«Carissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita» (Benedetto XVI, Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali)
La Chiesa italiana convoca Religiose e Religiosi (nella persona dei rappresentanti delle Congregazioni) per ascoltare e valorizzare anche la loro parola ed esperienza in vista del Convegno -promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei: Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’età cross mediale, che si terrà a Roma dal 22 al 24 aprile 2010.
Mons. Domenico Pompili, responsabile dell’ Ufficio Nazionale per le comunicazioni Sociali della Cei, presenta i relatori di questa giornata:
L’incontro si è tenuto il 20 gennaio 2010 nel Centro dei Congressi di Via Aurelia 796.
Mons. Pompili lo ha introdotto, presentando motivazioni e obiettivi del prossimo Convegno e anticipandone contenuti e programmi.
La tre giorni, che si aprirà con Nicholas Negroponte fra i padri nobili dell’informatica, intende fare il punto sulla rete dei media cattolici e dell’animazione culturale nella comunità cristiana. Sarà un’occasione e una scommessa per tutti quelli che fanno cultura e comunicazione all’interno delle comunità cristiane (e quindi in primis per i religiosi e le religiose) per passare dal semplice fare rete all’essere rete; l’opportunità per toccare con mano l’azione sinergica dei vari media cattolici; il tentativo di leggere in termini di responsabilità educativa le tante possibilità tecnologiche.
In questi anni il cambiamento più evidente nel mondo delle comunicazioni ha visto gli utenti diventare produttori di contenuti nel mondo dei nuovi media e di internet, in particolare. Siamo stati abituati a conoscere noi stessi come una specie di ritorno su noi stessi appunto, come se ci guardassimo in uno specchio. I nuovi linguaggi ci fanno conoscere invece noi stessi attraverso una sorta di estroflessione: ci si conosce in quello che gli altri percepiscono nel nostro profilo elettronico.
Come la vita reale anche quella virtuale presenta ambiguità e rischi. Così se per mezzo di internet le persone moltiplicano i loro contatti in modi finora impensabili, e meravigliose nuove possibilità sono offerte alla diffusione del Vangelo, rimane vero però che i rapporti mediati elettronicamente non potranno mai prendere il posto del contatto umano diretto, indispensabile per una crescita armonica della persona e per una piena esperienza di vita cristiana.
Nell’era cross-mediale
Il mondo web a mons. Pompili appare magico, nel senso che azzera la distanza, annulla il tempo e anche l’intervallo fra desiderio e realizzazione; il tutto in una forma leggera, istantanea, temporanea, occasione per una testimonianza leggera, da intendersi non come verità diluita, svenduta o di minor profilo; ma come comunicazione che nasce dall’esperienza del silenzio e della bellezza e, muovendosi verso l’essenziale, arriva all’interpersonalità, alla capacità cioè di condividere, partecipare e collaborare. Testimoniare perciò è prima di tutto incontrarsi, stabilire una vera relazione con l’altro così che dirsi sia anche darsi e il dirsi sia lasciarsi dire.
La magia dei media sta lentamente modificando la nostra percezione di essere umani. Risponde all’esigenza di costruire una totalità contro il senso di scissione oggi imperante offrendo una promessa rassicurante, anche se ambigua: non si è mai soli finché si è sotto lo sguardo altrui. Per ritrovarsi i media indicano un giro lungo che passa attraverso quello che vogliamo far conoscere di noi e quello che gli altri di noi percepiscono e ci rimandano come immagine. Ecco allora che per la fascia adolescenziale è tanto importante essere dentro a questo mondo e identificarsi con il suo momento magico.
La dimensione intercorporea in questo linguaggio virtuale -aggiunge mons. Pompili- è praticamente assente. Questo provoca la nostra riflessione educativa. Virtuale non è il contrario di ciò che è reale, perché corrisponde alle esperienze che la gente fa. Virtuale non vuol dire perciò inesistente, ma reale non fisico. In questo contesto nasce una precisa sfida: integrare il virtuale dentro il reale. Il virtuale è un potenziale, quindi, legato a doppio filo alla libertà e alla responsabilità dell’uomo.
Il digitale è un linguaggio che modifica tutti i media, plasmati in una forma assolutamente inedita. La Chiesa comunica il Vangelo con il linguaggio degli umani. E se il linguaggio cambia, anche la Chiesa è chiamata ad interrogarsi su come comunicare il Vangelo. Questo implica, la necessità di riproporre il Vangelo come qualcosa che è dentro l’umano e quindi in tutte le cose.
La sfida è far emergere dentro tutte le cose il messaggio del Vangelo. Il che significa evitare di distinguere l’annuncio del Vangelo dalle sue forme di comunicazione e far entrare la Parola.
La Parola infatti è chiamata a migrare, a correre dentro questo nuovo mondo, non può starsene in forma statica a parte, perché ciò significherebbe non intercettare la gran parte delle persone. Come dice Benedetto XVI: il continente digitale va abitato, non va lasciato deserto. Questo significa che anche il nostro modo di annunciare il Vangelo deve essere caratterizzato della leggerezza; da una comunicazione che sa andare all’essenziale, evitando errori come l’esteriorismo, o l’immobilismo.
Passare dal fare rete all’essere rete
Per tutte queste ragioni oggi la Chiesa vuole ancora convocare tutti, non solo gli operatori e quanti sono impegnati nel mondo dei media ecclesiali, ma veramente TUTTI per tentare insieme questo passaggio: dal fare rete all’essere rete; per educare alla conoscenza della realtà senza alcun timore di non saperla affrontare proprio perché credenti: la fede è una marcia in più, non una zavorra proprio dentro un mondo che si è fatto indecifrabile per effetto dell’alluvione informativa.
Il Convegno intitolato Testimoni digitali è stato pensato da un gruppo di lavoro misto (Ucs, Progetto culturale, Avvenire, TV 2000…) che si è messo all’opera già da un anno e tenta di realizzare l’incontro tra il Vangelo e il nuovo linguaggio del mondo digitale. Elaborare, conoscere, educare sono scopi che ci stanno a cuore. Mons. Pompili annuncia quindi che il sito sul convegno sarà online il prossimo 24 gennaio e sarà questa anche la prima forma di comunicazione ad extra.
Il Convegno sarà articolato in quattro sessioni in tre giorni: dal pomeriggio di giovedì 22 aprile al sabato mattina del 24 aprile. Le prime tre sessioni si svolgeranno nell’auditorium dell’hotel Midas e l’ultima nell’Aula Paolo VI
I temi delle sessioni sono:
- L’approccio oggettivo alla realtà digitale affidato a Nicholas Negroponte. Tre illustri personaggi cercheranno di reagire a ciò che egli ci dirà.
- Dal piano più tecnologico si passa a quello più antropologico e ci chiederemo: Come questa rivoluzione digitale sta cambiando l’umano? Una ricerca di tipo qualitativo dell’Università Cattolica farà fare il punto sulle relazioni comunicative ed affettive dei giovani, i quali nel continente digitale sono sicuramente le persone più attive e protagoniste. A Padre Spadaro (scrittore di Civiltà Cattolica) e al Prof Guido Gili è affidato il compito di cominciare a declinare in campo educativo e anche in quello più teologico come questi linguaggi stiano modificandosi.
- Dopo aver fatto parlare le esperienze di base e dopo una significativa introduzione di alcuni docenti che leggeranno questo impegno concreto della Chiesa, ci sarà la relazione del Card. Bagnasco: Un’anima cristiana per il mondo digitale: comunità, strumenti, animatori.
- Nell’aula Paolo VI ci sarà una Tavola rotonda, che vedrà la presenza del direttore di Avvenire Marco Tarquinio, del vicedirettore generale della RAI e di un eminentissimo cardinale. Sarà moderata dal Prof. Vittorio Sozzi. Seguirà l’udienza del Papa, una sorta di mandato testimoniale, di invito ad evangelizzare appunto il continente digitale.
Nuovi media: frontiera della sfida educativa
Segue un giro di presentazione, da parte dei partecipanti all’incontro, che si incentra sul proprio lavoro e sulle aspettative rispetto al Convegno nazionale e che permette ai presenti, di cogliere concretamente la presenza della Chiesa in Web.
Il Prof. Vincenzo Grienti, responsabile dell’ Ufficio Stampa, introduce velocemente nella realtà del sito, che è dinamico e interattivo e che andrà in linea il 24 gennaio, festa di S. Francesco di Sales: www.testimonidigitali.it
Il dott. Claudio Grisanti presenta con chiarezza e precisione gli aspetti logistici e le modalità di partecipazione al Convegno. In particolare spiega le regole organizzative per l’incontro con il Papa.
Infine il dott. Vittorio Sozzi, segretario generale della CEI, dà alcune sollecitazioni per favorire l’adesione e coinvolgere tutti nell’evento del Convegno così da diventare sempre più testimoni capaci di raccontare la vita e la stessa fede dentro i gangli della comunicazione diffusa. Sul territorio nazionale la rete è collegata alla presenza di molti centri culturali significativi dei religiosi che operano localmente. Si tratta di mettere in relazione, e in un’ottica più ampia, le innumerevoli risorse comunicative della Chiesa: una rete capillare e vivace che va curata e fatta crescere.
Don Claudio Maffeis invita i religiosi, che nei secoli passati sempre accompagnavano gli emigranti verso nuove terre, ad esserci in questa nuova emigrazione diventata cultura e orizzonte. Un’occasione per confrontarsi, rimotivarsi, condividere, ringraziare, formarsi e formare comunicatori, senza limitarsi a vivere di rendita.
I religiosi, presenti da sempre nella Chiesa con un volto, un linguaggio e una storia –sottolinea un religioso partecipante- sono stati una forza trainante in tutti i secoli. Perché continuino ad esserlo ci si augura che l’incontro di oggi non finisca qui, ma che la CEI dia ai religiosi un appuntamento abituale…
Sr Luciagnese Cedrone
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