Archive for giugno, 2013

Finestre o muri?

Senza categoria | Posted by usmionline
giu 27 2013

libri7Il peso di ciò che diciamo – a noi stessi o agli altri, a voce alta o solo nella testa – imprigiona o dà libertà. Apre l’umano che è in noi a domande nuove o lo chiude alla fatica di trovare risposte.

Se sembra che io ti abbia sminuito, se ti è parso che non mi importasse prova ad ascoltare oltre le mie parole, i sentimenti che condividiamo (Ruth Bebermeyer)

Le parole traducono…
ParoleDANoi siamo le nostre parole. E nulla ci traduce (o ci tradisce!) quanto le parole. Il fatto è che esiste una parte oscura in ogni creatura umana: come un abisso sconosciuto dentro la propria anima. Un mondo di emozioni, dove pensieri e sentimenti vanno in direzione opposta e non permettono alla persona di orientarsi. Così capita molto spesso – e a tanti – di voler dire parole che siano finestre di speranza dentro una visione più serena delle cose. Poi, nella battaglia fra pensieri ed emozioni, come cavalli selvaggi e imbizzarriti che non si lasciano domare, dai meandri della propria anima vengono fuori indomabili parole di rabbia e di accusa. Con effetti devastanti. Per tutti.

… quello che siamo!
Ogni incontro in realtà mette a nudo il rapporto che abbiamo con le parole, quelle giuste e quelle sbagliate, quelle che uniscono e quelle che dividono. Le parole possono “creare distanza o aiutare la comprensione dei problemi. Usate in contesti diversi, le stesse possono risultare appropriate, confondere o addirittura offendere la dignità dell’altro” (S. Trasatti). Quando si comunica perciò occorre consapevolezza del peso delle parole che si usano e che sempre interpellano alla responsabilità, sincerità e correttezza. È necessario insomma che ognuno si adoperi per guarire le proprie parole. E che lo faccia non per interessi personali, ma per cercare il bene degli altri curandosi di loro.

Spesso usurate e rovesciate
ponte_haringUna battuta val bene una massa. Ma non tutti sono massa, e anche quelli che elettoralmente lo diventano per un po’, non lo rimangono (M. Tarquinio).
Soprattutto in tempi fibrillanti di campagna elettorale, le parole dei politici sono quelle che più di tutte appaiono senza contenuti. Indubbiamente le parole per ‘dire’, essi le trovano. E il messaggio che mandano è sempre lo stesso: votami! Certo ci sono politici e politicanti; c’è il parlare politichese quasi inaccessibile e il turpiloquio dal forte impatto emotivo. C’è anche l’uso sapiente della metafora e la forza dello slogan riuscito. È necessario imparare a distinguere. Ma se ‘antipolitica’ oggi è parola malata che ha contribuito certamente ad arrugginire il prestigio delle nostre istituzioni e ad allontanare molti dalle urne, il vizio che essa denuncia è imparentato alla stessa politica, che, negli ultimi anni ha prodotto una propria lingua separata e rovesciata rispetto alla realtà; tanto scissa dalla vita da apparire soprattutto auto-referenziale.
Quello della speranza a danno della gente comune e soprattutto dei giovani è stato il furto principale compiuto nella nostra civiltà. Intorno si grida chiedendo: “Fatti, non parole!”. ‘Fatti’… ma a cominciare da chi? L’espressione è tanto inflazionata che più qualcuno si appella ad essa, meno le sue parole produrranno i fatti a cui si riferiscono le parole. Sembra così che l’unico destino delle persone sia oggi quello di omologarsi acriticamente all’opinione e ai comportamenti più diffusi. Il parlare di tutti si fa perciò semplice ‘chiacchiera’ e non oltrepassa la superficie delle cose, mentre la sete di rapporti veri continua ad affliggere l’umanità e ogni persona.

Necessario guarirne l’uso in se stessi…
ponteCerto non c’è bisogno di inventare nuove parole per uscire dalla crisi di fiducia che ci blocca nel nostro agire. Basterà che per tutti libertà significhi realmente libertà, e privilegio – privilegio. Che la realtà torni ad irrompere nel Palazzo della politica, insieme a parole antiche, oggi tanto trascurate e negate: lavoro, scuola, sanità, famiglia, beni comuni, dignità riconosciuta ad ogni creatura… Che la realtà della vita contenuta in esse ritrovi lì spazio autentico e su questa via si evocherà nuova speranza! Ma anche nel quotidiano di ognuno la parola mette in luce la portata morale dell’agire. Che cosa può ridare profondità alle parole? Dove e come orientarsi? Certamente è necessario ripartire ogni giorno da se stessi e impegnarsi prima di tutto a non usare più le parole come pietre per colpire e uccidere. Fare spazio a quella solitudine che tanto ci fa paura aiuta a ricucire il rapporto con se stessi. Tornare ad ascoltarsi gli uni gli altri, senza avere risposte pronte e prefabbricate, lasciando l’altro libero di non dire e di essere come è, diverso da come potevo aspettarmelo…Allora, come un dono grande, ci si ritrova nel cuore parole guarite, così nuove che fanno brillare gli occhi perché lasciano intravvedere mete più alte e cammini più lontani. Tutto questo dà luce per prendere coscienza delle situazioni difficili intorno a noi e l’energia necessaria per non restare alla finestra a guardare.

…per un cammino di maturità affascinante!
1336727676265Kracov_The_book_of_Life“Chi ha imparato ad avere fiducia non trema, ha il coraggio di darsi da fare, di protestare quando viene detto qualcosa di spregevole, di cattivo, di distruttivo. E soprattutto ha il coraggio di dire ‘sì’ quando si ha bisogno di lui”(C. M. Martini).

Là dove è il confronto tra le esigenze brucianti dell’uomo e il perenne messaggio del Vangelo, proprio il male tira fuori tante forze positive, il meglio32326_493122470761593_193461048_n dalle persone. Così chi è credente esprime la sua opinione. Interviene. Agisce. Sa che è chiamato ad aiutare il mondo a trovare una soluzione. Sa anche che è possibile spegnere fino in fondo la sete in-finita del cuore solo quando dal proprio ‘sentire più interiore’ si scopre in che misura si è conosciuti e amati personalmente da Dio. Allora si diventa liberi, davvero liberi. Non di fare quello che si vuole, ma liberi di amare. Di amare anche chi riconosciamo libero di voltarci le spalle. Proprio come Dio fa con noi. E il gioco della vita riprende e continua nell’intima relazione con Lui.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

Ferite della terra – ecologia del cuore

Senza categoria | Posted by usmionline
giu 19 2013

Le azioni che nascono da un cuore ‘sanato’ danno dignità alla vita di chi le opera rendendola straordinaria.  Contribuiscono alla crescita di tutti. E giornata-della-terra-2013_470x305riescono a guarire un mondo frantumato. A superare la cultura. E a stupire.

Respirare con la terra e ‘pensare come le montagne’
La logica non è tutto. Per seguire un’idea – e per gestire responsabilmente il rapporto con il tempo, le cose e le persone – è necessario il cuore. (Richard Feynmann premio Nobel per la fisica)

 “Nei nostri rapporti con la natura c’è qualcosa che non va. La materia non è soltanto un materiale per il nostro fare … La terra porta in sé la propria dignità e a noi è chiesto di seguire le sue indicazioni”. Sono parole di Papa Benedetto XVI, che nei suoi scritti ripetutamente ha  esortato gli uomini del nostro tempo a ripristinare e guarire le relazioni frantumate con la creazione attraverso un confronto ampio con la realtà. Lo sfruttamento delle risorse naturali e il disastro ecologico globale impongono con urgenza a tutti di riflettere sul futuro del pianeta. Possibile che occorrano disastri, morti e feriti perché la distruzione ambientale riesca a bucare – e solo per qualche giorno – l’agenda mediatica e quella politica?

Dopo la domanda: quale pianeta lasceremo ai nostri figli?” ne viene spontanea un’altra: “Quali figli lasceremo al nostro pianeta?” (Pierre Rabhi). Stupisce il silenzio con il quale la politica e le istituzioni – piegate agli interessi e agli affari più spregiudicati – circondano vicende di gravi danni alla salute e all’ambiente, causati da un mix micidiale di arretratezza tecnologica, avidità e arroganza. Ritessere l’alleanza tra uomo e creato significa smuoversi dal penoso torpore in cui sembra versare il nostro mondo e affrontare con decisione i problemi aperti iniziando dai nodi particolarmente delicati.

Ambiente violato
percolatoLa Giornata Mondiale della Terra, voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana in sintonia con le altre comunità ecclesiali europee, anche quest’anno ha messo in fila una serie di problematiche ambientali, legate alla salvaguardia del Pianeta: buco dell’ozono sempre più sottile, continuo e rapido ritrarsi dei ghiacciai, conseguente aumento della temperatura globale e innalzamento di mari e oceani. E poi: scarsità idrica, desertificazione crescente, riduzione della superficie produttiva, intensificarsi degli uragani, deforestazione di ecosistemi naturali, estinzione di parecchie specie viventi … Tale è la situazione globale del Pianeta  in cui ci troviamo immersi. L’accoppiata tra catastrofi ambientali sempre più gravi e fallimento dei vertici internazionali dedicati alla questione ambientale suscita interrogativi che nessuno può più ignorare. Intanto la rabbia si mescola allo sconforto e la preghiera dei credenti si trasforma in una vibrata invocazione di giustizia, mentre le fiaccolate si alternano ai funerali un po’ dappertutto e anche in Italia.

Troppe e gravi le nostre ferite …
inquinamento-ambientale-in-europa-un-registro-unico-sugli-inquinanti-delle-industrieAttentati e disastri ambientali quelli provocati sul nostro territorio, che non sembrano aver pari al mondo. Per tutti, solo qualche citazione:
- Un accordo criminale fra industria del Centro-Nord e camorra, dal 1989 pianifica e scientificamente attua un traffico di rifiuti chimici e industriali, mettendo in ginocchio – sulla scacchiera degli affari – la Campania un tempo felix. Un tessuto d’illegalità in cui i nomi di politici si confondono con quelli di camorristi, funzionari dello Stato infedeli e settori di apparati di sicurezza. Un attentato alla vita democratica. Il terreno, attraverso il percolato dei rifiuti, si imbeve di veleni e li ritrasmette nella vegetazione e nell’aria, inquinando mortalmente chi è costretto senza difese ad abitare nel territorio. Patologie cancerogene e malformazioni – specialmente nei bambini – saranno sempre più simili a epidemie. Gli esperti della Procura hanno calcolato che la contaminazione delle falde acquifere produrrà tali effetti nocivi sulla popolazione e sull’agricoltura, fino al 2080.
- Gli uomini della Finanza, dopo il riesame che ha confermato a Taranto il sequestro degli impianti Ilva, hanno definito la città ‘ambiente svenduto’, inquinamento-atmosfericorendendo l’idea di una città disperata, sotto ricatto permanente. Si può davvero conciliare la salute dei cittadini e degli operai con la cultura industriale dell’Ilva? E, pur riuscendo in qualche modo a migliorare lo scenario limitando le emissioni nocive della fabbrica, quali saranno le conseguenze relative alla catena alimentare?
- Tra i grandi malati da inquinamento ci sono le coste. Ai danni alla salute si aggiungono quelli all’ambiente e al turismo, prima industria nazionale con il 15% del Pil. Come dire: meno denaro e meno lavoro.
Gli interventi di bonifica finora avviati, al contrario, sono pochissimi. Le bonifiche (per esempio nell’area industriale che fu a Bagnoli) sono solo annunciate, progettate, pagate e, soprattutto, finte.

Sanare le ferite della terra
È l’invito dei vescovi per salvare il Pianeta, le cui ferite “sono il riflesso di quelle che l’uomo porta dentro di sé a causa del seme guasto dell’egoismo e dell’incoerenza”. Per questo ”guarire la terra è sanare anche il cuore dell’uomo”. Servono risposte personali, comunitarie, regionali e globali. Certo ad oggi mancano strumenti istituzionali efficaci di governance internazionale per la tutela ambientale (il G20 non lo è ancora!). Ma cresce la sensibilità ecologica per cambiare in meglio la propria vita. Questo anzi è il desiderio di molti. Purtroppo però lo è solo teoricamente. Praticamente invece è il programma di pochi. Nella concretezza della storia la ‘guarigione’ può nascere solo da cuori che amano; si convertono e si fanno vicini agli altri per essere insieme liberati nella verità; si mettono realmente in cammino per condividere la vita. Certo è una lotta. Ma “a che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare?” (G. Fava).

Riscrivere il futuro oggi si può
Esistono persone e popoli che sanno e si ricordano di cosa stiamo parlando. È indispensabile essere e suscitare queste cittadinanze attive, capaci di organizzarsi a tutti i 9813414-smiley-palla-invio-del-messaggio-per-l-39-inquinamentolivelli, coinvolgendo anche i soggetti economici. Vi si può riuscire se si tiene ben presente che solo l’ipocrisia, la disonestà, la corruzione e l’inganno allon­tanano i cittadini dalle istituzioni e dalla po­litica e uccidono la fiducia nei confronti dell’amministrazione. Le ferite di cui soffre la nostra Terra, possono essere guarite solo a partire da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidali (messaggio CEI). Da persone che comincino da se stesse senza delegare ad altri la capacità di trasformare la realtà; che operino facendo proprio il metodo suggerito dalla Dottrina sociale della Chiesa, sintetizzato in tre verbi: osservare-giudicare-agire e – per  le buone pratiche domestiche – ridurre, riciclare, riusare; che affrontino e vincano le proprie resistenze interiori per guardare finalmente il mondo in un’ottica nuova: con spirito di gratitudine e nella prospettiva del mistero pasquale. Un grido di speranza si leva così dal basso e chiede di essere raccolto. Un grido che dice bisogno di fiducia reciproca e di comunione. Un sollievo dopo tanta pena.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

 

Osare la differenza e… ripartire insieme

Senza categoria | Posted by usmionline
giu 10 2013

Sapienza preziosa viene da vite comuni: camminare insieme avendo il senso della novità, il gusto della scoperta, la gioia di far esprimere l’altro… In sintesi: imparare a celebrare la magnifica diversità delle persone e correggere i vizi del proprio comunicare.  

Storia di un futuro in cui sentirsi a casa
volontariatoUna riflessione tutta rivolta al presente, quella del convegno che si è tenuto a Pieve di Soligo, ad un anno esatto dalla beatificazione di Giuseppe Toniolo, che è dono dell’amore di Dio all’Italia.

Obiettivo del convegno: ripartire insieme nella stagione della crisi, per muoversi “oltre la crisi che attanaglia e preoccupa le nostre comunità”, nella convinzione che oggi sia tempo “di ritrovare valori e fiducia, di riscoprire visione e progetto, di scommettere talenti, risorse e programmi per un nuovo modello economico e sociale che metta al centro il primato dell’uomo”.

La soluzione dei problemi è quasi sempre ‘sotto-casa’. Ma nei tempi della prova la malattia più grave delle persone è quella che annebbia gli occhi dell’anima e poi dell’intelletto. Il che rende più difficile vedere la via per uscire dalla crisi. È urgente allora reimparare a ‘vedere’ i veri capitali della vita, i veri beni. Solo se li si riconosce si può rigenerare la fiducia e la speranza assolutamente necessarie per il futuro di tutti. In questo senso “Testimonial” d’eccezione è il Beato Toniolo. La sua lezione – in un tempo della finanza debordante e di modelli economici asserviti alle logiche del profitto e dell’utile ad ogni costo – acquista ancora più forza e credibilità.

Fede e politica: utopia o impegno possibile?
“Non amo le furbizie dei politici e i loro calcoli elettorali; amo la verità che è come la luce; la giustizia, che è un aspetto essenziale dell’amore; mi piace di dire a tutti le cose come stanno: bene al bene e male al male; fare il bene perché è bene! Alle conseguenze del bene fatto, ci penserà Iddio!”. Si esprimeva così Giorgio La Pira, uomo libero che aveva scelto di amare e di servire e, perciò, non temeva di perdere il potere. E Benedetto XVI riassumeva “i tratti somatici” di chi vuole impegnarsi nella vera politica in cinque punti: – «Coerenti con la fede professata» e non servi dell’opinione pubblica prevalente per motivi elettorali. – «Rigore morale», perché non si può più minimizzare la gravità della «questione morale», anche tra i cattolici. – «Capacità di giudizio culturale», cioè di discernimento, frutto di studio, di meditazione, di capacità di distinguere un bene individuale dal bene comune. – «Competenza professionale», perché la politica è un’arte, una vocazione e non si improvvisa. – «Passione di servizio», non per l’onore e il prestigio personale o per la gratificazione del proprio gruppo.

Sì, non ci sono scorciatoie per chi in politica cerca davvero il bene comune. Le parole citate risuonano come appello prima di tutto alla classe dirigente italiana e a coloro che in qualunque modo maneggiano potere, perché trovino la forza per imprimere una svolta profonda nella direzione generale dell’economia. Svolta che le forze sociali e l’interesse generale del Paese da troppo tempo reclamano. L’appello nello stesso tempo raggiunge anche chiunque si trovi a vivere nello spazio ferito delle relazioni.

Dentro lo spazio ferito delle relazioni …
7438002534_5b1b090cc1Perché l’uomo contemporaneo continua a muoversi con molta difficoltà con gli altri?… corre, cerca rifugio, si nasconde, compete per il proprio tornaconto… E finisce per collocare la sua vita in una sola direzione, completamente orizzontale. Come può, in tale posizione, entrare nel mondo delle speranze dell’altro e delle sue paure?

Lo spazio lacerato, presente nei rapporti umani un po’ a tutti i livelli, in realtà esprime anche un intenso bisogno di relazioni profonde: un bisogno che nessuna agenzia assistenziale potrà mai coprire pienamente. L’essere umano è così fatto per un Oltre, che solo in tale direzione sperimenta di muoversi verso la pienezza. Il progetto d’amore che tutti portiamo scritto dentro da solo è un grido verso l’infinito.

Quando il cuore  si fa conchiglia di tutte le voci
Quando il cuore, ogni cuore, è innamorato della verità, allora la persona comincia a cercarla con passione nel suo quotidiano, come un Mistero più grande  a  cui perla_ostricaconsegnarsi. E giorno per giorno diventa consapevole che solo nel dialogo si può scoprire qualcosa sulla Verità della vita. Così si apre alle sorprese che il Mistero sempre riserva, anche quando si incarna in forme non conciliabili. Dio opera nella nostra vita anche se ci sembra che non stia accadendo nulla ed è l’autore vero della storia di ogni creatura che da Lui si lascia condurre. Con tale fiducia nel cuore, con la forza del Vangelo e le capacità di chi dal Vangelo si lascia formare, si può preparare un mondo totalmente nuovo. Si può costruire il bene comune attraverso l’impegno politico soprattutto quando vi si impegnano persone che sovrintendono al destino degli uomini e dei popoli. E lungo tale strada sarà possibile anche una nuova evangelizzazione. La fede ce lo assicura e ce ne dona la speranza e la forza.

 “Colui che ha fede non trema” (Is. 7,9;28,6)
Piu-diversi-degli-altri1_largeNon trema perché sa che l’amore del Padre ha cancellato per sempre ogni solitudine e allontanato il timore di guardare alla propria vita con occhi sfiduciati. “Poco importa che io sia ricco, povero, disprezzato o stimato dagli uomini: Dio mi conosce e mi chiama per nome” (J. H.  Newman).  È soprattutto la paura di ciò che gli altri diranno a trasformare ogni piccolo errore in fonte di sempre maggiore ansietà e insicurezza, le quali avvolgono la persona nel buio e in qualche modo la consumano. La fede invece rivela il buio come momento per ricominciare e obbliga a trovare un nuovo modo di stare al mondo. Comunità di persone con la stessa mentalità sono segni deboli del Regno, perché in verità siamo fatti per entrare in contatto con chi è ‘diverso’ da noi. Oltre la paura. Per questo non basta la tolleranza reciproca. Ci vuole anche il coraggio di manifestare il proprio dissenso all’interno della comunità. Condizione indispensabile, perciò, per camminare con coerenza verso la pienezza di sé, è coltivare la capacità di imparare a pensare in modo coerente. Poi è necessario entrare nel dialogo con tutta la forza e il rispetto della propria visione del mondo e di quella dei propri interlocutori. Infine occorre saper restare in un amorevole silenzio con l’altro quando il dialogo verbale diventa impossibile. È lungo tale percorso che si può sperimentare la fiducia e imparare a fidarsi.

Piccoli profeti fragili
Nascono così i ‘piccoli profeti’ di ogni giorno… Persone semplici, mosse da sete di autenticità e di vita, che considerano e vivono il proprio lavoro come luogo dove 388647_633906933291267_1189824432_nrecuperare e offrire relazioni che non siano solo strumentali, ma contengano gratuità. Piccoli profeti fragili, ma con un cuore tanto libero da non poter essere incatenato da niente  e da nessuno. Agiscono con lo stesso grido davanti all’ingiustizia e all’oppressione. Fanno sentire ognuno accolto, compreso e restituito alla dignità della sua umanità. Pur con le loro fragilità, regalano così a tutti la fiducia che è possibile contare su relazioni affidabili e trovare quel luogo dove ognuno è davvero unico, speciale e insostituibile.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it