46a SETTIMANA SOCIALE dei CATTOLICI

Posted by usmionline
mar 04 2010

Si svolgerà dal 14 al 17 ottobre 2010, a Reggio Calabria, la 46a Settimana Sociale dei cattolici italiani, sul tema Cattolici nell’Italia di oggi. Un evento ecclesiale atteso, un punto di incontro e di riflessione per il mondo cattolico, che – in questo inizio di un nuovo decennio carico di tensioni e contraddizioni sul piano sociale, politico, economico e culturale – è ancora chiamato a prepararvisi.

Scriveva Paolo VI nella lettera apostolica Octogesima adveniens:

«Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili del vangelo, attingere principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione nell’insegnamento sociale della Chiesa [...], individuare – in dialogo con gli altri fratelli cristiani e con tutti gli uomini di buona volontà – le scelte e gli impegni che conviene prendere per operare le trasformazioni sociali, politiche ed economiche che si palesano urgenti e necessarie in molti casi».

Storia di un impegno che continua

Le parole di Paolo VI riassumono ed esprimono lo spirito che muove le “Settimane Sociali dei cattolici italiani” fin dalle loro origini, nel 1907. Esse entrano nella storia della Chiesa italiana in un momento particolare e sotto la guida di personalità come Giuseppe Toniolo, il cardinale Pietro Maffi e Pio X, che, salito da pochi anni al soglio pontificio, le incoraggia con la sua attenzione. La scelta «sociale» è in particolare il risultato della profezia di Toniolo, che sa intercettare l’evoluzione del movimento cattolico dell’Italia post-risorgimentale.

Le prime Settimane Sociali si occuparono di temi molto concreti – dai contratti di lavoro alla condizione delle popolazioni rurali – perché il movimento cattolico stava portando su questi terreni il proprio impegno. Toniolo intuì che questo era il modo di preparare un futuro impegno pubblico della Chiesa a fianco delle sue fasce meno garantite. Allora i cattolici si ispiravano praticamente solo alla Rerum novarum. Noi oggi abbiamo a disposizione cento anni di magistero sociale, fino alla Caritas in Veritatedi Benedetto XVI. A noi è richiesto, oggi come allora, un contributo di pieno inserimento nella vita sociale, di competenza scientifica e sintonia con il magistero ecclesiale; di entrare profondamente nelle strutture culturali, politiche ed economiche della nostra società per poter costruire una società più giusta e attenta al primato dell’uomo.

Il biglietto di invito per la prossima settimana sociale

Il biglietto d’invito alla 46asettimana sociale di Reggio Calabria, redatto nell’aprile 2009 dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane, è rivolto a tutto il mondo cattolico e non solo; agli uomini e alle donne che vivono la fede cristiana e, per mezzo loro, a ogni uomo e ogni donna che, nei limiti delle proprie forze, sono solleciti nella responsabilità per il paese e, attraverso questo, per la più vasta comunità umana. Il riconoscimento della dignità e della libertà di ciascuna persona – vi si legge ancora – è oggi così minacciato da provocare tutte le nostre responsabilità.

Tre sono le parole-chiave del ‘biglietto’: speranza, responsabilità e agenda.

Speranza(e non ottimismo): la capacità, cioè, di discernimento e di scelte per vedere le cose nuove che, pur nella crisi, animano la società.

Responsabilità, a partire dalla consapevolezza espressa da Benedetto XVI a Cagliari: serve una nuova generazione di cattolici capaci di assumersi responsabilità pubbliche.

Agenda,che non è un programma politico, economico, culturale, ma un sommesso e umile invito ad uno sforzo di discernimento per dare un ordine ai problemi gravissimi del Paese.

Agenda della speranza per il futuro del paese

Alla ‘speranza’ si unisce  il termine ‘agenda’ – spiega S.E. Mons. Arrigo Miglio, Presidente dello stesso Comitato scientifico e organizzatore - perché vorremmo definire i contenuti di una agenda di problemi prioritari con cui le istituzioni e i gruppi sociali siano chiamati a misurare le proprie responsabilità. La funzione di questa agenda dovrebbe essere quella di indicare un numero significativamente ridotto di punti di attacco alla crisi attuale del Paese. Un invito quindi all’intero laicato cattolico a farsi promotore – attraverso il discernimento e il confronto – di una ordinata concentrazione dell’intera comunità nazionale su una lista corta di problemi cruciali da inquadrare in una prospettiva che individui già uno spazio dentro il quale condurre la ricerca delle soluzioni.

Si entra così anche nella crescente attenzione che la Chiesa italiana riserva alle dinamiche educative.
Perché è difficile immaginare che in una agenda di problemi cruciali per il Paese non trovi spazio qualche elemento dei processi e delle istituzioni educative.

Presentata a Roma la “Lettera di Aggiornamento” per un cammino di discernimento

Nuovo aggiornamento nel percorso di avvicinamento all’appuntamento di ottobre prossimo. Il 5 febbraio 2010, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede nazionale dell’Azione Cattolica a Roma, è stata presentata la Lettera di Aggiornamento per un cammino di discernimento come un passaggio ulteriore verso la definizione dell’agenda che detterà i lavori della Settimana sociale. La lettera ribadisce la responsabilità di provare a declinare la nozione di “bene comune” in una “agenda di speranza” e di necessità per “tornare a crescere”.

Franco Miano, Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, ha illustrato la mobilitazione dell’Associazione, che presiede, con incontri e convegni pubblici in sedici regioni italiane. La possibilità di ‘tornare a crescere’, nel nostro Paese, dipende dalla capacità di mettere o rimettere in gioco altre energie sociali, capaci di modificare gli equilibri in cui ci troviamo e generare più opportunità per tutti e per ciascuno.

Per rigenerare la polis bisogna rilanciare un condiviso senso del bene comune. Ripartire dai giovani, dall’educazione, dal lavoro e dalla famiglia. In particolare l’educazione è il primo veicolo per salvaguardare il patrimonio distintivo dei valori e dei saperi di una società, ma anche il suo patrimonio di conoscenze tecnologiche e di cultura d’impresa. Il triste primato che possediamo fra i paesi dell’OCSE nel numero dei giovani della generazione né-né (che non lavorano e non studiano) va al più presto superato. Ridare autorità agli insegnanti e ai genitori, valorizzare e integrare l’immigrazione evitando irenismo e razzismo. Riguardo alla vita politica e democratica del Paese, vi è un elevato grado di disinformazione e disinteresse soprattutto fra i giovani. È necessario uno sforzo per informarsi in modo critico così da elaborare efficacemente il proprio pensiero. Sono questi alcuni dei punti indicati dal Comitato scientifico e organizzatore della 46ª Settimana sociale dei cattolici italiani.

Il punto da cui partire dunque è il bene comune come vita retta per tutti, come elemento unificatore di una società pluralista, come orizzonte etico che precede la politica.

Obiettivo finale: realizzare un contributo, in vista della Settimana Sociale di ottobre, che tenga conto del percorso compiuto. E aiutare il mondo cattolico a trovare moduli operativi per affrontare i problemi attuali e lavorare al futuro del paese

‘Riprendere a crescere’ è il motto che già da ora fa da filo conduttore.

A maggio sarà pubblicato il ‘Documento preparatorio’ per stimolare ancora e raccogliere la partecipazione delle realtà ecclesiali particolari.

Luciagnese Cedrone

usmionline@usminazionale.it

One Response

  1. Eva scrive:

    Il dato dell’OSCE è a dir poco sconcertante. Il fatto di avere il primato, tra i Paesi d’Europa, di giovani che non studiano e non lavoro è indubbiamente un problema degno di analisi e riflessione, soprattutto tra noi giovani. Individuare la soluzione per arginare il degradante fenomeno è l’obiettivo prioritario soprattutto in questo momento storico, caratterizzato da un crescente involuzione tra i giovani. Diffondere un’educazione atta ad arginare tale degenerazione deve essere un obiettivo prioritario delle famiglie, della chiesa cattolica e delle scuole. La soluzione è a dir poco complessa e difficile ma può essere trovata con pazienza ed impegno, come sottolinea Paolo VI, nel DIALOGO. Il confronto elimina i pregiudizi razziali e arricchisce la nostra anima. Con la speranza di “riprendere a crescere”.