Il Maggio dei libri, appuntamento fisso nel calendario delle manifestazioni culturali italiane, si avvia ormai alla conclusione. Tanti, motivati alla campagna nazionale di promozione del libro e della lettura per il 2011, hanno lavorato insieme per questa celebrazione coinvolgendo soggetti pubblici e privati. Moltissimi anche gli eventi culturali organizzati in tutta Italia e le iniziative messe in atto per sottolineare il valore sociale del libro, farne conoscere le potenzialità, portarlo tra la gente e distribuirlo. Tutto potrebbe contribuire nell’immaginario collettivo ad identificare il libro come un autentico compagno di vita.
Ma la realtà ci dice che:
- in Italia siamo ancora all’ultimo posto rispetto all’Europa per l’indice di lettura;
- le librerie indipendenti chiudono, soffocate dai supermercati e dalle librerie di catena;
- i lettori ‘forti’ sono in calo, sostituiti dai consumatori ‘usa e getta’, che con le librerie on line diventeranno forse gli esperti del ‘taglia e cuci’.
Crescere con i libri
Tutti leggiamo. Questa è una certezza. Ma perché si legge e come si impara a farlo? Quali meccanismi emotivi si attivano? Come nasce la passione per la lettura?
L’abitudine alla lettura può giustamente essere considerata elemento chiave della crescita personale, culturale e sociale. Aiuta a capire meglio se stessi e gli altri; mette in moto la mente e anche l’esistenza; potenzia la capacità di fare le scelte più giuste; orienta a scorgere particolari della vita quotidiana che altrimenti sfuggirebbero. E, cosa forse più bella, sviluppa quella particolarissima capacità di “coccolarsi”, che fa ritagliare solo per sé momenti buoni per rilassarsi; per avere risposte che nella vita ordinaria, spesso, non troviamo; o per vivere una nuova breve vita in nuovi e sempre infiniti mondi.
Stato della lettura in Italia
Secondo dati pubblicati dall’Istat, in diverse case dei nostri connazionali purtroppo i libri mancano o sono molto pochi. Nelle famiglie, invece, dove essi sono presenti e dove la biblioteca domestica è più consistente e consultata anche dai genitori, allora si rileva un significativo incremento della quota dei giovani lettori.
Chi legge di più in Italia, secondo i dati dell’ISTAT, sono comunque i giovani e i giovanissimi, con un picco tra gli 11 e i 14 anni. La quota decresce con l’aumentare dell’età, per diminuire drasticamente dai 65 anni in poi e raggiungere quindi il valore più basso tra la popolazione di 75 anni e più. Sono dati che possono sorprendere, ma in fondo confermano che sono proprio i giovani –i meno attaccati al potere- i più ‘liberi’ per leggere: preoccupati di capire e di aiutare l’altro, preferiscono essere ‘umani’ piuttosto che ambire ad occupare una posizione. Non sono insomma ancora malati di ‘potere’.
Potere dei libri
Il potere del libro è quello di unire e non di dividere. Permettendo, infatti, la circolazione del pensiero e delle idee, unisce popolazioni e generazioni diverse; avvicina le culture e porta a scoprire quell’intercultura che è la strada perché uomini e popoli imparino a vivere in pace. Contribuisce insomma a formare una società globale orientata alla reciproca conoscenza, tolleranza e solidarietà. E tutti oggi sperimentiamo, più o meno direttamente, la profondità di questo bisogno nel grande movimento di popoli che caratterizza il nostro tempo.
Eppure alcuni scrittori nel Novecento, tralasciando la questione della giustizia e della dignità umana, hanno voluto credere a un incantesimo: la presa del potere per fini giusti, per diventare, in realtà, costruttori e consumatori di un potere da cui poi risulta tanto difficile separarsi. Oggi addirittura nel mondo occidentale il libro spesso vale non per ciò che dice, ma per i soldi che fa guadagnare. Usato perciò nella ricerca di un potere politico o economico… Sicuramente non è questo genere di libri che rende migliori e più liberi. La letteratura, infatti, per sua natura è altro rispetto al potere che vincola all’obbedienza. È piuttosto potenza che richiede grande onestà intellettuale e, in coerenza con essa, induce anche al coraggio di stroncature memorabili e alla disobbedienza. Un dono genuino e necessario soprattutto in tempi pericolosamente inquinati dalla ricerca del potere corrotto e drogato.
Pedagogia dei Grandi Libri
Un libro è inutile se non c’è qualcuno che lo legga, così come si grida al vento se non c’è chi possa ascoltare quanto viene detto. I Grandi Libri invece sono sempre attuali: costituiscono serbatoi di idee, o per lo meno offrono tracce per poter cercare e imparare. Ci sono libri che si leggono, si rileggono e, poi, si leggono ancora. Sono quelli che mettono in moto tutto dentro di noi: emozioni, sentimenti, attività di pensiero, volontà… Le loro parole risuonano nella persona come un’eco. Appaiono perfette per esprimere qualcosa a cui prima non si sapeva dare forma. Sono sentite dalla stessa persona come una parte di sé, forse perché già le erano dentro e in esse, perciò, riesce a riconoscere realtà che le appartengono. All’Autore di ognuno di questi libri è facile dare del tu come a preziosi compagni di vita.
Ma è anche vero che “il più prezioso degli scritti rimane senza alcuna efficacia se capita nelle mani di chi è incapace di leggerlo come si deve. Sappiamo bene che la capacità di leggere richiede molto esercizio” (Adler)… e -vogliamo aggiungere- anche una guida esperta: è il compito affidato ad ogni persona che abbia ricevuto dalla vita il dono di diventare lettore.
Luciagnese Cedrone
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