“La marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi”

Posted by usmionline
set 03 2015

Venezia, 11 settembre 2015

I migranti sono gli uomini scalzi del secondo millennio. E noi stiamo con loro. È il messaggio che sarà lanciato da attori e registi insieme a n-DONNEUOMINISCALZI-large570centinaia di persone che cammineranno scalzi fino al cuore della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia. Ancora un evento dalla forte connotazione sociale, i cui obiettivi corrispondono ad altrettanti “necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali: certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti, perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme”.

Nell’appello a partecipare alla manifestazione si legge:E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte delle donne e degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo”.

“Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del secondo millennio e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle“.

“La Marcia degli Uomini Scalzi – continua il testo – parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà. E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti”.

Ora sembra che improvvisamente l’Europa si sia svegliata; la Germania “con la decisione di accogliere 800 mila rifugiati siriani è diventata un simbolo positivo”. Lo dice lo storico e politologo Gian Enrico Rusconi, che però sottolinea: “Quello che sta accadendo non è un semplice fatto umanitario, è un fatto politico. E la politica non è il forte di questa Europa.  Chissà che l’evento della ‘marcia’ non sia per tutti un altro stimolo a impostare davvero percorsi di integrazione validi nell’accoglienza dei migranti, alla quale ognuno, nella vita quotidiana, è chiamato.

          Luciagnese Cedrone
lucia.agnese@tiscali.it

 

 

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