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Per le superiore maggiori e le consorelle che hanno potuto partecipare,sabato 6 aprile è stato veramente un giorno di festa che resterà nella memoria per sempre!
L’appuntamento è alle ore 9,00 presso l’obelisco di piazza San Pietro. Si entra nella basilica insieme passando per la porta centrale: uno spettacolo che alcuni turisti fissano con fotografie e filmati – vedere tante religiose insieme è abbastanza raro! – e ci si dirige presso l’altare della cattedra dove un’ora più tardi inizia la celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinal Prefetto CIVCSVA Mons. João Braz de Aviz.
Il presule, dando inizio all’omelia ringrazia la presidente uscente suor Viviana Ballarin e porge gli auguri alla neo-eletta madre Maria Regina Cesarato, prosegue poi affermando che le superiore maggiori sono chiamate ad esercitare l’autorità come servizio ed esorta soprattutto a vivere la spiritualità di comunione a tutti i livelli. Invita infine alla preghiera e al dono di noi stesse per essere sempre più autentiche spose di Cristo.
·La celebrazione, nella solennità della liturgia, nell’armonia dei canti, nello splendore della bellezza artistica della basilica, viene vissuta da tutte le presenti come il momento più alto del nostro incontro e ci fa pregustare la gioia del Paradiso! Grazie Signore, per questo immenso dono!
Nel pomeriggio già ben prima dell’orario previsto, ci ritroviamo all’ingresso dell’Auditorium Conciliazione poi prendiamo posto per assistere allo spettacolo “USMI tra storia e profezia”. L’ouverture viene data da suor Fiorella Schermidoni con il coro delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro e il canto “Sognare si può”, l’inno del giubileo. Prosegue poi con canti, danze, recitazioni, momenti di contemplazione meditativa e testimonianze che trascinano tutta l’assemblea in un crescendo di entusiasmo fino al canto conclusivo: “Resta qui con noi”. Tre ore di spettacolo che hanno fatto vibrare le corde più profonde del nostro cuore per lodare e benedire Dio nella gratitudine del dono di appartenergli.
Davvero “sognare si può” e “sognare si deve” come ha concluso la nostra Presidente, per un futuro di speranza!
Madre Orsola Bertolotto
Superiora generale Murialdine
Consigliera USMI nazionale
Venerdì 5 aprile 2013.
L’importante giorno delle elezioni inizia con la celebrazione eucaristica presieduta da S. Ecc. Mons. Adriano Bernardini, nunzio apostolico in Italia e alle 9,30 padre Aitor Jimenez, religioso claretiamo, teologo e canonista, introduce la fase delle elezioni con competenza e chiarezza.
Si passa poi alle votazioni il cui risultato è il seguente: viene eletta Presidente Nazionale USMI per il quinquennio 2013-2018 Madre Regina Cesarato (Pie Discepole del Divin Maestro) e Vice Presidente USMI Madre Marta Finotelli (Suore di Gesù Buon Pastore). I fiori offerti alle elette e alla Madre Viviana Ballarin, presidente uscente, sono il segno della festa e della gratitudine verso coloro che hanno dato la loro disponibilità per questo prezioso servizio alla vita religiosa che è in Italia. Il canto del Magnificat esprime la gioia dell’assemblea che esulta nel Signore!
Nel pomeriggio alle ore 15,00 inizia la tavola rotonda sul tema: “Vita religiosa tra memoria e profezia: nel cammino delle congregazioni, nel cammino della Chiesa, nel contesto storico sociale”. I tre temi vengono affrontati rispettivamente da p. Lorenzo Prezzi, suor Grazia Loparco e dal dott. Vito Mancuso. Moderatrice della tavola rotonda è suor Giuseppina Alberghina.
P. Lorenzo Prezzi partendo dalla domanda: “A cosa serve l’USMI?” parla di gratuità e dono come fondamento della vocazione religiosa e all’interrogativo: “cosa sarebbe la vita religiosa senza l’USMI?” risponde affermando che certamente sarebbe molto impoverita perché la collaborazione in questi cinquant’anni di Unione è stata preziosa per creare una mentalità di comunione e corresponsabilità. Sono migliaia le suore che hanno usufruito della formazione a vari livelli e delle competenze dei diversi Uffici dell’USMI.
Il relatore ha poi ricordato il lungo elenco di professionisti, di teologi, di persone chiamate a parlare nelle annuali assemblee rilevando come i temi trattati siano stati di grande interesse e anche “coraggiosi”. Inoltre l’USMI ha diffuso capillarmente la teologia della Vita consacrata.
P. Prezzi conclude con la testimonianza di Papa Benedetto XVI che ha deciso di dedicare il suo ultimo periodo di vita alla contemplazione nel silenzio di un monastero e di Papa Francesco, gesuita, esperto di vita religiosa apostolica: questo certamente non sarà indifferente per il nostro futuro!
Suor Grazia Loparco ha detto tra l’altro: “Consideriamo il tema nel vissuto documentabile delle congregazioni di cui possiamo chiederci quale sia l’incidenza nella Chiesa. Il primo livello di esplorazione è la vita quotidiana in cui le religiose esprimono la concreta e multiforme missione della Chiesa. Un altro è quello giuridico: a motivo delle esigenze della carità concreta la vita religiosa ha superato schemi e paradigmi assodati per aprirsi a nuovi orizzonti. Come istituzione ecclesiale, a livello di rapporto con le diverse società, culture e sistemi politici, si può constatare che la vita religiosa si è inserita bene mantenendo la propria identità con una grande adattabilità alle contingenze…”.
Il dott. Vito Mancuso trattando del “contesto storico-sociale” ha affermato che il mondo di oggi ha un enorme bisogno della vita religiosa e portando la frase di Saint-Exupéry: “Nulla manca tranne il nodo d’oro che tiene insieme tutte le cose” ha ricordato che questo “nodo d’oro” è proprio la religione. La vita religiosa è un’esistenza dedicata al primato del “nodo d’oro (certamente invisibile) che tiene insieme tutte le cose. Ha poi continuato la sua riflessione facendo notare come è venuta meno la tradizione perché il presente dei singoli è più forte del passato della tradizione. Fenomeno del tutto nuovo, mai avvenuto nei secoli precedenti. Il senso di vuoto nelle democrazie occidentali mostrano una grave mancanza di libertà e di solidarietà ed oggi l’incidenza della vita religiosa nella società si gioca sulla capacità di essere dalla parte di un nuovo ordine di rapporti umani. Occorre passare dal principio di autorità al principio di autenticità. Il nodo decisivo, ha detto tra l’altro il relatore, è tra obbedienza e libertà. La vita di fede in effetti è “obbedienza” (ascoltare), inoltre “resistenza e resa” sono ambedue necessarie.
Al termine della tavola rotonda, un breve intervallo e poi la magistrale conclusione di suor Nicla Spezzati, osservatrice attenta dei tre giorni di assemblea.
Riportiamo alcuni passaggi.
“Stanno nascendo cammini nuovi di speranza, adatti al momento storico che stiamo vivendo. Lo Spirito rinnova la sua Chiesa e fa nuove tutte le cose. È necessario però assecondare l’azione dello Spirito che chiede il coraggio della conversione ecclesiale e un cammino comunionale”.
Suor Nicla consegna poi all’assemblea tre parole che possono accompagnare il cammino della vita consacrata verso il futuro: “1. Ascoltare; 2. Custodire le tende della speranza; 3. Condividere la grazia dell’unità”. Occorre fare della Chiesa la casa della comunione, vivere la “spiritualità di comunione” come capacità di apprezzare il diverso, come collaborazione tra Istituti, per manifestare la bellezza del vangelo, per essere “sale e luce del mondo”.
Invochiamo quindi la grazia dell’unità perché questa porta la presenza del Signore risorto nelle nostre comunità. La comunione apre al futuro della vita consacrata.
Il saluto finale di madre Viviana Ballarin conclude l’assemblea con i tre sentimenti da lei espressi: gioia, gratitudine, speranza!
E così è stato davvero per tutte le partecipanti. A Dio il nostro GRAZIE.
Madre Orsola Bertolotto
Superiora generale Murialdine
Consigliera USMI nazionale
Giovedì 4 aprile 2013
La giornata della nostra assemblea inizia con la preghiera e alle ore 9,15 Fratel Enzo Biemmi, religioso della Congregazione dei Fratelli della Sacra Famiglia, presenta magistralmente il tema: “Dalla conversione alla testimonianza. La vita religiosa come luogo di evangelizzazione nuova”.
Partendo dalla premessa che stiamo vivendo un tempo di grazia molto particolare, fratel Enzo ci ha ricordato che non si può parlare di evangelizzazione nuova se non dentro una Chiesa nuova ed ha fatto memoria delle “tre conversioni” che si possono percepire nell’ultimo Sinodo dei Vescovi: “il superamento di un approccio solo esterno o funzionale; il superamento di una prospettiva soggettiva individuale e il superamento di una prospettiva unidirezionale”.
Papa Benedetto XVI proprio nel Sinodo aveva detto che “non si tratta di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa, ma di deporre tutto ciò che è soltanto tattica e di cercare la piena sincerità portando la fede alla sua piena identità, togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità è convenzione e abitudine”.
Fratel Enzo prosegue poi riportando il messaggio del Sinodo, n. 5 che afferma: “per poter evangelizzare il mondo la Chiesa deve porsi anzitutto in ascolto della Parola, quindi l’invito ad evangelizzare si traduce in un appello alla conversione alla potenza di Cristo che solo è capace di fare nuove tutte le cose”. Occorre ritornare alle radici della Chiesa, al coraggio di annunciare Cristo in uno stile di vita che sia testimonianza. La conversione “soggettiva” deve anche coraggiosamente diventare “riforma strutturale”.
Continuando la riflessione il relatore fa notare che il Sinodo definisce la famiglia e la vita consacrata come “luoghi” della nuova evangelizzazione perché sono “spazi per l’esperienza del vangelo”. In particolare le nostre comunità sono chiamate a “custodire un’assenza (vegliare sui ritmi di vita perché quando prevalgono le attività si trascurano le relazioni), segnare una differenza (stile di vita sobrio che privilegia i mezzi poveri), mostrare una promessa (la fraternità di vita all’interno delle nostre comunità multietniche e multinazionali)”.
Infine presenta la nuova evangelizzazione come “stile di vita” che comprendere il saper “vedere Dio in tutte le cose, amare e fare dell’annuncio del vangelo il più grande dono”. Termina poi dando rilievo alla testimonianza di umiltà, semplicità e povertà di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco.
La celebrazione eucaristica alle ore 12,00 è stata presieduta da padre Luigi Gaetani, ocd, presidente CISM.
Nel pomeriggio abbiamo ascoltato con attenzione madre Teresa Simionato, superiora generale delle suore Maestre di santa Dorotea, che ha trattato il tema: “Il servizio dell’autorità nella dinamica della vita cristiana. La pastorale del governo in una congregazione religiosa”.
L’icona biblica che ci ha presentato all’inizio della sua relazione ha dato “il colore” a tutta l’interessante riflessione: “Samuele ascoltò tutti i discorsi del popolo e li riferì all’orecchio del Signore” (1 Sam 8,21). “È un testo, ha detto Madre Teresa, che rimanda alla Promessa e anticipa i segni della salvezza… Samuele nel suo servizio di guida del popolo rimane in ascolto del Signore e sollecita alla conversione”.
Riporta poi la testimonianza di Benedetto XVI e di Papa Francesco “due testimonianze che ci interpellano sul servizio dell’autorità nella Chiesa e ci trascinano sull’esempio che ci è posto dinanzi: la disponibilità autorevole e spoglia di Papa Francesco, l’umiltà e il coraggio della rinuncia al ministero petrino di Papa Benedetto: entrambi ancorati alla Pietra viva che è il Cristo Signore per continuare a servire la Chiesa nella semplicità e fedeltà al vangelo”.
Madre Teresa sviluppa poi il suo tema partendo dalla vita battesimale che “ci abilita al discepolato e al servizio in un cammino di adesione e maturità nella fede, nell’obbedienza e nella fraternità”. La vita consacrata infatti è “un battesimo di conversione se comprendiamo in essa la chiamata a vivere la radicalità della vita nuova, in dialogo con l’umanità di oggi, in una carità che riveli la qualità della nostra fede”. Esplicita poi come sia necessaria la testimonianza della vita fraterna in comunità, esperienza ecclesiale, esperienza di fede e di comunione.
Il governo di una congregazione è un ministero spirituale e pastorale. “Conosciamo come non sia facile perseverare in un cammino spirituale esigente, ma è proprio qui il luogo dove incontrare il Signore e il suo modo di servire i fratelli. La memoria di Dio nella nostra vita e nel nostro servizio è indispensabile come l’aria che respiriamo perché da questa memoria nasce la capacità di un superiore di portare e assorbire in sé le resistenze, la sofferenza, la fatica e il male che appesantisce la vita dell’Istituto. È l’esperienza pasquale che mentre risana la propria vita suscita il desiderio della gratuità perché altri ritornino a vivere in pienezza”.
Le domande presentate dall’assemblea hanno rivelato il desiderio di collaborare in più fattiva comunione tra le varie congregazioni per affrontare insieme la complessità del momento presente.
In seguito ad un breve intervallo l’assemblea, guidata da suor Nicla Spezzati, ha svolto la prima votazione di sondaggio per l’elezione della Presidente USMI.
Intanto… preghiamo affinché la Madre che verrà eletta possa accettare dalle mani di Dio il servizio di Presidente e possa sentirsi incoraggiata e sostenuta da tutte noi!
3 aprile 2013
Ogni anno – e siamo ormai al sessantesimo compleanno! – le superiore maggiori provenienti da ogni parte d’Italia si incontrano per la loro assemblea: si respira aria di festa, comunione tra le diverse congregazioni nella varietà dei carismi donati dallo Spirito Santo alla Chiesa.
La prima giornata, mercoledì 3 aprile, inizia alle ore 9,00 con la preghiera e l’introduzione ai lavori. Madre Viviana Ballarin, presidente USMI, dà il benvenuto alle madri convenute poi presenta suor Nicla Spezzati, sottosegretario CIVCSVA che parteciperà ai tre giorni di assemblea come osservatrice e suor Giuseppina Alberghina in qualità di moderatrice.
La relazione quinquennale della Presidente occupa la prima parte della mattinata e ci mette subito in un clima di gratitudine al Signore per quanto è stato realizzato e per l’orizzonte che viene indicato verso il futuro.
Riportiamo alcuni passaggi della relazione.
“Il tempo che viviamo è straordinario e complesso; vi sono nodi e criticità nell’ambito della fede, ma anche dell’etica, della giustizia, dei valori fondamentali e fondanti il vivere umano, delle relazioni tra i popoli ed i governi, dell’economia e della finanza, della politica. Ci troviamo a vivere, per grazia di Dio, nel bel mezzo di questi nodi e di questa crisi, perché non siamo un giardino protetto, non siamo esenti dalle tribolazioni della maggior parte della gente, non siamo esenti neppure dalle fragilità e ferite che fanno gemere le nostre membra…. Ci sono due aspetti particolari che possiamo evidenziare di questa crisi. Il primo: la diminuzione delle vocazioni. Il secondo: una certa irrilevanza di impatto della vita religiosa nella nostra società. Chi sta monitorando e studiando i fenomeni di questo tempo afferma che la crisi di significato della vita religiosa è solamente un aspetto della più profonda crisi di significato della religione in quanto tale, o meglio, della religione nella sua forma socio-culturale attuale”.
Madre Viviana continua la sua relazione ripercorrendo, in una bellissima sintesi, il cammino del quinquennio scandito dai temi delle assemblee annuali riprese poi nei convegni per i consigli generali e provinciali.
“Abbiamo scelto il percorso della purificazione delle nostre concezioni della vita religiosa per ripartire nuovamente da Cristo, da una visione organica ed ecclesiale di essa, che ha il suo fondamento nel battesimo… La figura biblica di Abramo, nostro padre nella fede è stata posta come luce sul nostro cammino, come esperienza di fede a cui guardare e come guida ispiratrice di percorsi nuovi”.
Anno 2009: “Quale profezia della vita religiosa femminile, oggi, in ascolto della Parola”.
Anno 2010: “Affidate ad una promessa, in Cristo per umanizzare la vita”.
Anno 2011: “Persone nuove in Cristo, percorsi di vita comunitaria”. Anno 2012: “In Cristo, nella Chiesa, per il mondo, percorsi di vita comunitaria”.
Anno 2013: “Cristo, origine e compimento della nostra fede”.
Continua poi Madre Viviana spiegando che: “L’obiettivo è sempre stato quello di trasmettere e diffondere gli orientamenti per un cammino ecclesiale comune, un cammino che deve scaturire essenzialmente da una esperienza di comunione vissuta prima di tutto nelle nostre Assemblee”.
La relazione si sofferma infine sulla gioia del giubileo, il 50° dell’approvazione canonica dell’USMI, l’invito a divenire “locande di vita, spazio del mistero e della profezia, dimore dove tutti si sentono a casa, ponti di speranza” e termina con uno sguardo al futuro che – come indicato dalla Plenaria della UISG – è nella forza della sua mistica e della profezia. “Ma è urgente: individuare con audacia le “notti” delle rispettive Congregazioni e chiamarle per nome; scoprire le scintille di luce racchiuse nel cuore delle povertà del nostro tempo, delle violenze, del non senso; aprire gli occhi per scoprire nuovi sentieri di luce nelle tenebre del nostro mondo; offrire, come donne consacrate, un ministero di compassione e di guarigione; lavorare in rete, a livello locale e globale, con le altre congregazioni e con i laici, per favorire la trasformazione delle strutture ingiuste; superare i confini dei nostri rispettivi carismi e unirci per offrire al mondo una parola mistica e profetica”.
Un GRAZIE veramente sentito a Madre Viviana si eleva dall’assemblea con un applauso che racchiude la gratitudine per il suo servizio e la lode al Signore per il cammino del quinquennio.
Nella seconda parte della mattinata e nel pomeriggio abbiamo ascoltato p. Marko Ivan Rupnik sul tema: “La via della nostra divinoumanità in Cristo”.
Partendo da alcune immagine bibliche p. Rupnik ha messo in evidenza che l’uomo è stato creato a immagine di Dio per giungere alla sua somiglianza. L’immagine è “divenire” la somiglianza è “compimento”. Nella figura di Abramo vediamo poi che Dio si fa “ospite” dell’uomo. Nell’esodo notiamo la situazione nella quale si è trovato il popolo di Dio senza via di uscita e proprio lì il Signore apre una strada, un passaggio. Ed è tutto un cammino, un movimento. Si nota un dinamismo, un continuo passaggio da una situazione ad un’altra. Poi viene l’incarnazione del Verbo. L’immagine e la somiglianza coincidono. In Gesù tutto si compie.
La lettera agli Ebrei spiega in modo mirabile il passaggio che Gesù compie squarciando il velo della morte per entrare “nella seconda tenda”, là dove il Padre ci attende. In tal modo è stato aperto il passaggio verso la vita, quella vita che non muore più. Anche noi “come vivi tornati dai morti” attraverso il battesimo, siamo innestati in Cristo e siamo chiamati a vivere la “vita nuova” in Lui. Il cielo non è più chiuso e questa “porta aperta sull’eternità” è la santa liturgia perché in essa noi passiamo il velo e andiamo al di là perché siamo già in Cristo, siamo nella sua umanità.
P. Rupnik, con il linguaggio semplice e profondo che gli è tipico ripercorre poi a grandi linee il cammino della storia del cristianesimo, dai tempi apostolici ai nostri giorni facendo notare come usando il linguaggio della filosofia e separando il trascendente dall’immanente abbiamo perso la capacità di comunicare al mondo di oggi la verità della fede.
Nel pomeriggio poi ha ripreso il tema sottolineando l’importanza di essere “vergini e madri”, “celibi e padri”, vivendo il dogma nel quotidiano della nostra vita.
Attraverso la lettura e la spiegazione del brano di Efesini 3,14-21 p. Marko ha fatto emergere il significato dell’essere “nuova creatura” lasciando vivere in noi lo Spirito Santo che ci è stato donato nel battesimo.
Il tempo dato alle domande dell’assemblea hanno ripreso alcuni temi, come quella della “bellezza”, della “maternità spirituale”, della “formazione”, concludendo con l’invito a “tessere relazioni tra coloro che vivono la fede” per creare comunità di vita spirituale che certamente attirerà a Cristo.
La conclusione della giornata è stata affidata a suor Nicla Spezzati che ha riassunto con queste parole: “In quest’aula oggi è stata narrata ed esperita la salvezza. L’esperienza è come un maestro che insegna e fa emergere l’ontologia. Nel quinquennio voi avete lavorato per una riqualificazione spirituale, davvero un cammino importante! Ora riaccendiamo la vigilanza del momento storico che stiamo vivendo perché il Signore ci raggiunge nel concreto degli eventi. La nostra identità è la divinoumanità di Cristo perché noi siamo una cosa sola in Lui”.