Internet rispecchia e mostra ciò che sta dentro di noi. Abitare con autenticità e competenza il continente digitale è oggi necessità inderogabile.
Nomadi digitali …
La Rete delle reti, luogo senza centro, disegnato anarchicamente e continuamente ridisegnato, è l’unica vera e inarrestabile novità del terzo Millennio, contrassegnato dalla più epocale crisi della relazione interpersonale. La ‘generazione y’ – i nati tra gli anni ’80 e il Duemila – cresciuta a pane, internet e dispositivi mobili, trascorre la “vita sociale” più in compagnia delle nuove tecnologie che con altri esseri in carne e ossa. Secondo il Rapporto Cisco 2012, gli oggetti più desiderati e considerati indispensabili a ogni latitudine sono: computer, portatile e cellulare smart, ‘vissuti’ ormai come la propria estensione corporea. I teenagers iniziano la giornata controllando sms, posta elettronica e social media. Se non possono connettersi si sentono persi e ansiosi. Ma non si tratta di una ‘urgenza’ solo generazionale. Sono centinaia di milioni le persone che condividono in Facebook, Twitter, You Tube – le reti più “social” – la propria vita, minuto per minuto, realizzando ciò che viene definito ‘intimità digitale’. È come se tutti scrivessero nello stesso tempo e sullo stesso foglio di carta a più mani, creando, scambiando, completando notizie e idee. Quasi un blog collettivo aggiornato in… presa diretta. E, anche se due utenti su tre account non twittano nulla, tutti insieme alimentano continui ‘cinguettii’ di 140 caratteri l’uno. In tal modo – chiarisce Josh Rose – Internet non ci sottrae la nostra umanità: la rispecchia. Non s’insinua dentro di noi: ci mostra ciò che sta dentro di noi.
… con voglia di vita vissuta e condivisa
Twitter, Facebook, Google e tutti i cosiddetti social network incarnano una utopia che è propria di ogni persona a prescindere dall’età. Per dirla con un’espressione di Antonio Spadaro, l’utopia di poter stare sempre vicini alle persone a cui teniamo in un modo o nell’altro, e di conoscerne altre che siano compatibili con noi; di poter nutrire interessi comuni, condividere pensieri, conoscenze, pezzi di vita… Può sorprendere che si cerchi nella realtà virtuale quello che spesso non è possibile trovare nella realtà-realtà. Ma vivere on-line rende straordinariamente facile ‘entrare’ in un rapporto e allo stesso modo agevola una possibile ‘uscita di sicurezza’ dal rapporto stesso quando lo si avverte liso e consumato. In ogni caso è sufficiente un clik.
Così – mentre i frequentatori abituali del web sono convinti che la propria credibilità cresca in proporzione al numero di “amici” vantati sul sito e, al contrario, i non frequentatori ritengono che i veri amici si contano solo sulle dita di una mano – rimane prepotente e vitale nel cuore di ognuno il bisogno di incontro con l’altro nell’autenticità.
Intanto il nostro tempo sembra aver bruciato gli spazi della riflessione e ridotto all’insignificanza quelli della comunicazione e inaridito il sentimento attraverso il quale sapere cos’è il bene e cos’è il male (U. Galimberti). Questo a partire dalla famiglia e dalla vita in comunità.
Nel deserto della comunicazione emotiva…
Il fatto è che, se il mondo emotivo vive dentro di noi come un ospite sconosciuto, è difficile pensare di riuscire a comunicare, o anche solo di poter governare la propria vita senza una adeguata conoscenza di sé. Così il vuoto di comunicazione manifesta i suoi primi segni nella svogliatezza della persona, nell’indolenza, nella ribellione … Nei casi più gravi la rassegnazione depressiva prende il posto delle parole che non abbiamo saputo scambiare con gli altri e nemmeno con noi stessi. L’umanità, che soprattutto oggi è alla ricerca spasmodica di un’identità, ha più che mai bisogno di uomini/donne capaci di relazione.
… relazioni mancate
Nella loro realtà quotidiana gli adulti spesso, invece di arginare le inquietudini dei figli, tendono a rispecchiarle. Pensano di comunicare con loro e con il mondo intorno perché trasmettono dei messaggi. Ma se manca l’apertura interiore che consente alle parole dell’altro di risuonare dentro di noi rimettendoci in questione; se riteniamo che la sola cosa importante sia quella che ‘noi’ abbiamo in mente e che vogliamo dire e non ciò che l’altro sta cercando forse disperatamente di farci comprendere, allora trasmettere non è comunicare, né educare.
La carenza di ascolto spinge i giovani a riversare la propria identità su internet, dove qualcuno a volte fa l’esperienza di quel bullismo che oggi si colora anche di tecnologia. Mancanza di sicurezza, bisogno di essere accettati, confusione di identità…? Di fatto aumentano i gesti estremi di adolescenti, turbati da un linciaggio effettuato contro di loro via Facebook.
Il problema urgente dunque è imparare ad abitare – e ad abitare con autenticità – i tecnomondi oggi disponibili, senza rinunciare all’autenticità delle relazioni interpersonali, le sole capaci di generare – con fecondità e senza scolorirlo – l’annuncio del Vangelo. Un gran lavoro da fare insomma nell’educarsi e nell’educare per essere all’altezza di questo nostro tempo.
Va’ dove ti porta il … web!?!
Se è vero che le tecnologie non portano automaticamente a un cambiamento per il meglio, il web rende le persone, che sono attente a ‘vedere e sentire’, più aperte alle opinioni degli altri, più sensibili e tolleranti.
Così per esempio in Islanda gli strumenti tecnologici, per la prima volta, sono stati messi al servizio del bene comune, per un governo più partecipativo e rappresentativo: una vera e propria rivoluzione nell’ambito di una moderna democrazia europea. La bozza della nuova Costituzione, stilata dall’Assemblea Costituente, è stata pubblicata nei social network Facebook e Twitter, per poi essere rielaborata secondo i consigli e le proposte dei cittadini e sottoposta nuovamente alla valutazione di questi con scadenza settimanale. Non solo, ma ogni cittadino era libero di intervenire, proporre riforme e discussioni attraverso forum, videoconferenze, e assemblee che potevano essere seguite in tempo reale. Il risultato? La bozza costituzionale esprime realmente i desideri dei cittadini. Non a caso tra i diritti fondamentali inseriti in essa figura quello a un “ambiente salubre e ad una natura incontaminata”. È la dimostrazione che anche i tweet che portano buone comunicazioni positive, come semi del Vangelo nel nostro tempo, possono portare frutto e moltiplicarsi per trenta, sessanta e cento … Così come è per il credente: ascoltare la Parola al mattino e portarla nella mente e nel cuore sostiene il cammino di un giorno e anche di una vita.
Luciagnese Cedrone
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