Archive for agosto, 2011

DALLA GMG AL CONGRESSO EUCARISTICO DI ANCONA

Senza categoria | Posted by usmionline
ago 30 2011

Signore da chi andremo? l’Eucaristia per la vita quotidiana

“I fedeli cristiani hanno bisogno di una più profonda comprensione delle relazioni fra l’eucaristia e la vita quotidiana” (Benedetto XVI). Per rispondere a questo bisogno, il Congresso eucaristico Nazionale di Ancona (3-11 settembre 2011) “vuole raccogliere il grido e la speranza della società contemporanea; e insieme offrire l’eucaristia come sacramento di salvezza e presenza viva del Signore risorto” (mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo).

L’evento del Congresso eucaristico nazionale

È una chiamata rivolta a tutti i cattolici d’Italia perché s’incontrino tra loro ed incontrino il Signore Gesù presente nell’Eucaristia. Una sfida quindi ad uscire dal comodo individualismo, che può far sentire bene e protetti, ma che manca di confronto, di crescita e di missionarietà. La fede verrà confrontata nei giorni del Congresso con quanto di comune hanno tutti gli uomini, siano essi credenti, indifferenti o non-credenti; e cioè con i tanti problemi quotidiani che riguardano famiglia, lavoro, salute, socialità, politica: gli stessi ambiti di riflessione del Convegno di Verona.

‘Spazio giovani’ al Congresso Eucaristico

Mons. Menichelli ha rivolto ai giovani della Gmg spagnola un invito particolare per il 3 settembre quando la croce delle Giornate Mondiali della Gioventù arriverà ad Ancona per l’apertura del Congresso Eucaristico Nazionale. L’evento, che richiamerà almeno 250 mila fedeli provenienti da tutta Italia e rappresentanze dei Paesi che si affacciano sull’Adriatico, si concluderà con la presenza di Papa Benedetto XVI che presiederà la celebrazione eucaristica nell’area portuale della città insieme ad oltre 100 vescovi.

L’Eucarestia dà la spinta e fa trovare la motivazione perché la vita sia autentica. Nella Gmg spagnola, i giovani, con la freschezza delle loro domande, con l’attenzione e la pazienza rivelate nell’ascolto, hanno comunicato al mondo questo loro bisogno esigente di mettere insieme la vita con il progetto evangelico, e di ridurre perciò la distanza culturale tra quello che celebriamo e quello che viviamo.

Gmg e Cen di Ancona “parlano”

Alcuni temi, che saranno approfonditi nella settimana del Congresso eucaristico, toccano da vicino i giovani: l’affettività, la fragilità, la cittadinanza… Sono aspetti sui quali la cultura che viviamo è, in genere, disattenta e anche diseducativa.

Per esempio:

-    Il pensiero dominante di oggi coniuga l’affettività soprattutto sul versante del ‘mi piace’. L’Eucaristia invece educa all’affettività e all’amore come dono di sé.

-    Così se l’uomo contemporaneo sembra avere scartato la fragilità non considerandola una qualità della vita, Gesù – che ha assunto su di sé la fragilità umana – non la ritiene certo una ‘diminuitio’.

-    Sul tema della cittadinanza, poi, è ancora più urgente confrontarsi. Tanti nostri contemporanei infatti sembrano avere alzato uno steccato su una porzione del creato, su un ‘territorio’, e si sentono in diritto di dire a qualcun altro: ‘tu qui non ci devi venire’. Ma il banchetto del creato – come quello eucaristico – è preparato da Dio per tutti e non si può escludere da quel banchetto nessun figlio del Padre.

Rivoluzione vera è la santità

L’Eucaristia, sacramento dell’amore di Dio per gli uomini, è pane del cammino storico dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano.

Ai giovani mons. Menichelli, anche riferendosi alle contestazioni di Madrid, ribadisce: “Assumete l’indignazione interiore perché la vera rivoluzione è la santità, non secondo i linguaggi del mondo, ma nella logica del Vangelo che è impopolare, ma vera”.

In quanto coinvolge la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, “l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione dell’uomo chiamato per grazia ad essere ad immagine del Figlio di Dio (cfr Rm 8,29s). Non c’è nulla di autenticamente umano — pensieri ed affetti, parole ed opere — che non trovi nel sacramento dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza” (Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis, n 71)

La fede così si fa racconto di una celebrazione che parte dalla vita. E Cristo si fa contemporaneo in questo nostro tempo.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

Un credente a servizio della storia

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ago 23 2011

A cinquant’anni dalla sua morte

« Merita il potere solo chi ogni giorno lo rende giusto», aveva scritto Dag Hammarskjöld nel 1951. Oggi pochi lo conoscono davvero. Eppure Hammarskjöld, personaggio straordinario e schivo del secolo scorso, ebbe responsabilità immense in un mondo attraversato da tensioni enormi, sempre al limite della catastrofe atomica (la crisi di Cuba si verificò appena un anno dopo la sua morte).

Chi era Dag

Personalità affascinante dotata di grandi capacità comunicative, è eletto segretario generale delle Nazioni Unite nel 1953 ed è riconfermato per un secondo mandato nel 1957. Muore il 17 ottobre 1961 in un incidente aereo nel corso di una missione per risolvere la questione congolese. Attentato, disgrazia, sabotaggio? La verità non sarà mai provata.

Ciò che sappiamo sulla sua persona si deve principalmente al suo diario pubblicato postumo:Tracce di cammino, Qiqajon, Bose, 2005. In esso è il resoconto dei rapporti di Hammarskjöld con se stesso e con Dio. Ogni pensiero è una riflessione interiore, da cui trapela lo sguardo, anche implacabile e sempre lucidissimo, con cui egli sapeva analizzare se stesso e la realtà.

Viaggiatore verso il profondo dell’animo umano

Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino. Però siamo noi a immettervi il contenuto. Hammarskjöld, politico profondamente cristiano, dedica la vita al bene comune, traendo forza dalla propria religiosità. Nel suo operare è coerente costruttore della pace tra gli uomini e ricercatore della quiete in Dio.

Rivela una spiritualità che egli vive:

- nella solitudine e con riservatezza;

- nell’onestà della mente e nell’interiorità (che è il ‘viaggio più lungo’);

- nel meditare e ‘ruminare’ con costanza l’Antico e il Nuovo Testamento;

- nella tendenza a dimenticare il proprio io per agire unicamente come strumento di Dio;

- nel servizio sempre attivo e sereno verso la società;

- nella convinzione -come egli scrisse- che nessuna vita dia maggiore soddisfazione di una vita di servizio disinteressato al proprio Paese e all’umanità.

Lotta quotidiana per l’accettazione della volontà di Dio

Di sé scrive:«Dagli studiosi e dai pastori della mia ascendenza materna ho ereditato la convinzione che, nel vero senso del Vangelo, tutti gli uomini sono uguali in quanto figli di Dio e devono essere accostati e trattati da noi come i nostri signori in Dio».

Perciò «la tua posizione non ti dà mai il diritto di comandare. Solo il dovere di vivere in modo tale da permettere agli altri di seguire il tuo ordine senza esserne umiliati».

E nel 1954, a un anno dalla sua elezione a segretario dell’ONU prega:«Possa tutto il mio essere volgersi a tua gloria e possa io non disperare mai. Perché io sono sotto la tua mano. E in te è ogni forza e bontà». 

L’eredità più preziosa

- È nell’oblio di sé e nella forza dell’amore. A se stesso ricorda: «Prega che la tua solitudine sia spronata a trovare qualcosa per cui vivere, che sia abbastanza grande per cui morire». E, forse, proprio la solitudine -arduo banco di prova per tutti- fu per lui lo strumento privilegiato per divenire uomo di comunione nello sforzo di rendere giusto il potere e, quindi, ‘meritarlo’.

- È nella sua umiltà. Quella di Hammarskjöld è l’umiltà dell’uomo grande, che considera la propria attività come una vera e propria missione per gli altri, e se stesso come un mezzo di Dio. Perché nessuno è realmente umile se non nella fede. In questo la sua vita è un esempio di coerenza. 

- È nella rettitudine e integrità del servizio reso alla comunità. Il senso di tutto il suo operare rivela un testimone affidabile, che libera l’anima dall’affanno dell’azione e dallo stordimento dell’inessenziale; un testimone del Vero e Unico Nome di Dio. Scrive:«Gratitudine e prontezza. Non esitare, quando ti si chiede, di dare tutto ciò che hai… Nella condizione umana è un tradimento non essere e non dare in ogni istante il meglio di sé. Tanto più se gli altri credono in te!».

La stanza del silenzio

Secondo le sue stesse parole, ognuno di noi si porta dentro un nocciolo di quiete, circondato di silenzio. Per questo, una volta eletto segretario dell’ONU, Hammarskjöld volle che nel Palazzo di vetro -dedicato a lavoro e discussione al servizio della pace- ci fosse una sala dedicata al silenzio in senso esteriore e alla quiete in senso interiore. Secondo un antico detto, il senso di un vaso non è il suo guscio, ma il vuoto. In questa sala è proprio così. Essa è riservata a coloro che vi si recano per riempire il vuoto con ciò che riescono a trovare nel proprio centro interiore di quiete. Silenzio e consapevolezza permettono comunque di assaporare tutta la ricchezza del vivere il momento presente.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it