Archive for settembre, 2011

PERLAPACE

Senza categoria | Posted by usmionline
set 30 2011

Prologo ‘tutto giovane’ al 27 ottobre

Mentre rimane nel mondo il rumore di fondo insopportabile della guerra, i giovani -“la parte migliore di questa Italia lacerata”, come li ha definiti il sindaco di Perugia alla partenza della marcia Perugia/Assisi del 24 settembre- cercano davvero la pace. E si preparano con la preghiera per essere il 27 ottobre -giornata mondiale di preghiera delle religioni per la pace- accanto al Papa, ai rappresentanti religiosi del mondo e a tutti i cercatori di verità.

Pellegrini della verità e della pace

I giovani pellegrini vogliono una pace non retorica e disincarnata, ma intesa come esercizio quotidiano dell’agire di ciascuno e come impegno principale dell’agenda politica; da coniugare quindi con la verità, la giustizia, la salvaguardia dell’ambiente, la solidarietà…

I loro slogan e cartelli, in una variegata galassia di movimenti, parlano di politica, lavoro, ambiente, diritti, immigrazione… Insieme, essi progettano nuovi percorsi di pace.

E il Papa ha fatto giungere loro “l’apprezzamento per la fattiva sintonia con la sua missione di favorire il dialogo tra le religioni in ordine all’impegno comune per promuovere la pace tra i popoli”.

Il progetto di Dio…

La verità sta da tutte le parti (afferma s. Tommaso) e perciò va cercata da tutte le parti sempre e sempre di nuovo. È la sua ricerca che ci mette in comunione e pone le basi per una pace vera. Il progetto di Dio -ci ricorda quel profeta dei nostri tempi che è il Cardinal Martini- è un progetto comunicativo: ampliare la comunione tra gli uomini. E anche il progetto eterno di Dio è una grande comunione di tutti con tutti.

…nello spirito di Assisi

Su questa linea, Giovanni Paolo II, in apertura della storica Giornata mondiale di preghiera per la pace del 1986, richiamava al mondo la necessità che “…ogni essere umano segua sinceramente la sua retta coscienza nell’intenzione di cercare e di obbedire alla verità”.

Benedetto XVI, nel 25° anniversario di quel primo convegno, sul tema precisa: “Solo se la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità, allora c’è speranza per il futuro”. In questo caso infatti la coscienza si pone, nella concretezza storica, come “chiave di volta per l’elaborazione culturale e per la costruzione del bene comune”.

Il servizio possibile di tutti alla pace

Il momento ‘chiave’ nell’impegno della persona per costruire la pace, concretamente è nel rendersi conto che il proprio desiderio di verità e di correttezza esiste non solo in sé o all’interno del proprio gruppo, ma anche in altri. Allora diventa più spontaneo:

-    impegnarsi ad essere riflesso nel quotidiano di quel desiderio;

-    battersi per ciò che si sente in profondità come ‘giusto’ per l’umanità intera;

-    non arretrare di fronte agli insuccessi;

-    non adeguare la propria etica al tornaconto;

Gioire insomma delle bellezze cercate e trovate quotidianamente nei piccoli gesti e nelle parole che altrimenti scivolerebbero dalla nostra vita, scoloriti dalla normalità…

‘Vedere’ il quotidiano

Nessun desiderio umano è tanto grande come quello di conoscere Dio chiamandolo per nome.  Eppure la cosa più difficile per tutti non è scoprire, nei propri giorni, verità nascoste; è ‘vedere’ davvero il quotidiano che è sotto gli occhi, dove l’esistenza non è statica ma incamminata verso qualcosa che rimane sempre al di là della propria persona. In questa situazione il peggio che  possa capitare a ognuno è proprio sbagliarsi su Dio perché poi si sbaglia sull’uomo, su se stessi, sulla storia, sul mondo.

Vivere e pregare in realtà percorrono la stessa strada profonda: la ricerca mai arresa di un Tu/tu in cui riconoscersi amati e amabili, capaci perciò dell’incontro vero che fa entrare all’interno del senso delle cose. Queste allora rivelano, al cuore aperto e attento, una coloritura e un gusto diverso. E si realizza nella persona quella vita intimamente radicata nella fede -una fede non esibita, ma profonda e totale- che, spontaneamente, insieme a tutte le tradizioni religiose alza al cielo mani senza contese per un’unica e corale invocazione di pace a Dio per la nostra terra.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

In preparazione all’evento del pellegrinaggio del Papa ad Assisi, la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato il volume: Assisi 2011. «Pellegrini della verità, pellegrini della pace», curato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

Facebook: rivoluzione annunciata

Senza categoria | Posted by usmionline
set 22 2011


Multimedialità e condivisione

È già dalla fine degli anni Novanta che la Chiesa ha avviato una formazione sul territorio degli animatori della comunicazione e della cultura, definiti da Giovanni Paolo II “operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunione tra le persone e i popoli”.

Lo spazio abitato

Oggi sono migliaia gli operatori dei media cattolici e animatori della comunicazione e della cultura che dal convegno Testimoni Digitali hanno avviato momenti di studio e riflessione sulle nuove modalità di relazionarsi in e con la rete. Aiutano le famiglie a interagire con i media in modo corretto e costruttivo, suggeriscono letture, ascolti e visioni di qualità; offrono valutazioni schiette di quanto il mercato propone. Anche per questo vogliamo soffermarci su una notizia.

“Leggi. Guarda. Ascolta.”

Si è appena conclusa la conferenza annuale di Facebook, meglio nota come f8, che tradizionalmente porta con sé novità di rilievo destinate a ripercuotersi su tutto l’ambiente del web 2.0.

Facebook, il più popolare social network, presenta le sue idee per rivoluzionare il web, annunciando una nuova piattaforma multimediale dedicata a musica, tv e cinema. Il nuovo motto sarà: “ Leggi. Guarda. Ascolta.

Nuovi pulsanti a portata di clik

Saranno infatti introdotti su Facebook i pulsanti “Letto”, “Visto” e “Ascoltato” al fianco del canonico “mi piace”, che fin qui ha scritto la storia del social network. Bottoni per condividere news, video e musica su piattaforme esterne. Non è ancora chiaro quale possa essere il loro uso né quale possa essere la loro relazione con il “mi piace”, ma certamente saranno in grado di frammentarlo.  

Si vuole insomma trasformare il social network da ambiente autoreferenziale, che vive principalmente di ciò che circola al suo interno, in un ibrido di fonti, risorse e opportunità provenienti da tutto il mondo della Rete.

Attraverso questi pulsanti l’utente potrà meglio definire i propri gusti e dichiarare di quali contenuti ha usufruito; e il social network traccerà il percorso delle sue esperienze.

Finalità: socializzare sempre più Internet

Nessuna informazione è per ora disponibile sulle modalità con le quali il servizio verrà distribuito agli utenti, né tanto meno sui prezzi che accompagneranno per esempio la musica tramite le pagine di Facebook. Certamente però i gruppi – che metteranno piede su questo social network i cui iscritti superano già quota 750 milioni e sono in costante crescita – avranno a disposizione un’opportunità unica per ampliare la propria base d’utenza; e contribuiranno così ad allargare la socializzazione del social network. Facebook in realtà ha sempre parlato di socializzare Internet e questa sembra essere decisamente ‘la mossa più importante per riuscirci’.

È possibile educare sui media

E’ possibile educare sui media se prima di tutto ci rendiamo consapevoli, insieme, del mondo in cui viviamo. Con i suoi modelli di pensiero e stili di vita. I suoi riti e i suoi miti.

Anche noi, come USMI, siamo impegnate per formare animatrici e animatori in grado di fare da ‘antenne’ avvertite circa le trasformazioni del contesto socio-culturale in atto. La rete ha realmente bisogno dell’esserci autentico e responsabile di tutti e di ciascuno per superare la banalità nel linguaggio e nei contenuti. È chiaro a tutti infatti che il prossimo va incrociato e attivamente ascoltato oggi negli spazi mutanti dei social network.

Nuovi modelli formativi

Nel vivere sociale e anche nell’ambito della vita religiosa, la rete nasconde opportunità nuove da scoprire e sperimentare perché il sapere in realtà si produce, non si acquisisce. Ed è collettivo, non individuale.    

Sul tema è appena uscito un libro, davvero unico nel suo genere, di Pina Riccieri, Formazione a portata di click. Comunicazione digitale e santificazione della mente, Ed. Paoline, dove l’Autrice ripensa la formazione in rapporto al contesto in cui viviamo e avvia a scoprire, attraverso la comunicazione, le nuove frontiere della comunicazione; sollecita tutti – in primis formatori ed educatori – a decidere come crescere in umanità, libertà e responsabilità attraverso la rete. Nello stesso tempo offre alcune proposte e percorsi di formazione capaci di fornire qualità alla formazione stessa. 

Web e vita consacrata

La vita consacrata attraversa oggi, soprattutto in Italia, una fase  di travaglio e di cambiamento. E se è difficile sapere quali sviluppi avrà nei prossimi anni, è certo però – ci ricorda Pina Riccieri a conclusione del suo libro – che  Dio continuerà a chiamare e sempre vi sarà qualcuno che ascolterà la sua voce e si porrà alla sua sequela con ‘amore indiviso’ e con la totalità della vita. Allora nella vita consacrata, secondo le parole profetiche di G. Alberione: “diminuiranno le energie fisiche, ma si supplirà ad esse con l’accresciuta sapienza e abilità”.

Una sfida che entusiasma ed è da raccogliere, soprattutto da chi è chiamato a formare le nuove generazioni: maturare nuove competenze per migliorare l’interazione e la condivisione; santificare la mente – come si esprime Pina Riccieri – attraverso i nuovi linguaggi del Web.2;  aprirsi, insomma, a un nuovo modo di pensare la formazione da integrare nelle strategie tradizionali.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

Giovani religiose nell’agenda del Papa

Senza categoria | Posted by usmionline
set 12 2011

Per la prima volta alla GMG di Madrid

1600 giovani suore, di cui 400 claustrali. In attesa del Papa, al monastero di San Lorenzo dell’Escorial, cantano, battono le mani, qualcuna salta. Un entusiasmo da cui trapela la fame di incontro e di mutuo riconoscimento che anche le giovani suore hanno in comune soprattutto con i loro coetanei. Lo stesso bisogno di relazioni che i ragazzi cercano di soddisfare suonando musica, organizzando feste, passando tempo sui social network, ma senza trovare realmente -nelle velocissime e personalizzate comunicazioni online- quello che in profondità cercano.

All’Escorial, la sintonia generata dal piccolo grande gesto del Papa è palpabile. “Questo incontro ci conferma nella nostra donazione e ci sprona a una completa consacrazione di noi stesse”, afferma una giovane religiosa.

L’incontro con le religiose…

Il Papa rivolge a tutte un memorabile discorso che si può leggere integralmente cliccando su: https://www.zenit.org/article-27629?l=italian

…nel pensiero e nel cuore del Papa

Riandando poi ‘con il pensiero e con il cuore’ a quell’incontro -nell’udienza generale tenuta a Castel Gandolfo il 24 agosto- lo stesso Benedetto XVI lo racconta e riassume:

“Alle giovani religiose ho ricordato la bellezza della loro vocazione vissuta con fedeltà, l’importanza del loro servizio apostolico e della loro testimonianza profetica”. E aggiunge:

“Rimane in me l’impressione del loro entusiasmo, di una fede giovane… piene di coraggio per il futuro, di volontà di servire così l’umanità”.

Richiamo a una vita di fedeltà

“La vostra vita di fedeltà alla chiamata ricevuta – aveva detto loro già all’Escorial – è anch’essa un modo prezioso di custodire la Parola del Signore, che risuona nelle forme di spiritualità a voi proprie”.

Un richiamo forte e ripetuto -il suo- a quella fedeltà perseverante che oggi appare come un’eccezione nelle relazioni quotidiane, quasi il ripiego di gente frustrata. Invece è la forza di chi sta osando l’impresa, poiché in essa si annida l’energia divina che dà riuscita e pienezza definitiva all’esistenza. Fedeltà è lo sguardo lungo della fede che scruta il futuro e insegna a ‘vedere’ con lucidità il presente per assumerlo responsabilmente.

Questo sguardo lungo di fede è:

- prerogativa del credente,

- ‘competenza’ richiesta al ‘testimone’,

- capacità che chi sta ancora crescendo ha bisogno di acquisire.

Il Compito” consegnato dal Papa: la ‘radicalità’…

In un contesto culturale come quello attuale, da cui emergono “amnesia” di Dio e tanta mediocrità, la radicalità della vita religiosa possiede “una speciale rilevanza” che deve essere testimoniata “con tutta la forza trasformante nelle vostre vite”: è il “compito” consegnato da Benedetto XVI alle giovani religiose.

…che mette in comunione

Il Pontefice ha anche raccomandato alle giovani suore di impegnarsi per “la comunione con gli altri membri della Chiesa” e all’interno della propria Congregazione religiosa, “custodendone con gratitudine il genuino patrimonio spirituale e apprezzando anche gli altri carismi”.

L’intenzione divina è l’amore

L’unica ragione di questo impegno è l’amore, che è -esso stesso- senza spiegazione, perché l’amore è mistero. Ma chi s’apre al Mistero con tutta la propria vita scopre l’Amore come la fonte del suo esserci, quello che fonda la stima di sé e che nessun fallimento né alcun peccato potranno mai incrinare.

Quel Mistero chiama

La radicalità evangelica, necessaria e urgente -ricorda il Papa- va vissuta:

-         nell’incontro personale con Cristo, che solo nutre la consacrazione;

-         nella comunione filiale con la Chiesa;

-         nella comunione con la propria famiglia religiosa;

-         nella missione stessa che Dio vuole affidare ad ogni sua creatura nel mondo.

Rimane ad ognuno il debito dell’amore vicendevole

Dio ci ha creati perché vuole amarci e vuole che noi amiamo con lui; vuole che amiamo Lui e che amiamo gli altri con Lui. Con la Sua grazia è sempre possibile amare, anche nelle circostanze più difficili. «Care sorelle – conclude il Papa il suo discorso alle giovani suore- questa è la testimonianza della santità alla quale Dio vi chiama, seguendo da vicino e senza alcuna condizione Gesù il Cristo nella consacrazione, nella comunione e nella missione. La Chiesa ha bisogno della vostra fedeltà giovane, radicata ed edificata in Cristo. Grazie per il vostro «sì» generoso, totale e perpetuo alla chiamata dell’Amato. Chiedo che la Vergine Maria sostenga ed accompagni la vostra giovinezza consacrata, con il vivo desiderio che Ella interpelli, incoraggi ed illumini tutti i giovani».

La GMG (anche quella delle giovani religiose!) perciò non è finita. Comincia di nuovo ‘oggi’.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it