9 marzo 2010. L’internazionalità delle nostre Congregazioni oggi è presente anche nel canto: introduttivo, espressione della fede gioiosa di tutta l’assemblea.
La comunione e la decisa volontà di collaborazione è documentata inoltre dalla presenza del Presidente della CISM, don A. Lorenzelli, sdb, dal presidente del CNEC, P. Giorgio Del Col omi, dal presidente dell’AGIDAE. Tutti e tre questi enti celebrano quest’anno il loro 50° di fondazione. Questa molteplice e qualificata presenza costituisce un momento particolarmente utile e arricchente. Insieme – dice sr. Azia, nell’introdurre la giornata – possiamo oggi avere occhi di Pasqua e credere come Pietro e Giovanni che vanno al tempio e come i discepoli di Emmaus che, dopo aver ascoltato l’esegesi biblica proposta da Gesù e averlo riconosciuto nello spezzare del pane, se ne tornano a Gerusalemme convertiti alla fede in Gesù risorto.
La lectio divina su At 4,1-12 che è riassunta nel tema: La pietra scartata da costruttori è diventata testa d’angolo è stata guidata dalla prof.ssa Rosanna Virgili, docente presso l’Istituto Teologico Marchigiano.
Nota In attesa che il testo integrale venga pubblicato sul n.7-8/luglio-agosto di Consacrazione e Servizio è possibile leggere un “abstract” inviato dalla stessa relatrice. Leggi tutto
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Il secondo momento della mattinata è stato caratterizzato da alcune comunicazioni. Uno di questi momenti era stato significativamente definito così: Dai discorsi ai percorsi. M. Viviana, Presidente, infatti, ha presentato la sintesi di quanto era stato detto nei laboratori del giorno precedente. Esso dovrà indicare piste di ricerca, di studio, di proposte, programmi e realizzazioni per l’anno che ci separa dalla prossima Assemblea: 2010-2011. Leggi tutto
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La presidente dell’USMI regionale, Nazarena Di Paolo, superiora generale delle suore Zelatrici del Sacro Cuore, fondate all’Aquila, ha informato sulle dolorose vicende vissute dalle suore durante dopo il fatidico sisma. Ha affermato che con il terremoto è stato colpito il ‘cervello’ dell’Aquila. Le suore si sono cercate, si sono ritrovate, si sono aiutate e sono state di sostegno per molti sacerdoti. Tutte le loro case sono state danneggiate; sono di categoria E, la peggiore. Esse però sinora non hanno avuto aiuti neppure dalla Caritas perché questo ente offre il proprio contributo soltanto per opere sociale. Questo stesso istituto ha avuto distrutte la casa di formazione e la sede del Governo generalizio. Ora ci sono ancora suore che vivono in roulotte. Ha ringraziato le Superiore presenti per gli aiuti offerti in piena gratuità e ha invocato: Stateci vicino!
M. Viviana, a nome di tutto l’USMI, ma soprattutto della Presidenza, ha letto un comunicato nel quale parla della situazione delle religiose viventi e operanti nella zona terremotata, della sua visita a queste sorelle. Ha dato una relazione dettagliata di quanto le religiose hanno offerto attraverso l’USMI nazionale o l’USMI regionale e ha invitato a continuare in gesti di solidarietà. Leggi tutto
M. Viviana ha anche invitato le Superiore a soffermarsi sui pannelli esposti che ‘dicono’ in forma simpatica la vita dell’USMI, ossia quanto in essa le religiose che vi lavorano in piena gratuità pensano, organizzano, realizzano per offrire alle religiose tutte tempi e modalità di formazione spirituale, liturgica, catechetica, missionaria, di pastorale sociale, sanitaria., familiare, migrantes.
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Il responsabile della Fondazione Talenti, dottor Mario Quarta, ha informato sulla proposta di abilitazione di due Case, una nella zona di Velletri e una a Casalotto. In queste sedi intendono offrire collaborazione a quelle Congregazioni nelle quali sono presenti suore anziane e/o ammalate alle quali non possono prestare la necessaria assistenza. In queste sedi vi sarà la parte per suore autosufficienti dello stesso Istituto che potranno continuare a vivere la loro spiritualità e vita comunitaria e quella per le sorelle non più autosufficienti bisognose di assistenza continua.
Il prossimo numero di USMINFORMA riporterà notizie più dettagliate.
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P. Giovanni e p. Ignazio, responsabili della vita religiosa in Albania hanno informato sulla situazione di precarietà che vivono i religiosi, ma soprattutto le religiose presenti in Albania. Hanno affermato che la prima formazione deve essere formata sul posto. Tra le religiose sta venendo meno quello spirito missionario con cui erano arrivate i quelle terre. E’ necessario un flusso nuovo di calore evangelico. Effettivamente l’Albania è piena terra di missione ad gentes. La Chiesa albanese è giovane e sta crescendo. Non ha strutture. Il clero è scarso. Si necessita pertanto una maggiore collaborazione anche tra vescovi e religiosi/e. La collaborazione vera infatti, diventa ricchezza.
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Durante la celebrazione eucaristica D. Angelo Lorenzelli, sdb, ha commentato il vangelo proposto dalla liturgia: la terza apparizione di Gesù ai discepoli: quella sul mare di Tiberiade; là dove si trovavano prima che Gesù li chiamasse; lì si conclude una storia. Vanno a pescare, ma la notte della pesca si conclude a mani vuote. Nulla per sé; nulla da condividere. Gli apostoli che avevano abbandonato le reti per essere apostoli, ora sono tornati pescatori e non pescano nulla. Sulla parola di Gesù gettano le reti e queste tornano in alto colme di 153 grossi pesci. Davvero senza la luce del vangelo, senza la parola del Signore, è impossibile dare frutti e frutti duraturi. Con Gesù sì, si può fare: gli apostoli credono, ascoltano, buttano la rete e pescano… Cristo è risorto. E’ lui che ci dà la speranza! E’ lui che ci dà le certezze, anche se esige una molteplice e certa professione d’amore: Pietro, mi ami tu?
Del resto, la prima testimonianza vocazionale sta nel raccontare con il cuore il nostro incontro con il Risorto. Se non ci credono è perché non diamo testimonianza vera. La gente attende che siamo voci di speranza. Guardare con occhi di speranza la nostra realtà è scoprire che questa speranza esiste nelle nostre Congregazioni che qui sono rappresentate.
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Nel pomeriggio l’Assemblea è stata galvanizzata dalla suadente parola di fr. Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose. Il tema a lui affidato suonava così: La pedagogia di Gesù nell’educare alla vita di fede. Fr Enzo ha saputo coniugare in modo singolare i termini educare, fede e la linea fondante di tutta l’Assemblea: In cristo per umanizzare la vita. Ha ringraziato per l’invito rivoltogli che gli permette di essere presente in termini di fraternità e per il tema particolarmente umano, cammino per una autentica vita cristiana. Formulazione audace:effettivamente, quaerere Deum m est quaerere hominem.
Il nostro è un tempo di ostilità per la fede, che, sembra, non interessa più di tanto all’uomo d’oggi sia egli anziano o giovane. La fede di oggi è a corto respiro, incapace di cambiare la vita. anche la trasmissione della fede è difficile, anche perché c’è rottura con il passato.
Cristiani non si nasce e la Chiesa richiama alla educazione alla fede; a trasmettere la fede in nuove concezioni antropologiche proporre, in sintesi la vita tracciata da Gesù. Egli è stato e resta un pedagogo, un iniziatore alla vita di fede. Gesù è pedagogo e ha tracciato per noi la via, che è via di umanizzazione. La fede, infatti, è anche primariamente atto umano: io credo, io mi fido, io ho fiducia. E’ dire:amen. Non si può vivere senza avere fiducia in qualcuno. La nascita ci pone al mondo immaturi. Per questo abbiamo bisogno di qualcuno su cui puntare con la nostra fede.
La fede è fatica; non è spontanea. Gesù ha dato prova della necessità della fede con la sua coerenza tra vita e parola. Non lasciava spazio tra ciò che conosceva e ciò che diceva. Per questo è opportuno inserire la nostra fede in quella di Gesù. E’ fidarsi di lui, che accoglieva tutti così come essi erano, come uomini o donne nella loro umanità; egli era uomo che sapeva far emergere gli altri alla fede. Senza vita di fede rischiamo di rendere vano il nostro annuncio del Vangelo.
Gesù sa decentrarsi. Non fa riferimento a sé. Con l’intera sua vita racconta Dio, rende Dio una buona notizia. Dopo l’incarnazione il termine uomo non può più essere abbandonato. Solo credendo in Dio si può credere nell’uomo. La via della sequela è una via di umanizzazione. La vita religiosa è una vita che ha senso: e il cammino di umanizzazione è un cammino cristiano. Tutto deve essere vissuto in forma umanizzata: farsi santi con tutta la nostra umanità.
Biancarosa Magliano
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