25 aprile 2010: 47a Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni (GMPV)
«Abbiamo bisogno di uomini che attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità. Soltanto attraverso uomini che sono toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini» (Card. J. Ratzinger)
Il Papa, per la GMPV 2010, ha fatto pervenire a tutte le Chiese un Messaggio che si declina intorno al tema La testimonianza suscita vocazioni. Lo slogan, proposto dal Centro Nazionale Vocazioni della CEI, è Ho una bella Notizia! Io l´ho incontrato… I testi biblici di riferimento sono: Gv1,35-51; 1Gv 1,1-4.
L’appuntamento del 25 aprile è una sfida radicale alla pastorale -e prima ancora alla vita- delle nostre comunità cristiane, per un annuncio forte e chiaro della bellezza di un incontro con il Signore. È invito ad offrire a tutti la grazia della vocazione, che nasce dalle ginocchia e dal sacrificio (Bagnasco); a privilegiare nel rapporto con il Signore e con tutti la via dell’ascolto; ad essere persone felici di vivere la polifonia dell’amore senza mezze misure, nella radicalità e totalità del cuore.
Sulla via di questo appuntamento c’è il richiamo alla solidarietà della preghiera: fragilissima e spesso incompresa forma di prossimità e di condivisione; fulcro e cardine di tutta la pastorale vocazionale; rete di speranza, di affetto, di impegni; luogo per riconoscere la Presenza che, alle soglie del mistero, diventa Incontro e gioia.
Narratori del vangelo della vocazione
Ci si percepisce, così, parte di un disegno d’Amore più grande da sempre custodito nel cuore di Dio e portatori della “buona notizia” di cui ogni persona (giovane o meno giovane) sente un profondo bisogno nella sua ricerca di senso. Intanto abbiamo bisogno di riscoprire la forza e la gioia del dono della “consolazione”. Di riannodare i fili spezzati che a volte ci ritroviamo fra le mani, per fare spazio in noi ad un cuore riconciliato, in pace con se stesso e meno frammentato.
Il mondo vuole sentire l’eco della gioia che le opere di Dio provocano in noi. E vuole vederci compiere quell’opera convincente (e che sa di miracolo in un contesto come quello attuale segnato da dissidi e divisioni!): l’unità che nasce da una comunione affettiva ed effettiva.
Il vero testimone e narratore della vocazione conosce il piacere della chiamata e non guarda all’esito della sua missione e del suo servizio, ma vive e propone in maniera semplice e appassionata la propria testimonianza, che è:
Esemplarità di un’esistenza percepita come vocazione ed esperta nell’arte di quel dialogo che illumina e accompagna. E non come una forma di auto testimonianza.
- Disponibilità a ‘gettare’ il patrimonio della propria vita per il Signore sapendo che chi si risparmia si perde. E non un ripiegamento egoista su se stessi.
- Capacità di relazione profonda e rispettosa, che mette in campo la forza della sapienza del cuore. E non solo annuncio di parole.
- Presenza, nei luoghi dove i ragazzi vivono e le famiglie sperimentano la fatica e la precarietà di un cammino educativo. E non solo un passare accanto senza vero coinvolgimento.
- Crescita nell’esperienza della fiducia e della lettura positiva della vita. E non di giorni condizionati dalla sindrome del tramonto.
- Capacità di portare tra i giovani l’annuncio che essi attendono da noi: resta soltanto ciò che abbiamo portato fuori di noi; il resto si corrompe.
È bello e consolante sentirsi “chiamati”. La GMPV è una buona occasione: prima di tutto per innalzare al Signore un personale grazie per la specifica vocazione di ognuno; per un cammino di riflessione, di incontri con alcuni personaggi del Vangelo, attualizzati con un linguaggio fresco e creativo; per possibili “week-end di spiritualità” o per un breve corso di Esercizi spirituali vocazionali.
In secondo luogo la Chiesa intera, in questa giornata, prega per il dono di nuove vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale, prega per tutti i consacrati e ministri, prega in particolare per i giovani perché accolgano con fiducia l’appello del Signore: «Seguimi!»
Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it
» Intervista a sr. Paola Montisci, o.p. – Consacrarsi oggi
L’incontro con il Signore aiuta, come è stato sottolineato in quest’articolo, a ritrovare la pace, quel misterioso senso di serenità, nelle nostre anime continuamente frastornate dalla realtà che ci circonda.
La vocazione per Dio è il più grande regalo che possiamo fare all’ Uomo che ha donato la sua vita per salvare la nostra. Attaverso la preghiera verso di Lui riusciamo a sentire anche i nostri cari scomparsi più vicini e questo ci consola nei momenti in cui sentiamo di più la loro mancanza.
Ringraziarlo tutti i giorni per quello che ci ha donato è un dovere di ogni cristiano che rende grazie al proprio Padre per le gioie e anche per i dolori della vita. E’ importante altresì ricordare nel dialogo con Dio chi vive in situazioni sociali e politiche più difficili delle nostre e ringraziarlo di non aver conosciuto nè l’odio nè la guerra. Nella speranza di una vita eterna salvaci