Roma, 11-13 aprile 2012
E’ tradizione, ma nella tradizione c’è sempre un pizzico di novità. E così è per questa assemblea per partecipare alla quale arrivano le superiore generali e provinciali delle varie Congregazione presenti in Italia, convocate dalla Presidente USMI – ora anche vice-presidente UCESM – sr M. Viviana Ballarin, op. Arrivano a gruppi o singolarmente. L’assemblea quest’anno si distingue dalle precedenti, perché sono coinvolte soltanto le suore costitute in autorità o loro delegate, quando esse non potessero partecipare. Il momento dell’accoglienza è sempre importante e viene gestito con competenza e precisione dalle assistenti alla segreteria.
Il primo saluto che è un saluto di ‘ben venuto’ è offerto dal Rettore della Pontificia Università Urbaniana, il Rev. Alberto Trevisiol il quale accosta le idealità dell’USMI a quelle dell’Università: formare gli evangelizzatori di domani.
M. Viviana dà inizio all’assemblea offrendo un saluto alle partecipanti, e anche un ricordo al personale laico cha da più o meno tempo presta un servizio sereno e prezioso nella sede nazionale dell’USMI.
Cita un pensiero di Benedetto XVI°: La diffusione della Parola è la benedizione che il padrone della messe dà alla comunità che prende sul serio l’impegno di far conoscere la carità nella fraternità” (2005) e sottolinea che “l’annuncio di Gesù Parola del Padre, la sua diffusione nel mondo, la sua accoglienza, la sua azione in mezzo ai fratelli, non è tanto conseguenza o frutto di una attività missionaria, ma soprattutto e prima di tutto è una benedizione, una forza ed una capacità che sono dono di Dio”.
Effettivamente, ammette M. Viviana “quando le nostre comunità vivono l’impegno quotidiano, sereno, della fraternità nella comunità e danno visibilità e forma con il proprio vissuto alla carità, spiegano non con le parole ma con i fatti che cosa è l’amore”. Solo l’amore genera vita e dà senso al vivere umano.
“La nostra 59ª assemblea generale – aggiunge – si inserisce in questo solco luminoso della fede della Chiesa, nell’anno della fede e in sintonia con il prossimo Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, a cinquant’anni dal concilio Vaticano II°”.
E poi in modo solenne afferma:
“Dichiaro dunque aperta la nostra 59ª Assemblea generale ed auguro a tutte e a ciascuna di vivere in essa un tempo di grazia e di benedizione”.
La lectio di questa prima giornata – che ha come tema: Il servizio della comunità dei discepoli – Mc 9,31-37 – è guidata da sr Grazia Papola. Il testo è composto dal secondo annuncio della passione, morte e resurrezione (vv. 30-31), a cui segue la reazione dei discepoli (v. 32) e la prima parte (vv. 33-37) di una istruzione che Gesù rivolge ai suoi discepoli (vv. 33-50). Sono versetti che ripropongono un discorso già fatto – sequela, croce, servizio – e costituiscono una vera e propria catechesi: la necessità della croce innanzitutto, ma anche la necessità cristiana del porsi a servizio degli altri perché si è ammessa ed esplicitata la propria identità: il discepolo di Gesù è tale perché sa porsi a servizio.
La salvezza non passa per le vie dell’egoismo e dell’idolatria di sé, ma nel rapporto con Cristo crocifisso come fondamento che dà senso al sé e alla vita. Fare della propria vita un dono, a motivo dell’adesione al vangelo di Cristo, conduce l’uomo alla salvezza.
Qui l’attenzione si concentra innanzitutto sul tema del servizio ai bambini che Gesù illustra:
- con una parola, se uno vuol essere primo…
- un gesto, preso un bambino…
- e un’altra parola, chi accoglie….
“In particolare, Gesù – sostiene sr Grazia Papola – qui istruisce i suoi discepoli sulla vita comunitaria sotto il segno della croce”. Quindi “se uno veramente vuole essere il primo deve essere l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E quindi deve saper “accogliere, aprire la porta e lasciare entrare l’altro nell’ambito della propria vita e delle proprie sollecitudini. Questo è il contrario del chiudersi, del distanziarsi, del non voler sapere nulla dell’altro”.
Il secondo momento di questa giornata è affidato alla teologa Cettina Militello. Rifacendosi in parte alla storia evolutiva del femminismo, fuori e all’interno della Chiesa stessa, invita con forza le presenti “collocare la vita religiosa al suo posto”.
Si richiama a due eventi importanti: Il Concilio vaticano II e il crollo del muro di Berlino. E afferma: “Ecclesialmente la vita religiosa arriva a noi oggi da quel singolarissimo passaggio dello Spirito che è stato il Vaticano II. Quanto alla società colgo come momento di radicalizzazione la crisi dell’89. Nel senso che a partire dalla rottura del muro di Berlino e dunque dalla conclamata fine delle ideologie, di fatto ci si è concentrati unilateralmente su una visione liberista che, senza deterrenti di alcun tipo, ha selvaggiamente anteposto a tutto l’interesse economico di pochi. Il passaggio poi da una economia reale a una finanza virtuale e globalizzata ha nullificato persone e valori”. E tutto ciò “ha eroso in profondità le nostre comunità, le ha ridicolizzate e talora le ha cancellate”.
“La vita consacrata – ha ammesso – non poteva restare fuori” da questi eventi, anche perché è esistita una “incapacità di accogliere il paradigma ecclesiologico proposto dal Concilio” e interagire così con la mutazione culturale. A grandi linee la profezia del Concilio parte dalla riscoperta del soggetto concelebrante (SC), consapevole del proprio statuto (LG), in ascolto della Parola (DV), in dialogo al suo interno e con il mondo (GS).
Ha poi enunciato i vari punti di domanda che oggi si pongono le stesse religiose intorno alla propria identità. Poi ha chiarito alcuni principi teologici basilari, ha riaccostato l’ecclesiologia conciliare riferendo ad essa la VC per provarne l’analogia al mistero della Chiesa.
Come la Chiesa è ‘popolo in cammino’, la VC è comunità in attitudine pellegrinante; come la Chiesa è corpo di cui Cristo è il capo, essa è cellula viva del corpo ecclesiale. La Chiesa è ‘sposa che anela a ricongiungersi con lo sposo’ e la VC è comunità nel segno sponsale; è ‘segno e strumento d’unione con Dio e con il genere umano’. Per questo deve lasciarsi guidare e sorreggere dallo Spirito per poter offrire il proprio servizio regale, sacerdotale e profetico. E come la Chiesa non vive per se stessa così la VC è posta al servizio della maturazione nella fede, nella speranza e nell’amore di tutti.
La relatrice ha ammesso che urgono programmi nuovi, perché il modello del passato non funziona. Ma ciò è da farsi con un progetto condiviso, costruito su una argomentazione teologica che si acquista con la frequentazione della Scrittura e della Liturgia.
‘La Chiesa non esiste per se stessa, ma è essa stessa un sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità con tutto il genere umano (cf LG 1). La Chiesa è mediazione salvifica. E’ luogo e paradigma di estroversione’. E la vita consacrata deve camminare sulla stessa linea valorizzando anche i doni personali, duali, collettivi.
Le comunità religiose dovrebbero riscoprire la loro analogia con la domus ecclesiae; dovrebbero di nuovo farsi fermento ecclesiogenetico nel corpo vivo della Chiesa locale.
“In ogni caso – ha sottolineato la relatrice – la non debole analogia tra la Chiesa e la comunità religiosa si rivolge alle membra vive di quest’ultima. Membra vive, ma davvero, capaci di profezia, di comunione, di servizio, in gioia e unanimità di sentire”.
E’ un appello urgente anche perché il mondo di oggi ha nostalgia di fraternità, sororità, nuzialità. Per questo le religiose sono chiamate a profetizzare, discernere e promuovere l’autenticità cristiana delle comunità religiose. La vita religiosa infatti non esiste perché si è destinati alla sofferenza, ma perché si è rimesso in auge il dono in una prospettiva ‘altra’, finalmente gratuita e liberante. La comunità religiosa è spazio di alterità, di reciprocità, di dialogo e d’incontro. E’ anticipazione consapevole del nostro definitivo vivere in Dio.
Con queste e altre affermazioni che si troveranno nel testo riportato per intero su Consacrazione e servizio n. 7-8 luglio-agosto 2012 la relatrice ha potuto anche chiarire alcune interessanti problematiche e interrogativi posti dall’Assemblea.