da” questa terra, ma “con” questa terra. È proprio necessario perciò per l’uomo passare dall’arroganza del dominio sul mondo, all’umiltà cosmica!… Sì, ma come? Certo è che nessuno può “custodire” il creato se prima non custodisce se stesso nella pienezza spirituale di questo termine; se non apre cioè in sé quelle ‘finestre’ che lasciano entrare l’aria di Dio e circolare il vento dello Spirito, principio della nuova creazione nella quale non ci sarà più la morte, ma la diffusa presenza del Risorto.

… che chiama l’uomo alla custodia del creato

L’umanità è parte di un universo continuamente in evoluzione. Ma perché esiste qualcosa e non piuttosto il nulla?… Le moderne scienze non hanno risposta per le questioni che riguardano il fondamento e il senso delle cose, ma solo per ciò che ha a che fare con il come esse funzionano. L’arroganza del potere sulla natura e la libertà di fare di essa ciò che si vuole, in realtà non competono a nessuno, credente o non credente. All’uomo compete piuttosto «umiltà cosmica» appunto, e la considerazione attenta per tutto ciò che si fa alla natura. Ma malgrado tale maggiore attenzione – cresciuta soprattutto nel periodo del Romanticismo – l’umanità non è stata in grado di anticipare la crisi ecologica del Novecento. E anche i cristiani non hanno saputo reagire con particolare rapidità.

 “Non lasciamo che segni di morte e distruzione accompagnino il cammino di questo nostro mondo”, esorta con forza Papa Francesco. E richiama al fatto che la vocazione del custodire il creato non riguarda soltanto i cristiani, perché la sua dimensione – che è semplicemente umana – precede e, perciò, riguarda tutti. “Vorrei chiedere, per favore – continua il Papa – a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione e del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro e dell’ambiente”. Ma, fra il sentire e il voler fare più o meno di tutti ci sono di mezzo milioni di interessi della politica, del potere, del quotidiano egoismo umano… Così è inequivocabile la responsabilità delle attività umane nei confronti dei cambiamenti climatici. Decisamente urgente è operare per un cambiamento culturale e per la formazione di una nuova coscienza ecologica. Anche perché, se un tempo i vertici internazionali contribuivano alla presa di coscienza delle problematiche ambientali, ora essi sembrano produrre solo l’effetto di un rumore di fondo da cui è difficile estrapolare le emergenze reali.

Virtù ecologiche …
Ecologia_by_Inu_JimSempre più forte è la sete di Dio in questa nostra terra ‘riarsa’, dove la ‘bella’ vita di alcuni è costruita sulla sofferenza di altri, il piacere di pochi sull’agonia delle  moltitudini. È facile in realtà dilapidare il dono della vita quando si pensa che tutto viene dal caso; altrettanto è difficile  percepire e decidere in quale modo agire per proteggere e promuovere il bello e il buono, dentro e intorno a sé. Ma è possibile colmare il divario – che per altro si fa sempre più ampio – tra l’incremento della conoscenza scientifica e l’inadeguatezza delle ‘risposte’ umane, a partire da quelle politiche. Basterebbe rendersi conto che i beni naturali sono una res omnium – vero patrimonio di tutto il genere umano e delle generazioni future. E si sentirebbe l’esigenza di rivedere in chiave ecologica le proprie virtù umane e l’uso delle risorse naturali; sarebbe più facile coltivare un rapporto rispettoso con ogni essere creato; e anche fare l’opzione forte per una giustizia che dia spazio alle istanze di tutti, soprattutto di coloro che non hanno voce e che sono più esposti alle conseguenze delle catastrofi ambientali. La prudenza allora orienterà ognuno a lasciarsi guidare, nelle scelte quotidiane, da un sapere ecologico adeguato alla responsabilità umana. E non mancherebbe il coraggio civile per un impegno corrispondente alle proprie convinzioni, riconoscibile nell’uso sobrio delle risorse.

… ed esercizi di cosmopolitismo locale per una economia ecologica
551652_352683708136473_1701612673_nSolo sogni? Dà fiducia il fatto che questioni legate all’ecologia abbiano assunto un’importanza crescente: l’umanità ha preso coscienza delle conseguenze dell’inquinamento causato dall’uso industriale delle risorse naturali del pianeta e ha ‘visto’ la potenza devastatrice delle armi nucleari. In qualche modo ha compreso che scommettere sull’ambiente è centrale per rilanciare un’economia ecologica che abbracci tutti i settori prodotti_elettrici_per-camperproduttivi e in particolare l’edilizia – così legata alla sicurezza antisismica, alla riqualificazione del patrimonio esistente e al risparmio energetico.

Tale economia nuova richiede di mettere in campo competenze “fresche”, innovative e non viziate. In esse la dimensione cosmopolita entra naturalmente in gioco permettendo di riconoscersi cittadini del mondo, legati agli altri da doveri che prescindono dalle differenze di nazionalità.  Insieme e in rete, saranno proprio queste competenze sane lo strumento per orientare politiche ambientali capaci di coinvolgere contemporaneamente tutti i livelli: locale, nazionale e globale. Per tutti l’impegno – coerente e fedele – è a spazzare la Terra, ‘casa’ di tutti, affinché essa non smetta di essere abitabile, non smetta di essere ‘nostra’.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

“Tutto questo c’è. E io dove sono?”

Senza categoria | Posted by usmionline
lug 14 2014


3688685Il Sole che è dentro le notti degli uomini chiama ognuno a rialzarsi da qualunque caduta e uscire dalla grotta oscura della rassegnazione e della morte; ad andare liberi per sentieri nel Sole e farsi così presenza che testimonia e promuove la cultura evangelica dell’incontro.

La guerra infinita…
“La pace è l’uomo!” disse Paolo VI e mai come oggi l’equilibrio dell’uomo (e per lui quello del mondo!) è stato tanto precario da aumentare i rischi di distruzione della magra pace in cui sopravviviamo. Solo tre esempi.
-In Occidente cresce il numero delle relazioni affettive turbate, schiacciate dal peso della vita quotidiana, dalla delusione delle sconfitte, dall’incapacità – personale e/o sociale – a realizzare un progetto di vita individuale soddisfacente… Cresce anche il numero delle notizie di mamme e papà killer dentro la famiglia, che – secondo le statistiche – oggi uccide più dei criminali. E ancora: mercato sessuale, schiavitù, disoccupazione, fame …
-Da tre anni – per citare un caso drammaticamente attuale – la Siria è ostaggio di una guerra che non accenna a diminuire: oltre 140.000, ormai, i morti; la più grande popolazione al mondo forzatamente sfollata; una situazione inimmaginabile per bambini soldato; bambini sradicati dalla loro terra o intrappolati nel conflitto; stupri perpetrati come armi da guerra; analfabetismo di ritorno, condizioni barbariche per tutti…
-La guerra del Congo (ex Zaire) – la più cruenta dal secondo conflitto mondiale, espressione  di un’ubriacatura collettiva di odio assassino – dopo due decenni di instabilità e sfruttamento, conta più di sei milioni di morti. Un olocausto vero e proprio, eppure condannato a non lasciare traccia, semplicemente perché ignorato dal resto del mondo. Forse non tutto sta succedendo alle porte di casa, ma certo non significa che non stia succedendo. E io dove sono?[i]

… e ogni momento per dire basta
logo_e_tempo_di_cambiareGià Babeuf gridava: ”Vi è chi vive lamentando l’oppressione, io sono morto  denunciandola”. E più vicino a noi nel tempo, il vescovo Oscar Romero che si ribellò contro la miseria vissuta dal suo popolo perché, diceva, il popolo povero oggi è il corpo di Cristo che vive nella storia. Per questo fu ucciso. Ma per questo aprì la porta al futuro, che sempre è di chi lo fa.
Raimon Panikkar profeticamente rimproverava all’Occidente di vivere in una cultura di sfiducia e di guerra e invitava a ‘disarmare’ tale cultura sostenendo che essa adopera la ragione come arma per vincere anche se dice ‘per convincere’. Il disarmo culturale, in realtà, se non è vissuto semplicemente come frase ad effetto sostituendo ragionamenti orrendi con pensieri sdolcinati, è requisito indispensabile a garantire la pace. Ma allora è un percorso quotidiano, faticoso e drammatico, tutt’altro che uno stato passivo! In ogni istante è lotta che mette in discussione se stessi e la propria vita contro l’egoismo e il narcisismo che invece chiude al confronto, al dialogo, all’attenzione vicendevole.

Tempo di dialogo è tutti i giorni
In fondo è facile porsi in prima linea nelle proteste contro gli interventi militari e per la revisione del programma sugli F35. È facile come riempirsi la bocca di pace mentre nel quotidiano l’ossessione della sicurezza – figlia della ragione armata – anche in Italia alimenta ormai movimenti che proclamano lotta agli immigrati. Alla radice, soprattutto in tempo di crisi, c’è la paura che gli ‘stranieri’ portino via il lavoro, portino via le case popolari, siano un costo per i servizi sociali… Ma la paura, qualunque origine abbia, non è mai a servizio della ricerca della verità; e qualsiasi richiesta universale di pace su tale via quotidiana diventa nominalista e astratta. Con espressioni forti e tutt’altro che formali, Papa Francesco indica il primo passo di un reale percorso di pace: va fatto con le parole che quotidianamente ognuno pensa e pronuncia! Passo che fa uscire allo scoperto in tutti i propri rapporti: con se stessi, nel lavoro, dentro la propria famiglia… L’amore – quello vero – assicura Papa Bergoglio “è più forte del momento nel quale si litiga. Non è necessario chiamare le Nazioni Unite per riconciliarsi”.

Piccole virtù quotidiane salvano la pace
Certamente la Verità che porta pace nei cuori e fra gli uomini è nel Vangelo. Vissuto, ne è la garanzia. Confusamente ognuno (credente o no) avverte che senza Verità l’amore non è amore e la vita non è vita. Chi poi nell’ascolto e nel confronto con gli altri è capace di cambiare opinione e di terminare una discussione ‘diverso’ da come vi era entrato, lo sa un po’ meglio. Perché quando ci si lascia guidare dalla Verità, si comincia a conoscere per esperienza che l’autodifesa – sempre e in tutti senza eccezioni – tende a prendere il sopravvento sull’autocritica; quindi non ci si illude più di pensare e di fare tutto sempre meglio degli altri; cosa che smette di fare problema quando non si cerca più la ‘vittoria’ sull’altro. A questo punto non resta difficile cominciare a trattare con pazienza e cortesia anche chi ci dà sui nervi, senza declassare i suoi atteggiamenti con facili giudizi e ironie gratuite…

Carestia di occhi nuovi e nostalgia di Cielo
1064063_10152138728923347_1348862728_oSono gli occhi nuovi che mancano nel nostro tempo: occhi capaci di guardare il Cielo e di lasciarsi formare dalla Sua Luce; desiderosi – consapevolmente o meno – di seguire la via di Cristo Gesù e di vivere il tempo ricevuto servendo con amore privilegiato coloro che non possono vantare niente: né crediti, né opere, né appigli per essere amati; coloro che patiscono per essere stati respinti, sfruttati o fraintesi. L’egoismo umano rende strabici, la ricerca del tornaconto fa miopi e troppo avvezzi a catturare più che a donare. In ogni caso, rimane però nella persona un bisogno di giustizia e di misericordia che va sempre oltre la propria misura e muove a tendere le mani verso Dio. Nella Preghiera Eucaristica aprire il cielochiediamo: Donaci occhi nuovi per vedere le necessità dei fratelli. E forse è proprio nel dolore dell’umanità (compresa la propria piccola umanità!) e nelle pieghe della storia del mondo che l’Amore viene a farci visita improvvisamente, forse per scuoterci da una vita che non sa davvero che cosa sia il bene. In questo ‘servire’ la vita a partire da quella che intorno appare spenta e inutile, è dato all’uomo smarrito nella solitudine della Storia di acquisire ‘occhi nuovi’, e anche di sperimentare la tenerezza e la misericordia del Padre nostro che è nei cieli… Farne esperienza come un preludio dei doni pasquali,  forse quale felicità promessa agli operatori di pace. Certamente come la premessa per una duratura cultura di pace. Quella che carica il cuore di speranza, fa spendere coraggiosamente la propria vita e cancella da sé la parola rassegnazione.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it



[i] (Cfr Video di denuncia, realizzato dal Sermig di Torino su dati tratti da rapporti e dossier delle Nazioni Unite sui fenomeni di povertà nel mondo)  [i]