L’angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura!.”
So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto.
Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “E’ risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. (Mt.28, 6-7)
Mi impressionano questi versetti del vangelo di Matteo che sentiremo proclamare nella notte della grande veglia pasquale.
Le drammatiche vicende degli ultimi giorni della vita di Gesù con l’epilogo della sua morte in croce hanno sconvolto profondamente gli amici, i più intimi, i suoi familiari, coloro che lo avevano accompagnato con fedeltà nei suoi viaggi, nelle sue predicazioni, condividendo con lui le ore faticose e quelle serene, gli incontri e gli scontri attraverso cui doveva passare per compiere il progetto che il Padre gli aveva consegnato.
La paura attanaglia come in una morsa tutti, e molti scappano o fingono di non conoscerlo, si barricano nelle loro case e attendono.
Solo alcune donne riescono a superare i muri insormontabili delle paure di quei giorni ed escono di buon mattino per recarsi al sepolcro. Non possono non smettere di cercare il loro Signore, di amarlo e di stargli accanto, anche se è morto. Sono donne sincere nell’amore, ma forse non si rendono conto di continuare ad amare un morto e il Maestro non è più lì.
Ma, come per un paradosso, è proprio in quella paura, in quel tumulto di sentimenti incontrollati, in quel coraggio, in quella ricerca vera di un morto, che il Risorto le attende e le incontra, sconvolgendole ancora di più.
Voi, non abbiate paura!; non fermatevi qui però.
Coraggio, entrate con me nel sepolcro e mi incontrerete vivo. Non abbiate paura di attraversare il mio dolore e la mia morte perché è lì che, vivo, vi attendo! E’ da lì che dovrete iniziare la vostra corsa verso l’uomo di ogni tempo e di ogni razza, per dirgli che disperazione e morte non sono l’ultima parola della storia, per dirgli che il Cristo è davvero risorto dai morti, come aveva detto!
“Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli”.
L’esperienza è grandiosa: incontrano il Signore risorto e, in fretta, abbandonano il sepolcro, come la donna samaritana che lascia e dimentica la sua brocca al pozzo. Con timore e gioia grande corrono a dare l’annuncio…è quanto accadrà ai discepoli il giorno della Pentecoste che, con timore e gioia grande, escono dalla casa e vanno per il mondo intero.
Nessuno più può fermare la vita!
Comprendo allora che l’invito rivolto alle donne a non aver paura, costituisce la chiamata sempre nuova a perseverare ad avere coraggio come è loro connaturale, ma a ricordare anche che non sono esenti dalla tentazione del dubbio e del sospetto, quando le tenebre si fanno più fitte; comprendo che per essere donne portatrici di speranza è necessario avvicinarsi, guardare nel volto la morte, farne esperienza, assumere le morti di tanti fratelli di oggi, proprio come ha fatto Lui.
E davanti a me scorrono le immagini che ogni giorno la televisione, il giornale, internet sfornano senza pietà e spesso senza rispetto: un mare infinito di dolore e di morte, di disperazione e di terrore. Non serve farne l’elenco perché lo conosciamo molto bene.
Voi, non abbiate paura….andate a dire ….
Ho la percezione di un silenzio strano e mi sto chiedendo se noi donne consacrate di oggi siamo un tantino contagiate da quella paura tipica dei discepoli che li mantiene barricati nelle loro case dopo la sua morte.
Non è che ancora stiamo andando al sepolcro cercando un morto che non è più lì?
Non ci è permesso in questo mattino di Pasqua rimanere inerti, con la bocca chiusa di fronte alle migliaia di fratelli che arrivano disperati a Lampedusa; alle folle che muoiono dilaniate da bombe e carri armati perché chiedono libertà, dignità e lavoro; a uomini e donne che non hanno più casa, lavoro, dignità a motivo di soprusi, ingiustizie e inganni politico/economici di ogni genere; a molte altre situazioni nelle quali Gesù continua ad essere crocifisso.
Voi, invece non abbiate paura!
Se questo caldo invito diventerà la nostra realtà, il nostro essere, il nostro proporci oggi, davvero saranno moltissimi coloro che incontreranno il Risorto, la speranza e rinasceranno alla vita.
Sr M. Viviana Ballarin o.p.
Presidente Nazionale USMI